Lavoratori della conoscenza: il libro

Torino, come la società italiana nel suo complesso, conosce da anni e anni un vasto e generalizzato processo di terziarizzazione. Il profilo di quello che un tempo è stato il più nitido e coeso modello urbano a forte impronta industriale si è stemperato, concedendo progressivamente spazio a un impasto più composito, eterogeneo e sfumato.
Come in un gioco di chiaroscuri, nella Torino contemporanea le linee della concentrazione produttiva dell’industria risaltano per contrasto con l’arcipelago un po’ indistinto dell’universo terziario, dove tuttavia alcune identità specifiche si sono già formate e convivono, anche se spesso ancora confusamente nella nostra percezione.

Tra queste identità vi sono i lavoratori della conoscenza, solitamente assimilati con il grappolo di produttori scientifici di altissima specializzazione che lavorano in laboratori sofisticati ad alta densità di investimento. Al contrario, i knowledge workers costituiscono uno strato affatto esiguo di operatori – che lavorano individualmente o in gruppo, all’interno di imprese o in forme associative, con rapporti di lavoro autonomi o subordinati – coinvolti in un processo di elaborazione, organizzazione e diffusione del sapere. Ma qual è il denominatore comune per questi lavoratori dai profili apparentemente disparati? Che rapporto hanno con le metropoli? Qual è il loro peso reale nell’economia locale? E che forma assumono due terreni chiave in cui operano – il design e la creatività – nelle due maggiori città ex industriali del Nordovest, Torino e Milano? Le tre ricerche presentate in questo volume, offrono spunti di riflessione e propongono chiavi di lettura nuove per dare una prima risposta a tali quesiti e ragionare intorno a dimensioni sempre più importanti per il futuro della città.

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Lavoratori della conoscenza, protagonisti, politiche, territori

conoscenzaTorino Internazionale insieme alla Città di Torino, organizza il 15 giugno un convegno che mette a confronto professionisti, studiosi, politica e rappresentanze su mondo dei knowledge workers a Torino e sul contributo che stanno dando al delinearsi di una nuova identità per la città.

Torino, come la società italiana nel suo complesso, conosce da tempo un vasto e generalizzato processo di terziarizzazione. Il profilo urbano di ciò che è stato modello, nitido e coeso, della città industriale si è stemperato in un ambiente più composito, eterogeneo e sfumato. Come in un gioco di chiaroscuri, nella Torino di oggi la concentrazione produttiva dell’industria risalta per contrasto con l’arcipelago ancora indistinto dell’universo terziario, dove tuttavia alcune identità specifiche si sono già formate e convivono nella nostra percezione.

Tra queste identità vi sono i knowledge workers, i lavoratori della conoscenza, strato dalle molte sfaccettature, composto da operatori a vario titolo coinvolti nei processi di elaborazione, organizzazione e diffusione del sapere. Ma qual è il denominatore comune che fa considerare questi lavoratori dai profili disparati un gruppo riconoscibile? Quale peso giocano nell’economia locale? Esistono coalizioni, forme di partecipazione o di rappresentanza che li vedono protagonisti? Perché si possono considerare figure emblematiche della metropoli contemporanea? E quale contribuito potranno dare al delinearsi della nuova identità di Torino?