Rotterdam: trionfo della follia

Giovanni e Maria hanno hanno vissuto per molti anni all’estero; sono tutti e due abbastanza ben integrati nel tessuto sociale e lavorativo inglese, essendo l’una commercialista e l’altro insegnante. La coppia ha  un certo numero di amicizie inglesi, oltre, naturalmente, ad amicizie “internazionali”, ovvero con soggeti residenti ed occupati in Inghilterra, ma originari di diversi paesi del mondo. Giovanni e` un lettore abituale del The Independent, un giornale dell’elite colta inglese.

La sera dopo una giornata di lavoro trascorsa a dar retta a clienti ed allievi i due fanno una passeggiata nella parte vecchia della citta` di Wallingford, dove vivono.

Sopratutto nella bella stagione quella e` l’occasione per raccontarsi della loro giornata e naturalmente si parlano in italiano e portoghese le loro rispettive lingue, che tutti e due conoscono bene. Qualche volta e’ loro capitato che un passante,dopo aver esagerato un po’con l’alcol, li abbia apostrofati dicendo loro : “Fottuti stranieri parlate inglese” . Cio’ naturalmente li ha rattristati, ma non turbati, convinti come sono, che quelle parole siano piu’ il frutto dell’ebbrezza e dell’ignoranza che di altro. Puo’ darsi. Forse e’ cosi’ in Inghilterra, ma non a Rotterdam, in Olanda.

La citta` di Rotterdam, dove meta’ della popolazione e’ costituita di discendenti di immigrati, ha adottato un codice con sette punti per regolare i contatti tra i suoi abitanti. Esso afferma tra l’altro che l’olandese deve essere la lingua ufficiale usata nelle strade. Per chi avesse dei dubbi, coloro che hanno spinto per queste norme hanno poi chiarito che non e` bene che, per la strada, due stranieri usino tra di loro una lingua diversa dall’olandese, se sono in grado di parlarlo.

Che gli stranieri debbano cercare di imparare la lingua del paese in cui risiedono e’ fuor di dubbio, che poi la debbano usare anche quando parlano tra loro e’ un imposizione assurda.

La citta` di Erasmo ha deciso di rinnegare il suo piu’ illustre cittadino ed il suo spirito di tolleranza passando dall`”Elogio della Follia” ad un vero e proprio trionfo della stupidita.`

Per saperne di piu’:

http://www.dw-world.de/dw/article/0,2144,1870753,00.html

Autore: Gustavo Rinaldi

Nato a Torino nel 1967, la sua prima maestra e` stata una vittima delle repressioni bolsceviche, Maria Bruch. Ha frequentato sia la scuola pubblica che quella dei Gesuiti. Come volontario ha promosso prima una raccolta carta e poi la riorganizzazione del gentro di formazione agricola di Andriamboasary in Madagascar. Ha fondato l'associazione Enthusiasmus che per piu' di dieci anni si e` occupata di formazione politico-sociale dei giovani, permettendo a molti giovani di conoscere il mondo esterno ed a qualcuno/a di trovare moglie o marito. Nel 1991 e` stato testimone oculare dei moti di piazza che a Leningrado si opponevano al tentato golpe anti-riformatore. Nel 1994 si e` laureato in economia con Sergio Ricossa ed ha prestato servizio presso l'Istituto Penale Minorile "Ferrante Aporti", occupandosi dei denari e delle spese dei detenuti. Dal 1995 ha iniziato a lavorare per diversi progetti di valutazione e formazione promossi dall'Unione Europea e da altri enti nell'ex Unione Sovietica. Nel 2000-2001 e` stato consigliere economico del governo della Georgia. Nel 2006 ha conseguito il Ph.D. in economics all'Imperial College dell'University of London. Ha lavorato come economista per l'Institute of Alcohol Studies di Londra. Dal 2008 lavora per l'universita' di Torino dove oggi insegna public economics; insegna inoltre fundamentals in mathematics ed economics for managers ad ESCP-Europe.