A Torino, quale 4 maggio?

Riceviamo e pubblichiamo da Corrado Ferretti

Confesso che scrivo per smarrimento profondo, capisco poco e condivido nulla.

Sono un cittadino, non giudico il colore politico, vorrei vedere segnali della cosiddetta “buona amministrazione”, vorrei constatare che logica e razionalita’ ispirano le decisioni, almeno in questa emergenza che livella e accomuna gli interessi.

Parto dal presupposto che il Presidente della Regione e l’Assessore alla Sanita’, tutti coloro che gestiscono questa emergenza siano persone normali, senzienti, forse capaci, con una famiglia e una rete di relazioni che fornisce abbondanti informazioni.

Ora vediamo se i fatti oggettivi convalidano questa affermazione.

– il lockdown … e’ stato una mezza soluzione, utile per spostare anche opportunisticamente l’attenzione sulla condizione di emergenza, con tanto di fumo negli occhi come la pagliacciata degli elicotteri e droni usati per la caccia ai presunti untori. … il lockdown e’ accettabile e utile se nel mentre si predispone DAVVERO qualcosa per il durante e il dopo.

Tralascio il confronto con i paesi come Corea ecc che DUE MESI FA hanno attivato misure tecnologiche quale la diagnosi diffusa, il tracciamento, la cura sul territorio … la nostra quarantena e’ low tech, antichissima e non comporta alcuna differenziazione (ovvio, non si sa chi e’ contagiato e chi no … ).

Durante la quarantena assoluta l’economia va a rotoli, i danni sono incalcolabili, muoiono in troppi in categorie prevedibili, e il sistema sanitario mostra carenze prima inosservate tra cui la sparizione della rete territoriale a vantaggio dei grandi ospedali, luoghi essi stessi di contagio.

Il mantra e’ blocco per tutti mentre perdura il silenzio assoluto su protezione individuale, mascherine, distanze, igiene, prudenza, distanziamento.

Tra #iostodistanteeproteggo e #iostoacasa c’era una bella differenza …. quella della sopravvivenza economica, la differenza tra Veneto che innova e lavora e Piemonte che sta ancora ai metodi della peste manzoniana.

Ma passi pure illockdown, purche’ nel frattempo ci si organizzi. .. e invece ecco che al momento della riapertura siamo terrorizzati perche’ c’e’ un enorme serbatoio di contagiati,non curati, perche’ i medici di base sono estromessi, perche’ i test diagnostici di fatto non ci sono, pazzesco …

– i test metodo “tampone” … ma scusate, di quale epidemia state parlando, sig. Presidente della Giunta Regionale, Signor Assessore, se non sono effettuati i test diagnostici a tappeto?

Non si sa chi e’ malato, non si sa dove sta, con chi ha contatti, come evolve la malattia …. non si sa niente. Su questo tema solo silenzio o spacconate sui numeri.

Perche’ non avete detto la verita’ cui avevamo diritto, tipo “non abbiamo i soldi” oppure “non abbiamo abbastanza centrifughe”, oppure …. e invece I test “tampone”

– non sono stati pensati per tutti, vabbe’

– non sono stati resi accessibili ai pazienti indicati dai medici di base

– non sono stati disponibili per quelle migliaia di persone sintomatiche, il serbatoio di sicuri contagiati, che tuttora esiste e che ha ricevuto l’indicazione “stai a casa due settimane”

– non sono stati disponibili nemmeno per anziani gravi fino a quando non sono entrati in crisi respiratoria, ecco, a quel punto finalmente nei “contagiati” della protezione civile ….. pura crudelta’ umana e pura idiozia numerica.

– l’innovazione: perso il treno di copiare la Corea del Sud fin da subito, persa la possibilita’ di copiare il Veneto, almeno tentiamo di fare una cosa decente: rendiamo disponibili i test virogici per tempo! . invece no, neppure quelli, a Roma aperti a tutti da giorni, a Firenze idem, qui, nemmeno una data. Abbiamo pero’ copiato Milano, Torino e’ la terza citta’ d’Italia per numero di contagi.

– a pari merito col disastro diagnostico, la sciagura, la tragedia della gestione dei medici di base. A favore dei ricoveri estremi nei maxi ospedali, super infettati, e’ stata tagliata fuori la rete territoriale che poteva curare nelle SETTIMANE di manifestazione del virus, tracciando, controllando e infine ricoverando a ragion veduta.

E’ stato privilegiato il sistema centralizzato senza ricordare quante infezioni gia’ prima vi si contraevano, privilegiati i macchinari respiratori.

Per DUE MESI e’ stata, a dir poco, trascurata la rete territoriale dei medici di base: – senza guardare le esperienze dei paesi nord europei

– senza dotare i medici dei DPI, di dispositivi di protezione individuale

– senza il permesso di prescrivere tamponi

– senza il permesso di curare il grande serbatoio di contagiati anonimi con le cure per le prime fasi

– senza dare seguito alle segnalazioni che fanno a una qualche entita’ centrale, anzi un tizio ha allegramente detto che lui da solo ne ha perse cento …

Molti amici medici mi dicono che sui loro forum e’ emersa la consapevolezza che non si tratta di polmonite interstiziale, come sostenevano i cinesi, che obbliga alla ventilazione semi palliativa ma di una risposta immunitaria, mi dicono che si muore di trombosi, di problemi cardiovascolari, che occorrono anti infiammatori, anticoagulanti, che alcuni farmaci e terapie si sono rivelati efficaci.

In assenza di azioni di tutela godiamo pero’ di una ricca informazione opportunistica dove i politici vagheggiano menzogne anziche’ certificare progressi e i virologi sentenziano pareri catastrofici con un occhio alla prossime elezioni.

Quindi, no, non posso dire che i responsabili regionali siano stati all’altezza, sana espressione del popolo ma senza competenze, durante la piu’ grave crisi del paese: Assessore, bravo sindaco di paesino, Direttore della Sanita’, bravo contabile locale, Capo del 118, defenestrato dai suoi.

Il popolo al posto delle competenze … aiuto … Voltaire e Cartesio sono proprio morti, ma almeno nel loro letto. Agli esponenti della Rivoluzione Culturale di Mao, e’ andata peggio: li hanno processati.

Il tutto nel silenzio quasi assoluto degli esponenti cittadini, industriali, finanzieri, intellettuali, fondazioni, non un solo progetto finanziato per i test diagnostici (come a Padova), qualche presa di posizione, poche, forse nel riserbo torinese l’idea di scalare la classifica delle citta’ piu’ colpite sara’ sembrata un successo.

Avrei una sola domanda: con questo serbatoio enorme di contagiati, non censiti e non curati, senza test diagnostici diffusi e senza la riorganizzazione del lavoro dei medici di base, come fate a riaprire il 4 maggio ?

In due mesi noi abbiamo fatto la nostra parte, voi non avete fatto l’ovvio, dovremmo credere che lo farete adesso in una settimana ?

Autore: Redazione

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