Tassa sugli animali domestici. Bufale comprese, anche se non vivono in casa con noi

Navigano in Rete, viaggiano on line, si tuffano sulle bacheche dei social network, scorazzano libere e felici per il mondo, spesso via web. Sono le bufale. E non le mucche che producono quelle buone mozzarelle napoletane, ma le falsità, a volte divertenti e ironiche, a volte sgradevoli. In questi giorni, la bufala in questione è animalesca, tanto per restare in tema, ma non si tratta di vacche, bensì di animali domestici, cani, gatti, furetti che vivono in casa con noi, bipedi soggetti a Irpef. Un nuovo modo del Governo di tenerci al guinzaglio?Il neo governo di Mario Monti, secondo quanto diffuso, ad esempio su Facebook, starebbe per varare una nuova tassa. Come se si sentisse il bisogno di averne un’altra. E la tassa riguarderebbe proprio la convivenza con i nostri animali, considerati beni di lusso, quindi tassabili.

In breve, se ci si può permettere un cane o un gatto, quindi le spese veterinarie, che non sempre sono esigue, annessi e connessi, vuol dire che ci si può permettere un bene o servizio esclusivo, accessorio, non primario. Insomma, Fido e Felix sono paragonabili ad una Lamborghini?

E poi, la prima cosa che verrebbe in mente ad un proprietario, padrone, amico (lo si chiami come si vuole) di cani e gatti, già tartassato per altro, non potrebbe essere quella di accordarsi con il veterinario del proprio animale per pagare le visite mediche “in nero”? E, in tal modo non si provocherebbe un’economia sommersa che, almeno per ora è, invece “in chiaro”? Non si correrebbe il rischio di creare altri evasori, tra miagolii e latrati?

A parte tutte le questioni etiche o morali su cui ci si vuol spendere o meno nella definizione di bene e servizio di lusso, il tam tam, furioso e, comprensibilmente indignato del popolo del web sui principali social network, ha ottenuto lo scopo di intasare la rete di milioni di link che si riferiscono alla famigerata tassazione, ma in realtà i proprietari di animali domestici possono star tranquilli. Niente tasse. Almeno per ora. Incrociamo le zampe… pardon le dita!