Cop21 e la lotta ai cambiamenti climatici

bear-114542_960_720Nei giorni scorsi Parigi è stata sotto i riflettori non solo per i vili attentati che l’hanno colpita, ma anche per la Cop21, ovvero la XXI Conferenza delle parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.

L’obiettivo importante raggiunto è che per la prima volta tutti i Paesi membri hanno sottoscritto una serie di impegni molto precisi, il cui fulcro è fare in modo che la temperatura della superficie terrestre non si alzi di oltre i 2° centigradi, anzi che possibilmente non vada oltre i 1,5° entro il 2020. E non è un risultato da poco che anche i Paesi in via di sviluppo, che storicamente sono sempre stati refrattari, abbiano invece firmato l’accordo, così come gli USA.

Se non si pone seriamente e urgentemente fine all’innalzarsi delle temperature, porremo la Terra di fronte a un destino segnato: innalzamento del livello dei mari e degli oceani, erosione delle coste, sparizione di moltissimi esemplari di flora e fauna sono solo alcune delle conseguenze dirette. Insomma il pericolo è reale ed è sotto gli occhi di tutti.

Non si tratta del migliore degli accordi raggiunti e le notizie degli scorsi mesi sugli imbrogli della Volkswagen in fatto di emissioni non fanno certo ben sperare sulla serietà con cui alcuni si stanno impegnando nella lotta all’inquinamento. Parigi deve però essere considerato un buon punto di partenza, anche perché le tecnologie ci sono, e puntare a un’economia dove ci siano basse emissioni di carbonio è possibile, ma certo non attuabile senza la volontà di tutti.

Esistono però azioni che fanno ben sperare, come ad esempio i PAES, ovvero i piani di azione per l’energia sostenibile, che portano azioni concrete.

http://www.pattodeisindaci.eu/actions/sustainable-energy-action-plans_it.html

Però non possiamo delegare solo agli altri la difesa del pianeta, che deve essere fatta da ognuno di noi con azioni quotidiane e concrete, ad esempio spegnere la luce quando si esce da una stanza.

Alluvioni in arrivo dall’UE 56 mln per danni autunno 2014

alluvione Il Parlamento europeo ha votato a maggioranza il Fondo di solidarietà per i danni causati dalle alluvioni  dell’autunno 2014. Complessivamente in Italia arriveranno oltre 56 milioni di euro, che verranno ripartiti tra Piemonte, Liguria, Toscana, Emilia Romagna e Lombardia.

Istituito nel 2002, il FSUE (Fondo di solidarietà dell’Ue) sostiene le Regioni europee colpite da grandi calamità naturali tra cui inondazioni, incendi forestali, terremoti, tempeste e siccità. Una volta approvata la concessione degli aiuti, lo Stato membro dovrà utilizzare i fondi ricevuti entro 18 mesi a decorrere dalla data di erogazione.

Oltre all’Italia hanno ricevuto i fondi Romania e Bulgaria. Il fondo destinato all’Italia, servirà a coprire in parte i costi degli interventi di emergenza attivati in seguito alle alluvioni, a ripristinare infrastrutture e servizi fondamentali, oltre che a rimborsare i costi delle operazioni d’emergenza e di soccorso e a far fronte in parte a quelli di bonifica nelle regioni disastrate.

 

Undicesima edizione di M’illumino di meno

M-illumino-di-meno-2015 Oggi è l’undicesima edizione di “M’illumino di meno”, la campagna di sensibilizzazione promossa dalla trasmissione radiofonica “Caterpillar”, che si avvale da anni dell’Alto Patrocinio del Parlamento Europeo.  Basta poco per consumare meno energia: spegni le luci quando non servono, spegni gli elettrodomestici in stand-by (la lucina rossa che rimane accesa quando spegniamo la TV, ad esempio), sostitusci le normali lampadine con quelle a LED, sbrina frequentemente il frigorifero, ecc… Io faccio tutte queste azioni non solo oggi, ma è giusto avere una giornata in cui se ne parli.

L’Europa si è impegnata entro il 2020 a ridurre le emissioni di CO2 del 20%. Siamo quindi tutti chiamati ad affrontare questa sfida, dalla grande istituzione al cittadino. L’Unione sta cercando, anche tramite misure fiscali, di orientare il mercato dell’energia verso una maggiore sostenibilità ambientale, ma devono esserci anche gli sforzi dei singoli individui a sostenerla.

Avete notato, immagino, che tutti i prodotti elettronici riportano, sulla confezione, quanto consumano. Lo stesso vale quando comprate o affittate una casa e vi viene dato o richiesto una certificazione che attesta quanta energia assorbe la vostra casa. Non sono vezzi o capricci del “Legislatore” ma sono pratiche concrete che l’Europa persegue per la lotta contro i cambiamenti climatici. E il risparmio energetico è una parte fondamentale di questo processo.

Torino, spegnerà le luci della Mole Antonelliana, della Basilica di Superga, della Gran Madre, della passerella Olimpica, del Borgo Medievale, dei palazzi storici e delle installazioni luminose sparse tra fontane e piazze. Faranno così anche tante altre città italiane ed europee.

Dall’alto dell’ISS Samantha Cristoforetti vedrà un’Italia meno illuminata e noi dalla Terra potremmo stare col naso all’insù per guardare le stelle che finalmente potremmo ammirare… e magari ritagliarci il tempo per sognare un po’! Buona Giornata del risparmio energetico a tutti!

Continua la lotta ai cambiamenti climatici

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Dopo una lunga notte di negoziati è stato approvato a Lima, presso la conferenza Onu sui cambiamenti climatici, un documento per combattere i cambiamenti climatici.

Si tratta di un documento ancora rozzo, che dovrà essere sicuramente migliorato in vista della conferenza di Parigi del prossimo anno, ma si tratta comunque di un importante passo in avanti. Sulla base dell’accordo infatti, i 196 Paesi che l’hanno sottoscritto, dovranno presentare entro il prossimo ottobre impegni concreti e precisi pre ridurre le emissioni dei gas serra, producendo una serie dettagliata di azioni che intendono mettere in atto in questa battaglia.

Ovviamente il tempo che abbiamo a disposizione è limitato perchè il clima del pianeta si sta rapidamente surriscaldando e se non si agirà in fretta verrà raggiunto un punto di non ritorno per il pianeta.

La conferenza di Lima è stata pperò molto importante perchè per la prima volta ad impegnarsi sono stati anche i cosidetti Paesi emergenti, che fino all’altro giorno non volevano affrontare il problema, lasciandolo da gestire solamente nelle mani dei Paesi industrializzati, causa dell’inquinamento. Finalmente è stato messo in chiaro che questa è una battglia globale, che può essere vinta solo se affrontata insieme.

Il prossimo step adesso è a marzo, quando finalmente sapremo quante emissioni di Co2 ogni Stato è disposto a tagliare.