Il Museo del Tessile riparte da “Ars et Industria”

Il tessile e la creatività nel passato, nel presente e guardando al futuro.  Un ciclo di conferenze in cui la tradizione della manifattura tessile chierese si intreccia con l’arte contemporanea. Il Museo del Tessile di Chieri organizza, a partire da sabato 20 febbraio, il ciclo di conferenze «ARS ET INDUSTRIA», 15 appuntamenti, tra incontri, eventi e mostre, con cui si inaugura il nuovo corso culturale del Museo, ed il parziale riallestimento delle collezioni (il Museo riaprirà ai visitatori il 27 marzo).

Si inizia sabato 20 febbraio, alle ore 15, nella sala della Porta del Tessile in via Santa Chiara 5, a Chieri, con la presentazione del programma culturale ed espositivo del Museo da parte di Melanie Zefferino, Presidente della Fondazione Chierese per il Tessile e Museo del Tessile. Seguiranno la relazione di Vincenzo Tedesco (Responsabile dell’archivio storico del Comune di Chieri) sul tema «Le aziende tessili chieresi tra memoria e documentazione», mentre Marinella Bianco (Archivista co-titolare di Acta Progetti snc di Torino) racconterà come «Scoprire l’archivio d’impresa e stimarne la heritage».

Spiega Melanie Zefferino, Presidente della Fondazione Chierese per il Tessile e Museo del Tessile: «Per questo ciclo di conferenze che vedrà protagonisti specialisti dell’arte e della manifattura tessile, insieme ad artisti affermati a livello internazionale o giovani emergenti, ho scelto il titolo di Ars et Industria, ispirandomi da quello che fu il motto della Lenci di Torino, Ludus est nobis constanter industria” (il gioco è per noi un continuo fare industrioso). Infatti, sabato 6 marzo dedicheremo una conferenza proprio alla storica manifattura Lenci, esponendo le bambole della collezione di Lorena Cascino, perché in quella fabbrica, che prima della guerra impiegava oltre 500 persone, la produzione si intrecciava con la creatività artistica. Artisti come Umberto Mastroianni, Marcello Dudovich, Gigi Chessa e altri disegnavano modelli e lavoravano insieme a ceramisti, decoratori e sartine. Allora si parlava di “arti applicate”, ovvero quello che oggi per certi versi associamo al design. Nel nuovo millennio stiamo assistendo al ritorno della convivenza tra realtà produttiva e realtà artistica, tra il fare industrioso ed il talento artistico, tra la manifattura e la creatività, infatti si parla di creative industries. E cosa c’è di più creative industry del tessile?».

Melanie Zefferino, Presidente della Fondazione Chierese per il Tessile

Protagonisti degli incontri saranno innanzitutto i materiali e i tessuti: gli abiti che venivano sfoggiati nelle feste dei Savoia tra Cinque e Seicento, quando Chieri era un’importante città regia (27 marzo), quindi il gualdo e il fustagno che a partire dal Medioevo hanno fatto la fortuna del tessile chierese (18 settembre) fino alla ginestra, fiore che viene utilizzato per la tintura e nel passato anche per la tessitura, ricavandone un filato oggi assai prezioso impiegato anche in opere d’arte da autori quali Maria Lai (4 settembre, in mostra tessuti e manufatti tessili storici realizzati con la ginestra).

Numerosi gli artisti ospiti, alcuni di fama internazionale, altri giovani emergenti, «perché il tessile si presta più di ogni altra arte ad includere generazioni diverse, nel segno del passaggio generazionale-commenta la Presidente Melanie Zefferino-non a caso le tre Parche, che rappresentavano il ciclo della vita, filavano, tessevano e tagliavano. Quello del tessile è un tempo lungo, bisogna realizzare un disegno, poi metterlo in carta, quindi trovare i materiali, tingerli, ordirli, infine tesserli. Un processo fatto di tanti passaggi, ognuno fondamentale per la qualità del manufatto finale».

Lisa Fontana

Sabato 8 maggio, Lisa Fontana, giovane artista originaria di Firenze ma chierese acquisita, riceverà il Premio “Navetta di rame”, istituito quest’anno per simboleggiare la trasmissione di energia che dal passato viene a dare luce al presente, infatti, l’artista ha recuperato disegni tradizionali, reinterpretandoli in chiave contemporanea e utilizzando per le sue opere i telai storici conservati al Museo del Tessile.

Liku Maria Takahashi e il metodo Mars

Sabato 17 maggio, inaugurerà la mostra di Liku Maria Takahashi, artista giapponese, teorica dell’arte ed educatrice che ha ideato un metodo (Maris), che combina tatto, vista e olfatto, creando un ordine sensoriale integrato, una sorta di braille della pittura che permette anche a chi non vede di percepire non solo i disegni ma anche le sfumature (l’artista condurrà anche un workshop, traducendo alcuni disegni dell’archivio del Museo del Tessile in pitture tattili e olfattive).

Adam StClair

Sabato 16 ottobre, il Museo del Tessile ospiterà la mostra fotografica di Adam StClair, con esposizione di manufatti d’arte tessile provenienti dal Kashmir: l’attore, fotografo ed educatore inglese Adam StClair ha condotto per conto dell’Università di Manchester un lavoro di ricerca nell’India del Nord sulle tradizioni tessili locali, in particolare i lavori ad ago e i ricami con la seta.

Franca Pisani

Sabato 6 novembre, sarà consegnato il Premio “Navetta d’oro” a Franca Pisani, artista eclettica, stilista, pittrice, scultrice, designer e poetessa (è stata protagonista della stagione della poesia visiva nella seconda metà degli anni Settanta), che esporrà le sue famose “Sete di Lione” e i cappelli creati utilizzando i tessuti delle manifatture socie del Museo del Tessile.

Il Museo del Tessile di Chieri nasce nel 1997, ha sede nell’edificio che un tempo ospitava il Convento di Santa Chiara, fondato nel 1494 e trasformato agli inizi dell’Ottocento in opificio dall’imprenditore David Levi. Il Museo ospita un’importante collezione di oltre 3.000 pezzi che raccontano la storia del tessile dal Medioevo all’Ottocento: telai perfettamente funzionanti, i più antichi risalenti al XVI secolo (telai a mano, telai con navetta, telai a nastro fino ad un telaio Jacquard); strumenti di misurazione  (aspino a mano, bilancia romana, torsiometro); attrezzature per filare (conocchia, arcolaio, perfino una matassiera composta da canne di bambù); orditoi orizzontali e verticali; attrezzi utilizzati per la coltivazione del gualdo, per la tintura delle pezze, per la filatura, tessitura ed imbiancatura dei tessuti; passamanerie (nastri, fiocchi, cordoncini, frange e galloni per impreziosire abiti arredi e tendaggi); campionari di tessuti e filati (cotoni, sete, lane); disegni tessili e messe in carta di diverse epoche; una collezione di 200 figurini realizzati tra gli anni Trenta e i Cinquanta; un’esposizione di piante tintoire e un Orto Botanico (Gualdo, Agarico, Campeggio, Cartamo, Curcuma, Legno brasiliano, Crespino, Rubia); documenti e materiali provenienti dagli archivi delle aziende chieresi; cartoline ed affiches pubblicitarie; una biblioteca che custodisce oltre 600 testi sulla storia della moda e del tessuto.

«Il 27 marzo inaugureremo anche il parziale riallestimento del Museo, che ha lo scopo di valorizzare la collezione storica e le nuove acquisizioni-aggiunge la Presidente Melanie Zefferino-l’obiettivo è quello di avere sempre più giovani che frequentino, usufruiscano e collaborino con il Museo, così da renderlo più vitale. Abbiamo voluto riorganizzare gli spazi, modificare il percorso espositivo così da renderlo accattivante anche per i più piccoli e per le famiglie, migliorare la fruizione degli oggetti, introdurre una stratificazione dei contenuti implementando la narrazione video attraverso l’uso di QR Code, prestare maggiore attenzione alla storia del Novecento. Nei mesi scorsi, i volontari si sono prestati alla realizzazione di brevi video, in cui raccontano e spiegano la storia o la funzione di alcuni oggetti esposti. La comunità dei volontari rappresenta una risorsa preziosa, è grazie al loro impegno anche in questi mesi difficili se è stato possibile smontare e rimontare alcuni telai, rendendoli perfettamente funzionanti, restaurare oggetti storici in deposito e attuare pratiche di riuso. Riprenderanno presto anche i workshop di tessitura mentre la sartoria sociale non ha mai cessato il proprio lavoro. Speriamo di poter avviare una collaborazione con un istituto di alta formazione italiano o straniero, in modo tale da attivare progetti di ricerca che consentano di valorizzare quella parte della collezione e dell’archivio che, per ragioni di conservazione, non può essere esposta con frequenza. Frattanto abbiamo acceso diversi partenariati internazionali, a partire da quelli con il Museo di Buzau (Romania), il Central Museum of Textiles di Łódź (Polonia) e la Fondazione Osten di Skopje (Macedonia del Nord). Il nostro vuole essere un ‘museo scrigno’, in cui si conserva e preserva un tesoro materiale e immateriale, ma al contempo un’occasione per trarre ispirazione per il futuro dell’arte e della manifattura tessile».

http://www.fmtessilchieri.org