Cara E.,
come cominciare se non con un canto libero e gioioso dopo una giornata che inneggia a questo valore fondamentale per vivere?
Perché in fondo, cos’è la libertà se non gioia? di muoversi pensare agire parlare senza lacci lacciuoli e vincoli, più o meno stringenti?
Che cos’è, se non un modo di poter essere?
Che cos’è se non?
Che cos’è?
Davvero, cara E., che cos’è questa libertà tanto decantata e sbandierata?
All’alba degli anta che mi sfiorano alle spalle, sono piena di dubbi e pensieri relativi. Così, ho pensato di affidarmi a chi di libertà se ne dovrebbe intendere e ho fatto questa domanda a gente giovane, che ci campa a colazionepranzoecena di ricerca di libertà e svincolo da ogni regola, costrizione, normativa…
Senti un po’ cosa mi hanno detto.
“Pensare senza costrizioni”
“Libertà di essere chi voglio senza giudizi altrui”
“Il concetto di libertà ai giorni nostri è un fenomeno non ancora del tutto appreso e applicato”.
“Nonostante siano passati millenni di storia con continue lotte per ottenerla, non sembra che tutti abbiano questa esigenza e che prevalga il menefreghismo”.
“Ho 15 anni e frequento il primo anno di superiori, non studio molto ma vado bene a scuola, mi interesso però di tutto ciò che accade al di fuori dell’ambiente in cui vivo: tematiche come la politica, attualità di ogni tipo e manifestazioni varie mi hanno sempre interessato particolarmente e non mi capacito di come molte persone, adolescenti e non solo, non presentano un minimo di interesse a riguardo.
Per me la libertà è poter fare tutto ciò che hai bisogno e che ti senti di fare, rispettando chiaramente dei limiti. Ma non parlo di limiti personali, ovunque una persona voglia arrivare potrà farlo e nessuno deve fermarla, è questa la libertà.
Libertà è scegliere C quando i tuoi amici ti urlano A e il resto del mondo B”
“Poter fare ciò che si vuole, nei limiti del consono, senza essere fermati o giudicati”
“Una sua caratteristica certa è che finisce quando inizia quella dell’altro”
“Avere la possibilità di fare ciò che si vuole nei limiti della legge”
“Per me la libertà è riuscire a vivere senza essere privata di ciò che mi fa stare bene, se questo non danneggia le altre persone”
Torno indietro nel tempo e negli anni e ripenso ai nostri quindici anni, alla ricerca di spazi autonomi e modi di pensare liberi che si riversavano nei modi di vestire e di parlare, che alla fine diventavano di gruppo e di libero forse avevano poco, ma sapevano di nuovo rispetto a usi&costumi familiari e profumavano di giusto.
Penso alle battaglie per i cosiddetti diritti, alla vita, all’istruzione, alla salute, a muoversi ovunque nel mondo, ad avere libere opinioni, poterle esprimere e difendere, temi potenti, che hanno iniziato a toccarci la vita allora, con i primi scioperi e le prime autogestioni, con le prime discussioni e i primi approcci politici.
Penso al mondo che circonda questi quindicenni oggi, dove la libertà sembra essere la bandiera che sorregge tutto e tanta ne manca in fette di mondo neanche troppo lontane da noi, mentre il lecito e il non lecito (e chi li decide poi?) si sfiorano di continuo, a favore di un’ autoaffermazione che tanto sta dando e tanto sta togliendo.
“La voglio qui per me, la voglio qui per te
La voglio anche per chi non la vuole per sé
Tempi difficili, a volte tragici
Bisogna crederci e non arrendersi”
Come dice il buon Jova:
“Viva la libertà! Vi-va la libertà? Ci va? Ci va la libertà!!”
Cara C.,
le parole dei giovani e delle giovani che hai raccolto muovono in me un’urgenza storica e generazionale importante. Passare a loro una staffetta con intelligenza e cultura democratica, farsi ponte per loro e per noi verso la costruzione più definita e solida di un orizzonte democratico in cui muoversi.
C’è tanto vento C., che tira contro la vela della democrazia, è un vento contrario ai diritti conquistati e alle lotte che pensavamo vinte. Si parla di diritti e si va al rovescio verso derive antidemocratiche di limitazione del “se non è per me non deve esserlo per altri”.
In questo giorno di liberazione e di festa nazionale che dovrebbe essere condivisa da tutti i cittadini e le cittadine, cammino per la nostra città e mi imbatto in alcune stazioni degli inciampi: Le pietre di inciampo dell’artista tedesco Gunter Demnig, un progetto di targhe, di arte e memoria per ricordare i protagonisti caduti sul selciato della storia.
Mi colpisce la parola inciampo, mi da un senso di “ quasi per caso mi imbatto in un ostacolo e cado e così sono costretto a fermarmi su cosa ho calpestato”.
Mi sembra un’immagine che rende alcuni pezzi d’animo del nostro paese.
Non ci siamo soffermati abbastanza su quel pezzo di storia ferito e ricucito “alla bell’e meglio”, squarci di tessuti chiusii in modo chirurgico senza il tempo necessario per la cura e la guarigione da malattie antiche fanatiche, virali e mortali.
Inciampo se mi imbatto in qualcosa che non volevo incontrare ma il piede ci si trova infilato per caso e si incaglia e così il corpo cade sulla pietra dura, la faccia sbatte sul marmo della memoria delle lapidi ed io sono costretta a farci i conti, se voglio ripartire, se non voglio finire ad esser terra e fango prima del tempo.
Cara C. questi i miei pensieri di oggi: la strada verso una vita democratica è ancora da farsi e da costruire a partire da quei conti non fatti con il passato recente e così contemporaneo che ancora e ancora si ripresenta a noi come caduta e ricaduta.
L’augurio è di proseguire senza inciampi dolorosi e speditamente, verso una vera strada democratica che non può essere divisa ma ad una sola corsia e con una sola ed unica cartina, la mappa dell’anima di questo paese: la Costituzione.
Cara C. ora rispondo alla tua domanda su cos’è per me la libertà. Non me ne volere se le parole le prendo in prestito dal testo di un brano di un aedo contemporaneo.
La libertà non è star sopra un albero
Non è neanche il volo di un moscone
La libertà non è uno spazio libero
Libertà è partecipazione