Scusate il titolo Voltairriano, ma quando cambia qualcosa ai vertici del sistema cinema torinese io un po’ mi preoccupo sempre.
Mi preoccupo perchè il sistema cinema della nostra città (pur con tutti i suoi difetti) è un sistema che funziona, non ho paura di dire che è quello che funziona meglio a livello nazionale (mica per niente abbiamo il maggior numero di produzioni cinematografiche sul territorio ogni anno da ormai quasi un decennio!).
Così ogni volta che cambia qualcosa io un pochino mi preoccupo, mi preoccupo che il nuovo arrivato non sia bravo come il predecessore, ma più ancora che non riesca ad integrarsi con gli altri attori del sistema e che rischi di bloccare così ingranaggi molto delicati.
Detto delle paure generali, la nomina di Ugo Nespolo a presidente del Museo Nazionale del Cinema mi preoccupa meno del solito.
Nespolo è torinese nell’animo, conosce bene il cinema (per esserne amante e per averlo fatto in maniera massiccia) e soprattutto è stato in grado di dare alla sua arte anche un aspetto commerciale molto marcato (parlo di monetizzare e pubblicizzare, non di vendersi al miglior offerente e di piegarsi al soldo).
E poi Nespolo è già dentro al sistema torinese.
Conosce bene Alberto Barbera, Steve Della Casa e compagnia bella, ne condivide (almeno in parte) i dogmi e saprà confrontarsi sulle scelte fondamentali.
In più (e qui sta il centro della questione) Nespolo si porta dietro una fama mondiale universalmente riconosciuta che non potrà che far bene al Museo Nazionale del Cinema, portare nuovi visitatori, nuove collaborazioni e nuovi fondamentali sponsor, anche internazionali.
Vi sembra poco?
In conclusione vi sarà ormai chiaro che in questo caso (al netto delle paure ataviche) sono molto fiducioso della scelta fatta (e mi tocca riconoscere la paternità dell’idea al personalmente poco amato Michele Coppola).
Ora aspettiamo di vedere le prime mosse del nuovo presidente… pronti a ricacciarsi in gola le speranze.