Da quando vivo nel centro di Torino tengo molto al mio basilico sul balcone.
È forse la sopravvivenza di un’abitudine famigliare (mia nonna aveva piante di rosmarino con certi tronchi da bonsai giapponese…), ma è anche un micro gesto che contribuisce a rendere più eco-sostenibile il sugo per la pasta. Prendo ogni volta il basilico che mi occorre e non devo comprarlo tutte le settimane al supermercato, risparmiando così la confezione di plastica ed evitando di lasciarne trenta foglie a marcire in fondo al frigo.
Certo non sono così ingenua da non vederci l’influenza di una moda: se la pianta d’appartamento ha fatto il suo tempo, non c’è niente di più trendy dei pomodori in terrazza, per non parlare poi di un intero orto sul tetto! Comunque, moda o no, avessi spazio pianterei anche le melanzane.
Quello che mi tormenta però sono le carote. A che serve che io mi prodighi in mille cure per il mio cespuglio di basilico, quando poi le carote le devo comprare in vaschette di plastica? O le patate e le cipolle nelle retine? Ok, allora vado al mercato. Ma poi come faccio a essere sicura della provenienza delle verdure? Saranno a kilometro zero o arriveranno dal Brasile? E le uova? Chi mi dice che provengano da galline ruspanti e non da quelle in batteria? Leggi tutto “Il basilico non basta. Perché un altro blog sull’ambiente”