La fine del Venture Capital ?

Via Vittorio Pasteris e via Techcrunch

Last week, something turned. We found out that not only are we in a recession, but it started a year ago. Tech layoffs went into overdrive (12,000 at AT&T, 600 at Adobe, 130 at Real Networks), bringing the total unemployed tech workforce to at least 90,000, by our count.

Even Facebook decided to indefinitely postpone an earlier plan to allow employees to sell some stock privately. One likely consideration in Facebook’s about-face is that outside investors may no longer be willing to buy Facebook stock at the already-lowered $4 billion internal valuation the plan called for, never mind the over-inflated $15 billion that Microsoft got in at last year.

Capital is drying up, and things may still get worse before they get better. So far in this downturn, we’ve seen startups batten down the hatches (as they should) and hope to survive long enough to make it out the other end. But what about venture capital firms? When will we start to see the VC layoffs and fund closures?

It is already happening to some extent. The number of partners listed on some VC Websites is already quietly shrinking. Some new VC funds are having difficulty raising money and even existing funds are running into problems collecting commitments from strapped limited partners.

The carnage on Wall Street is having a trickle-down effect on venture capital firms. The limited partners who typically invest in VC funds—university endowments, pension funds, investment banks, other institutions, and wealthy individuals—are short of cash right now. Harvard’s endowment lost $8 billion in the past four months alone. Many limited partners simply cannot honor capital calls from VCs. (When a VC firm creates a new fund, it does not collect all the money at once. Instead, it receives promises from limited partners that they will invest when the capital is needed).

Rather than face the penalty of default, limited partners increasingly are trying to sell their commitments at deep discounts on secondary markets. Conversely—knowing that they may not be able to call in their chits—VC’s are motivated to slow down their investment activity.

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250.000 angels

Via Gianluca Dettori

Ci sono oggi 250.000 angel investors attivi negli Stati Uniti che nel corso del 2007 hanno finanziato 37.000 aziende investendo complessivamente circa 27 miliardi di dollari che anno creato circa 200.000 posti di lavoro solo lo scorso anno.

Il contributo degli angels è diventato cruciale nell’ecosistema dell’innovazione Americana fondamentalmente per due ragioni:

– c’è un gap che sta aumentando anno dopo anno nel venture capital. Negli ultimi dieci anni la dimensione media dei fondi di venture capital US è quadruplicata, passando da 50 a 200 milioni di dollari. I fondi tendono quindi a concentrarsi su investimenti di dimensioni maggiori (dai cinque milioni di dollari in su di media), lasciando dietro di sè un ‘buco’ nel finanziare l’early stage e la creazione di impresa. Questo ‘funding gap’ è oggi lo spazio di opportunità coperto dalle centinaia di angel networks esistenti (ce ne sono sette solo in Massachussets);
– gli angel investors portano esperienza, passione e network alle società, dando un contributo che va molto al di la dei capitali. Si affiancano agli imprenditori in una fase molto critica per ogni startup, quella della partenza e li supportano spesso in combinazione con fondi di venture capital e family offices.

All’interno di questo evento dpixel è stata chiamata per presentare le opportunità di investimento nell’high-tech Italiano, cosa che ha destato una grande curiosità da parte degli investitori Americani. Abbiamo incontrato molti investitori e la prima reazione per tutti è stata la stessa. Tutti associano l’Italia al cibo, la moda, la Ferrari, nessuno alla tecnologia. La prima reazione era per tutti più o meno la stessa: ‘Italian high-tech? Really? Uh…interesting…I never thought about that…”.

Abbiamo portato con noi 4 startup italiane che riteniamo particolarmente interessanti per dimostrare come ci sia molto oltre alla ‘pizza e mandolino’ nel Belpaese. La sorpresa e la curiosità aumentava nel vedere che non solo ci sono startup tecnologiche in Italia, ma che sono anche particolarmente interessanti ed innovative.

‘wow…really interesting…and you guys are doing this in Italy??’

TechGarage a Roma

Il 20 giugno si svolgerà a Roma la prima edizione di TechGarage un grande evento dedicato al venture capital e al networking. Start-up, imprenditori, sviluppatori, blogger, appassionati di tecnologia, si riuniranno a Roma il 20 giugno 2008 per presentarsi, trovare finanziamenti, sviluppare nuove idee e fare impresa, nello scenario della nuova sede della LUISS.

L’idea è nata dalla volontà di portare anche in Italia un evento che avesse il respiro internazionale di quelli a cui tutti noi siamo abituati ad andare girando per l’Europa e gli Stati Uniti, dove si potesse parlare di impresa, progettualità, fondi di investimento, internet, e di tutto quello che forma l’ambiente in cui ci muoviamo tutti i giorni. La prima edizione di TechGarage vuole rispondere a questi obiettivi, instaurando dinamiche di networking mirate a favorire l’imprenditorialità web.

L’evento è strutturato in tre principali stream: Elevator Pitch, Seed Match, e una sala dedicata ad un BarCamp. In ognuno di questi spazi si affronterà uno degli aspetti dell’imprenditorialità web: dalla necessità che hanno aziende che sono già una realtà e cercano fondi importanti nel loro “Round A” (Elevator Pitch), il tutto condito con keynote e tavole rotonde di prestigiose personalità dell’imprenditoria web italiane e internazionali; alle aziende che invece hanno cominciato da poco a sperimentare il loro business model e cercano i fondi necessari a proseguire nell’attività imprenditoriale, da business angel o fondi di venture capital che vogliano scommettere su di loro abbiamo dedicato lo spazio Seed Match; e lo spazio BarCamp, dedicato alla progettualità e l’imprenditorialità appena nata o che deve ancora nascere.

Il programma

Un nuovo fondo di venture capital per start-up

Il fondo di venture capital per imprese start up della finanziaria di sviluppo e promozione delle imprese italiane all’estero del Ministero del Commercio Internazionale consiste in un investimento di minoranza nel capitale in nuove società italiane o Europee che realizzino progetti di internazionalizzazione in paesi extra UE.

I destinatari dell’intervento sono raggruppamenti di piccole e medie imprese e prioritariamente imprese piccole, anche artigiane, ed imprenditoria femminile.
Il fondo prevede la partecipazione nel capitale di rischio dell’investimento fino ad un massimo del 49%, per un importo non superiore a 200.000 euro per singola impresa, e a 400.000 euro per singolo investimento. L’intervento avrà una durata compresa tra due e quattro anni, elevabili a sei secondo la specificità del progetto, dopo di che il Venture cederà la propria quota.

Ha partecipato alla presentazione del fondo anche l’Associazione dei Parchi Scientifici e Tecnologici Italiani – APSTI- a cui è stato richiesto di favorire il rapporto con le imprese hi-tech, piccole e piccolissime nei confronti delle quali i Parchi Scientifici e Tecnologici si pongono come soggetti integratori, al fine di facilitare il potenziale di crescita e presenza sui mercati internazionali.

Twenty Four Seven Innovation il 12 giugno

Il TOP-IX Development Program organizza TwentyFour / 7 Innovation una giornata interamente dedicata allo sviluppo della nuova imprenditoria sul WEB, focalizzandosi su tre aspetti fondamentali: i modelli, gli strumenti e le esperienze. La giornata si svolgerà il 12 Giugno 2008 nell’ Aula Magna del Palazzo del Rettorato dell’Università di Torino in Via Verdi 8

La Globalizzazione ed Internet hanno radicalmente cambiato il sistema economico, sociale e culturale, creando un ambiente complesso ed in continuo mutamento in cui innovare 24h/24h e 7 giorni /7giorni vuol dire sopravvivere. Per questo fare innovazione richiede modelli e strumenti in continua evoluzione.

Le grandi aziende sono passate da modelli di R&D interni, che avevano caratterizzato il XX secolo, a strategie più complesse come Acquisition&Development, In-house Alfa/Beta Testing, Seeker/Solver Marketplace. La diffusione di Venture Capital e Private Equity come strumenti utili alla nascita ed allo sviluppo di nuova imprenditorialità ha arricchito il mercato dell’innovazione.

L’importanza della gestione di informazioni, la crescente velocità e complessità dei mercati hanno facilitato e determinato il passaggio a modelli di innovazione aperta (Open Innovation), nei quali le aziende diventano parte di un sistema complesso di relazioni con il mercato e con gli utenti.

In questo contesto stanno crescendo nuovi modelli di supporto all’Innovazione che usano il Web 2.0 come fondamentale strumento di gestione della complessità e puntano a raccogliere, selezionare, strutturare e finanziare idee e progetti nella fase “seed”, ovvero ancora prima dell’effettiva realizzazione di un prototipo funzionante e di un business plan. Tali iniziative sembrano rispondere all’esigenza di rapidità e qualità nella selezione e nel supporto di nuove imprese.

Anche in Italia, stanno nascendo esempi di questi modelli e strumenti in grado di supportare l’innovazione seguendo un approccio aperto, interattivo e collaborativo. Per discutere di tutto questo il Development Program di TOP-IX ha deciso di organizzare un incontro per approfondire tali tematiche e per capire se siamo davvero pronti per TwentyFour / 7 Innovation.

TwentyFour / 7 Innovation è un evento informale, dinamico ed interattivo in cui analizzare nuovi modelli di innovazione, discutere strategie e soprattutto condividere conoscenze ed esperienze innovative. Interverranno, aziende, venture capitalists e protagonisti internazionali di nuovi modi di fare e supportare l’innovazione.

Il programma dell’evento

Dettori riparte da Dpixel, la venture capital per i nuovi maghi dell´hi-tech

Via Finanzaonline

Gianluca Dettori alla ricerca della ricetta vincente per il decollo anche in Italia delle venture capital. Il fondatore di Vitaminic si è tuffato su un nuovo ambizioso progetto per andare a scovare i migliori talenti italiani nel settore del digital media, e dell’hi-tech in generale, in grado di sfondare fuori dai nostri confini. Per andare alla scoperta delle imprese ad alto valore d´innovazione Dettori, insieme agli altri tre soci Massimo Martini, Franco Gonella e Antonio Concolino, ha dato vita a Dpixel, società di venture capital specializzata in start-up nelle loro prime fasi di sviluppo, i cosiddetti investimenti “seed” ed “early stage”.

L’obiettivo è sostanzialmente quello di intercettare e accompagnare la nuova classe di imprenditori che sta emergendo a livello globale, con ventenni e trentenni reduci dagli alti e i bassi della new economy che per sfondare spesso hanno bisogno vitale sia di investimenti finanziari sia di un supporto manageriale operativo e strategico. “Le più grosse aziende software al mondo sono state messe in piedi da giovani – ha dichiarato Dettori – e ora in Itali i progetti di strat-up sono tanti mentre latitano le venture capital che investono nell’innovazione. Noi vogliamo contribuire a colmare questo vuoto in maniera professionale, per portare i progetti vincenti davanti ai mercati finanziari”. Il puntare sui new media hi-tech è motivato da Dettori soprattutto con il trend di crescita del mercato pubblicitario sul canale internet, che ora raccoglie una fetta del 10% del totale ma destinata a salire nei prossimi anni al 20-25%.
“Intendiamo cogliere le opportunità di business offerte dalla digitalizzazione di massa dei contenuti e dei processi e, al contempo, stimolare il potenziale d´innovazione italiano. Puntiamo molto sul binomio nuovi mercati, nuovi imprenditori”, ha detto Massimo Martini, protagonista negli scorsi anni dello strat-up di Kelkoo e anche a.d. di Yahoo! Italia. “Noi cerchiamo innovazione – ha continuato Martini – che sappia sfruttare il grande valore dei media digitali in tre aree chiave: contenuti, piattaforme tecnologiche e distribuzione. Cerchiamo altresì imprenditori con idee vincenti e competenze manageriali nei settori che conosciamo meglio: musica, digital media, applicazioni web e piattaforme tecnologiche software”.

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