I torinesi vincono nelle Olimpiadi della matematica

Grande successo degli studenti subalpini

Sembra davvero di stare in un’arena dove si va a caccia di medaglie. Solo che qui non è Pechino, ma Cesenatico, Romagna sonnolenta che si prepara ad accogliere orde di turisti. Qui non si corre, non si salta, non si lanciano giavellotti; si sta curvi su un brandello di carta fino a farsi scoppiare il cervello. Sei problemi, quattro ore e mezzo: geometria, algebra, teoria dei numeri, calcolo combinatorio.

Ci sono trecento ragazzi tra 15 e 18 anni che trasudano tensione. Sono passati attraverso due fasi di qualificazione, stage, ore di esercizi, volumi imparati quasi a memoria. Tutto per essere qui, alle Olimpiadi della matematica, una gara individuale e una a squadre per scegliere i migliori giovani d’Italia. Quella a squadre, ieri mattina, ha stabilito che i migliori stanno a Torino, liceo Cattaneo, in testa dall’inizio alla fine, mai una sbavatura. Oggi è il giorno della verità per l’individuale.

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Torino è una città di inventori

A Torino si inventa e si brevetta

Forse non avranno la fortuna di Ascanio Sobrero, il genio inventore della nitroglicerina, cui Alfred Nobel – una volta diventato ricco grazie alla dinamite – riconobbe una pensione vitalizia per ringraziamento. Magari non verranno ricordati nei secoli come Galileo Ferraris che, dopo aver scoperto il campo magnetico, ideò il motore elettrico a corrente alternata. E – per loro fortuna – non porteranno addosso il fardello del generale Giovanni Cavalli che, ideando la canna rigata, contribuì allo sfondamento delle mura della Roma papale nel 1870 e creò il progenitore del missile. Però, nel loro piccolo, possono essere considerati gli eredi di questa illustre stirpe: inventori cresciuti e sbocciati sotto la Mole.

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La rivolta dei ricercatori torinesi

I ricercatori torinesi hanno deciso di non insegnare più in modo volontario

Adesso fanno sul serio. Altro che minaccia sbandierata per ottenere condizioni migliori o limitare un precariato fuori controllo. Stavolta non è una provocazione, ma una decisione già presa e messa nero su bianco in una facoltà dell’Università di Torino e che presto potrebbe dilagare in tutte le altre: i ricercatori non vogliono più insegnare. Basta corsi, basta didattica, basta esami. Dal prossimo anno, a Scienze, torneranno a occuparsi solo di quel che prevede la legge: fare ricerca e seguire la didattica complementare, ad esempio le esercitazioni.

«L’abbiamo deciso a malincuore», racconta Alessandro Ferretti, ricercatore al dipartimento di Fisica sperimentale. «Smetteremo di svolgere tutti quei compiti didattici a cui fino a oggi ci siamo dedicati con passione, su basi volontarie, e per il bene degli atenei e dei loro studenti. Da ottobre lavoreremo a tempo pieno al nostro compito istituzionale». Il motivo di questa rivolta è tutto racchiuso nel nuovo disegno di legge sull’Università. «Speriamo che la nostra protesta serva ad attirare l’attenzione sulle condizione disastrose che il ddl Gelmini produrrà dentro gli atenei, soprattutto sul fronte del personale», spiegano.

La riforma varata dal ministero, che presto passerà all’esame del Parlamento, per chi si occupa di ricerca contiene infatti una rivoluzione: introduce la figura del ricercatore a tempo determinato, con contratti di tre anni rinnovabili per altri tre, «con il risultato che alla fine ci si potrebbe trovare senza un concorso cui partecipare, obbligati a reinventarsi una professione fuori dall’Università a 40 anni. Inoltre, se anche il concorso fosse previsto, si scatenerebbe una “guerra tra poveri”: da una parte i ricercatori strutturati, che aspirano a un avanzamento di carriera; dall’altra quelli a tempo determinato, che rischiano di uscire dall’Università». Leggi tutto “La rivolta dei ricercatori torinesi”

Si all'acqua pubblica

Un incontro per parlare dei beni pubblici

Il Comitato Referendario Sì acqua pubblica ha organizzato un convegno internazionale sul tema dell’acqua pubblica e dei beni comuni, che si svolgerà Lunedì 15 febbraio a partire dalle 9 presso il Circolo dei Lettori.
La giornata di studio serve per fare il punto sugli  sviluppi del lavoro della Commissione Rodotà per la Riforma dei Beni Pubblici e sulla situazione del referendum sul tema. Mentre in Italia  si privatizzano acqua e beni comuni, la ri-municipalizzazione dell’acqua a Parigi e altre esperienze in materia indicano il percorso verso un futuro di diritto sostenibile.

Un concorso per rifare Torino Nord

Emanuela Minucci su Lastampa.it

Metamorfosi. Mai nome per un concorso di architettura (internazionale) fu più azzeccato. Perché dei 300 architetti che sbarcheranno oggi a Torino per ridisegnare quella parte di città su cui si concentrerà la vera scommessa della prossima amministrazione (l’area Nord: Barriera di Milano e dintorni, business da 1,5 miliardi concimati dalla linea 2 del metrò) si conteranno sulle dita di una mano coloro che potranno dividere il premio da 120 mila euro messo in palio dall’amministrazione. Tre assegni da 50 mila euro per l’area Vanchiglia e la Spina 4 e 20 mila euro per il trincerone abbandonato Sempione-Gottardo. Oggi, dunque, è il grande giorno. «Il Comune – spiega la responsabile del procedimento Paola Virano della divisione Urbanistica – non si aspettava certo che si iscrivessero ben 300 architetti: «Abbiamo dovuto procurarci sei pullman a bordo dei quali gli esperti visiteranno la zona interessata dalla trasformazione». Aggiunge: «Speriamo che dopo tutta questa neve esca un bel cielo azzurro: chi ha il compito di ridisegnare la città deve avere davanti un quadro il più chiaro possibile delle prospettive e del paesaggio».

Gli architetti iscritti al workshop che si terrà oggi (e che culminerà in un seminario tenuto da Carlo Olmo, direttore dell’Urban Center)partiranno alle 9,30 per visitare i luoghi della metamorfosi: da corso Regio Parco all’ospedale Giovanni Bosco, dai Docks Dora, fino all’EnviPark di via Livorno. Un viaggio per farsi un’idea di come potrà muoversi la bacchetta magica della Variante 200: quella che accompagnerà lo sviluppo di Torino per i prossimi vent’anni, trasformando in modo radicale la zona Nord-Est della città. L’obiettivo del Comune è valorizzare dal punto di vista urbanistico le aree dello Scalo Vanchiglia e quelle attorno al Parco Sempione, risistemare l’area attorno all’ospedale San Giovanni Bosco e ricucire così quel quartiere, tagliato in due dal trincerone ferroviario ormai dismesso e ostaggio del degrado. Trincerone nel quale si vuole far correre il primo tratto, da Rebaudengo a corso Vittorio Emanuele, della Linea 2 della metropolitana il cui primo tratto verrà pagato, almeno questo sta nelle intenzioni del Comune, dai ricavi delle operazioni immobiliari su Rebaudengo e Vanchiglia. Per capirci è un business da 1,5 miliardi e destinato a realizzare edifici che, complessivamente, avranno un milione di mq di superficie.

Due giorni all'insegna dell'imprenditoria femminile

Via Working Capital

GammaDonna (1)“Cambiare si può” è lo slogan di GammaDonna il terzo Salone nazionale dell’imprenditoria femminile che si è svolto il 28 e 29 gennaio a Torino. Una due giorni fittissima di eventi e appuntamenti con più di cento relatori e duemila partecipanti con un tema fra il teorico e il pratico: “Economia, Etica, Equilibrio sociale: nuovi paradigmi per la società post-crisi”.

Il filone principale del Salone è stato quello dell’”altra metà del cielo” che dimostra al meglio le sue capacità di creare e gestire le imprese, di cercare di occuparne i posti chiave. Scrive Giorgia Meloni, ministro della gioventù, nell’apertura del programma: ”esiste una giovane classe imprenditoriale che dimostra ogni giorno la propria capacità malgrado la difficile congiuntura economica. Alle donne di questa classe imprenditoriale va il merito di essere già diventate un traino per l’economia, ognuna nel proprio specifico settore”.

Anche la Presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso ha proseguito sulla stessa direzione “Le realtà imprenditoriali femminili sono da alcuni decenni un fenomeno in continua crescita nel nostro Paese e una risorsa economica su cui investire. Le donne dimostrano di avere forti capacità organizzative e gestionali, sanno portare avanti idee che molto spesso si rivelano vincenti per il mercato e sono riuscite nel tempo a conquistare spazi e credibilità anche in settori produttivi riservati per tradizione agli uomini, dall’agricoltura ai servizi”.

Il tema della carriera delle donne manager è stato protagonista del panel “Donne Leader, destinazione CdA” che ha trattato delle difficoltà delle donne ad accedere ai massimi livelli delle carriere, nel settore privato come nel pubblico. L’economista Fiorella Kostoris, presidente del comitato “Pari o Dispare”, una vera authority contro le discriminazioni nei confronti delle donne, ha presentato una ricerca del comitato riguardante 90 società quotate. In queste, la presenza femminile nel cda è pari al 5%. Percentuali lontane dal 12,2% della Gran Bretagna e dal 40% della Norvegia. Le aziende nel cui cda non figura nemmeno una donna sono il 62%. “L’iniziativa di Pari o Dispare – ha spiegato la Kostoris – si propone di applicare il sistema del ‘comply or explain’, affinché al momento della composizione delle liste per le votazioni in assemblea si prenda in considerazione l’inserimento di un numero di donne proporzionato ai talenti”.

La prima giornata si è chiusa al Conservatorio di Torino con la consegna del Premio GammaDonna/10 e Lode, che ha avuto l’obiettivo di porre in risalto la capacità imprenditoriale femminile sia come espressione di creatività innovativa nel dare vita a nuove imprese, sia nel saper introdurre soluzioni originali e significative. Vincitrici dell’edizione di quest’anno sono state Luciana Delle Donne, Sara Mantero,Lucia Pannese, Cristiana Poggio e Marta Vallino. Menzione speciale del Ministero della Gioventù per Tiziana Fara. Altre due menzioni speciali a Manuela Arata e Maria Paola Profumo.

Le vincitrici del Premio GammaDonna/10 e Lode sono anche state protagoniste nel pomeriggio della tavola rotonda “Storie di straordinaria Imprenditoria”, nella quale hanno raccontato al pubblico la propria esperienza umana e professionale.

Interessante il racconto di Luciana delle Donne dell’Officina Creativa di Lecce, che ha dichiarato che “L’innovazione è sempre la creatività applicata al buon senso. La cosa importante è avere la sensibilità di capire ed intuire l’evoluzione dei mercati e la possibile creazione di strumenti utili per la soddisfazione dei bisogni”.

Da questo modo di essere è nata l’idea di “Made in Carcere”, progetto che prevede la realizzazione di borse in tessuto confezionate da donne ai margini della società come le detenute che, oltre a imparare un mestiere, costruiscono un percorso di riavvicinamento al mondo reale. I prodotti sono realizzati utilizzando materiali di scarto.

Il Dizionario Illustrato dei Quartieri

Dal C-lab

San Salvario, Crocetta, Porta Palazzo, La Madeleine, Montparnasse, Las Huertas, Ilot sacrè, Mitte, Lichtenberg, Camden, Soho. A Berlino si chiamano Ortsteil, a Madrid Barrios, a Parigi sono gli arrondissements, a Londra i neighbourhoods. Sono i mattoni che danno vita alle città, sono i quartieri, piccoli mondi nell’universo delle esistenze, delle strade, delle case che popolano i centri urbani.

A raccontarli ci ha provato il Dizionario Illustrato dei Quartieri, iniziativa realizzata dal C-Lab, in collaborazione con Toolbox, nata da un’idea dello scrittore Gianluigi Ricuperati. L’obiettivo è costruire un’antologia dei quartieri scritta dal di dentro, una fotografia della realtà scattata da chi la vive quotidianamente.

Il progetto si concentra in particolare su Torino e sulle città estere in cui alcuni “torinesi” hanno vissuto e lavorato, al fine di creare un crocevia di sguardi sui quartieri e dai quartieri di questa città: sguardi di chi della città ha vissuto i mutamenti, di chi la sente parte della propria identità, di chi la sta scoprendo e organizzando nel suo immaginario, di chi è appena arrivato, di chi è partito. Sguardi che si sommeranno a quelli dei torinesi all’estero.

Il 28 gennaio dalle ore 20 al The Beach dei Murazzi del Po saranno letti alcuni dei testi raccolti nell’ambito dell’iniziativa e verrà premiato il vincitore del concorso riservato ai C-Labbers.

Gamma Donna a Torino

Si svolgerà a Torino il 28 e 29 gennaio, presso il Centro Congressi Torino Incontra, il 3° Salone Nazionale dell’Imprenditoria Femminile, la più importante manifestazione nazionale sulle tematiche d’impresa e di imprenditoria femminile.

La manifestazione si articola in forum, tavole rotonde, workshop, tavoli di lavoro e momenti di incontro che affronteranno le tematiche calde che spaziano dalla finanza al credito, alla gestione del potere, alla comunicazione d’impresa, alla ricerca e alle metodologie e tecniche di gestione.

Sono attesi circa 2.000 partecipanti, tra imprenditori/trici, manager, donne leader nel settore pubblico e privato, giovani già inseriti nel mondo produttivo. L’area espositiva accoglierà la Vetrina della Creatività che ospiterà incontri diretti con i rappresentanti delle istituzioni, volti ad illustrare gli strumenti a sostegno del mondo dell’impresa.

Torino capitale europea dei giovani

Torino dal primo gennaio 2010 sarà la capitale europea dei Giovani.

La città si farà promotrice di una serie di iniziative rivolte ai giovani. Un anno di spettacoli, eventi, concerti, manifestazioni culturali e non solo.

Torino è stata scelta per ospitare l’evento dallo European Youth Forum, organizzazione internazionale che rappresenta i giovani a livello europeo.

Il titolo viene assegnato ad una città che negli ultimi anni si è distinta sia per le iniziative e le opportunità organizzate per i giovani, sia per l’intenzione di lavorare insieme ai giovani per la realizzazione di idee e progetti innovativi.

La Torino elegante e perbene di Marchionne

Il Wall Street Journal racconta la Torino di Marchionne e dell’accordo Fiat-Chrysler

The holidays in Turin have certain rituals that set the city apart from others in Italy. That’s because Turin is home to the country’s largest manufacturing company, the multinational auto maker Fiat SpA, and like all big companies, Fiat is a sort of state within a state.

Besides traditional winter festivities, such as buying orange-colored boxes of handmade hazelnut chocolates at Gobino and stopping for a cup of hot chocolate mixed with coffee and cream at Café al Bicerin to fight off the Alpine cold, Turin offers parallel Fiat activities.

In this photo from 1955, Fiat 600s are driven on the roof track of the Lingotto factory in Turin. Like the car maker that calls it home, Turin, more than any other Italian city, mixes old with new, tradition with innovation.

Fiat auto workers’ kids receive gifts at the company’s annual Christmas party as the car maker’s sprawling Mirafiori factory shuts for the break. Fiat Chief Executive Sergio Marchionne delivers his annual speech to hundreds of managers gathered at the Lingotto—a former factory modeled on the Ford plant in Detroit where the Model T was born—that now houses Fiat’s executive offices.

This year, 2,000 Fiat managers either attended the speech or watched by video link from 300 sites including Brazil, Poland, and—for the first time—from Detroit. In one of the most startling deals to come out of the financial crisis in 2009, Fiat took a stake in Chrysler in a partnership backed by the U.S. government.

Underlining the links between Turin and Detroit, Mr. Marchionne arrived at the Fiat event this year in a Chrysler 300.

His speech was upbeat. But the jury’s still out on the future of both companies; 2010 is arguably a make-or-break year for Chrysler, and if the U.S. auto maker stumbles badly, so will Fiat. If it succeeds, the company could become a world leader. Fiat’s alliance with Chrysler has made Turin the headquarters of a global auto experiment—a move that makes locals both proud and extremely anxious.