I torinesi vincono nelle Olimpiadi della matematica

Grande successo degli studenti subalpini

Sembra davvero di stare in un’arena dove si va a caccia di medaglie. Solo che qui non è Pechino, ma Cesenatico, Romagna sonnolenta che si prepara ad accogliere orde di turisti. Qui non si corre, non si salta, non si lanciano giavellotti; si sta curvi su un brandello di carta fino a farsi scoppiare il cervello. Sei problemi, quattro ore e mezzo: geometria, algebra, teoria dei numeri, calcolo combinatorio.

Ci sono trecento ragazzi tra 15 e 18 anni che trasudano tensione. Sono passati attraverso due fasi di qualificazione, stage, ore di esercizi, volumi imparati quasi a memoria. Tutto per essere qui, alle Olimpiadi della matematica, una gara individuale e una a squadre per scegliere i migliori giovani d’Italia. Quella a squadre, ieri mattina, ha stabilito che i migliori stanno a Torino, liceo Cattaneo, in testa dall’inizio alla fine, mai una sbavatura. Oggi è il giorno della verità per l’individuale.

Olimpiade in piena regola. Chi non si allena, nemmeno si qualifica e chi si qualifica sa che allenarsi può non bastare. Come nei 100 metri: il solco tra uno sprinter qualunque e Usain Bolt lo traccia il talento di madre natura, e chiunque abbia incontrato Fabio Bioletto, 19 anni da Agliè, lo sa. Ha gareggiato a distanza, da Chisinau, Moldavia, dove sta partecipando alle Olimpiadi dei Balcani.

In Italia pochi custodiscono un talento così prezioso. Se la matematica, per dirla con Galileo, è l’alfabeto con cui Dio ha scritto l’universo, lui è uno di quelli che meglio riesce a decifrarlo. «È la chiave per aprire la mente, come trovare una combinazione tra suoni e accordi», racconta questo ragazzo che suona il clarinetto e si porta appresso un dubbio: cosa fare da grande, il matematico – quello che vorrebbero gli altri – o il medico, ciò che vorrebbe lui.