Una settimana targata Fiat 500

Via Vittorio Pasteris

fiat500.jpgIl debutto dell’attesissima Fiat 500 caratterizzerà la settimana torinese e italiana.
Il 4 luglio di 50 anni fa Torino festeggiò il suo arrivo con una sfilata di oltre 150 vetture e oggi la sua erede riceve gli stessi onori con una manifestazione che coinvolgerà l’intera città di Torino nei giorni 4 e 5 luglio. Oltre alla cittadinanza, l’evento sarà seguito da oltre 7.000 persone provenienti da 63 Paesi di tutto il mondo, più di 1.000 giornalisti, circa 100 analisti finanziari, 200 fornitori e 1.000 invitati fra autorità, imprenditori e personaggi del mondo dello spettacolo, della moda e dello sport.
Mercoledì 4 luglio maxi festa ai Murazzi dalle 22.30 alle 24.00 in diretta TV su canale 5 e in streaming su Fiat500.com. Giovedì 5 luglio diretta streaming in italiano e in inglese dal Palaisozaki.

Un Davide torinese rimpiazza Golia Yahoo!

Via Lastampa.it

Davide sostituisce Golia. Una società informatica con sede a Torino, Deltatre, ha vinto la gara per lo sviluppo e la gestione tecnica del nuovo sito Internet della Fifa (Fifa.com), la federazione mondiale delle singole federazioni di calcio. Un gol che vale quattro anni di lavoro, sino ai prossimi Mondiali del 2010 (evento che farà di tale sito la vetrina on line più cliccata del pianeta) e, anche e soprattutto, la soddisfazione di aver rimpiazzato Yahoo!, il colosso californiano fondato da David Filo e Jerry Jang, che forniva il servizio sino a un anno fa.

Un bel colpo per un’azienda che soltanto nel 1986, la sua data di nascita, aveva quattro dipendenti. Oggi sono diventati 150, distribuiti tra Torino e le succursali di Londra e Losanna. «Stiamo cercando nuovo personale» dice Giampiero Rinaudo, che guida l’azienda insieme a Luca Marini, entrambi ad. Anzi, Ceo, perché in Deltatre, nonostante l’origine sabauda, è l’inglese la lingua più parlata. Perché i dipendenti, soprattutto giovani, provengono da tutto il mondo e perché il 90% dei servizi prodotti va all’estero.

Rinaudo e Marini sono i soci fondatori. «Abbiamo iniziato collaborando con l’Olivetti. I nostri primi lavori sono stati per la Formula Uno e i Mondiali di sci e di atletica. Nel 1992 abbiamo deciso di camminare da soli» racconta Rinaudo. Una scommessa riuscita. Il fatturato 2007 della Deltratre e stimato in 25-26 milioni di euro, per un utile netto di oltre 3 milioni. Una crescita continua, ancorata ad un margine operativo lordo che supera il 30% e spinta da investimenti che negli ultimi tre anni si sono raddoppiati, passando da 1,5 a 3 milioni di euro. Il tutto è traducibile nella leadership mondiale nei servizi tecnologici per lo sport. Che significa? L’azienda torinese gestisce l’anima hi-tech dei più importanti eventi sportivi del mondo, come i Mondiali e gli Europei di calcio, la Champions league e la Coppa Uefa, ma anche i Mondiali di rugby e quelli di atletica. E’ l’interlocutore delle principali federazioni internazionali e di network come la Bbc, Premiere e Tf1.

Per assurdo, lavora poco con l’Italia. «E’ questione di diritti. Nel calcio, che rappresenta il business più ricco, ogni club li gestisce per conto proprio, mentre a livello di federazioni internazionali e per campionati come quello inglese e quello tedesco, sono elementi di trattativa delle Leghe, ed è tutto più semplice, oltre che di maggior portata».

Deltatre, per questi eventi, sviluppa software che servono per gestire una mega piattaforma tecnologica che abbraccia più mondi: dalla grafica dei tabelloni negli stadi a quella che appare in Tv, dal disegno e gestione dei siti Internet al meccanismo che consente di rivedere i gol sul telefonino. Un mix di sistemi di comunicazione sempre più uniforme che, per Deltatre, rappresenta il futuro. Anche finanziario. «Ci stanno bussando alla porta molti fondi di investimenti e abbiamo anche preso in considerazione la quotazione in Borsa a Londra. Prima, però, occorre un progetto di sviluppo concreto. E poi decideremo». Il progetto è in corso d’opera.

Torino vuole il Guggenheim

Dalla Stampa di sabato 9 giugno 2006

Se Torino diventerà la sesta sede del Guggenheim Museum nel mondo lo dovrà probabilmente a un risotto. Galeotta fu la tavola attorno a cui, in maggio, si sono incontrati il sindaco di Torino Sergio Chiamparino, l’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo Corrado Passera, il direttore dello Staff College Staffan De Mistura e Tom Banks del Guggenheim.

Si era a New York, Palazzo di vetro delle Nazioni Unite. In quel momento ambasciatori e personalità degustavano le prelibatezze preparate dagli undici cuochi piemontesi sbarcati all’Onu per il «Food Festival». E tra un apprezzamento e un bicchiere di Barolo, ecco l’idea. Quasi buttata lì, tra i tovaglioli della tavola, per fare conversazione. «Torino sarebbe un’ottima sede per il Guggenheim, perché non ci viene a trovare?».

Al ritorno a Torino, l’idea è piaciuta, ha cominciato a prendere forma. E così ci si è messi al lavoro. Con De Mistura, direttore della scuola per alti funzionari dell’Onu, a stabilire rapporti e il sindaco a coltivarli.

Alla fine la visita c’è stata. Memore del risotto, e delle buone chiacchiere, l’esponente del Guggenheim a Torino c’è venuto davvero, nelle scorse settimane. E ha fatto un giro per verificare se quel progetto nato un po’ per caso fosse davvero realizzabile.

I ciceroni del Comune l’hanno accompagnato in giro per la città. L’idea era soprattutto quella di proporre la reggia di Venaria Reale come sede. Banks l’ha visitata, l’ha trovata splendida, ma non adatta. Per riuscire a farne un distaccamento dell’importante museo di arte moderna e contemporanea sulla Quinta Avenue ci sarebbero stati troppi lavori.
Poi, però, l’ambiente idoneo è spuntato fuori. Quando Banks ha visto i 30.000 metri quadri delle ex Officine Grandi Riparazioni di via Castelfidardo, gli si è acceso un sorriso sul volto.

Il passaggio successivo è stato contraccambiare il gentile invito. «Signor sindaco, perché a metà luglio non viene a visitare il Guggenheim di Bilbao, così le mostriamo che cosa abbiamo fatto da quelle parti?».

Il distaccamento spagnolo ha dimensioni simili a quelle delle ex Officine Grandi Riparazioni: 32.500 metri quadri studiati e disegnati dalle effervescenti linee dinamiche dell’architetto nordamericano Frank O. Gehry. È costato 300 milioni di dollari. Per rimettere in sesto le ex Ogr ce ne vorrebbero 500. Ma dove trovarli?
È stato a quel punto che la tavola è tornata utile un’altra volta. Il sindaco ha subito informato Corrado Passera dei passi avanti fatti. E quest’ultimo pare si sia dimostrato molto entusiasta. Tanto da promettere il suo impegno nel reperimento dei fondi.
Il progetto è ancora in fase embrionale, ma i contatti che ci sono stati fanno ben sperare. Soprattutto per le ex Ogr, da tempo indicate come futura sede della Gam ma con problemi di finanziamento.

Riuscire a portare il Guggenheim a Torino sarebbe un salto di qualità impressionante per una città che vive da sempre l’arte contemporanea come uno dei suoi fiori all’occhiello ma che sconta ancora un certo provincialismo. Il collegamento con il Castello di Rivoli, noto a livello internazionale per la qualità delle sue collezioni focalizzate sull’arte povera, permetterebbe di ampliare non poco l’orizzonte. Senza contare che s’inserirebbe perfettamente nei progetti per il centocinquantenario dell’Unità d’Italia del 2011.

In questi mesi le idee su cosa fare e come per la manifestazione sono state piuttosto confuse, con accelerazioni e retromarce improvvise dovute essenzialmente alla questione del reperimento dei fondi. Le ex Ogr sono state al centro della discussione insieme ad altre opere importanti come il Grattacielo di Renzo Piano e la biblioteca multimediale di Bellini proprio nelle vicinanze delle ex Ogr.

La partita si è fatta difficile fin già da prima delle Olimpiadi. Lo stallo tra Comune e Ferrovie nella trattativa sulle ex Ogr ha creato qualche imbarazzo, con Palazzo civico arrivato a pagare un progetto di ristrutturazione senza essere ancora proprietario delle aree. Per questo l’assessore comunale alla Cultura, Fiorenzo Alfieri, era stato costretto a rivedere il suo progetto di trasferire la Gam dall’attuale sede di via Magenta alle ex Ogr, ripiegando su Torino Esposizioni. Poi, nel settembre scorso, la situazione si era sbloccata. E allora sembrava che il problema delle opere in eccesso rispetto agli spazi della Gam potesse trovare nelle strutture di via Castelfidardo la soluzione migliore. In ottobre già si cambiava: nessun intervento su Torino Esposizioni e manutenzione leggera sulle ex Ogr solo a patto che le Ferrovie avessero ceduto le ex Ogr per 30 anni al Comune.

A questo punto è iniziata la trattativa con il governo, che con la Finanziaria ha sgonfiato qualunque sogno di grandeur. I 600 milioni di euro di budget e gli 8 milioni di visitatori sono diventati un obiettivo difficile da raggiungere.
In febbraio già si parlava di 274 milioni di euro da richiedere allo Stato e di un progetto Torino 2011 che prevedeva due villaggi come motori dell’iniziativa: uno rivolto al passato e uno al futuro. Ma sempre con le ex Ogr al centro del progetto.

Passion for robots

Torino & Piemonte: Passion for robots è l’evento dedicato alla robotica piemontese, organizzato lunedì 10 giugno al Politecnico di torino da AMMA, ARP-Associazione Robotica Piemonte, Camera di Commercio di Torino, ITP Investimenti Torino Piemonte e Politecnico di Torino

IL PROGRAMMA

Conferenza (Aula Magna Politecnico, ore 9)

09.00 – 09.30 Registrazione

09.30 – 09.50 Saluti delle Autorità

Benvenuto del Rettore del Politecnico
Modera Paolo Dario (Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa)

10.00 – 10.20 Humanoid Robotics: a vision for the millennium
Minoru Asada (Dept. of Adaptive Machine Systems, Graduate School of Engineering Osaka University)

10.30 – 10.50 Transmitting human skills and knowledge to robots
Aude Billard (LASA – Learning Algorithms and Systems Laboratory, EPFL, Lausanne)

11.00 – 11.30 Coffee break

11.40 – 12.00 Robotics, Brain and Cognitive Sciences: towards new technologies
Giulio Sandini (Italian Institute of Technology, Department of Robotics, Brain and Cognitive Sciences)

12.10 – 12.30 Trends in industrial and service Robotics
Enrico Minelle (Executive Board IFR-International Federation of Robotics)

Tavola rotonda (ore 15, Sala Consiglio Politecnico)
15.00 – 17.30 Il polo di eccellenza della Robotica piemontese: strategie, azioni di sviluppo e promozione

Esposizione prototipi e robot prodotti dalle industrie e dai gruppi di ricerca di Torino e del Piemonte (ore 9-18, Cortile Politecnico)

Il programma dell’evento in formato pdf

Torino Innovazione

Torino Scienza presenta Torino Innovazione

Una vetrina della ricerca, della progettualità e delle capacità realizzative in campo scientifico e tecnologico presenti sul nostro territorio. Quali sono e cosa fanno i centri di innovazione e di eccellenza impegnati a sviluppare progetti di ricerca a livelli top e i link ai loro siti. I protagonisti di ieri e di oggi. Le novità da sapere, e il calendario dei principali eventi.

Torino Valley ha gettato il seme oppure qualcuno cerca di clonare in parte il suo modello ?

La Stampa del 30 maggio 2007, Marina Cassi

Incredibile. Persino il tessile, uno di quei settori che da anni vanno male se non malissimo, è in leggera ripresa. Non è gran cosa, però la sua produzione a gennaio, febbraio e marzo è cresciuta dello 0,1 rispetto allo stesso trimestre del 2006. Un segno che il ciclo economico va e anche piuttosto bene, ancora una volta sospinto dalle esportazioni, cresciute del 7,2%.
In Piemonte la produzione industriale – secondo l’analisi trimestrale di Unioncamere – è volata del più 3,9%.

Torino poi fa ancora meglio con un più 4,5 trainato dall’exploit dell’auto. Un gran bel risultato visto che nell’Italia intera è cresciuta solo dello 0,9.
E anche una conferma – se ancora ce ne fosse bisogno – che dalle crisi si esce solo quando l’industria tira. Il clima che si respira, come l’altro giorno all’assemblea dell’Amma, è di fiducia e anche di orgoglio. E Unioncamere conferma che gli industriali hanno un umore «ottimo».

Dice il presidente, Renato Viale: «E’ un buon risultato, segnale di un ciclo congiunturale robusto e, soprattutto, ripartito fra tutti i settori industriali regionali. Dai dati emerge che la crescita industriale piemontese è fortemente correlata alle buone performance sui mercati internazionali». Se la produzione è cresciuta del 3,9, il tasso di utilizzo degli impianti è arrivato al 75%, con decine di imprese che chiedono straordinari o sabati lavorativi. Il fatturato è salito del 7,6, mentre sono ancora un po’ gracili gli ordinativi interni, in aumento solo dell’1,4.

Come accade da cinque trimestri, va molto bene il settore degli autoveicoli, che lievita del 6,3%. Ma anche altri comparti hanno delle sorprendenti performance, come il legno e i mobili che si impennano dell’8,1 o la meccanica che sale del 5. Torino è seconda solo a Vercelli che aumenta del 6,8. Maluccio vanno Verbania, Novara e Biella che addirittura è quasi ferma, con un incremento solo dello 0,5.

Ma in economia gli allori sfioriscono in fretta e ogni indagine sul passato contiene sempre una previsione. Questa volta è buona: per il 40% degli intervistati la produzione industriale crescerà ancora, mentre solo il 16% pensa di subire una flessione. Si tratta di una previsione a breve termine, migliore rispetto a quella del trimestre precedente, quando il saldo ottimisti-pessimisti era del 18%, contro il 24% attuale.

E molte aspettative sono concentrate ancora sull’export: crescerà per il 34% degli imprenditori intervistati, mentre solo il 15% teme che cali. Ancora cauti, invece, sono gli industriali sull’occupazione. Per carità, non diminuisce, e questo è già molto. Però quasi otto su dieci pensano che resterà stabile e solo il 14% crede di aver bisogno a breve di nuove assunzioni.

La nuova sede dell'Incubatore del Politecnico

Il book di foto su Flickr del nuovo I3P

Inaugurata oggi la nuova sede dell’Incubatore di Imprese Innovative del Politecnico. Il progetto di recupero e restauro di parte delle ex-Officine OGR, svolto nel rigoroso rispetto del design originale, si è reso possibile grazie al finanziamento della Fondazione CRT. Uno dei simboli della Torino industriale del ‘900 diventa quindi l’emblema di una crescita imprenditoriale che punta su ricerca, innovazione e tecnologia.

40 uffici per le imprese, servizio di segreteria centralizzato, amministrazione, sale riunioni e l’Agorà, una grande sala attrezzata per ospitare eventi: in totale quasi 3.000 mq di spazi situati nell’area del raddoppio del Politecnico (dal 1999, anno di nascita di I3P, ad oggi lo spazio a disposizione era circa la metà). Ma la nuova sede dell’Incubatore è innovativa soprattutto per il confort, la qualità e la concezione degli spazi e dei servizi offerti alle imprese: controlli e accessi mediante badge, sale riunioni attrezzate e per le imprese, uno spazio per il break ma soprattutto l’Agorà, lo spazio pensato per essere il cuore pulsante dell’Incubatore e di tutta la Cittadella, una vetrina verso l’esterno rivolta verso i soggetti interessati alla creazione di imprese innovative.

L’incubatore quindi non solo come edificio per ospitare le imprese: “Nella nostra visione – ha spiegato nel corso della cerimonia il Prof. Vincenzo Pozzolo, Presidente di I3P – l’Incubatore vuole essere soprattutto un forte stimolo al cambiamento culturale sia nel mondo accademico, sia nel contesto socio-economico, un laboratorio dove ricerca pubblica e imprenditorialità, finanza innovativa e sviluppo tecnologico trovano un terreno su cui misurarsi, confrontarsi e dar luogo ad iniziative sempre nuove”. L’Agorà sarà il punto di riferimento di questo cambiamento culturale: il luogo dove imprenditori, investitori, ricercatori e studenti potranno organizzare eventi, presentazioni, ma anche incontri informali come l’ormai consolidato appuntamento ‘Aperitivo con..’.

Presenti alla cerimonia tutti i rappresentanti dei soci dell’Incubatore: il Rettore del Politecnico Francesco Profumo, l’Assessore alle Attività Produttive della Provincia di Torino Giuseppina De Santis, il Vice Sindaco di Torino Tom Dealessandri, il Presidente di Finpiemonte Mario Calderini, il Presidente della Fondazione Torino Wireless Rodolfo Zich e Giampiero Masera della CCIA di Torino. Per l’Unione Industriale di Torino, partner strategico dell’Incubatore, è intervenuto il Presidente Alberto Tazzetti.

Al Vice Presidente della Fondazione CRT Giovanni Ferrero è toccato l’onore del ‘taglio del nastro’. “Lo sviluppo e la crescita di un territorio devono oggi passare attraverso l’innovazione: per Fondazione CRT, l’innovazione è fortemente ancorata alla conoscenza. Conoscenza del contesto “reale”, del mercato e delle sue sfide, degli obiettivi strategici: queste sono le fondamenta su cui è possibile edificare innovazione” ha dichiarato Ferrero. “Se la conoscenza è la base per produrre innovazione, le persone e il sistema di relazioni che tra loro si viene a creare costituiscono le risorse strategiche, i pilastri che consentono di innescare processi di crescita economica e sociale. E’ attorno all’asse dello sviluppo del capitale umano e a quello della promozione di reti che la Fondazione CRT opera anche nell’ambito del settore della Ricerca scientifica e tecnologica, con un impegno sempre più crescente, diretto sia agli asset materiali sia a quelli immateriali. Riteniamo strategico sostenere la nascita di “luoghi” dove possa avvenire un proficuo processo di osmosi o convergenza all’interno del mondo della ricerca e tra ricerca e imprese, un supporto anche materiale allo sviluppo della collaborazione: per questo – ha concluso – abbiamo garantito un contributo sostanziale alla creazione dell’Incubatore delle Imprese Innovative del Politecnico di Torino (I3P), che riunisce in un consorzio Politecnico, Provincia di Torino, Camera di commercio di Torino, Finpiemonte, Fondazione Torino Wireless e Città di Torino. Ugualmente, dal lato degli asset immateriali sosteniamo la creazione di network, il sostegno di tavoli di concertazione e lo sviluppo del capitale umano orientato alla competitività del territorio”.

“Nella Cittadella, un tassello dopo l’altro, si sta definendo il nuovo modello di sviluppo locale basato sulla partnership di ricerca e formazione tra il Politecnico di Torino e le aziende innovative” ha sottolineato il Rettore del Politecnico Francesco Profumo. “Gli importanti risultati ottenuti da I3P confermano le aspettative del disegno iniziale e le potenzialità che questa struttura è in grado di esprime. Ecco perché si è deciso di potenziare I3P affinché la struttura e l’Ateneo siano sempre più parte attiva nel processo di sviluppo del sistema locale e diventino un punto di riferimento forte per la promozione del trasferimento tecnologico e della conoscenza, dell’innovazione e dei servizi al territorio. In questo contesto – conclude il Rettore – e quindi a beneficio delle aziende incubate avrà un ruolo fondamentale anche il Polo per il Capitale di Rischio, che ha trovato recentemente sede presso l’incubatore I3P e che avrà un ruolo determinante per il rafforzamento delle start up esistenti e di stimolo per le nuove iniziative”.
“Oggi festeggiamo l’inaugurazione di una sede più grande e confortevole, ma vorrei sottolineare come l’incubatore – dalla sua fondazione ad oggi – non ha solo cambiato indirizzo ma ha anche ottenuto importanti risultati. Penso al riconoscimento internazionale del Best Science Based Incubator Award nel 2004, al lancio di Start Cup con gli altri atenei piemontesi e alla vittoria di una nostra impresa al Premio Nazionale per l’Innovazione nel 2005. Penso però – spiega il Prof. Pozzolo – che il più grande risultato sia l’aver creato un clima favorevole all’imprenditorialità. Siamo partiti infatti da un campo arido ma, grazie soprattutto al sostegno degli enti pubblici e dei partner, in 7 anni di lavoro l’abbiamo reso fertile. Oggi questo risultato – continua Pozzolo – ci permette di concentrare i nostri sforzi su porzioni di terreno ancora ‘deboli’ nel campo della creazione di start-up dalla ricerca. Primo fra tutti presidiare con maggior efficacia le fasi basse del processo di sostegno all’imprenditoria innovativa, con azioni mirate di PROMOZIONE E SCOUTING che sfruttino la vicinanza con gli ambienti della ricerca; il processo di ACCELERAZIONE, ed infine, le azioni INTERNAZIONALIZZAZIONE con il supporto di reti internazionali come EOS. Proprio ieri, nel corso dell’International Matching Event, incubatori e parchi scientifici provenienti da tutto il mondo hanno illustrato alle imprese i loro servizi e le opportunità di collaborazione con altre PMI presenti in Europa, Cina, Stati Uniti, Centro e Sud America”.

I rislutati dal 1999 a oggi:
83 imprese transitate nell’Incubatore, di cui 25 spin-off universitarie
42 imprese attualmente ospitate
37 imprese hanno concluso il periodo di incubazione e sono uscite da I3P
circa 400 occupati complessivamente nelle imprese transitate

L’impatto economico
Circa 20 milioni di € è il fatturato complessivo atteso per il 2007 (totale imprese transitate)Annualmente, in media, i versamenti fatti ad enti pubblici (a vario titolo: ad es. imposte, contributi, ecc) dal totale delle imprese superano di 4 volte l’investimento pubblico ricevuto dall’Incubatore.

Torino capitale del futuro

ANDREA DE BORTOLI ISABELLA SUSA di AGORÀ SCIENZA via Lastampa.it

Nel 2010 ospiterà Euroscience Open Forum, meeting su ricerca e innovazione. Come è stata battuta la concorrenza di “pesi massimi” come Parigi, Copenhagen e Breslavia

Euroscience Open Forum (ESOF), il più grande forum europeo dedicato alla ricerca scientifica e all’innovazione, poserà le vele in Italia e precisamente a Torino nel 2010.

Ad organizzare il meeting, a cadenza biennale, è Euroscience, l’associazione diffusa in 40 Paesi, fondata nel 1997 e aperta alla partecipazione di ricercatori, policy-makers, giornalisti, insegnanti, studenti di dottorato e, in generale, ad ogni cittadino interessato a scienza, tecnologia e alla loro relazione con la società.

L’idea del forum, sul modello degli incontri organizzati annualmente negli Usa dall’analoga associazione d’oltreoceano, la American Association for the Advancement of Science (AAAS), è nata – spiega il suo ideatore, Carl J. Sundberg, professore al Karolinska Institutet di Stoccolma – «dalla mancanza di un luogo di incontro per discutere in modo allargato del ruolo della scienza per la società europea».

ESOF è costituito da una conferenza scientifica interdisciplinare (dedicata a temi che spaziano dalle scienze sperimentali alle scienze umane e sociali), con lo scopo di presentare e discutere le frontiere della ricerca scientifica europea e il suo impatto sulla società, e da un programma di eventi di diffusione della scienza (l’«outreach program») che coinvolge l’intera città ospite. Il primo ESOF si è svolto nel 2004 a Stoccolma, con quasi 2 mila partecipanti, nel 2006 il forum ha avuto luogo a Monaco e ora si progetta la prossima edizione che si terrà a Barcellona nel 2008 e per la quale si punta a 5 mila partecipanti. La città è stata proclamata per tutto il 2008 «Città europea della scienza» e molte manifestazioni per il grande pubblico avranno luogo in concomitanza con il forum.

Perché Torino dopo Barcellona? Secondo Peter Tindemns, presidente del comitato selezionatore, «tutte e quattro le città candidate – Parigi, Copenhagen, Breslavia e Torino – hanno presentato proposte convincenti per ospitare il meeting e tuttavia Torino ha convinto il comitato che i suoi programmi garantiranno le maggiori opportunità per allargare a tutta l’Europa il dialogo tra i cittadini e la comunità della ricerca».

Torino ha una grande tradizione nella produzione di conoscenza scientifica, sia a livello pubblico sia privato, e nella diffusione del sapere. Una città-laboratorio pronta ad accettare sfide culturali, sociali e scientifiche. E’ da questo identikit che è stata costruita dai promotori – Agorà Scienza (Università di Torino), CentroScienza Onlus e Compagnia di San Paolo – la proposta di Torino per ESOF 2010. Tra le idee più innovative, spicca certamente Web ESOF. E’ una piattaforma digitale per offrire a tutto il mondo, ma soprattutto ai Paesi in via di sviluppo, la possibilità di poter partecipare attivamente alle conferenze e ai dibattiti. Le tecnologie dell’informazione, che spesso rischiano di dividere, sono così al servizio del maggior numero di persone possibili.

In questa direzione l’«outreach programme» sarà sviluppato in collaborazione con i principali «Science Center» europei, ma non solo. Anche il Nord Africa, il Medio Oriente e il Sud America saranno rappresentati. Ampio spazio sarà poi dedicato alle giovani generazioni, alla possibilità di riscoprire nell’attività del ricercatore una professione affascinante e appassionante.

La prestigiosa assegnazione dell’evento rappresenta un’occasione da non perdere per dare slancio e visibilità internazionale alla ricerca scientifica italiana. E’ vero che siamo il Paese con il minor numero di ricercatori e che spendiamo poco in percentuale sul Pil in ricerca e sviluppo, ma è anche vero i nostri ricercatori sono tra i più produttivi e per questo tra i più appetibili nel mondo. ESOF diventa quindi un’opportunità per rilanciare tra le istituzioni politiche, i media e l’opinione pubblica europea il ruolo dell’Italia nella ricerca scientifica e tecnologica.

Ci vorranno ancora tempo e molto lavoro, perché ESOF diventi parte integrante del panorama scientifico europeo, ma l’evento – come dichiara Sundberg – «costituisce la più grande piattaforma di scambio indipendente tra scienziati e policy makers e ha grande risonanza mediatica. Speriamo inoltre che possa portare ad un maggiore interesse dei cittadini per l’Europa della conoscenza, aiutando a risolvere problemi di fondamentale importanza, ad esempio negli ambiti-chiave della salute, del clima e anche dell’energia».

Il mare a Porta Nuova

A Torino nei prossimi anni la stazione di Porta Nuova perderà la sua utilità a causa della nuova linea ferroviaria interrata, risultèrà tagliata fuori dal percorso dei treni, nasceranno altre stazioni.
E’ una occasione straordinaria per la città: lo scalo di Porta Nuova con un’area di 200.000 metri quadrati di binari è in attesa di nuove destinazioni d’uso.

Il Mare a Porta Nuova propone di realizzare un sogno collettivo: portare un po’ di mare a Torino, un bacino d’acqua balneabile al posto dei binari dismessi. Il prezioso edificio di Porta Nuova potrà essere trasformato in stazione termale, per offrire bagni caldi nel lungo periodo invernale.

http://www.youtube.com/watch?v=NfpxbAxKXS8