A Torino le batterie per le auto elettriche

Un accordo fa Regione e Rockwood Italia

Parte dal Piemonte la ricerca sul litio da utilizzare per la produzione delle batterie elettriche. La Regione infatti, ieri mattina, ha firmato un accordo con la Rockwood Italia Spa in cui si impegna a sostenere per due anni, con stanziamenti definiti «seri» dall´assessore alle attività produttive Andrea Bairati, «la ricerca su un innovativo materiale a base di litio» che sarebbe appunto la base per le batterie per l´auto elettrica. L´accordo prevede però che, tra 18 mesi, se saranno confermati i risultati positivi ottenuti nelle prime sperimentazioni, Rockwood Italia si impegni a far nascere in Piemonte «una nuova importante realtà industriale di livello internazionale, dedicata alla produzione di materiali a base di litio per batterie». Il braccio operativo dell´operazione sarà la finanziaria regionale Finpiemonte Partecipazioni.

Obama punta all'auto elettrica

Il Governo americano punta all’auto elettrica, in Piemonte siamo a buon punto

Innovazione. È questa la parola che Barack Obama ha usato nel suo discorso di ieri mentre annunciava lo stanziamento di 2,4 miliardi di dollari per accelerare lo sviluppo della prossima generazione di batterie elettriche. “Dobbiamo usare l’innovazione per salvare l’economia. Sarà fondamentale trasformare le idee in invenzioni e le invenzioni in industrie”.

Ieri a Elkhart (la cittadina dello stato dell’Indiana con la disoccupazione al 17%), il presidente americano ha tenuto un altro discorso ’storico’, andando proprio a ricordare la storia dell’industria made in Usa: “Gli Stati Uniti hanno guidato le economie mondiali nel XX secolo perché erano leader mondiali nell’innovazione.

Ora la concorrenza è più forte, le sfide più dure. Ma proprio per questo l’innovazione è più importante che mai”. Ridurre la dipendenza dal petrolio, creare nuovi posti di lavoro, migliorare la qualità della vita e fare la nostra parte nella salvaguardia del pianeta. “Non è solo un investimento per produrre veicoli oggi – ha spiegato Obama – E’ un investimento nella nostra capacità di sviluppare nuove tecnologie domani”.
La somma stanziata è solo una piccola parte del Recovery Act, il fondo di 800 miliardi di dollari destinati al rilancio dell’economia Usa. A febbraio 2009 ne erano stati annunciati 2 di miliardi, ma ora la cifra è stata ritoccata al rialzo. I 2,4 miliardi verranno ripartiti secondo un piano preciso di investimenti, divisi in produzione delle batterie con tecnologia avanzata, azionamenti elettronici dei motori, supporto all’acquisto di veicoli elettrici.

La fine della auto elettrica di GM

Via Vittorio Pasteris

Who Killed the Electric Car? (Chi ha ucciso l’auto elettrica?) è un film documentario che esplora la nascita, la limitata commercializzazione e la successiva morte dell’automobile elettrica a batterie negli Stati Uniti, e nello specifico della General Motors EV1 degli anni novanta. Il film esplora il ruolo delle case produttrici di automobili, dell’industria petrolifera, del Governo degli USA, dei limiti tecnologici e dei consumatori nel limitare lo sviluppo e l’adozione di questa tecnologia.

Da Torino verso l'auto elettrica

Via l’Occidentale

Tanto tuonò che piovve. Eccola la vettura elettrica per percorsi urbani e …provinciali. Al Salone dell’auto di Parigi la BlueCar fa la sua figura e tutti ne parlano. Si tratta di una vetturetta a 4-5posti, che può andare fino a 130 Km/ora, spinta da batterie LMP ( litio-metallo-polimeri) di nuova concezione (5 volte più leggere di quelle al piombo, garantite per 10 anni e interamente riciclabili).

Ha un’autonomia di 250 Km e si ricarica in 5 ore circa  ad una normale presa elettrica ( ma con 5minuti di carica, si possono fare 25 Km ). Le batterie sono prodotte da una società francese , la Batscap, del Gruppo Bolloré e, per il 5%, di Electricité de France. Disegno e concezione sono di Pininfarina.

Per il prezzo si parla di cifre tra i 15 e i 20 mila Euro. Costa abbastanza, ma lo slogan della BlueCar è : «1 euro per 100 Km, contro i 10 euro delle macchine a benzina». Quindi bassissimi costi di gestione.

Dovrebbe essere prodotta a Torino e commercializzata nel 2009 con 10 mila esemplari, che costituiscono l’attuale capacità produttiva annua della Batscap. Ottimo quindi, fuorché il prezzo e la bassa quantità di macchine producibili. E i due parametri vanno di pari passo. Finché non ci saranno grandi produzioni, costi e prezzi resteranno alti. Ma tutto considerato, se il prezzo di vendita si aggirasse sui 15 mila euro, già una buona competitività con le concorrenti sarebbe raggiunto, anche perché il disegno della vetturetta sembra tra quelli più belli di Pininfarina (dicono che Andrea Pininfarina tenesse moltissimo a questa nuova esperienza ). E una volta partito, il progetto non potrà che migliorare nelle prestazioni e nei costi.

Che la vettura elettrica stia per “partire” veramente lo dimostrano molti segnali. Intanto è cominciata la produzione e vendita di vetture «ibride», a benzina ed elettriche, con il motore che ricarica le batterie. Tutti i grandi produttori  sembrano ormai coinvolti. Israele si sta preparando ad una invasione di auto elettriche per liberarsi il più possibile dalla dipendenza dal petrolio. Alla Silicon Valley dicono che la ricerca sugli elementi per nuove batterie, stia soppiantando quella informatica.