I Mercoledì dell’Accademia delle Scienze di Torino presentano il giorno 16 febbraio al Circolo dei Lettori alle ore 17,30 il Prof. Ferdinando Arzarello dell’Università di Torino che parlerà sul tema Verso la quarta dimensione e oltre. Un viaggio in raffinati ambienti virtuali: grazie all’utilizzo di filmati il Prof. Arzarello accompagna gli spettatori nel mondo a quattro dimensioni dove è possibile vedere oggetti quadridimensionali in movimento, divertirsi a contare quanti vertici ha un ipercubo (il corrispondente quadridimensionale del cubo) e, infine, immaginare oggetti in mondi con più di quattro dimensioni.
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I Mercoledì dell’Accademia delle Scienze 2010
Matematica, neuroscienza, geologia, giurisprudenza, storia dell’arte e linguistica. È la scienza nelle sue espressioni più varie ed avvincenti la protagonista dei Mercoledì dell’Accademia delle Scienze di Torino, l’appuntamento che da novembre a maggio 2011 vedrà alternarsi professori ed esperti al Circolo dei Lettori (Via Bogino 9). Dieci appuntamenti di carattere divulgativo, su temi affascinanti ma non sempre di facile comprensione e per questo poco conosciuti dal grande pubblico.
Per il primo appuntamento – il 17 novembre alle 17,30 – l’Accademia e il Circolo dei Lettori ospitano il Prof. Claudio Marazzini, titolare della cattedra di Storia della lingua italiana presso la Facoltà di Lettere dell’Università del Piemonte Orientale, con la conferenza “Scrittori di vocabolari e vocabolari di scrittori”.
Un milione di danni all'Accademia delle Scienze
Sospese le visite guidate nella Sala dei Mappamondi, punto interrogativo sui convegni pianificati da gennaio a maggio, un bilancio dei danni non ancora calcolato nei dettagli ma che potrebbe chiudersi con una cifra non inferiore a un milione di euro. Un Natale per nulla felice all´Accademia delle Scienze dopo l´allagamento del 23 dicembre causato dalla rottura di due manicotti delle pompe antincendio nel sottotetto.
I due mappamondi sono coperti da un lenzuolo bianco e sono stati portati nella pre-sala, i deumidificatori sono accesi senza sosta per risucchiare umidità, ogni tanto piccoli pezzi di intonaco si staccano dall
Allagata l'Accademia delle Scienze
Il freddo intenso di questi giorni a Torino ha creato problemi anche al Museo Egizio. A causa del gelo, si è rotta questa notte una valvola di una tubazione degli idranti ed è fuoriuscita acqua all’ultimo piano del complesso museale. L’allarme è stato dato questa mattina. L’acqua è uscita copiosa ed è anche scesa nei piani sottostanti.
Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco del comando provinciale di Torino che hanno bloccato la perdita. «Il Museo Egizio di Torino non ha subito alcun danno in conseguenza all’allagamento che ha interessato l’Accademia delle Scienze nelle ultime ore – precisa la Fondazione delle antichità egizie – la copiosa perdita d’acqua è stata causata dal gelo che ha provocato la rottura di un rubinetto del sistema antincendio all’ultimo piano del palazzo, senza tuttavia colpire le sale o gli uffici del Museo».
L’allagamento, che ha interessato la Sala dei Mappamondi, non si è esteso alle sale del Museo Egizio eccetto che per una contenuta e momentanea fuoriuscita d’acqua nella prima sala, sulla quale il personale è intervenuto immediatamente bloccandola in via definitiva. «A scopo puramente cautelativo – precisa la Fondazione – i reperti più delicati della prima sala, il Papiro Regio e la statua di Redit, sono stati spostati in attesa della risoluzione completa del problema. La prima sala rimarrà chiusa al pubblico per l’intera giornata di oggi, esclusivamente per consentire ai vigili del fuoco di compiere eventuali monitoraggi. Tutti gli ambienti del Museo Egizio, allo stato attuale, sono in completa sicurezza e non vi sono danni di alcun tipo».
La turbolenza: da Leonardo ai nostri giorni
L’Accademia delle Scienze di Torino organizza una conferenza sul tema “La turbolenza: da Leonardo ai nostri giorni”. L’ incontro si terrà mercoledì 2 aprile 2008 presso il Circolo dei Lettori in via Bogino, 9 con inizio alle ore 17,30. Relatore sarà Michele Onorato, professore di Fluidodinamica al Politecnico di Torino e direttore del Centro Studi Dinamica dei Fluidi del CNR.
La turbolenza è sicuramente uno dei grandi temi aperti della fisica classica e costituisce una delle maggiori sfide per la ricerca scientifica del terzo millennio. Già Leonardo da Vinci, 500 anni or sono, diede avvio agli studi su questa manifestazione della natura, facendo derivare le sue deduzioni dalla semplice osservazione dei fenomeni fisici.
Onorato, in questo viaggio alla scoperta dei segreti fisici e dinamici che regolano le turbolenze, illustrerà i nuovi approcci di studio resi più attendibili dalla potenza dei moderni computer e dalle attuali tecnologie di acquisizione di dati e immagini. Le nuove prospettive di ricerca sono anche testimonianza diretta dei passi da gigante compiuti dall’uomo nello studio e nell’analisi dei principi fondamentali che regolano la natura.
La forza della Torino scientifica
Angelo Raffaele Meo, presidente dell’Accademia delle Scienze
Leggendo l’articolo in cui La Spina manifestava il timore che Torino avesse perduto «l’egemonia culturale», mi sono domandato se il declino riguardasse anche la scienza.
La prima risposta è stata sicura: «Il declino scientifico della città è evidente». Ho realizzato che io sono presidente della Accademia delle Scienze, ma che la distanza che mi separa da Lagrange, come scienziato, è grande come quella che mi separa da Federer, come tennista. Dopo Lagrange altri torinesi portarono contributi fondamentali alla scienza. Avogadro pose le basi della chimica moderna, dopo gli anni dell’alchimia. Sobrero sintetizzò la nitroglicerina e consentì un universo di applicazioni che hanno trasformato il mondo. Ferraris è il più grande elettrotecnico di tutti i tempi. Per molti anni l’Accademia delle Scienze è stata una delle più importanti al mondo e Torino una delle capitali della scienza. Non è più così ora.
Dopo la prima istintiva risposta pessimistica, ho riflettuto sul fatto che la storia di Lagrange e dei suoi successori è frutto dell’avvento di geni eccezionali in un momento storico eccezionale e la realtà di oggi non va confrontata con quella di allora. Anche la storia recente della scienza torinese, e in particolare la storia degli ultimi 50 anni, presenta motivi di soddisfazione.
La scuola di biologia e medicina fondata da Giuseppe Levi ha prodotto tre premi Nobel: Luria, Levi Montalcini e Dulbecco. Quella di fisica e in particolare di fisica teorica, è stata una delle più creative del mondo. All’Istituto Elettrotecnico Nazionale Galileo Ferraris è nato il primo orologio atomico del Paese. Molti istituti e dipartimenti del Politecnico hanno contribuito a portare l’industria torinese a livelli di assoluta eccellenza.
Anche nel settore delle scienze umane le varie scuole della nostra Università hanno svolto un ruolo chiave. È universalmente nota l’importanza della nostra sociologia, mentre la filosofia è stata la più aperta in Italia alle novità delle Scuole tedesche, inglesi, francesi e la più attenta a fenomeni come l’esistenzialismo.
Si potrebbe obiettare che quasi tutte le ricerche di successo che ho citato si sono concluse prima degli Anni 90 e che i loro protagonisti sono scomparsi, oppure per ragioni anagrafiche sono molto meno attivi. Altri potrebbero osservare – io ho l’impressione che avrebbero ragione – che i leader della ricerca di oggi, a partire da me, non siano all’altezza dei loro maestri. Tuttavia, penso che i limiti dei leader di oggi non siano gravi. La ricerca e l’innovazione hanno oggi caratteristiche diverse dal passato, e in particolare sono divenute attività collettive, per cui ora molti studiosi a livello ottimo o buono sono meglio di pochi eccelsi come Lagrange, Avogadro e Ferraris.
Le scuole scientifiche della nostra città sono ancora di ottimo livello e si collocano nelle posizioni di testa di un’ideale classifica nazionale. Cito ad esempio, limitandomi alla biologia, i gruppi di ricerca nelle aree delle strutture cellulari, della genetica, dell’immunologia, dell’oncologia, delle biotecnologia, delle neuroscienze.
Battendo in finale Parigi, Torino ha vinto la gara comunitaria per organizzare l’«EuroScience Open Forum» del 2010. È giusto affermare che allora sarà la capitale della scienza europea. Anche la vittoria è un segno positivo del “peso” della scienza torinese.
La nonna del computer
Via Torino Scienza
Pochi sanno che la storia dell’informatica può essere fatta iniziare a Torino, esattamente 150 anni fa. Era la fine del 1840 e si svolgeva presso l’Accademia delle Scienze torinese il secondo congresso degli scienziati, o, come si diceva allora, dei “filosofi italiani”. Dall’Inghilterra arrivò anche il matematico Charles Babbage, oggi considerato il primo informatico della storia. Lo accompagnava un amico piemontese, Federico Prandi, che viveva in esilio a Londra, essendo stato condannato a morte per aver partecipato ai moti liberali del 1821, e che proprio in virtù della sua amicizia con Babbage aveva ricevuto uno speciale salvacondotto per un breve ritorno in patria. Più tardi Prandi sarà graziato e diverrà uno dei più attivi imprenditori del Regno.