Record di erogazioni per la Fondazione CRT

Via Repubblica Torino

Nell’anno nero delle banche, la Fondazione Crt – uno dei primi azionisti di Unicredit – “paga” al territorio un dividendo da record. Le erogazioni per la cultura, il sociale, la ricerca e i giovani toccheranno i 175 milioni: mai accaduto prima. E il presidente Andrea Comba replica a chi, come Enrico Salza, numero tre di Intesa Sanpaolo, aveva definito atipica la scelta di Crt di fondare una nuova banca: “La nostra prima missione è valorizzare il territorio”

«Il livello di erogazioni in assoluto più elevato mai raggiunto dalla Fondazione». Andrea Comba, presidente, guarda i risultati dell´esercizio 2009 della Crt e non nasconde la soddisfazione. E c´è un numero che lo rende felice in modo particolare: è quel 4,5% che misura l´incidenza dei costi di funzionamento sui proventi ordinari. Significa che la Crt per fa funzionare la macchina organizzativa della fondazione spende meno della metà rispetto alla media delle fondazioni bancarie (9,9%) e con risparmi sostanziosi rispetto anche alle fondazioni di grandi dimensioni (7,5%). Comba indica nel segretario generale il fautore di questo risultato, ma Angelo Miglietta quasi si schermisce: «Nessuna ricetta miracolosa: semplicemente ci comportiamo come una qualsiasi azienda che debba competere sui mercati, siamo attenti ai costi e puntiamo sempre a coniugare efficacia e efficienza».

Professore, com´è possibile che nell´anno orribile della finanza la fondazione Crt abbia ottenuto numeri così lusinghieri?
«Ci siamo riusciti grazie a due strade: la diversificazione e il trading. Abbiamo sfruttato molto la volatilità che ha contrassegnato i mercati finanziari per tutto l´anno passato, per mettere a segno operazioni di vendita e acquisto sul breve periodo su titoli che già abbiamo in portafoglio. Abbiamo anche utilizzato i derivati, ma mai in posizione di scoperto perché il nostro obiettivo è valorizzare al massimo il patrimonio evitando speculazioni. Le nostre operazioni put e call sono sempre coperte».Regalare i soldi è facile, ma voi negli ultimi anni avete provato a cambiare filosofia, chiudendo i rubinetti dei contributi a pioggia e creandovi forse anche qualche antipatia. Siete convinti che sia il modello giusto?
«Credo proprio di sì. Oggi non si vedono ancora in modo chiaro i benefici di questo nuova operazione, ma sono orgoglioso di aver contribuito con tutta la squadra a modificare il sistema di intervento in campo sociale. Abbiamo creato un modello di bandi trasparente per le erogazioni e creato un sistema parallelo di investimento nel sociale che si rifà al low profit ed è la Fondazione Sviluppo e crescita Crt».

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Come funziona?
«Dal 2006 abbiamo deciso di accantonare oltre alla cifra per le erogazioni una somma da destinare agli investimenti secondo i principi del venture philanthropy. Oggi questa cifra ammonta a 220 milioni e ci serve per finanziare progetti sociali come Ivrea 24 e Abitare sostenibile, ma anche culturali, come il recupero delle Ogr, perché siamo convinti che pure gli interventi nel settore dell´arte e più in generale della conoscenza debbano avere una connotazione sociale».