Macchine virili torinesi

Via l’Espresso

La tecnica si avvale di un principio antichissimo, già utilizzato da molte tribù indigene che per ragioni di tradizione e di estetica modificano negli anni alcune parti del proprio corpo come il labbro inferiore, o il collo, o i genitali, applicando una pressione o trazione continua che, nel tempo, modifica morfologicamente l´organo.

Allo stesso modo può essere utilizzato questo sistema nel civile Occidente, per risolvere i problemi di quegli uomini che, a causa delle ridotte dimensioni del pene, non possono avere una vita sessuale soddisfacente. Il primo studio scientifico su questa tecnica, che non prevede l´uso di farmaci né della chirurgia, è stato condotto alle Molinette, e pubblicato della rivista British journal of urology international. I risultati sono sorprendenti: l´organo maschile si allunga del 32 per cento “a riposo” e del 36 per cento in erezione.

Paolo Gontero, prima firma della pubblicazione, racconta di aver arruolato «ventuno pazienti altamente motivati, con età media di 47 anni, sedici di loro hanno completato lo studio indipendente, durato 12 mesi». Completare la ricerca ha significato indossare l´estensore per quattro-sei ore al giorno, per almeno sei mesi. Il marchingegno, che esiste già in commercio, è composto da un anello di plastica, due bacchette mobili e una striscia di silicone, e deve essere allungato periodicamente, come un apparecchio per i denti. Il risultato sembra essere assicurato, e a vita, senza preoccupanti effetti collaterali.