La Gianduja Valley

Gigi Padovani su Lastampa.it

Alle porte di Torino, all’inizio della “gianduja valley” che si conclude a Luserna San Giovanni con la Caffarel, a None (nella foto) c’è un importante polo del cioccolato. Oltre alla storica Streglio e ai capannoni De Coll – dove la intraprendente sindaco Maria Luisa Simeone sta cercando di far nascere un’Accademia dedicata al Cibo degli Dèi – c’è da anni uno stabilimento sconosciuto ai più, che produce un fondente dalle caratteristiche eccezionali, non solo per l’Italia. E’ la Domori, 4 milioni di fatturato l’anno, un marchio molto noto agli intenditori, ma un po’ meno al grande pubblico.
Eppure questa azienda, fondata nel 1993 da Mack Domori, l’alias di Gianluca Franzoni, ha un primato: al mondo è l’unica fabbrica di cioccolato che utilizzi soltanto cacao aromatico – cioè delle qualità migliori al mondo, del quale si raccolgono soltanto il 10 per cento del totale . del tipo Criollo, Forastero e Nacional.

Da circa un anno è stata acquisita dal gruppo Illy di Trieste, un colosso che ha un bilancio consolidato da 240 milioni di euro, oltre a 30 milioni per le partecipate (tra le quali l’Agrimontana di Cuneo, famosa per i marroni e le produzioni di qualità per pasticceria). E nel contempo Gianluca Franzoni, agronomo bolognese con la passione per il cioccolato, il primo che in Italia ha creato le schede di degustazione sul fondente e che ha insegnato a tanti (me compreso) la cultura del cioccolato, era completamente sparito dalla circolazione. E’ in Venezuela? E’ in Ecuador? E’ nella sua Bologna o negli Stati Uniti con la moglie? Che fine ha fatto la sede di Genova dell’azienda?

Dopo varie insistenze, il mistero è risolto: Franzoni rimane come presidente dell’azienda, con una piccola quota, mentre la Illy (che ha ripianato qualche problema di deficit nel bilancio) ha cambiato totalmente il management, chiuso la sede di Genova e per il 2008 vuole rilanciare l’azienda.

Il nuovo amministratore delegato (da pochi giorni ha sostituito Ettore Cavestro, direttore Horeca di Illy) è Luigi Bardini, già di Agrimontana, mentre direttore alla produzione a None rimane Salvatore Minniti, con Gianluca Franzoni che fa la spola tra le piantagioni, sceglie il cacao, seleziona i blend e le qualità da produrre. Franzoni ci ha guidato in una visita all’azienda, dove molti macchinari sono stati rinnovati, e nelle quale lavorano fissi una cinquantina di dipendenti, con qualche rinforzo durante i periodi di massima pressione, come sotto Natale. Dice Franzoni: “La famiglia Illy è anche più radicale di me nella difesa della qualità e i nostri affezionati clienti non hanno nulla da temere, il livello rimarrà lo stesso”. Semmai, aggiungiamo noi, qualche punta “estrema” che Domori in passato ha ricercato, come la ricerca di percentuali massa di cacao superiori all’80 per cento, non saranno più l’unica strada perseguita.

Soprattutto, tramite l’Agrimontana, Domori intende sfondare con il settore professionale dell’alta pasticceria e dell’alta ristorazione – andando così a toccare i mercati che oggi sono della svizzera Felchlin e della frnacese Valrhona – attraverso la vendita di tavolette di copertura di alta qualità da 500 grammi.

Spiega Franzoni: “Prosegue il nostro progetto con l’Hacienda San Josè in Venezuela, nella zona del Sur del Lago, dove ci sono 185 ettari di cacao criollo, il più pregiato del mondo, del quale si produce non più dell’uno per cento sul totale. Adesso noi riusciamo a produrre circa 10-12 tonnellate l’anno, ma a regime dovremo arrivare, tra qualche anno, a 180 tonnellate”. Il progetto è in partnership con la famiglia venezuelana Franceschi.

La Maratona di Telethon in Piemonte

Via Torino Scienza

Dal 14 al 16 dicembre, in occasione della maratona di Telethon, a Torino e provincia un ricco programma di eventi, con musica, spettacoli, incontri con i ricercatori.

Il 15 dicembre, presso il Molecular Biotechnology Center (via Nizza, 52), dalle 10.00, si terrà la conferenza “Incontro con la ricerca”, nel corso della quale i ricercatori Telethon presenteranno al pubblico i progressi della ricerca scientifica sulle malattie genetiche.

L’evento è organizzato dalla Scuola Interfacoltà per le Biotecnologie dell’Università di Torino in collaborazione con il Coordinamento Provinciale di Telethon.

In Piemonte Telethon ha finanziato ad oggi 101 progetti, con un totale di circa 7,4 milioni di euro; in corso di finanziamento ce ne sono 18 per circa 2.8 milioni di euro. Tra i progetti finanziati quello di Enzo Calautti, ricercatore dell’Istituto Telethon Dulbecco presso il Molecular Biotechnology Center dell’Università di Torino, che illustrerà le sue ricerche al pubblico durante il convegno di sabato 15 dicembre.

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Per un mese Torino torna capitale nel nome dell'arte

Laura Siviero sul Sole 24 Ore Nordovest

Inizia a Torino «Contemporary arts, il mese dedicato all’arte contemporanea. Mostre suoni, luci concorsi e iniziative ruotano intomo ad Artissima, fiera internazionale giunta alla 14esima edizione. Da venerdì al 17 novembre la kermesse del Lingotto sarà protagonista degli eventi. Guidata da Andrea Bellini, quest’anno ha destinato ampio spazio a 17 giovani gallerie d’avanguardia provenienti da otto Paesi che per la prima volta sono ammessi alla fiera su un totale di 131 gallerie presenti.

Convegni e dibattiti completano l’esposizione, insieme a “Shanghype!”, una rassegna video dedicata alla nuova scena artistica cinese, performance ed eventi musicali con la partecipazione di alcuni dei protagonisti dell e neo-avanguardie artistich e e musicali.

Durante Artissima, nell’ambito di “Contceporary Arts Torino Piemonte” musei, fondazioni, spazi pubblici e privati ospiteranno inaugurazioni e mostre internazionali. Da ieri sono tornate le “Luci d’artista” e, sabato – durante la “Notte delle arti contemporanee” – si potranno visitare gallerie, musei e altriluoghi espositivi. Ci sarà anche un grande evento musicale realizzato da Club to Club, il festival internazionale dì musica e arti elettroniche. Il 28 aprirà la mostra “Io espongo” legata all’omonimo concorso, promossa dall’Associazione Azimut, che ha visto passare in questi 10 anni di attività 1500 artisti. «Contemporary art – spiega Francesco De Biase direttore dipartimento arti visive del Comune di Torino – è un’operazione nata per aggregare i soggetti verso una stagione delle arti contemporanee».

La kermesse è considerata premiante anche dagli indicatori nazionali. Secondo l’ultima ricerca del Laboratorio Nomisma sul Commercio dei beni artistici – “L’arte moderna e contemporanea e il suo mercato in Italia”, presentata ad artVerona a fine ottobre – emergono alcune peculiarità del Nord-Ovest. Il report, che prende in esame 464 tra case d’asta e le gallerie sul territorio nazionale, evidenzia come aspetto negativa dell’area che le gallerie non partecipano alle fiere nazionali e internazionali. «Si tratta di un mercato un po’ chiuso – spiega Stefano Stanzani, direttore scientifico del Laboratorio Nomisma -, con regole di marketing locali. Artissima. invece, ha un respiro internazionale». Mentre nel resto d’Italia il 40% (in media) utilizza un ufficio stampa, nel Nord-Ovest per promuovere aste ed esposizioni si resta ancora legati ai cataloghi riviste e siti internet. Un altro dato significativo, che movimenta il dibattito sul mercato dell’arte, è quello relativo alla tipologia di clienti che nel Nord-Ovest sono principalmente i musei e gli enti pubblici, un comparto che vale il 15% rispetto al 5,6% della media nazionale.

«Da un punto di vista economico – interviene Luca Beltrametti, ordinario di economia alla facoltà dì Economia dell’Univesrità di Genova – si assiste a costi di transazioni delle case d’asta elevatissimi, anche il 25% e oltre per le più blasonate, con regole molto meno strutturate ad esempio del mercato finanziario. Visto che ci sono in gioco rilevanti interessi pubblici e privati nell’utilizzo del mezzo arte, in particolare nel Nord-Ovest, è utile chiedersi se esista una bolla speculativa, anche per salvaguardare l’allocazione delle risorse pubbliche. Sono dunque benvenute iniziative d’informazione come quella de “Il Sole-24ore” che, insieme al Giornale dell’arte, produce “Plus 24 sull’arte”».

Club To Club: l'elettronica diventa musica

club2club.jpgIl festival internazionale di musiche e arti elettroniche Club To Club torna con la sua settima e più ambiziosa edizione da giovedì 9 a sabato 10 novembre.

Club To Club rafforza il ruolo di Torino come capitale delle arti contemporanee, interagendo d’istinto e incessantemente con le altre arti, nel mese di Contemporary Arts Torino – Piemonte, a novembre.

L’ immagine di questa nuova edizione del festival rappresenta perfettamente l’immaginario di Club To Club. Dietro la maschera,simbolo potente misterioso e affascinante,si nascondono idealmente i volti, i tratti di tutte le persone, personaggi, artisti che animeranno Club To Club 2007.

Più di 60 artisti e progetti internazionali e italiani, alcuni in esclusiva o anteprima,di 15 nazioni, in 18 spazi diversi del festival, che ampliano ulteriormente l’orizzonte musicale di Club To Club con un’apertura verso la sperimentazione intensa e una visione sempre attenta alla storia, al presente e all’immediato futuro della scena artistica mondiale.

E Club To Club è anche l’unico festival del genere che si svolge in due città europee differenti, in contemporanea. Dopo Berlino, quest’anno Club To Club, con la sua sezione “Club Europa”, abbraccia Barcellona, in un gemellaggio artistico, musicale e visivo, dove il mare è l’unica frontiera.

A chiudere ufficialmente i tre giorni del festival sarà “Contemporanea-Mente”, uno degli eventi più intriganti della notte delle arti contemporanee, organizzato insieme ad ARTissima.

Il sito di Club To Club

Lo spazio Club To Club su Myspace

Rfid e largo consumo

Via Rfid Italia

L’ultima fatica del Politecnico di Milano, notoriamente attento a monitorare il diffondersi delle tecnologie di mobilità, Wi-Fi e Rfid nelle aziende italiane, è una indagine che come dice il lungo titolo: “Voice Picking, Self Scanning, Rfid: il largo consumo guida l’innovazione”, è mirata al mercato dei prodotti destinati alla grande distribuzione organizzata, dai produttori ai punti di vendita, passando per gli operatori della distribuzione.

I dati sono stati ricavati da casi di studio realizzati in prima persona dal politecnico su 70 produttori, 14 grandi magazzini e 13 operatori logistica e da una indagine Indicod su 168 produttori e 30 soggetti della grande distribuzione organizzata. In totale sono state esaminate 277 aree applicative.

Dall’indagine traspare che l’impiego delle tecnologie Rfid da parte dei produttori è crescente, e non solo sulle linee di produzione ma anche nei magazzini e nei centri di distribuzione interna, com’è il caso di Sony che utilizza sul larga scala i tag a supporto della logistica interna. Ma non in Italia, bensì nel centro di distribuzione olandese di Tillburg, ottenendo importanti benefici anche come riduzione dei furti.

A valle, nella distribuzione, l’impiego dell’Rfid è sempre molto raro, concentrato presso i soliti noti: “I produttori stanno facendo molto per la diffusione dell’Rfid”, dice Alessandro Perego, professore al Politecnico di Milano, responsabile dell’indagine: “Infatti il 9 per cento dichiara di utilizzare i tag sulle proprie linee. Invece, nella distribuzione l’Rfid non decolla e, nel nostro campione, rimane sotto l’1 per cento, nonostante l’esperienza ormai ben nota di Wal-Mart che riporta una riduzione dei fuori scorta di oltre il 30 per cento con punte del 72 per cento nel caso dei nuovi prodotti o dei prodotti in promozione”.

La Metro di Torino arriva a Porta Nuova

Venerdì 5 ottobre alle ore 12, alla presenza del Presidente del Consiglio Romano Prodi accompagnato dal Ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi, verrà inaugurata la seconda tratta della metropolitana automatica di Torino dalla stazione XVIII Dicembre/Porta Susa FS a Porta Nuova.

Una felice coincidenza esattamente 100 anni dopo l´inizio del servizio di trasporto pubblico gestito dal Comune di Torino nel 1907.

Il nuovo tratto della prima metropolitana automatica d´Italia collegherà le due stazioni ferroviarie cittadine di Porta Susa e Porta Nuova in 3 minuti. Il prolungamento è di circa 2 km di tunnel sotto corso Bolzano e corso Vittorio Emanuele II con 3 nuove stazioni: Vinzaglio, Re Umberto e Porta Nuova. L´intero percorso da Collegno (stazione Fermi) a Porta Nuovaè lungo 9,6 km (14 stazioni) percorso dai treni in 15 minuti.

Per celebrare quest´occasione si potrà viaggiare gratuitamente sull´intera tratta fino al termine del servizio di venerdì 5 e per l´intera giornata di sabato 6 e domenica 7 ottobre.

Nella giornata di sabato 6, dalle ore 15 fino alle 24, in via Roma si svolgerà una festa con spettacoli, esibizioni musicali e animazioni, con la partecipazione della Banda musicale GTT. L´evento è realizzato in collaborazione con l´Associazione Torino via Roma e la Circoscrizione 1. In occazione del centenario del trasporto pubblico a Torino, dal 5 ottobre 2007 al 6 gennaio 2008 sono in programma eventi e iniziative.

Il programma delle iniziative sul sito GTT

I nuovi trasporti della grande Torino

Maurizio Tropeano sula Stampa

maappa.jpgCi sono i soldi per completare la linea 1 della metropolitana fino a piazza Bengasi. I 200 milioni sono previsti dalla legge Obiettivo e il dossier sta per essere approvato dal Comitato interministeriale per la programmazione economica. «Mancano solo delle firme di alcuni dicasteri», ha spiegato il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, davanti alla presidente della Regione, Mercedes Bresso e al sindaco di Torino, Sergio Chiamparino.

Nel patto sottoscritto ieri tra la Regione e il governo c’è l’impegno a completare la metropolitana da Collegno a Cascine Vica. La richiesta è di 250 milioni di euro ma ad oggi questi fondi non sono coperti. Di Pietro e Bresso, con l’ausilio dell’assessore ai Trasporti, Daniele Borioli, e del presidente dell’Anas, Pietro Ciucci, hanno deciso di concentrare i nuovi investimenti su interventi che «consentano di sbloccare i nodi di carattere ferroviario e autostradale».

E così la Regione ha indicato tra le priorità strategiche quella del nodo di Torino. L’assessorato ai Trasporti in collaborazione con l’Agenzia per la mobilità ha presentato un piano di «fluidificazione» del traffico sul passante ferroviario in vista anche della realizzazione della Torino-Lione. «Per rendere più efficiente il traffico servono micro-interventi che riguardano le stazioni sul passante e intorno al passante». E poi interventi per la Torino-Ceres (da sola si porta via circa 127 milioni) e per la Torino-Pinerolo nella tratta Sangano-Candiolo con la progettazione di un collegamento con il San Luigi di Orbassano. Richiesto anche l’interramento della stazione di Nichelino.

Più lunghi, invece, i tempi per la realizzazione della tangenziale Est. La Regione ha optato per la soluzione autostradale – «dovremmo verificare le compatibilità ambientali e quelle economiche», precisa l’assessore Borioli – e per questo motivo insieme all’Anas è stato creato un gruppo di lavoro che dovrà analizzare i flussi di traffico, le soluzioni tecniche e le opzioni per il finanziamento. La Regione punta a definire il progetto e di avviare l’iter degli appalti tra il 2009 e il 2010.

Sulla carta non si dovrebbe partire da zero visto che la Satap, la concessionaria aveva già presentato un progetto preliminare e anche la Provincia, attraverso l’assessore ai Trasporti, Franco Campia, aveva elaborato una sua proposta. In realtà l’idea è quella di lavorare ad un riordino complessivo del sistema tangenziale compresa la costruzione della quarta corsia tra corso Regina Margherita e Bruere e l’inserimento della Gronda merci ferroviaria all’interno delle corsie autostradali.

Il piano grandi opere vale circa 1 miliardo di euro (compresa la Pedemontana di Biella, le linee ferroviarie Cuneo-Fossano e Chivasso-Ivrea-Aosta). La Regione è pronta a fare la sua parte e ad investire «una parte consistente degli 880 milioni resi disponibili dai Fondi per le aree sottoutilizzate». Il resto lo faranno Rfi e Anas. Antonio Ciucci, presidente del gestore della rete autostradale, ha annunciato un programma di investimenti di 589 milioni nel prossimo quadriennio.

A Torino nasce la carrozzina multifunzionale

La carrozzina B-Free Multifunction è un prodotto rivoluzionario sia dal punto di vista estetico sia da quello funzionale. Concepita come un vero e proprio oggetto di design è bella da vedere, pratica da usare e pensata per la massima autonomia.

Il progetto nasce dall’intuito di un giovane designer e imprenditore, egli stesso in carrozzina, che alla luce della propria esperienza personale e professionale ha saputo reinterpretare le esigenze delle persone diversamente abili.

Il valore intrinseco del prodotto è la multifunzionalità, in quanto al modello base è possibile aggiungere con facilità diversi accessori, come il sistema di scampanatura delle ruote posteriori indispensabile per giocare a tennis, la ruota antiribaltamento, le ruote tassellate per lo sterrato e quelle specifiche da spiaggia.

Telaio pieghevole, superleggero in alluminio
Parafanghi in carbonio ad alta efficienza
Pedane il lexan trasparente o in carbonio
Sistema multiregolazione ruote anteriori e posteriori

La carrozzina B-Free ha un design accattivante ed è altamente personalizzabile, oltre ai 4 allestimenti B-Free Beach, B-Free 4X4 e B-Free Sport, permette di scegliere fra diversi colori e modelli di cerchioni.

Innovazione, indipendenza, multifunzionalità sono i valori che accomunano il prodotto B-Free Multifunction e l’azienda Able che lo produce. Danilo Ragona, giovane e brillante Industrial designer diplomato presso lo IED di Torino, è diventato imprenditore per dare vita all’intero progetto ed esprimere un punto di vista fortemente evolutivo sul mondo delle diverse abilità. Attraverso un approccio di sdrammatizzazione e demedicalizzazione, è arrivato a concepire la carrozzina come un oggetto di design personale, piacevole, mirato a migliorare la qualità della vita.

Torino, Vercelli, Novara, Milano, Pavia, Alessandria, Asti, Torino in treno come fosse una metro

Maurizio Tropeano su La Stampa

La licenza per la società di trasporto è la numero 47. Ed è stata rilasciata il 6 luglio scorso dal ministero dei Trasporti alla ArenaWays, società privata formata da un pool di imprenditori piemontesi che ha deciso di investire, per iniziare, 50 milioni. In queste settimane, sempre da Roma, dovrebbe arrivare il titolo autorizzatorio, certificato necessario per la nascita dell’impresa e avviare così le procedure per la selezione e formazione del personale. Un percorso che richiede circa 18 mesi di lavoro. Poi nell’aprile del 2009 partirà il pre-esercizio. Le corse passeggeri inizieranno a settembre sul tracciato circolare Torino-Vercelli-Novara-Milano-Pavia-Alessandria-Asti-Torino. In tutto 343 chilometri su cui correranno 9 convogli.

La società privata ArenaWays farà concorrenza a Trenitalia – che continuerà a gestire il trasporto pubblico locale – su uno dei settori più difficili del mercato: il traffico locale. Un mercato con grandi potenzialità visto il malcontento dei pendolari. La concorrenza non avverrà tanto sul fattore prezzo – i soci di Arenaways contano di rientrare dall’investimento proprio grazie alla vendita di ticket e abbonamenti – quanto sul servizio alla clientela: sedili più comodi, tavoli per lavorare, possibilità di collegamenti per computer e telefonini. E poi assistenza a bordo potenziata e massima attenzione alla pulizia. Il servizio non sarà affidato a terzi ma gestito direttamente dall’azienda che, a regime, impiegherà 56 persone.

La scommessa di ArenaWays è quella di offrire un sistema di trasporto ferroviario quasi metropolitano: – ci sarà un treno ogni ora e il servizio dovrebbe coprire l’orario 5-24 – che fornisca un servizio di qualità ai pendolari, soprattutto su tratte lasciate scoperte o poco servite da Trenitalia. Il piano industriale si regge anche perché la compagnia punta ad abbattere alcuni dei costi fissi come, ad esempio, il servizio di biglietteria. I ticket non si potranno acquistare a terra ma solo via Internet o direttamente sui convogli dove saranno installati dei distributori automatici. I posti a sedere sono 240 con uno spazio vitale per il passeggero più ampio garantito dall’acquisto del nuovo materiale rotabile.

I convogli utilizzeranno binari e stazioni di proprietà di Rfi, naturalmente pagando l’affitto, a volte, come nel caso della stazione di Torino Dora, utilizzano scali quasi dimenticati. Dora, ad esempio, diventerà un nodo importante per l’interscambio con il collegamento ferroviario per Caselle. Sotto la Mole sono previste altre due fermate: Porta Susa e Lingotto. Poi i convogli viaggeranno in senso circolare toccando, per ora, le stazioni dei capoluoghi di provincia.
La base logistica della nuova compagnia ferroviaria sarà ad Alessandria dove esiste un numero consistente di binari e di spazi liberi da attrezzare. Anche le officine per la manutenzione e riparazione del materiale rotabile dovrebbero essere localizzate nell’alessandrino, fuori dal capoluogo in altri Comuni dove esistono ampi spazi serviti da rotaie.
L’obiettivo di ArenaWays è quello di partecipare, nel prossimo futuro, alle gare per l’assegnazione del trasporto pubblico locale indette dalla Regione. Gare che valgono 200 milioni di finanziamento pubblico all’anno.