Si sono chiuse le pre-immatricolazioni alle quattro facolta’ di ingegneria del Politecnico di Torino. E’ stata toccata la quota di 5000 pre-iscritti, pari ad un aumento del 14%, rispetto agli incrementi del 9 e dell’11,2% avuti nel 2007 e nel 2008. Le iscrizioni via internet e i test anticipati in primavera hanno, inoltre, permesso a piu’ di 500 studenti di essere immatricolati a tutti gli effetti con due mesi di anticipo
Categoria: Learning
Il giovane nerd della PlayStation
Il ritratto di Marco Mazzaglia
Il suo primo ricordo davanti a un videogioco da bar risale al 1978. Aveva 3 anni: «Mio nonno mi aiutava a salire su una pedana; dovevo sparare a soldati e carri armati ed evitare ambulanze e barellieri, premendo un grilletto che mi sembrava immenso».Suo padre, ingegnere elettronico, ha alimentato in lui il gusto di scoprire come funzionano le cose. Di andare oltre, accettare le sfide. «Un giorno, quando avevo 8 anni, si ruppe una porta del Commodore a cui era collegato il joystick: anziché spedirlo in assistenza, ci mettemmo insieme a riprogrammare il computer per passare il collegamento a un’altra porta. E ci riuscimmo».
Se la sorte di un uomo può dipendere da una passione infantile, la storia di Marco Mazzaglia, 34 anni, è un emblema. Torinese, laurea in Scienze dell’informazione presso il dipartimento di Informatica, gestisce i sistemi per la creazione di videogames nella principale azienda italiana di sviluppatori, la Milestone di Milano. Pc Games, PlayStation, Psp, Xbox, Nintendo Wii: non c’è vero appassionato di giochi su computer e avventure online che non si sia cimentato in una competizione «disegnata» e messa a punto anche da lui. L’ultimo gioco nato anche dalla sua esperienza si chiama Superstar Racin 8, gara tra piloti di tutto il mondo: 5 livelli di difficoltà, 6 modalità di gioco, da uno a dodici giocatori in multiplayer online. Adrenalina pura. Piloti al volante di 19 auto su dieci differenti tracciati.
E’ il divertimento l’obiettivo del suo lavoro. Divertimento altrui: «Ciascun giocatore però – dice – lo raggiunge secondo abilità diverse». Ecco il compito di chi crea giochi virtuali: «Appassionare il bambino meno esperto come chi è in grado di affrontare le simulazioni più estreme».
Confermato l'annullamento del concorso pilotato al CNR
Confermato l’annullamento del concorso al CNR di Torino
I giudici amministrativi hanno confermato, con una seconda bocciatura, che il concorso da ricercatore all’Iriti di Torino, l’ex Istituto di ricerca sull’ingegneria delle telecomunicazioni e dell’informazione, oggi Ieiit, era «pilotato». Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso con il quale il Cnr (il Consiglio nazionale delle ricerche di cui lo Ieiit fa parte) e il ministero dell’Università volevano ribaltare la sentenza di aprile con cui il Tar Piemonte aveva annullato il concorso per «manifesta illogicità e macroscopica irragionevolezza» nelle valutazioni dei candidati.
Una decisione pesante per il mondo accademico, considerato che la commissione del concorso bacchettata dai giudici di primo grado era presieduta da un docente di chiara fama e personaggio eminente nel mondo dell’università e della ricerca come Rodolfo Zich, ex rettore del Politecnico di Torino.
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Al Poli il codice fiscale per gli stranieri
Al Politecnico di Torino gli studenti e gli ospiti stranieri potranno richiedere il codice fiscale direttamente in ateneo. Due postazioni dell’Agenzia delle Entrate saranno a loro disposizione. L’iniziativa sperimentata l’anno scorso ha permesso a oltre 600 studenti di semplificare le pratiche di ingresso nel territorio italiano.
L’attribuzione del codice fiscale rappresenta infatti un passaggio preliminare indispensabile non solo per l’iscrizione all’università, ma anche per altre necessità, dall’assicurazione sanitaria al contratto d’affitto o l’acquisto di una sim card telefonica. Quest’anno il benefit interesserà più di un migliaio fra studenti, docenti e ricercatori.Il servizio sarà attivo da domani al 18 settembre presso il servizio Internazionalizzazione del Politecnico, dal lunedì al venerdì con orario 9-12.
Riempirsi la bocca con l’innovazione
Margherita Hack e la moda per l’innovazione
Dopo la riforma Gelmini, con i tagli drastici che ha portato, e’ inutile riempirsi la bocca con l’innovazione.
Lo ha dichiarato Margherita Hack. Per l’astrofisica L’innovazione si fa con la ricerca, e per quella è fondamentale l’università e se qualcuno deve porre dei limiti alla ricerca, non può essere il legislatore, e nemmeno la Chiesa che interferisce di continuo’. L’astrofisica si dice infine convinta che su cambiamenti climatici ci sia un allarmismo eccessivo.
Nuova veste grafica per Radio 100
Radio 110 ha cambiato look: un restyling per comunicare meglio le notizie, i programmi, le canzoni. La nuova veste grafica del sito è solo una delle tante novità che ci aspettano alle soglie di questo nuovo anno accademico.
Alla ricerca dei mestieri più richiesti
Infermieri, fisioterapisti, farmacisti e altre professioni legate alla salute. Ma anche progettisti elettronici, programmatori e sviluppatori informatici e professioni legate al risparmio energetico e alla tutela ambientale. In un mercato del lavoro che soffre, chi cerca un impiego in questi ambiti avrà quest’anno molte più probabilità di trovare un posto. Sono, infatti, alcune delle professioni ‘introvabili’, quelle cioè di più difficile reperimento, che emergono dalla lettura dei dati del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere in collaborazione con il ministero del Lavoro. E questo nonostante le previsioni formulate da 100mila aziende, con almeno un addetto, indichino quest’anno una flessione del lavoro dipendente nell’industria e nei servizi pari a quasi 213mila unità rispetto allo stock di fine 2008 (-1,9%).
“Dal rapporto Unioncamere – ha commentato il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi – emerge una maggiore fiducia delle imprese nel futuro e una maggiore propensione ad assumere, nonostante il quadro generale. E’ necessario orientare maggiormente i nostri giovani nelle scelte che siano coerenti con le caratteristiche del mercato del lavoro. Per questo, potenzieremo ulteriormente questa indagine”. Riferendosi poi al calo occupazionale stimato dall’indagine, il ministro ha rimarcato che “non assistiamo ad un calo significativo in questo contesto economico”. “L’Italia – ha affermato – è un Paese in cui si mantengono i rapporti di lavoro. Il calo dei posti è determinato dal mancato turn over”.
“Excelsior mostra che le imprese italiane, in quest’anno difficile per l’economia a livello internazionale, hanno fatto il massimo sforzo per mantenere quanto più possibile le risorse presenti in azienda”, ha sottolineato il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. “Ciò dipende dal particolare modello produttivo italiano – ha spiegato – contraddistinto dalla presenza della piccola impresa diffusa, profondamente radicata sul territorio. E’ un modello produttivo che ha una forte valenza anche di tenuta sociale e che ha il suo punto di forza nelle produzioni di qualità. E, soprattutto per le piccole imprese, qualità delle produzioni significa innanzitutto qualità del capitale umano: ecco perché le nostre aziende stanno ancora di più puntando su assunzioni qualificate”.
Pur in un contesto di ridimensionamento in termini assoluti delle assunzioni previste per il 2009, dunque, Excelsior evidenzia una crescita relativa delle entrate di figure professionali maggiormente qualificate (che negli ultimi 5 anni passerebbero così dal 17% al 22% delle assunzioni programmate), nonchè degli impiegati e delle professioni commerciali (dal 31% al 37%). Decrescono, invece, in misura considerevole gli operai, gli assemblatori e i conduttori di impianti (dal 35% al 29% delle entrate totali nello stesso intervallo di tempo), mentre sostanzialmente stabile risulta la richiesta di personale non qualificato.
Nel gruppo professionale dei dirigenti, degli impiegati con elevata specializzazione e dei tecnici, che concentra nel complesso circa 113mila assunzioni (erano 172mila nel 2008), la mappa degli ‘introvabili’ (cioè dei profili professionali che concentrano quote importanti di domanda di lavoro, ma per le quali le imprese dichiarano di avere forti difficoltà di reperimento) pone al primo posto gli infermieri, gli addetti alla logistica, gli addetti al marketing, i responsabili della produzione e del controllo della qualità e i fisioterapisti. La difficoltà di reperimento di questi profili supera, infatti, il 40%.
In termini assoluti, si conferma comunque elevata la richiesta di ‘informatici e telematici’ (5.600 assunzioni previste), mentre risulterebbe in crescita relativa la richiesta di ‘specialisti della gestione e del controllo delle imprese private’ (2.400 assunzioni e un’incidenza percentuale pari al 10,1%, contro il 7% del 2008). In aumento, seppur anche in questo caso in termini relativi, anche la richiesta di ‘specialisti in contabilità e problemi finanziari’, ‘farmacisti’, ‘insegnanti di sostegno’ e ‘tecnici delle costruzioni civili e assimilati’.
Almalaurea fotografa i laureati
Vecchio e nuovo ordinamento a confronto nelle analisi sul profilo dei laureati italiani del consorzio Alma Laurea. I laureati dell’Università di Torino nel 2008 sono stati 10846, Almalaurea ne analizza un campione di 9042. La ricerca AlmaLaurea riguarda esclusivamente laureati di primo livello e dei percorsi specialistici biennali.
Sono quindi esclusi i laureati dei corsi a ciclo unico (come farmacia, chimica e tecnologie farmaceutiche, giurisprudenza, odontoiatria e protesi dentaria, medicina e chirurgia) e tutti i laureati preriforma. Il Consorzio Almalaurea propone inoltre una ricerca sulla condizione occupazionale dei laureati dell’ Università degli Studi di Torino (la ricerca fa parte dell’XI Rapporto sulla condizione occupazionale dei laureati italiani presentato nel marzo 2009). I dati riguardano un campione di 6.332 laureati di primo livello e 2.141 laureati specialistici biennali del 2007 e di 2.149 laureati pre-riforma di Torino del 2003, intervistati a cinque anni dalla laurea.
Vecchio ordinamento addio: il profilo dei laureati 2008, che AlmaLaurea ha presentato a fine maggio all’Università di Padova, racconta le caratteristiche di 160mila giovani che hanno concluso uno dei corsi di laurea avviati con la riforma universitaria (110mila con un corso di primo livello, 50mila con la specialistica e la specialistica a ciclo unico).
Il Profilo dei laureati 2008 consente di delineare luci e ombre della riforma universitaria del “3+2” a otto anni dal suo avvio. La gran parte dei laureati 2008, infatti, ha terminato gli studi disegnati dai nuovi ordinamenti. “Emerge un quadro, con alcuni aspetti positivi e qualche elemento di criticità, frutto di situazioni anche molto diversificate per Facoltà e gruppi disciplinari”, commenta il professor Andrea Cammelli, direttore di AlmaLaurea. In generale, la riforma ha avvicinato all’università più giovani provenienti da ambienti sociali meno favoriti, ha portato alla diminuzione dell’età alla laurea e dei fuori corso – nel 2001 i laureati conseguivano il titolo in media a 28 anni e solo il 9,5% era in corso – ha aumentato la frequenza alle lezioni, le esperienze di stage durante gli studi. Tra le ombre, l’accentuarsi della tendenza a studiare sotto casa, la riduzione delle esperienze di studio all’estero, l’alta percentuale dei laureati triennali, ma anche specialistici, che intendono proseguire gli studi. I laureati dell’Università di Torino coinvolti nell’indagine sono i giovani usciti dall’Ateneo nel 2008. In particolare, l’analisi che segue riguarda 6.259 laureati di primo livello e 2.783 laureati nei percorsi specialistici biennali.
Per capire gli effetti della riforma è possibile fare un confronto tra il complesso dei laureati 2008 e i laureati che hanno concluso gli studi nell’università prima della riforma (2001). Dal confronto emerge una figura di neodottore dell'Università di Torino più giovane alla laurea, più regolare negli studi, con maggiori esperienze di stage, ma minori esperienze di studi all’estero nel curriculum.
L’età alla laurea nel complesso dei laureati di Torino del 2008 è di 26,8 (e scende ulteriormente a 26 anni per i laureati di primo livello); il valore è influenzato, in negativo, dalla crescita dei laureati che si iscrivono all’Università con due o più anni di ritardo rispetto all’età canonica dei 19 anni (sono il 22%). Cosa succedeva nel 2001, prima della riforma? L’età media alla laurea era di 27,7 anni, più alta. Nel passaggio dal vecchio al nuovo ordinamento, gli effetti positivi sulla regolarità negli studi sono evidenti: i laureati di Torino in corso nel 2001 erano l'11% contro il 49% del complesso dei laureati del 2008. Con la riforma lievitano anche le esperienze di tirocinio e stage che coinvolgevano il 25% dei laureati 2001 contro il 54% dei laureati 2008. Un aspetto importante della formazione universitaria, che viene invece penalizzato nel passaggio dal vecchio al nuovo ordinamento, è rappresentato dalle esperienze di studio all’estero. Il fenomeno, dovuto non solo alla riduzione della durata del percorso di studi, si riscontra nel complesso dei laureati AlmaLaurea e trova conferma, sostanzialmente con gli stessi valori, anche nei laureati dell’Università di Torino: nel 2008 hanno svolto periodi di studi all’estero il 13% contro il 20% del 2001.
Età alla laurea, fuori corso e frequenza alle lezioni Il traguardo della laurea è raggiunto in media a 26 anni, perfettamente in linea con la media nazionale. Il dato inoltre risente dell’età all’immatricolazione dei laureati che è cresciuta con l’introduzione della riforma. Nel 2008 quasi un quarto dei laureati di primo livello di Torino si è iscritto all’università con due o più anni di ritardo rispetto all’età canonica di 19 anni. La regolarità negli studi per i laureati di Torino è più elevata della media nazionale: il 51% conquista il titolo in corso (con un 24% che si laurea al primo anno fuori corso) contro il 40,7% del complesso dei laureati di primo livello.
La riforma universitaria ha portato anche ad un aumento dei laureati che frequentano regolarmente le lezioni: il 67% dei laureati triennali ha frequentato oltre i tre quarti degli insegnamenti previsti, come nella media nazionale. Il 77% dei laureati di primo livello di Torino ha entrambi i genitori non laureati (la media nazionale è del 74,7%). I laureati di Torino hanno in prevalenza il diploma scientifico (36%); seguono i laureati con la Maturità tecnico-professionale (32%) e con il diploma classico (10%).
I laureati dell’Università di Torino di primo livello che hanno svolto tirocini e stage sono il 52,5%. L’esperienza di studio all’estero coinvolge 11 laureati di primo livello di Torino (4,5 con programma Ue). La media nazionale è del 10,5% (5,3% con Erasmus). L’88% dei laureati dell’Università di Torino si dichiara complessivamente soddisfatto del corso di studi (il 33% lo è “decisamente”). Alla domanda se si iscriverebbero di nuovo all’Università risponde “sì”, ed allo stesso corso dell’Ateneo, il 68% dei laureati. Una percentuale che aumenta notevolmente considerando anche i laureati che si riscriverebbero all’Università di Torino, ma cambiando corso (15%).
E dopo la laurea? 70 laureati su cento intendono proseguire gli studi, meno di quanto avviene nel complesso dei laureati (77%). La gran parte dei laureati 2008 che ha espresso queste aspirazioni formative punta ad una laurea specialistica: il 55%. Il traguardo della conclusione degli studi specialistici è raggiunto in media a 26,4 anni (è di 27 anni nel complesso dei laureati specialistici). L’età alla laurea è influenzata dal 19% dei laureati che si sono iscritti ai corsi specialistici con due o più anni di ritardo rispetto all’età canonica Chi arriva agli studi specialistici proviene da famiglie più avvantaggiate culturalmente: il 30% ha almeno un genitore laureato, contro il 20% dei laureati di Torino triennali. La percentuale dei laureati in corso è elevata: 56%, come nella media nazionale, con il 35,5% che si laurea al primo anno fuori corso. Il 69% ha frequentato almeno i tre quarti delle lezioni. Durante il biennio specialistico, il 60% ha svolto tirocini o stage, più della media nazionale del 55%. Il 16% ha studiato all’estero (l'8% con Erasmus), un valore sostanzialmente in linea con la media nazionale (il 15%; l’8,5% con l’Erasmus).
La soddisfazion
e rispetto al corso di studi è elevata, espressa da 88 laureati su cento (la media nazionale e dell’89%). Un giudizio positivo che trova conferma in chi ripeterebbe lo stesso corso nello stesso Ateneo: il 76%. E dopo la laurea specialistica? Il 40% dei laureati di Torino intende proseguire la formazione (la media nazionale è del 43%): tra questi, il 13% con un dottorato di ricerca, il 7% con una scuola di specializzazione post-laurea e il 6% con un master universitario.
Apre il Centro Immatricolazioni di Unito
Da lunedì 24 agosto 2009 apre il Centro Immatricolazioni dell’Università di Torino, presso l’ex Manifattura Tabacchi di corso Regio Parco n. 134/a. Le aspiranti matricole, che hanno già compilato la domanda online per i corsi ad accesso libero dell’anno accademico 2009/2010, potranno così consegnare la documentazione richiesta e perfezionare l’immatricolazione.Il Centro Immatricolazioni rimarrà aperto fino al 2 ottobre 2009, tutti i giorni lavorativi, dal lunedì al venerdì, con orario continuato 9-16. All’interno sono presenti stand e punti informativi del Settore Orientamento, dell’Ente per il Diritto allo Studio Universitario, di Gtt, del CUS e molto altro.
Fino a lunedì 24 agosto 2009, alle ore 16, ci sarà inoltre ancora tempo per preiscriversi ai test d’ammissione dei corsi a numero programmato di tutte le facoltà, ad eccezione dei corsi istituiti dalla Facoltà di Lingue e Letterature Straniere il cui termine di preiscrizione scade invece il 31 agosto. Gli studenti potranno compilare la preiscrizione on-line, collegandosi da qualsiasi pc al sito di Ateneo.
Sul sito dell’Università sono disponibili tutte le indicazioni su date, luogo e modalità di svolgimento delle prove. Si inizierà martedì 1 settembre con i test di ammissione per il corso di laurea in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali (Interfacoltà) e per il corso di laurea in Ottica e Optometria (Facoltà di Scienze MFN).
Polito e Unito fra i migliori atenei italiani
Il Politecnico di Torino e L’Università di Torino fra gli atenei con il miglior standard qualititivo
L’Università di Trento, i Politecnici di Milano e di Torino sono i tre migliori atenei italiani. Quelli che, secondo il ministero, hanno i maggiori standard qualitativi. E per questo verranno premiati. Anzi, il premio è già stato assegnato dal ministro Mariastella Gelmini. Per la prima volta in Italia, infatti, il ministero ha distribuito una parte dei fondi destinati alle Università sulla base di nuovi criteri di valutazione della qualità. Il 7% del Fondo di finanziamento ordinario, cioè 525 milioni di euro, è stato assegnato in base alla qualità della ricerca e della didattica degli atenei. In particolare i due terzi di questo fondo sono stati assegnati in base alla qualità della ricerca, un terzo in base alla qualità della didattica. E la classifica, che ha fatto da base a questa divisione dei fondi, certamente farà discutere (leggi la graduatoria del ministero). Perchè se c’è chi ottiene più fondi, ci sono anche atenei che, di conseguenza ne riceveranno di meno. E nella prima graduatoria sono ben 27 le università che avranno un «taglio» di fondi perché secondo la valutazione «non hanno gli standard qualitativi previsti».