Face2Face: video chat con l'imprenditoria e l'innovazione

L’ambasciata USA in Italia organizza “Face2Face”, delle video webchats che ospiteranno nei prossimi mesi diversi esperti americani ed italiani per discutere di formazione, di ambiente, di imprenditoria, dell’iniziativa “Partnership for Growth” e di molti altri argomenti.

La novità di questo progetto è l’interattività della conversazione: seguendo l’intervista on-line potrete interagire ponendo le vostre domande agli ospiti, che vi risponderanno nel corso dell’intervista.
Le registrazioni di questi incontri rimarranno poi disponibili in queste pagine.

Uno dei temi trattati all’interno del Face2Face sarà quello dell’imprenditoria di prima generazione, con il programma Capturing Creativity.

Capturing Creativity è incentrato su interviste on-line a giovani imprenditori di prima generazione, che hanno avuto successo grazie ai loro sforzi e alle loro capacità.
Gli invitati metteranno a confronto le proprie esperienze, raccontando: ad esempio, come è nata la loro attività ed in che modo sono riusciti a trasformare le loro aspirazioni in realtà.

Il primo evento è in programma per mercoledi 14 alle ore 17:00. Durante la video chat Marco Palombi, fondatore di Splinder intervisterà, Michele Appendino, uno dei pionieri del Venture Capital in Italia, che risponderà anche alle domande inviate dal pubblico.

Per seguire l’intervista www.italy.usembassy.gov/Face2Face

Torino Wireless: i suoi primi cinque anni

Sono stati celebrati i primi 5 anni di Torino Wireless con un evento a cui erano presenti tra gli altri il presidente della Fondazione Torino Wireless, Rodolfo Zich, di fronte a Luigi Nicolais, Ministro dell’Innovazione e della Funzione Pubblica, alla Presidente della Regione Mercedes Bresso, al Sindaco, Sergio Chiamparino e ai rappresentanti di tutte le istituzioni territoriali, Regione, Andrea Bairati, Provincia, Alessandra Speranza, Camera di Commercio, Alessandro Barberis.

Hanno contribuito al dibattito su futuro di Torino Wireless anche Francesco Profumo, Politecnico, Mario Calderini, Finpiemonte, Piero Gastaldo, Compagnia di San Paolo, Marco Mezzalama, Politecnico, Andrea Pininfarina, Confindustria, Alberto Tazzetti, Unione Industriale di Torino.

La Fondazione Torino Wireless entra nel suo quinto anno di attività in compagnia di 182 imprese che hanno usufruito dei servizi di supporto, tecnologici, manageriali e finanziari, attivati dalla Fondazione, in collaborazione con i soci pubblici e privati, per favorire la loro crescita e affermazione sui mercati.

Nei suoi primi 4 anni Torino Wireless ha lavorato per lo sviluppo delle imprese ad alto potenziale muovendosi in più direzioni: collaborazione diretta con start up e PMI, avvio di grandi progetti per imprese già affermate, raccolta e gestione di risorse finanziare pubbliche e private per l’accelerazione di impresa, per il sostegno alla Ricerca e Sviluppo e per la creazione di nuovi brevetti.

Uno dei risultati più sorprendenti è stata la capacità di Torino Wireless di mobilitare risorse finanziarie: oltre 80 milioni di euro nel quadriennio 2003-2006, che diventano 120 milioni nel quinquennio 2003-2007 e con un obiettivo di circa 300 milioni entro il 2012. Fondi resi disponibili da Venture Capital, bandi FAR, bandi su Grandi Progetti e direttamente da Torino Wireless.

Gli atti della giornata 

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I primi 5 anni di Torino Wireless per la crescita del territorio

logo_torinowireless.jpgIl 2007 rappresenta il quinto anno di attività del Distretto Tecnologico dell’ICT del Piemonte e della Fondazione Torino Wireless, suo strumento operativo e di governance. Il Distretto è a metà percorso del suo orizzonte strategico e del mandato decennale avuto dai suoi promotori.

L’incontro sarà quindi l’occasione per tracciare un bilancio economico, industriale e finanziario, per documentare l’apporto fornito al tessuto imprenditoriale e condividere il percorso tracciato da Torino Wireless per consolidare il Distretto nel prossimo quinquennio. Una strategia di sviluppo in sintonia con gli indirizzi della programmazione regionale che vede la Fondazione sempre più come soggetto animatore e di coesione delle reti informali territoriali che uniscono pubblico e privati.

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E' partito a Torino il Polo del Venture Capital Italiano

polo-venture-capital.JPGIl Polo del Venture Capital raggruppa undici fondi che coprono tutti i segmenti del venture capital, dall’Angel Investing al late stage, e rappresentano complessivamente risorse finanziarie gestite per circa un miliardo di euro. Possono pertanto contribuire ai più ambiziosi progetti di crescita delle imprese più promettenti a vari stadi di sviluppo, dallo stadio pre-competitivo all’affermazione sui mercati internazionali.

Nato sotto la regia di Torino Wireless e con la collaborazione del Politecnico di Torino, il Polo è costituito da sei fondi italiani (Piemontech, Innogest Capital, Club degli Investitori, Strategia Italia, Eporgen Venture, Principia Fund) e da cinque fondi internazionali (TLcom Capital, Doughty Hanson &co Technology Limited, Intel Capital, 360 Capital Partner, Jupiter Venture).

Il progetto si ispira ad alcune esperienze americane, come quella di Austin (Texas), in cui, allo stesso piano del 6300 Bridgepoint Parkway, hanno sede alcuni fondi tra i più attivi e di maggiore reputazione in quell’area (Sevin Rosens, Arch Venture, Bridgepoint Venture Partners, etc.). Ogni fondo agisce autonomamente. La vicinanza, tuttavia, permette di confrontarsi agilmente e di accelerare le operazioni di co-investimento. Tale indirizzo è diventato un punto di riferimento per gli imprenditori del Mid-West.

La nascita di un Polo del Venture Capital è favorita dalla caratteristica cooperativa degli operatori del Venture Capital, spesso più interessati a coinvestire che a competere su singole opportunità. Inoltre, nel contesto italiano attuale, in cui venture capital e crescita di imprese innovative sono fenomeni da sviluppare, far sistema attraverso un Polo è premiante rispetto a dinamiche concorrenziali tra gli operatori del venture.

Scegliendo la Cittadella Politecnica, come sede operativa del Polo, e precisamente negli spazi dell’incubatore I3P, la nuova struttura, pur avendo un ambito operativo nazionale, sarà vicina alle idee, ai progetti e soprattutto all’intraprendenza tecnologica e imprenditoriale che la città di Torino ha saputo esprimere negli ultimi anni, introducendo un nuovo importante stimolo nei confronti delle imprese. La Cittadella è infatti il nuovo Campus aperto del Politecnico di Torino, dove si sta affermando un modello di sviluppo locale basato sulla partnership di ricerca e formazione tra il Politecnico di Torino e le aziende innovative, che dalla vicinanza, anche fisica, con l’Università, e ora anche con il Polo del Venture Capital, possono trarre nuove opportunità di crescita.

E’ ormai noto come il Politecnico di Torino – afferma il Rettore, prof. Francesco Profumo – punti a essere parte sempre più attiva nel processo sviluppo del sistema locale e a diventare un punto di riferimento forte per la promozione del trasferimento tecnologico e della conoscenza, dell’innovazione e dei servizi al territorio, che si aggiungono alle missioni tradizionali dell’Università di formazione e ricerca. Il Polo del Venture Capital, all’interno della Cittadella, rientra in questo quadro e rappresenta la “quinta gamba” su cui l’Ateneo può contare per mettere a disposizione del territorio le proprie competenze. La presenza nella Cittadella di un Polo Venture Capital, che possa sostenere e investire in “nuove idee”, completa la strategia.

La filiera della creazione d’imprese innovative che vede l’azione sinergica degli incubatori universitari, degli Enti locali e di Torino Wireless, aggiunge il Prof. Vincenzo Pozzolo, Presidente di I3P, l’Incubatore di Imprese Innovative del Politecnico di Torino, si completa perfettamente con la presenza del Polo del Venture capital, una realtà che può portare il contributo fondamentale del cosiddetto smart money, cioè degli investimenti uniti alla capacità di giudicare la qualità delle proposte e fornire supporti di management alle imprese.

Per rendere più rapidi i processi decisionali, ha precisato Claudio Giuliano, Polo del Venture Capital, i fondi si scambieranno costantemente informazioni sulle operazioni esaminate e le relative valutazioni sulle performance potenziali. Inoltre, il Polo promuoverà un programma congiunto di “Entrepreneur in Residence” che avvicinerà senior manager con spirito imprenditoriale a opportunità imprenditoriale, e, viceversa, permetterà a iniziative embrionali di partire con una squadra gestionale di primissimo livello. Con l’avvio del Polo, gli imprenditori italiani hanno un indirizzo a cui far riferimento. Dopo un periodo di sostanziale assenza di Venture Capital in Italia, il Polo vuole dare il segnale che il Venture Capital è presente e cerca attivamente opportunità di investimento.

“Il coordinamento tra formazione, ricerca e impresa non può che essere un valore aggiunto per la nostra regione, ha aggiunto – Mario Calderini, Presidente di Finpiemonte – in linea con l’attuale politica regionale sull’innovazione e la ricerca. Sono molto contento anche per il coinvolgimento dei fondi esteri: ciò dimostra che a livello internazionale si crede nel Piemonte come luogo di ricerca e innovazione tecnologica. Mi auguro che si realizzi presto un sistema di formazione integrata tra accademia e sistema finanziario”.

Con questa iniziativa, si completa l’azione di Torino Wireless volta a dotare il territorio di strumenti di finanziamento all’innovazione – ha dichiarato il prof. Rodolfo Zich, Presidente di Torino Wireless – a partire dal primo fondo di distretto, Piemontech, continuando per l’avvio del più ambizioso progetto Innogest Capital, lanciato nel 2005 insieme a Ersel, e del Club degli Investitori; e infine la creazione del Polo del Venture Capital, che porta in Piemonte un sistema di fondi, anche stranieri, pronti a investire nelle migliori idee e progetti tecnologici.

Le start-up finanziate da Torino

da Repubblica Affari & Finanza del 5 febbraio 2007

Dal polo del wireless a quello del venture capitalist. La Fondazione Torino Wireless gioca la caria della finanza. Un primo passo era già stato fatto con Innogest Capital, fondo italiano di Early Stage dedicato alle giovani imprese. Promosso da Torino Wireless ed Ersel, e gestito da Innogest SGR. il fondo con un capitale fino a 60 milioni di euro, si è posto l’obiettivo di investire in almeno venti imprese nell’arco di un quinquennio.

La missione di Innogest è stata quella di trasformare imprenditorialità e tecnologie del Paese in grandi imprese e generare elevati ritorni finanziari per gli investitori. Innogest Capital fornisce solo capitale, ma costituisce per le imprese un partner con cui confrontarsi e condividere un percorso di crescita, in grado di accompagnarle verso il mercato, assicurare solide basi fìnanziarie e un supporto attivo a sostegno del team imprenditoriale. Gli investimenti spaziano da 500mila a 3 milioni di euro per singola operazione.

Il fondo è posizionato sul segmento del Venture Capital di primo livello (Early Stage o Seed Capital), che è successivo ai finanziamenti di start-up (Angel investment), che nel modello integrato sviluppato dalla Fondazione Torino Wireless è stato affidato a Piemontech con investimenti compresi tra 20 mila e 200 mila euro.
Innogest Capital investe nelle PMI che presentano le caratteristiche fondamentali per favorire la remunerazione del capitale, management di alto profilo, tecnologie differenzianti, alta crescita, capacità di svilupparsi nel mercato italiano e poi in quello intemazionale.

Piemontech, invece, ha sinora permesso la nascita di una decina di realtà imprenditoriali che hanno terminato il periodo di incubazione e che ora sono pronte a proseguire la strada in autonomia: dalla ATS – Alps Telecomunications Software, che sviluppa soluzioni software per reti di telecomunicazioni, a Casper Technology, che ha lanciato il ciptotelefonino anti intercettazioni: dalla CSDomotica, che realizza soluzioni wireless per l’home e business automation, a Dynamic Fun, attiva nel settore delle soluzioni wireless per il business e per li mobile gaming; e ancora la Faber Software che realizza software per la modellazione, simulazione e controllo di Sistemi complessi e la Iplug, con soluzioni VOIP basate su open source; la Ovolab una delle principali software house italiane per Macintosh; la Sc-Aip che realizza software e algoritmi per l’imaging elettromagnetico, sistemi per la tomografia elettrica e capacitiva; Sicurante, società operante nell’Information Security.

Da quest’esperienza è nata l’idea di lanciare un Polo del Venture Capital con l’adesione di Club degli Investitori, Strategia Italia, Intel Capitalm 360 Capital Partners, TLcom Capital, Doughty Hanson &co Technology e Jupiter Venture.

Il VII Programma Quadro sulla ricerca

L’Unione Europea punta a diventare a medio-breve termine leader nel mondo in quanto a crescita economica basata sulla disponibilità di alta tecnologia e dinamismo, e per raggiungere questo traguardo ha giustamente deciso di investire molto dal punto di vista economico sullo sviluppo dell’innovazione scientifica e tecnologica.Il VII Programma quadro (Seventh Framework Programme), detto 7PQ (FP7), varato lo scorso dicembre, destina infatti per il periodo 2007-2013, 54 miliardi di euro per la ricerca, con un incremento del 60% rispetto a quanto messo a disposizione con il precedente Programma. Il VII Programma è strutturato in quattro sottoprogrammi che corrispondono a quattro caratteristiche di base della ricerca europea: Ricerca collaborativa (in particolare tra università e aziende), Idee (sviluppo della creatività), Risorse umane e Infrastrutture (Capacities). A questi si aggiunge uno specifico programma per l’attività di ricerca nucleare (Euratom).

La parte più cospicua di finanziamenti andrà alla ricerca collaborativa sotto la sigla “Cooperation”: oltre 32,3 milioni di euro complessivi, articolati in 10 priorità tematiche: salute; prodotti alimentari, agricoltura e biotecnologie; tecnologie dell’informazione e della comunicazione; nanoscienze e nanotecnologie; materiali e nuove tecnologie di produzione; energia, ambiente e cambiamenti climatici; trasporti e aeronautica; scienze socioeconomiche e scienze umane; sicurezza; spazio.

Alle iniziative per la formazione del capitale umano sono riservati 4,7 milioni di euro.

Alle “Capacities” per lo sviluppo di politiche in grado di accrescere il potenziale di ricerca e innovazione in Europa vanno 4,2 milioni di euro, articolati in sei aree di intervento: Infrastrutture di ricerca, Ricerca per le Pmi, Regioni della Conoscenza, Potenziale di ricerca nelle regioni della convergenza, Scienza nella Società, Cooperazione Internazionale.

Una novità di rilievo del VII PQ è il programma “Ideas” dedicato alla ricerca di base, a cui andranno circa 7,5 milioni di euro per lo sviluppo del Consiglio europeo della ricerca, una struttura esplicitamente dedicata al riconoscimento e alla promozione dell’eccellenza europea.

Una particolare attenzione è riservata alla Cooperazione Internazionale, presente non solo come asse dedicato nel programma Capacities ma anche trasversalmente in ciascuna delle priorità tematiche del programma Cooperation, auspicando che un generoso contributo alla crescita delle capacità tecnologiche dei paesi meno sviluppati possa, a medio termine, rendere l’Europa attraente per nuove generazioni di ricercatori.

Storicamente i settori italiani maggiormente coinvolti nei Programmi pluriennali dell’UE sono quelli di Terra e ambiente, Progettazione molecolare, Materiali e dispositivi, Ict e Sistemi di produzione.

A fine dicembre 2006 è già stata pubblicata una prima serie di bandi per la presentazione di progetti.

Le informazioni sul VII Programma Quadro sulla ricerca

A Torino parte il Polo del Venture Capital

Le idee, i progetti, le azioni e soprattutto l’intraprendenza tecnologica e imprenditoriale che Torino ha saputo esprimere negli ultimi anni trova un nuovo riscontro presso prestigiosi venture capital, italiani ed internazionali.

Da febbraio, presso la Cittadella Politecnica, inizierà ad operare stabilmente il “Polo del Venture Capital” per dialogare con gli imprenditori e le imprese più dinamici e individuare i migliori progetti ad alto contenuto tecnologico da finanziare.

Il “Polo del Venture Capital” si presenterà ad operatori economici, istituzioni e media per illustrare i propri obiettivi, i risultati potenziali e i criteri che guideranno i venture capital per scegliere i progetti più idonei alle aspettative dei mercati finanziari, nazionali ed esteri :
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Al via la Start Cup 2007

Riparte la competizione regionale per progetti di impresa innovativi promossa dai tre Atenei piemontesi, Politecnico e Università di Torino e Università del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”, e organizzata dai rispettivi Incubatori di impresa.

È la III edizione di Start Cup Torino Piemonte, la gara per i migliori progetti imprenditoriali, un appuntamento ormai consolidato che offre a studenti, ricercatori e dottorandi l’occasione per trasformare i ritrovati della ricerca accademica in progetti imprenditoriali innovativi.

Ma la sfida è aperta anche al di fuori dell’università: riguarda infatti tutti gli inventori o le imprese che intendano avviare uno spin off.

Le migliori idee imprenditoriali possono infatti usufruire gratuitamente dell’attività di accompagnamento messi a disposizione presso gli Incubatori. Start Cup si avvale infatti del contributo organizzativo di I3P, l’Incubatore di Imprese Innovative del Politecnico di Torino, della Funzione dal Diritto allo Studio al Mondo del Lavoro e di 2I3T dell’Università di Torino e dell’Ufficio Ricerca Scientifica e Relazioni Internazionali dell’Università del Piemonte Orientale.
I candidati che partecipano al concorso presentando un’idea imprenditoriale devono compilare e inviare il modulo “Idee d’Impresa” entro le ore 12.00 del 18 Aprile 2007 (non fa fede la data del timbro postale)

I candidati che partecipano al concorso presentando un business plan devono compilare e inviare il modulo “BusinessPlan” entro le ore 12.00 del 18 Luglio 2007 (non fa fede la data del timbro postale)
Per le idee i premi consistono interamente in servizi: grazie all’affiancamento nella stesura del business plan, le idee vincitrici diventano veri e propri piani di impresa e possono concorrere ai premi in denaro previsti per la seconda fase del concorso.

In palio 20.000 euro per il business plan primo classificato, 15.000 per il secondo e 10.000 per il terzo. Piemontech, il Fondo di Capitale di Rischio per le imprese piemontesi, si impegna ad investire 50.000 euro nell’impresa che trae origine dal business plan primo classificato.

I tre vincitori di Start Cup parteciperanno inoltre al Premio Nazionale per l’Innovazione, la coppa dei campioni dei progetti di impresa nati in ambito universitario che ad oggi riunisce 27 atenei italiani.

Start Cup 2007

Innovazione: esperienze internazionali a confronto

La conferenza vuole rappresentare un momento di riflessione sul tema dell’innovazione e del trasferimento tecnologico attraverso la presentazione dei risultati del progetto DIADI ed il confronto con analoghe esperienze e progetti anche a livello internazionale.
DIADI 2000 – Ricerca & Impresa per l’innovazione in Piemonte, è un progetto dedicato alle piccole medie imprese piemontesi delle aree Obiettivo 2, finanziato dalla Regione Piemonte in attuazione alla Misura 2.4.a del DOCUP 2000-2006.

La realizzazione dell’intero progetto è stata affidata all’A.T.S. Associazione Temporanea di Scopo appositamente costituita tra:
COREP – Consorzio per la Ricerca e l’Educazione Permanente,
CSP – Innovazione nelle ICT scarl,
DTC – Distretto Tecnologico del Canavese,
TECNORETE PIEMONTE scrl
enti già attivi nell’area del trasferimento tecnologico e nella promozione dello sviluppo economico e sociale del territorio DIADI rappresenta uno dei progetti più significativi della nostra Regione per le piccole e medie imprese per la diffusione dell’innovazione sul territorio.
In questi anni, DIADI ha contribuito a stabilire “un ponte” tra le aziende piemontesi ed i centri di ricerca pubblici, preparando il tessuto sociale ed economico locale ad entrare nella knowledge- based society con una struttura più robusta. L’opportunità di collaborare con un centro di ricerca ha rappresentato per le aziende un’occasione per introdurre tecnologie innovative e nuove metodologie e per innovare processi produttivi. Il ruolo del centro di ricerca e’ stato essenziale per validare l’idea innovativa, per certificare le nuove tecniche con metodi scientifici e per fornire alle aziende un punto di riferimento per accedere allo stato dell’arte nei vari settori della conoscenza e per contribuire allo sviluppo del progetto. Le principali attività del progetto DIADI sono: Seminari e Worklab, Audit tecnologici, Check-up, Incontri specialistici, Studi di fattibilità, Progetti dimostratori.

Il Convegno, organizzato dal Corep con il contributo della Camera di commercio di Torino, prevede:
SESSIONE PLENARIA: dedicata a testimonianze di rappresentanti delle istituzioni, del mondo della ricerca e di strutture dedicate all’innovazione. Durante tutta la sessione è prevista la traduzione simultanea.
SESSIONI PARALLELE: che permetteranno di approfondire temi, opportunità e prospettive per le imprese.
AREA ESPOSITIVA: per l’esposizione dei risultati delle attività del progetto DIADI.

Lunedì 22 Gennaio 2007
ore 9.00 – 18,30 Centro Congressi Torino Incontra
Via Nino Costa, 8 Torino
www.diadi.it

Da La Stampa del 10 gennaio 2007

Dopo anni di incertezza sulle prospettive economiche dell’Italia, il 2006 si è chiuso su segnali di ripresa, al punto che, nella conferenza stampa di fine anno, Romano Prodi ha creduto di poter consegnare al passato il lungo dibattito sul declino che ha accompagnato il confronto sulle misure di politica economica.
Ma quali sono i caratteri della ripresa economica in atto? E soprattutto si tratta di un fenomeno congiunturale, destinato a esaurirsi nel breve termine, o esso ha radici strutturali?

Alcuni spunti di riflessione vengono dai dati che l’Ufficio Studi dell’Unione Industriale di Torino sta per diffondere e che aiutano a comprendere i cambiamenti avvenuti nel tessuto produttivo. Va subito detto che l’economia torinese ha chiuso l’anno con un aumento del prodotto interno lordo stimabile in un 2-2,2 per cento a livello provinciale, un valore dunque superiore alla media nazionale. Un effetto delle Olimpiadi, si dirà, in linea col fatto che il sistema economico locale si è retto, in annate grigie come il 2004 e il 2005, sul settore delle costruzioni, impegnato a portare a termine le opere in programma per i Giochi invernali.

Non è così: a trainare la ripresa è stato un motore tradizionale come l’industria manifatturiera, che ha rilanciato investimenti ed esportazioni. Per quanto riguarda i primi, si è registrata un’inversione di tendenza: gli investimenti sono infatti cresciuti di oltre il 3 per cento, dopo la contrazione del 2005 e l’incremento molto modesto degli anni precedenti. Le esportazioni sono salite del 6,3 per cento, mettendo fine a un lungo periodo tutt’altro che positivo. L’indicatore più significativo riguarda i mercati emergenti, ma il risultato appare apprezzabile anche sui mercati tradizionali come l’Europa.

Merito del rilancio della Fiat, allora? Certo la ripresa del maggiore protagonista dell’economia locale di Torino ha avuto il suo peso, ma non tutto quello che è avvenuto nel 2006 è ascrivibile all’azione di recupero della grande impresa.
Gli indicatori economici non permettono sempre di intravedere il lavorìo che si è compiuto nel profondo del sistema delle imprese: il 2006, da questo punto di vista, rappresenta il momento di svolta rispetto alla prolungata fase di stasi avviatasi nel 2001.
Ne sono state artefici imprese che, magari senza conquistare la scena pubblica, hanno dato prova di un’eccellente capacità di sviluppo.
Quando si farà un bilancio di questo inizio del Ventunesimo secolo, si dovranno ricordare le sigle e i marchi di aziende come la Seven che, incorporando la Invicta, si è aggiudicato un ruolo di leader nella produzione di zainetti, o come Azimut, nella fabbricazione di barche di prestigio, o come Prima Industrie, all’avanguardia nelle tecnologie di taglio dei metalli mediante laser.
Ma si dovranno altresì citare la F.M.T., leader nella meccanica strumentale, o la Bitron, che opera nell’ambito della meccatronica. E ancora sta emergendo un’«azienda cervello» come la Spea, che realizza macchinari per testare i microchip.
Nell’insieme, si delinea il profilo di una Torino neoindustriale che si organizza a sua volta attorno alla novità dell’ultimo decennio, enfatizzata dalle ricerche di Mediobanca e Unioncamere: l’arcipelago in espansione delle medie imprese, le «multinazionali di nicchia» che rappresentano l’attore innovativo e dinamico del nostro sistema economico.
In questo senso, un altro degli elementi di originalità da registrare è costituito dal processo di convergenza in atto fra i sistemi del Nord Ovest e del Nord Est, avvicinati oggi dal ruolo di punta che esercitano le medie imprese e che rende meno divaricati del passato due assetti produttivi a lungo contrapposti nei loro assi portanti.
Questa ricognizione autorizza a ritenere – come mostra l’analisi congiunturale dell’Unione Industriale – che il potenziale di sviluppo dell’industria torinese potrà essere mantenuto anche nel 2007, seppure con un tasso di crescita un po’ inferiore all’anno passato. Al di là delle cifre, tutto lascia pensare che l’industria torinese proseguirà nella propria metamorfosi, fino ad approdare alla stabilità di un nuovo assetto.