Dal Manifesto del Forum del PD su innovazione e nuove tecnologie in Piemonte
Il nostro tempo è caratterizzato da un poderoso sviluppo della scienza e dell’innovazione tecnologica congiunto ad un fenomeno di abbattimento delle distanze e delle frontiere economiche e culturali noto sotto il nome di “globalizzazione”.
Le dinamiche ed i cambiamenti (economici, sociali, culturali, persino ambientali) sono sempre più veloci , complessi, interconnessi e non lineari.
Ad una crescita delle opportunità corrisponde un aumento dei rischi, tra cui quello che l’innovazione e lo sviluppo, anziché rispondere all’esigenza di migliorare le condizioni e le prospettive di vita delle persone e dell’umanità, si pieghino alle pure leggi del mercato competitivo e del profitto.
Diventa perciò sempre più urgente l’esigenza di un governo della complessità a tutti i livelli (locale e globale, individuale e collettivo, privato e pubblico), che consenta anche ai popoli e ai Paesi emergenti di accedere ai benefici dello sviluppo economico, ma che sia ispirato all’etica della democrazia liberale, della responsabilità sociale e della sostenibilità ambientale.
Sempre di più, la risorsa fondamentale per affrontare tutte queste sfide è la conoscenza, intesa sia come accesso all’informazione, sia come sapere, sia come competenza, ovvero padronanza delle tecniche e delle tecnologie; prime fra tutte, proprio quelle tecnologie informatiche che consentono di condividere e socializzare la conoscenza, fertilizzando il tessuto sociale e migliorandone i frutti.
Analogamente, sempre maggiore è l’esigenza di “fare sistema”, promuovendo una collaborazione strutturale tra piccola e grande industria, aziende agricole e artigiane, mondo delle professioni, finanza, pubblica amministrazione, infrastrutture, servizi, scuola, università, enti di ricerca; questo consente di ridurre la frammentazione, condividere costi e risultati, rispondere alla domanda di internazionalizzazione e di competizione globale del mercato, ispirandosi però a principi di responsabilità sociale e di progresso.
Il ruolo della politica in tutti questi processi è primario. E anche la politica, per poter assolvere con efficacia al proprio compito, deve far uso di strumenti fondamentali quali la conoscenza, l’innovazione, le nuove tecnologie.
Perciò, il Partito Democratico piemontese, a partire dal suo Forum sull’Innovazione e le Nuove Tecnologie, vuole aprire un confronto con i cittadini, le associazioni, gli enti e le istituzioni del Piemonte, per rispondere alla domanda: quale politica, quale innovazione e quali tecnologie per quale modello di sviluppo?
Riteniamo fondamentali alcune considerazioni:
· L’innovazione tecnologica deve essere una leva di progresso, per migliorare la qualità della vita e del lavoro delle persone, per tutelare l’ambiente (per es., con lo sviluppo di fonti energetiche rinnovabili), per fornire alla democrazia strumenti innovativi di informazione, di condivisione del sapere, di discussione, di partecipazione alle scelte.
· La pubblica amministrazione ha un ruolo fondamentale nel garantire la qualità e la competitività del sistema economico locale e nazionale; deve quindi anch’essa rispondere ad opportuni requisiti di efficienza, competenza e innovazione tecnologica.
· La competenza ed il merito devono essere riconosciuti e valorizzati a tutti i livelli, per consentire ai migliori di emergere e per motivare ciascuno a investire sui propri talenti; questo deve valere anche e soprattutto in politica, dove invece troppo spesso la selezione dei dirigenti avviene secondo logiche di appartenenza e fedeltà.
Da qui vogliamo partire per discutere con la comunità piemontese, in un dibattito aperto e con forme di partecipazione anche telematica che già nella loro modalità saranno innovative.
Vogliamo costruire proposte per uno sviluppo progressivo e progressista del territorio e della società regionale, in cui le tradizioni locali si coniughino con l’innovazione più avanzata; in cui le culture industriali e manifatturiere, agricole, artigiane trovino occasioni di rilancio competitivo; in cui le iniziative dei singoli territori, spesso frammentarie e limitate, trovino una direzione comune.
Con l’ambizione di poter rappresentare un laboratorio di interesse per l’intero Paese.