Sulla Fiat 900 milioni per l´auto pulita

Marco Trabucco su  Repubblica

«Questo piano deve essere la dimostrazione che l´Italia crede nella qualità delle sue auto. E che perciò ci investe». Dopo le polemiche delle scorse settimane sul mancato impegno del governo a fianco della Fiat nell´operazione Opel, sono le regioni, in particolare le dieci regioni italiane che ospitano stabilimenti Fiat a scendere in campo.

Lo fanno lanciando un piano da 900 milioni di euro per lo sviluppo della ricerca nel settore automotive e in particolare nell´auto pulita: un piano finanziato, come accade in Germania con il cosiddetto «modello renano», per un terzo dalle regioni stesse, per un terzo dallo Stato e per un terzo da Fiat e dalle altre imprese del settore che ne avrebbero vantaggi. La proposta è stata annunciata (e illustrata ieri) al termine dell´incontro che era stato convocato a Roma dalla presidente piemontese Mercedes Bresso e a cui hanno partecipato anche i governatori (o gli assessori competenti) di Emilia Romagna, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Sicilia.

L´idea è piaciuta a tutti e sarà il presidente dell´Emilia (e della Conferenza delle Regioni) Vasco Errani nei prossimi giorni a presentarla al governo, insieme alla richiesta che venga aperto al più presto un tavolo sul settore auto che veda la partecipazione del governo stesso, di Fiat e delle Regioni. Bresso ha spiegato: «Noi siamo pronti a fare la nostra parte anche dal punto di vista finanziario e pensiamo di poter concorrere alla cifra complessiva richiesta per un terzo. Gli altri due terzi li dovranno mettere l´azienda e il governo». Bresso ha aggiunto di aver avuto contatti informali con la Fiat «che ha manifestato interesse alla proposta e che ora si attende la possibilità di un incontro tra le parti. Quindi mettiamoci attorno a un tavolo e parliamone: tutti i governi stanno mettendo delle risorse sull´auto. Lo stanno facendo gli Stati Uniti, lo fa la Germania. Noi pensiamo che debba farlo anche l´Italia, per evitare che si debbano chiudere degli stabilimenti e perché si creino degli spazi aggiuntivi di produzione proprio attraverso la ricerca nei settori più avanzati, in particolare nell´auto ecologica».

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Il progetto è stato coordinato da Andrea Bairati, assessore all´attività produttive del Piemonte che ha messo insieme gli elementi forniti da un pool di esperti e dalle altre regioni e prevede un piano di sostegno per l´innovazione nel settore automotive ma anche un fondo specifico per sostenere la ristrutturazione delle componentistica italiana «che si trova di fronte – spiega Bairati – con l´espansione mondiale di Fiat a una sfida globale che deve essere in grado di reggere». Cinque i punti chiave di intervento previsti dal progetto: veicoli a basso impatto ambientale, infomobilità e sicurezza, manufacturing, ergonomia e design, veicoli commerciali leggeri e meccatronica automotive. Oltre alle auto pulite insomma la regioni prevedono anche di investire nel rinnovamento delle flotte pubbliche (con veicoli a basso impatto ambientale appunto) nella creazione di infrastrutture adatte al nuovo tipo di mobilità e così via.

«La cifra che metteremo a disposizione – dice Bairati – non è da sottovalutare visto che Chrysler per la sua auto elettrica investirà 450 milioni di dollari. Meno di noi insomma. E comunque se il progetto si amplierà anche la cifra investita potrà crescere». Bresso aggiunge: «Solo così, e coinvolgendo nel confronto anche i sindacati, si possono salvare tutti gli stabilimenti italiani. Il rilancio internazionale di Fiat deve servire anche qui: per questo dobbiamo tirarci su le maniche e lanciare un´operazione che è anche di immagine. L´Italia non può rimanere l´unico paese che sembra non credere nella sua industria automobilistica».