Parcheggi deserti: il fallimento di un’utopia piccola, piccola.

Circa venti anni
fa inizio` la massiccia costruzione di parcheggi in varie parti di Torino.

Si sosteneva che il traffico non fosse scorrevole e l’inquinamento fosse tanto perche' il 30%
delle macchine in circolazione erano  in cerca di un parcheggio. Creando i parcheggi si
sarebbe quindi potuto ridurre del 30% le macchine in in circolazione, l’inquinamento ed i
tempi di percorrenza.

Non si teneva in
molta in considerazione due elementi: 

  • per ogni macchina in circolazione ce
    n’era almeno un’altra che veniva tenuta in garage a causa della lentezza della
    circolazione automobilistica. 
  •  C’era richiesta di parcheggi, ma non sempre c’era una
    vera domanda pagante. I parcheggi erano si’ desiderati da molti, ma gratis,
    quasi si trattasse di un bene con forte ricadute positive (“esternalita`” e` il
    termine tecnico) su chi non li utilizza, un po’ come i mezzi pubblici,
    l’istruzione o la sanita` pubblica.                                                                                                                                                                                                                                         Si trattava di un’utopia piccola,
    piccola. “Io non solo ho diritto a muovermi in auto, ma ho anche diritto a
    trovare un parcheggio, gratis”. Varie carriere politiche sono state costruite
    su un assunto del genere.  Praticamente quando io vado in macchina, lo faccio per fare un favore a te.

    Si trattava di una specie di 68 in salsa automobilistica. 

  Su questa base,
parecchi alberi sono stati abbattuti (si pensi a Piazzale Valdo Fusi) ed i parcheggi sono stati costruiti,
spesso con notevoli oneri a carico della collettivita`.

Peccato che
almeno in parte questi soldi andrebbero  ricuperati, ed un comune gia` ampiamente
indebitato non si possa permettere di non ricuperarli. Ecco cosi’ che i
parcheggi hanno un prezzo, che, spesso gli automobilisti non sono disposti a
pagare.

Sono pochi i
politici ad uscire bene da questa vicenda; non ricordo di avere mai sentito il
principale raggruppamento di opposizione chiedere meno parcheggi, al contrario.
Il parcheggio deve esserci, ma gratis. Come dicevano alcuni vati del 68:
“Vogliamo tutto e subito”.

Il parcheggio lo
hanno avuto ed e`
vuoto.

Gustavo Rinaldi

Autore: Gustavo Rinaldi

Nato a Torino nel 1967, la sua prima maestra e` stata una vittima delle repressioni bolsceviche, Maria Bruch. Ha frequentato sia la scuola pubblica che quella dei Gesuiti. Come volontario ha promosso prima una raccolta carta e poi la riorganizzazione del gentro di formazione agricola di Andriamboasary in Madagascar. Ha fondato l'associazione Enthusiasmus che per piu' di dieci anni si e` occupata di formazione politico-sociale dei giovani, permettendo a molti giovani di conoscere il mondo esterno ed a qualcuno/a di trovare moglie o marito. Nel 1991 e` stato testimone oculare dei moti di piazza che a Leningrado si opponevano al tentato golpe anti-riformatore. Nel 1994 si e` laureato in economia con Sergio Ricossa ed ha prestato servizio presso l'Istituto Penale Minorile "Ferrante Aporti", occupandosi dei denari e delle spese dei detenuti. Dal 1995 ha iniziato a lavorare per diversi progetti di valutazione e formazione promossi dall'Unione Europea e da altri enti nell'ex Unione Sovietica. Nel 2000-2001 e` stato consigliere economico del governo della Georgia. Nel 2006 ha conseguito il Ph.D. in economics all'Imperial College dell'University of London. Ha lavorato come economista per l'Institute of Alcohol Studies di Londra. Dal 2008 lavora per l'universita' di Torino dove oggi insegna public economics; insegna inoltre fundamentals in mathematics ed economics for managers ad ESCP-Europe.