Circa venti anni
fa inizio` la massiccia costruzione di parcheggi in varie parti di Torino.
Si sosteneva che il traffico non fosse scorrevole e l’inquinamento fosse tanto perche' il 30%
delle macchine in circolazione erano in cerca di un parcheggio. Creando i parcheggi si
sarebbe quindi potuto ridurre del 30% le macchine in in circolazione, l’inquinamento ed i
tempi di percorrenza.
Non si teneva in
molta in considerazione due elementi:
- per ogni macchina in circolazione ce
n’era almeno un’altra che veniva tenuta in garage a causa della lentezza della
circolazione automobilistica. - C’era richiesta di parcheggi, ma non sempre c’era una
vera domanda pagante. I parcheggi erano si’ desiderati da molti, ma gratis,
quasi si trattasse di un bene con forte ricadute positive (“esternalita`” e` il
termine tecnico) su chi non li utilizza, un po’ come i mezzi pubblici,
l’istruzione o la sanita` pubblica. Si trattava di un’utopia piccola,
piccola. “Io non solo ho diritto a muovermi in auto, ma ho anche diritto a
trovare un parcheggio, gratis”. Varie carriere politiche sono state costruite
su un assunto del genere. Praticamente quando io vado in macchina, lo faccio per fare un favore a te.Si trattava di una specie di 68 in salsa automobilistica.
Su questa base,
parecchi alberi sono stati abbattuti (si pensi a Piazzale Valdo Fusi) ed i parcheggi sono stati costruiti,
spesso con notevoli oneri a carico della collettivita`.
Peccato che
almeno in parte questi soldi andrebbero ricuperati, ed un comune gia` ampiamente
indebitato non si possa permettere di non ricuperarli. Ecco cosi’ che i
parcheggi hanno un prezzo, che, spesso gli automobilisti non sono disposti a
pagare.
Sono pochi i
politici ad uscire bene da questa vicenda; non ricordo di avere mai sentito il
principale raggruppamento di opposizione chiedere meno parcheggi, al contrario.
Il parcheggio deve esserci, ma gratis. Come dicevano alcuni vati del 68:
“Vogliamo tutto e subito”.
Il parcheggio lo
hanno avuto ed e` vuoto.
Gustavo Rinaldi