Siamo divisi in due caste?

Se io produco
scarpe, motociclette, automobili o telefoni cellulari il mio stipendio
dipendera` dal prezzo mondiale delle scarpe, delle motociclette, delle auto o
dei cellulari.
Se questo prezzo
scende, perche` qualcuno nel mondo sa produrli a prezzi bassi, il mio stipendio
scende pure. Se non scende, l`azienda per cui lavoro dovra` licenziare prima qualcuno e poi tanti.
Io dovro` pur sempre
affittare una casa, avere un conto in banca,andare dal medico, chiamare l’idraulico, prendere il bus o
il taxi, pagare il notaio, comprare le medicine, andare al bar, andare
all’anagrafe…. Tutte queste spese non
scenderanno di prezzo tanto quanto scende il mio stipendio. I loro prezzi non
sono fissati sul mercato mondiale, ma secondo regole nostrane. Il loro prezzo
potra` anche salire, mentre il mio stipendio scende.

Di conseguenza io,
produttore di scarpe e telefonini, diventero’ progressivamente piu` povero.
Si verranno a
formare due caste. La casta di quelli esposti al commercio internazionale e la
casta dei non esposti.

Per evitare cio’ i casi sono due:
o riusciamo a
bloccare tutte le importazioni (e quindi le esportazioni, perche’ gli altri non
staranno a guardare, mentre noi blocchiamo i loro prodotti)

o mettiamo piu’
concorrenza in quei settori, che oggi ne sono privi.

Chi lavora in lavori non esposti alla concorrenza internazionale beneficia alla grande di essa. Le cose che si possono commerciare (telefoni, automobili, motociclette, vestiti, scarpe, ecc.) diventano sempre piu’ economiche, beneficiando tutti. Alcuni pero’ pagano un alto prezzo (salari che non crescono o diminuiscono) e altri no (le loro paghe non sono toccate dalla concorrenza internazionale).

Proteggere certi settori dalla concorrenza, quando altri sono esposti
ad essa, vuol dire permettere che qualcuno diventi piu’ ricco proprio mentre
tanti diventano piu’ poveri.

Gli immigrati rubano il lavoro?

Di quanti immigrati ha bisogno l’Italia?
Forse un numero piu’ grande di quello autorizzato dalle norme attuali?
E` vero ad esempio il bassissimo tasso di disoccupazione tra gli immigrati. Lavoro immigrato e lavoro italiano non sono normalmente sostituti. Non e` corretto il motto “se lavora il marocchino, non lavora l’italiano”. Il lavoro dei nati in Italia e il lavoro dei nati all’estero sono spesso complementi. E` spesso vero che "se c’e` abbastanza lavoro immigrato, allora ci sara` abbastanza lavoro per gli italiani". Ogni X lavoratori immigrati impegnati in lavori pesanti o di cure personali, c`e`  bisogno di Y  contabili, W impiegati, e Z addetti al marketing  che in molti casi saranno piu’ probabilmente italiani. Se la famiglia italiana non puo’ assumere la badante per curare la vecchia nonna o i bambini piccoli, qualcuno, spesso la moglie, dovra` restare a casa e non potra` lavorare, con danno per il reddito di quella famiglia e per l’economia nazionale. Lo stesso in certi casi puo’ valere per alcune professionalita` di immigrati ultraspecializzati.  La loro presenza puo’ creare posti di lavoro per italiani. Il lavoro immigrato puo’ creare lavoro italiano. Il semplice calcolo "mors tua, vita mea" non e` egoistico, per lo piu’ e` autolesionista.

Invece delle code al freddo

Si e` gia` parlato dell’incivilta` di far attendere in coda al freddo quelli che volevano regolarizzare se’ stessi o altri, secondo le vigenti leggi italiane sull’immigrazione.
Condivido.

Vediamo pero’ cosa si sarebbe potuto fare in un paese un po’ piu’ civile e meglio organizzato.
Il problema da risolvere era come assegnare un numero limitato di “posti” ad un un numero largamente piu’ grande di richiedenti.
Ammettiamo, che effettivamente il numero di posti disponibili non potesse essere piu’ grande di quello stabilito dalle norme emanate. Che criterio utilizzare per distribuire in modo giusto i pochi posti disponibili? Ci permettiamo di suggerire due strade: sorte o merito.

SORTE
Il metodo della sorte consiste nell’organizzare una lotteria. Ci si iscrive per posta o via internet  e non conta l’ordine d’iscrizione; il tempo per iscriversi e’ lungo, non serve a nulla fare code di notte. La lotteria e` pubblica, trasmessa per televisione, controllata da un notaio e svolta in presenza di rappresentanti degli immigrati gia` residenti. Chi vince, se ha i requisiti previsti dalla legge, ha il posto.

MERITO
Qualcuno dira` che in fondo un permesso di soggiorno in Italia  va dato a chi piu’ lo desidera e piu’ intende sacrificarsi per l’Italia. In fondo far la coda al freddo e` un modo per dimostrare cio’. Si’, ma e` un modo umiliante, inutile, stupido e che non beneficia nessuno, salvo chi vende prodotti contro il raffreddore e la polmonite. Inoltre e` un sistema che ha fatto perdere al paese migliaia di ore di lavoro, di euro di prodotto e di tasse (non incassate).
Oltre, ovviamente, la faccia. Se si ritiene che un permesso di soggiorno vada dato a chi piu’ e` disposto a sacrificarsi per esso, allora lo si dica esplicitamente. Un modo sensato potrebbe essere una specie di asta di offerte per cause meritevoli, tipo l’ INPS, il Sistema Sanitario Nazionale o i fondi per gli aventi diritto all’asilo politico. Supponiamo che ci siano 100,000 posti disponibili. Ogni candidato propone di dare una somma, a sua scelta, a favore, per esempio, di  un fondo per i rifugiati politici. Questi ultimi attualmente in Italia ricevono un trattamento indegno. Il richiedente potra’ fare la sua domanda via internet o via posta. Le offerte generano una graduatoria di analisi delle domande; si comincia a considerare quelle di chi ha offerto di piu’; ad essi, se hanno i requisiti previsti dalla legge, si da un permesso di soggiorno. Gli altri non dovranno pagare nulla e non riceveranno il permesso di soggiorno, ma almeno si saranno risparmiati una notte al gelo.

Torino e` troppo piccola

Quando ho incontrato qualcuno di Moncalieri, Nichelino, Venaria o Rivoli in giro per il mondo e questo non sapeva che ero un italiano di Torino mi diceva "Sono di Torino". E diceva bene.
Tantissime linee
di autobus  han capolinea fuori
dai confine comunali di Torino.
La metropolitana
di Torino inizia a Collegno e forse in futuro partira` da Rivoli e finira` a
Nichelino.

Torino e` troppo
piccola quando si deve disegnare la rete
dei trasporti metropolitani.

Non si puo’
pensare a rifare l’ospedale di Venaria senza pensare alla zona nord ovest di Torino.L’inceneritore di Torino e` di fatto un’affare di Torino e dei comuni della cintura.

Ci sono certi
servizi che hanno una dimensione minima efficiente che supera i confini dell’attuale comune.
E chi saprebbe dire dove corrono i confini
tra Torino e Nichelino in Piazza Bengasi e quelli tra Torino e Collegno in
Corso Francia, senza guardare i cartelli e le mappe?
Una famiglia in Piazza Bengasi aveva camera da letto a Torino, tinello a Moncalieri…
Era la divisione del’indivisibile.
Come si fa a
regolare le targhe alterne a Torino e non a Nichelino o Rivoli? L’inquinamento rispetta i confini comunali?
Come si fa a
regolare il traffico a Torino senza pensare a parcheggi a Rivoli, Moncalieri e
Venaria?

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Foto: Comune di Torino

Torino e` troppo piccola
quando si deve presentare a livello nazionale, europeo e mondiale, per far
valere le sue ragioni.
E` troppo piccola
quando deve reclamizzare il suo nome nel mondo.

Infatti e` rarissimo vedere la promozione di Torino nel mondo.
E` una citta` di un milione e mezzo di
abitanti, ma non lo puo’ dire.
   Sembre che perda abitanti ed invece ne sta trasferendo molti dal suo nucleo centrale a quelle cinture che dovrebbero essere considerate la sua parte piu’ esterna. Con l’attuale distribuzione dei confini comunali le statistiche
non rappresentano bene la realta’. Una realta` che e` fondamentalmente unitaria. La Reggia di Venaria, il Castello di Rivoli, Stupinigi ed il Castello di Moncalieri sono sempre stati la corona di Torino. Dividerli artificialmente da essa non ha senso.
 
Le
circoscrizioni di Torino potrebbero decidere sull`80% delle questioni, che oggi
sono decise dal comune di Torino, divenendo veri e propri comuni; alcune funzioni
strategiche oggi suddivise tra comune di Torino, comuni della cintura e
Provincia di Torino (programmazione delle grandi reti, controllo ambientale, richieste alla regione in materia sanitaria, promozione di Torino nel mondo)  potrebbero essere assegnate ad un sindaco dell’area
metropolitana, con competenza da Settimo a Nichelino, da Venaria ad Orbassano, da Rivoli a Moncalieri.

In questo modo i problemi che devono e possono  essere risolti piu’ vicino alla gente sarebbero risolti a livello da comunita` di 100-200.000 abitanti ed alcuni grandi problemi diffusi e con potenziali economie di scala sarebbero affrontati dalla citta` metropolitana.

Banda larga: un passo avanti

Ieri sera l’assessore regionale alle tecnologie Bairati e quello
provinciale (provincia di Cuneo), Invernizzi hanno incontrato,
su iniziativa del consigliere regionale Rabino, i sindaci
e gli operatori economici di 60 comuni di Langhe
e Roero, per illustrare le iniziative per la diffusione della
banda larga.
Riassunto dell’intervento dell’assessore Bairati:
– In Piemonte 870 comuni su 1260 non sono coperti dalla banda larga.
– Ci si è chiesti se continuare sulla strada dell’infrastrutturazione
pesante (scavi, posa di fibra, ecc) o passare a un’infrastrutturazione
leggera (wireless). La Regione (e le Province) propendono per il wireless.
– La tecnologia senza fili costa 1/10 di quella cablata
– La Regione investirà, insieme alle Province, 20 Milioni di Euro in 2
anni, la Regione fungerà da "authority" di verifica dei servizi
erogati, la Provincia sarà l’ente materialmente erogatore e avrà
compiti di vigilanza "finanziaria".
– Tra un mese/ 45 giorni usciranno le prime gare per 180 comuni (non è
stato detto quali)
– Il traino per fare adottare la banda larga anche ai "riottosi" saranno
i servizi potenziati di e-government
Riassunto dell’intervento dell’assessore provinciale Invernizzi:
– La provincia di Cuneo ha chiesto che i fondi per il wi-fi siano
chiaramente evidenziati e distinti da quelli per l’infrastruttura pesante.
– La provincia di Cuneo vuole più mercato, ma preferisce vedere emergere
  un solo operatore sul territorio, come interlocutore unico
Riassunto dell’intervento del funzionario provinciale di Cuneo Alessandro Risso:
– Presentazione sul significato del divario digitale
– solo il 52 per cento della popolazione della provincia di Cuneo può
accedere alla banda larga
– Telecom promette il 98 per cento di copertura per fine 2008
– Fastweb è interessata a cablare Alba e Bra ma non i comuni circostanti
– Se si cablasse tutto in fibra ci vorrebbero 63 Milioni di euro solo
per la provincia di Cuneo
– Si è anche pensato di finanziare Telecom per fare dotare tutte le
centrali di DSLAM e fibra (tramite gara, ovviamente)
– la provincia sta conducendo un censimento delle iniziative già in
essere (coperture wireless di singoli comuni)
– al gestore (i) delle reti wireless co-finanziate dalla provincia e
dalla regione verrà chiesto di garantire il roaming tra comuni limitrofi.
Domande del pubblico
– Sindaco di Diano d’Alba : I comuni che si sono già dotati di
infrastrutture o che si stanno dotando in questi mesi, riceveranno
anch’essi i finanziamenti regionali?
R. Ass Bairati: Se rispettano gli standard comuni sì
– Sindaco di Diano : Quali sono questi standard?
R. Ass. Bairati: Li decideremo al più presto insieme alle province
Altri interventi di amministratori che chiedono se si possono muovere
senza attendere i tempi burocratici degli enti superiori, le risposte
degli assessori sono uguali a quelle date al sindaco di Diano.

Torino e` troppo grande

Torino e` troppo
grande quando una lampadina si brucia e la strada e` troppo buia, quando
l’asfalto o il marciapiede sono da rifare, quando c’e` da risistemare il
giardinetto dietro casa, quando in una zona i rifiuti sono raccolti molto
peggio di quanto sarebbe desiderato, quando c`e` da decidere il senso unico per
strade assolutamente secondarie, quando c`e` da stabilire di vendere una
vecchia palazzina di proprieta` del comune, quando c’e` da concedere licenze
per l’occupazione di suolo pubblico da parte dei ristoranti e dei bar,  quando c`e` da autorizzare un nuovo parcheggio sotterraneo, quando c`e` da organizzare il commercio nel
quartiere, quando c’e` da pensare al suo sviluppo economico ed urbanistico…..

I gusti dei
cittadini possono variare da zona a zona; una risposta unificata puo’
scontentare tutti.
In tutti questi
casi Torino e` troppo grande.

L`amministrazione
cittadina centrale ha troppi probemi da risolvere e troppo poca informazione
diretta per decidere bene ed in fretta. Il voto e l’opinione di quelli che sono
direttamente toccati dalle decisioni non conta quasi nulla. La gente osserva cio’ che viene stabilito dall’alto, spesso senza poterlo influenzare.
Tutti questi
problemi e altri ancora potrebbero essere affrontati meglio a livello di circoscrizione.

Cio’ non vuol
dire necessariamente creare in ogni settore dieci organi diversi, vuol dire che
molte decisioni (la gran parte) dovrebbero essere prese a livello decentrato.

La Regione va al Lingotto

L’idea della Regione di collocare i propri uffici nella zona dell’ex FIAT AVIO  va nella direzione giusta.
Gli uffici saranno non lontano dalla stazione di Lingotto invece che all’ ex-Materferro tra borgo Crocetta e borgo San Paolo. Si sposterannono attivita` amministrative verso la periferia, lasciando zone centrali, oggi occupate da assessorati, a disposizione di altri utlizzi, primo fra tutti il turismo. Probabilmente si togliera` anche del traffico automobilistico dal centro. La Regione sara` facilmente raggiungibile in treno da tutte le province del Piemonte. Un’area di periferia guadagnera’ ulteriore importanza.
Resta da vedere cosa fara’ il comune di Torino nella zona dell’ ex Materferro. Se assisteremo semplicemte alla continuazione dell’edificazione della zona, per il quartiere non sara’ un gran guadagno. Anche quando nuovi i complessi edilizi vengono chiamati, con poco senzo della realta`  "parco",  restano degli agglomerati di costruzioni non necessarie, poco innovative e poco fantasiose. La zona potrebbe guadagnare molto dalla presenza di un vero giardino (di piante), che riduca il grigiore notato da tanti corrispondenti esteri ai tempi delle olimpiadi e rinfreschi la zona durante le estati torride. Sarebbe un modo concreto per la Citta’ di Torino di affermare che crede nel Protocollo di Kyoto.

Autostrade del mare e balene

Poiche` il trasporto via mare e` uno  di quelli che inquina  poco e costa meno bisognera` cercare di incoraggiarlo. A cio’ si aggiunga che in un viaggio Palermo-Genova un TIR puo’ essere solo difficilmente piu’ veloce di una nave. Il primo deve percorrere 1428 chilometri agli 80 al’ora, se rispetta le leggi vigenti. Se potesse mantenere quella velocita` sempre, ci metterebbe quasi 18 ore; a cio’ si aggiunga qualche fermata, qualche coda e qualche incidente per la strada e facilmente si raggiungono le  20 ore di viaggio. Questo e’ quanto necessario ad una nave per fare Palermo Genova. Sono relativamente pochi i tipi di merce  per i quali poche ore di differenza contano molto. Certo organizzare dei trasporti navali efficienti e veloci non e` una cosa semplicissima, perche’  occorrono non solo porti moderni e ben attrezzati e navi veloci e capaci di caricare e scaricare in fretta e bene, ma anche una capacita` di organizzare il lavoro dentro e fuori i porti in maniera efficiente e competitiva. I porti non possono essere  isole e, se non sono ben collegati con una efficiente rete ferroviaria, divengono molto meno utili. Ancora una volta` l’accento va posto piu’ sull’organizzazione degli uomini che sulle strutture di ferro e cemento. Sono le relazioni tra esseri umani che ci vedono piu’ spesso deboli e perdenti.
Migliorare i nostri porti ed i loro annessi non solo favorira` i trasporti tra nord e sud dell`Italia, ma anche favorira` una partecipazione italiana nel mercato internazionale dei servizi portuali e di logistica, dove il potenziale di crescita e’ notevole.   foto:Stefan Jacobs

060319_balena_nediterraneo

Il mare e` anche abitato da altri mammiferi, le balene. Esse gia` oggi sono spesso vittime di incidenti nautici dove riportano ferite o muoiono.
Probabilmente esiste qualche modo intelligente per  risolvere il problema di questi incidenti. Intanto si puo’ stabilire che le navi seguano il piu’ possibile rotte precise, evitando  cosi’ i posti piu’ frequentemente abitati dai cetacei.  Inoltre gli zoologi marini forse potranno identificare e  suggerire qualche
modo per poter avvertire le balene dell’arrivo delle navi, tenendole  a debita distanza; una specie di clacson per balene.  Non dico di conoscere la soluzione, dico che e` possibile cercarla  e forse anche trovarla.
Il nostro mare ci puo’ aiutare a collegare  il nord ed il sud del paese, ma non per questo dobbiamo rinunciare all’onore e privilegio di ospitare alcune delle piu’ belle comunita` di balene del mondo.

Principali beneficiari francesi della PAC

Il commissario Siim Kallas sta mettendo pressione sugli stati perche’ rivelino chi riceve aiuti agricoli dalla Politica Agricola Comune (PAC).
Vedi:
http://gustavorinaldi.blog.lastampa.it/il_mio_weblog/2006/03/beneficiari_pol.html

Ora la Francia ha fatto un bel passo avanti verso la trasparenza, pubblicando i nomi dei dieci enti o persone che ricevono di piu’ per cereali o per allevamento di bestiame.
Ecco la lista pubblicata da Le Monde:

http://medias.lemonde.fr/mmpub/edt/doc/20060317/751969_10beneficiairespac.pdf

Vorrei usare la mia laurea in Inghilterra

Da Domenico M. riceviamo e volentieri publichiamo:
—————————————————————————————
Salve,
    ho letto con molto interesse i suoi post sulla carriera di avvocato
    all’estero, e volevo porle delle domande.
    Attualmente frequento il secondo anno del corso di Scienze giuridiche
    presso la facoltà di Giurisprudenza di Foggia. Sono pendolare, in quanto
    sono nato e vivo a Trani (situata ad 80 chilometri da Foggia). Mi trovo
    bene, anche perchè non sono frequentante, e i viaggi (per qualche
    tutorato e gli esami) mi portano via poco tempo. Mi piacerebbe però
    intraprendere studi e lavoro all’estero, in particolare in Inghilterra.
    Mancando informazioni presso l’università, così come presso qualunque
    sito internet (che almeno io non ho ancora trovato) in che modo potrei
    spendere la mia laurea (dall’anno prossimo quinquennale) all’estero? E’
    possibile diventare avvocato in un sistema di Common law, senza gli
    estenuanti e mal retribuiti anni di specializzazioni – praticantato –
    esame di stato? Non che non abbia voglia di fare tutto questo, è solo
    che ho una voglia ancora più grande di fare, invece che di meditare,
    memorizzare per poi in ogni caso dimenticare.
    Le faccio infine i complimenti per il suo sito, completo e interessante.
    La ringrazio anticipatamente per l’aiuto che mi vorrà dare.
    Un cordiale saluto
   
Domenico M.

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Buongiorno  Domenico,
la laurea italiana da sola normalmente non apre la strada ad un praticantato inglese. Per questo io suggerivo una laurea inglese.
I casi, che io conosco, di laureati in Italia che lavorano in studi legali inglesi riguardano  studi di bassa qualita` specializzati nell’assistenza legale ad inglesi che comperano case di vacanza in Italia. I salari sono bassi 10-15 mila sterline e le prospettive di carriera modesta, a meno che uno, mentre  lavora, prenda un "degree" (laurea triennale)  inglese.
Pare che le probabilita` di una buona carriera aumentino con un LLM (master in diritto) ottenuto da una buona universita’ (ad es. London School of Economics, King`s College,  Cambridge, Oxford, Manchester  e  per una lista si veda:
http://extras.timesonline.co.uk/gooduniversityguide2005/20law.pdf
Ognuna di queste universita` ha un sito internet, con informazione sui corsi "post graduate" (i master)  disponibili. Su  www.google.co.uk   trova i siti relativi.
Bisogna pensare di spendere circa 20-25.000 euro in un anno. Dopo il quale pero’ si dovrebbe poter concorrere per avere accesso alla pratica in studi legali inglesi.
Le materie con mercato piu’ internazionale sono quelle legate agli affari: diritto commerciale, bancario, societario, della proprieta’ intellettuale, della navigazione, borsistico, ecc.

MOLTO IMPORTANTE: Prima di iscriversi ad un LLM (master in legge), comunque,  consiglio di  inviare un e-mail agli uffici  del personale di grandi studi inglesi. Ci si puo’ presentare, far vedere il proprio CV  e chiedere conferma se considerano i laureati italiani con LLM inglese preso in una certa universita`. Per trovare i nomi degli studi legali inglesi si va su:

http://www.legal500.com/l500/frames/l500_fr.htm
Ci sono i primi  500 piu’ grandi studi inglesi.  L’opinione degli studi legali e’ cio’ che conta, alla fine, per trovare un lavoro.Essa conta molto piu’ della mia opinione o di quella delle universita`, che hanno principalmente  interesse a vendere corsi e diplomi. Non e` male contattare gli studi legali  al piu’ presto. Da quando si inizia a pensare ad una carriera del genere a quando si inizia a praticarla passano anni.
Gli studenti di universita` inglesi  al  primo/secondo anno d’universita` fanno domanda presso gli studi legali per poter passare durante  gli anni di universita` qualche settimana nello studio, magari anche solo facendo fotocopie, ma facendosi un’idea dello studio e facendosi conoscere. Questo e` un modo che li aiuta poi ad avere accesso al praticantato negli studi migliori.
Ora anche gli studenti delle superiori inglesi vanno , se possono, una settimana sui luoghi di lavoro (studi legali inclusi) per farsi un’idea sul tipo di ambiente.

Su altri lavori nel Regno Unito parleremo un’altra volta.
G.R.

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P.S.
Vedere  anche:
http://www.lawsociety.org.uk/becomingasolicitor/qualifying/common.law#certificate
Esso sembra indicare che l’Ordine degli Avvocati (Law Society of England and Wales) possa ammettere ad un corso di formazione (CPE/GDL) laureati stranieri di cui esso riconosca la laurea. Cio’ eliminerebbe il bisogno di un LLM, ma comunque richiederebbe il corso CPE/GDL. Il laureato straniero deve chiedere alla Law Society di riconoscere la sua laurea e la Law Society puo’ accettare o meno.Una volta che la laurea sia accettata dalla Law Society of England and Wales, uno dovra` iscriversi al CPE/GDL e quindi potra` iniziare la pratica.

Anche in questo caso avverto che c’e’ una grande differenza tra cio’ che e’ legalmente fattibile e cio’ che davvero serve a dare un lavoro da avvocato. Quindi consultare anche in questo caso gli studi legali del legal500.