Molinette 2

La posizione del
Rettore e della Facolta` di Medicina contrari alle Molinette 2 a Collegno o
Grugliasco e` tutt`altro che assurda. E` evidente che finendo laggiu` sarebbero
troppo lontane da molti importanti istituti, dipartimenti e cliniche, ubicati
nel sud –est di Torino.

Questo non vuol
dire che che l’idea di distruggere quel poco di verde che ancora rimane ad
Italia 61 e dintorni per far posto al nuovo ospedale sia accettabile.

I Torinesi hanno
bisogno di un nuovo ospedale di punta, ma hanno anche bisogno di un ambiente
vivibile e non e` distruggendo quel poco che resta che lo si ottiene.Sarebbe forse
meglio cercare attorno al Lingotto, che e` li vicino, ad esempio nella zona
dell’ex Avio. Il nuovo ospedale sorgerebbe anche non lontano da un importante
stazione ferroviaria (Lingotto) e sarebbe facilmente accessibile da tutto il Piemonte.E il grattacielo
della Regione che dovrebbe finire su quella stessa area?
Quello puo’
finire senza problemi in tanti altri posti, ad esempio a Torino Stura o a
Collegno.

In ogni caso quel grattacielo dovrebbe nascere insieme ad alcuni altri grattacieli per formare
una zona di edifici alti destinati ad uffici.

Pro e contro Turigliatto e Rossi

I senatori  Franco  Turigliatto e Fernando Rossi si sono astenuti in
una votazione su di una risoluzione concernente la politica estera e la missione
italiana in Afganistan, di fatto votandole contro. Cio’ ha portato alle dimissioni del Presidente del Consiglio
ed alla crisi di governo.

La missione in
Afganistan ha senza dubbio poco senso. Non perche’ non si possa e debba fare
missioni militari all’estero, ma perche` questa missione in Afganistan manca di un progetto organico per poter vincere ( vedi
sul tema: Afganistan:
mission impossible
).  In questi
termini i voti di Franco  Turigliatto e Fernando
Rossi non sono stati cosi’ assurdi, anzi e’ assurdo che per vedere delle
opinioni di tanto buon senso ci si debba affidare a due senatori della sinistra
estrema, quando tanti padri di famiglia con un mutuo da pagare e tanta
moderazione pensano giustamente lo stesso.

Ma non e` tutto.
Quel voto al Senato non e` solo stato un conflitto tra quella parte della
sinistra, che ormai si affezionata alla poltrona ministeriale  e quella che sa che prende piu’ voti facendosi
vedere pura e dura. C’e` di piu’. Questo e` un conflitto tra etica dei valori
ed etica della responsabilita`.

L’etica dei
valori e` una morale secondo la quale la cosa piu’ giusta e’ non fare nessuna
azione contraria ai valori in cui si crede. Essa e` professata da molte persone
religiose o di estrema sinistra. “Il preservativo induce ad una riduzione del
significato del sesso, quindi mi  oppongo”
(visione di certi cattolici). “La Guerra in Afganistan e` male, quindi mi  oppongo” (visione di certa sinistra).

Contrapposta a
questa morale ce n’e` un’altra. Essa e` l’etica della responsabilita`: io sono
responsabile degli effetti delle mie azione fin dove ne posso prevedere le
conseguenze.

“L’assenza di preservativi fa aumentare la
diffusione di AIDS ed aborto, che sono mali piu’ grandi anche di una potenziale
visione sbagliata o mercificata  del
sesso, quindi  sostengo la diffusione del preservativo”.

“Se voto contro la missione in Afganistan,
Prodi va a casa e lo sostituisce Berlusconi, che quando ha potuto, non ha fatto
solo la guerra in Afganistan ma anche quella in Irak. Quindi voto a favore.”.

 La colpa di Franco
Turigliatto e Fernando Rossi non e`
quella di avere espresso dubbi (condivisibili) sulla guerra in Afganistan,  e` quella di essersi disinteressati delle
conseguenze della loro azione. Hanno forse seguito un’etica dei valori, non
certo un’etica della responsabilita`.

 Questo che
significa? Bisogna quindi accettare tutto? No. Bisogna pero’ rendersi conto che
i goal della bandiera, non servono a nessuno. Bisogna capire che finche’ non ci
daremo da fare per creare un nucleo di paesi europei con una politica estera e
di difesa comuni, tutte le nostre azioni in politica estera avranno ben poco
senso.

Fa specie che il
ministro italiano  piu’ popolare sia
quello degli esteri, Dalema, che tanto poco sta facendo per realizzare una
politica estera e di difesa comune, come sarebbe suo dovere.

La gente forse apprezza i suoi baffi.

Torino puo’ farcela

Torino puo’ farcela ad essere un posto che attrae invece di cacciare molti giovani capaci.

Torino puo’ farcela a divenire un luogo dove non c’e` troppa gente che guadagna salari bassi, perche’ la produttivita’ e’ bassa.

Torino puo’ farcela a divenire un posto dove c’e’ vera ed equa concorrenza e competizione, con la dovuta protezione dei piu’ deboli.

Torino puo’ farcela a divenire un posto dove davvero vengono date alle persone le opportunita` che si meritano, indipendentemente dal fatto che i loro genitori siano qualcuno o nessuno.

Torino puo’ farcela a dare meno importanza a settori decotti e ad aprirsi ai settori in crescita.

Torino puo’ farcela a divenire un posto dove i bambini nascono e crescono davvero e non solo nelle pubblicita’.

Torino puo’ farcela a  far si’ che l’immigrazione non sia una bomba ad orologeria, ma uno strumento di crescita.

Torino puo’ farcela ad avere un’aria che non sia fuori legge e causa di morte per troppe persone.

Torino puo’ farcela a rinunciare all’ assurda religione del parcheggio, iniziando a capire che affidare la circolazione urbana  principalmente all’ auto e` tipico delle metropoli del terzo mondo.

Torino puo’ farcela ad essere una destinazione turistica di prim’ordine dove anche ad agosto i baristi, i tassisti, gli albergatori  e le guide turistiche possano lavorare a pieno regime.

Torino puo’ farcela ad attirare non solo quelli che non hanno un altro posto in cui andare e sono disperati, ma anche quelli che possono scegliere tra molti posti diversi.

Torino puo’ farcela a diventare un posto dove si faccia piu’ sport e se ne parli di meno.

Torino puo’ farcela ad essere un luogo dove si produce ricerca avanzata come ai tempi di Lagrange e di Avogadro.

Torino puo’ farcela a diventare un posto dove tutti desiderano farsi curare.

Torino puo’ farcela ad essere un posto dove le case sono costruite con le tecnologie del terzo millennio e non con quelle di terz’ordine.

Torino puo’ farcela a contribuire ad un’Italia  dove la pubblica amministrazione e` una ricchezza e non un problema.

Torino puo’ farcela a divenire un posto che fa trend.

Torino puo’ farcela a contribuire ad un Europa pacifica ed in grado di difendere se’ ed i propri alleati.

Torino puo’ farcela` a divenire un esempio positivo da seguire in Italia ed all’estero.

Sentenze Brigatiste

Premessa: gli arrestati di questi giorni con l’accusa  appartenere alle nuove Brigate Rosse, di organizzare attentati e detenere armi hanno diritto alla presunzione di innocenza, finche` non dichiarati colpevoli dal giudice.

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Se peraltro  in giro ci fosse qualcuno che ritenga il professor Ichino   colpevole perche’ vorrebbe istituire un’agenzia per misurare la produttivita` dei pubblici dipendenti e degno di gambizzazione o di morte

S A P P I A

che sono colpevole anche io.
Trovo l’idea di misurare la produttivita’ dei pubblici dipendenti ottima. Perche’ essa permetterebbe
di premiare chi davvero lavora al servizio della collettivita` e di cacciare chi ruba i soldi ai lavoratori che pagano le tasse.
Chi vuole difendere la spesa pubblica, vuole che essa sia efficiente e produttiva.
Chi non vuole che si misuri la produttivita` dei pubblici dipendenti, lascia il campo libero a coloro che dicono che tasse e spesa pubblica sono solo uno spreco. Cio’ che io non credo.

Non e` il livello della pressione fiscale cio’ che fa la differenza

Il Governatore
della Banca d’Italia al Forex ha
affermato che in Italia il livello delle tasse e’ alto ed andrebbe ridotto.
Facendo cio’ si e’ messo in un campo strettamente politico. Le tasse sono
un’indicatore della presenza dello stato negli affari economici di un paese. A
qualcuno piace una grande presenza dello stato nell’economia ed a qualcun altro
no.

Non esistono pero’
ragioni teoriche per prediligere l’una o l’altra soluzione. La spesa pubblica
va in servizi (esercito, polizia, sanita’, istruzione, trasporti, ecc.) e
trasferimenti.  I trasferimenti non
aumentano e non diminuiscono la dimensione totale del prodotto. Si limitano a
trasferire reddito da Tizio a Caio.

Per quanto
riguarda i servizi, la loro dimensione ottimale dipende dalla produttivita`
della macchina pubblica. Se la macchina pubblica e` meno efficiente del settore
privato, allora darle delle risorse, sottraendole al privato, vuol dire ridurre
l’efficienza del sistema. Se la macchina pubblica e’ piu’ efficiente del
settore privato, spostare delle risorse dall’uno all’altro settore, vuol dire
aumentare la produttivita’ totale della nazione.

Oggi e` vero che
le nostre amministrazioni pubbliche hanno una bassa produttivita`, ma cio’ non
e` una necessita’ assoluta, tipo la forza di gravita’, e` il risultato di tanta
cattiva politica, non interessata ad una pubblica amministrazione forte ed
autonoma e non desiderosa e capace di controllare la produttivita` dei pubblici
dipendenti.

Allo stesso tempo e` vero che il nostro
settore privato ha fatto e spesso  sta
ancora facendo delle scelte miopi: si concentra su imprese troppo piccole, non
accede al mercato dei capitali, non accede al mercato dei managers e pone la
famiglia davanti a tutto, anche quando non e’ il caso; e` tecnologicamente
arretrato e non e` predisposto ad assorbire piu’ tecnologia ne’ a fare ricerca e
sviluppo. Se ci si affida semplicemente alle scelte di questo settore privato, non si va lontano. I fatti mostrano che il risultato e` un concentrarsi su
settori in declino ed una progressiva perdita di quote di mercato a livello
mondiale. Perdiamo quote non solo nei beni, si pensi alle calzature ed
all’abbigliamento, ma anche nei servizi si veda ad esempio il turismo.

In Italia sono problematici sia il settore
pubblico che quello privato. Pensare che lasciare piu’ risorse al settore
privato possa risolvere i problemi del paese e` un illusione.

 

Il verde se ne va e le rottamazioni non servono

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
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Buongiorno sig. Gustavo le esprimo il mio
punto di vista in merito a
quanto da lei espresso in merito
alle ultime norme in materia di
circolazione del comune di Torino.


Chiamo in causa gli amministratori
locali che permettono per interesse
o, peggio ancora, per disinteresse,
l’avanzamento e la sostituzione
delle aree verdi ancora esistenti
con costruzioni in cemento.  Mi
riferisco alla cementazione della
prima cintura di Rivoli, Rosta, Moncalieri.
Le manifestazioni di entropia climatica
colpiscono in modo più o meno
incisivo le sensibilità degli individui.
Chi più, chi meno,  ha un
sussulto dettato dall’istinto di
conservazione o un senso di spaurimento
dettato dal verificarsi di previsioni,
forse veritiere, di esperti che da
un decennio hanno generato la stesura
di protocolli tanto blasonati
quanto distanti dalla vita comune degli abitanti.
In seguito a tali eventi il senso di
sbigottimento aumenta quando si è
costretti a sottostare a normative
‘eco-incentivanti’.
Io risiedo nella prima cintura di
Torino e da 10 anni ad oggi noto ciò
che mai si era verificato nei 30 anni
precedenti. Tutte le regole di
concessione edilizia, di concessione
delle licenze commerciali, di
costruzione di strade e infrastrutture
sono sparite. Non modificate. Sparite.
La liberalizzazione è deleteria perché
è un’alibi per non legiferare e
quindi impoverire il livello di regole
sociali e della cosa comune. I
criteri in base ai quali era concessa una
licenza erano dettati da
ponderazioni di merito, effettuate
con cognizione di causa ed effetto.
Oggi  gli amministratori locali
sono i primi a permettere la
devastazione delle aree verdi ancora esistenti
tramite concessioni edilizie. Zone
della prima cintura torinese che sono
considerate più vivibili rispetto
ad altre proprio per la assenza di cemento.
Tutto ciò si aggrava se si considera che
le normative che verranno
introdotte in materia di limitazioni alla
circolazione si riferiscono solo
ad auto considerate ‘inquinanti’ . Non esiste
un’auto a combustibile meno
inquinante di un’altra auto a combustione.
Il motivo di questa  affermazione è lampante:
basta considerare che rottamando un’auto
dichiarata  ‘inquinante’ si crea un
inquinamento diverso, in discarica, ma che è pur
sempre un inquinamento. Quest’ultimo è sicuramente
superiore alla differenza di inquinamento
tra una auto ‘euro 5-6-7’ e una ‘euro 1’.
Inoltre per produrre una auto ‘euro 5-6-7’
si inquina comunque .
Questo tipo di provvedimenti hanno un unico
effetto: istigare alla
disobbedienza civile, che di fatto sarebbe
solo una recriminazione di buon
senso.
Non si può gridare al disastro collettivo
se non si parte dalle
politiche locali  e quindi dall’uso del
buon senso anche in delega a dettami
normativi di gerarchia superiore se questi
non rispecchiano la verità
espressa del volere collettivo.
Saluti

Lettera Firmata

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Certamente cio' che succede in campo urbanistico
va spesso
nella direzione sbagliata.
Si costruisce molto e male.
C'era un'alleanza tra
amministratori
pubblici deboli o in mala fede,

palazzinari con forti legami con
la politica, agenzie
immobiliari
con pochi scrupoli e banche ansiose di

dare mutui, pur di investire in qualche
modo il denaro.

In una citta` che perde abitanti
negli ultimi anni i metri cubi residenziali sono  cresciuti

del 15%. Il tutto nel contesto di un paese
dove il mercato dei
capitali e' piccolo,
debole, con poche regole e dominato
da quattro
droganti.
L'innovazione tecnologica e' poca e
pochi sono  i veri imprenditori-innovatori.
Quei pochi che ci sono spesso vanno a cercare fortuna
all'estero.
In queste condizioni tanti italiani vedono
nel mattone
l'unica salvezza dei loro risparmi
e l'effetto e' una
  cementificazione
selvaggia di  Torino  e cintura. Nascono i
"parchi",
come in corso Mediterraneo, ed altro non sono

che insiemi di casermoni.

Per quanto riguarda le rottamazioni,
credo anch'io che siano
un palliativo
modesto, ma non credo, come lei invece crede,
che esse siano un rimedio peggiore del male.

Che le macchine moderne inquinino meno
delle vecchie e` spesso vero.
Inoltre
ora i produttori sono tenuti
ad organizzare, a loro spese, lo smontaggio
ed
il riciclaggio delle macchine da loro
costruite, quando
queste raggiungono il fine corsa.
Quindi, non credo che si
possa dire che
esse vanno in discarica. Questo succede solo a volte

per macchina molto vecchie.

 Quando parlando di rottamazioni dico
"palliativo
modesto" mi riferisco
al fatto che
bisognerebbe
invece puntare molto piu' massicciamente
sul
trasporto pubblico, tassando fortemente
l'uso dell'auto in citta'.
Si puo'
permetterne l'uso a chi ne ha
davvero bisogno ed e' disposto
a comprare
un "diritto ad inquinare".
I proventi di questa
vendita devono poi
essere usati dall'amministrazione
pubblica
  per comprare autobus non inquinanti.
A Londra e` stato fatto ed ha
dato ottimi risultati.

Cordiali Saluti,

GR

Evitiamo la strage

Per ogni 10 microgrammi per metro cubo in piu’ di particolato  si registra nei malati di cuore, un aumento del rischio di infarto pari al 4,5 per cento. *  E a Torino di malati di cuore ce ne sono tanti… 
Tenuto conto degli alti livelli  di inquinanti presenti a Torino, ogni giorno assistiamo ad una strage.
Persone, che potevano vivere, muoiono.  Le ammazziamo noi e chi ci rappresenta.
Cio’, perche’  poco si fa per ridurre la presenza di inquinanti nell’aria.
La scelta di eliminare dalla circolazione le macchine piu’ inquinanti e’ obbligata, per quanto possa essere dolorosa per tanta gente, che non potra’ piu’ usare la propria auto in certe zone ed orari.
L’alternativa pero’ e quella di permettere un’inutile strage.

L’assurdita’ del provvedimento e’ semmai un ‘altra. Esso segue, e` contemporaneo e, purtroppo, precede milioni di euro di investimenti per costruire parcheggi, strade, raccordi e sottopassi.
E` chiara l’idiozia di una politica che da un lato favorisce la circolazione in auto e dall’altro la proibisce.
Infine non possiamo dimenticarci del modo dissennato in cui sono state costruite molte delle nuove case  a Torino, con nessuna attenzione alla loro capacita` di non inquinare. Una negligenza grave.

L’amministrazione comunale di Chiamparino, in campo ambientale, ha un curriculum  sporco come i nostri polmoni. Ora che fa qualcosa nella giusta direzione, mettendo fuori di circolazione le auto piu’ inquinanti, bisogna appoggiarla .

Gustavo Rinaldi
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*Fonte: rivista "Circulation" citata da Il Corriere della Sera del 26 Novembre 2006, p.55.

Per gli effetti degli altri inquinanti si veda:
L’IMPATTO DELL’INQUINAMENTO
        ATMOSFERICO SULLA SALUTE DELL’UOMO

Rumeni slavi?

Il giornalista Andrea Rossi su La Stampa di oggi cosi’ racconta un’aggressione:

"Accelera, s’infila svelto nel portone, ma gli
inseguitori lo raggiungono e lo spingono dentro l’androne del palazzo.
Due braccia lo placcano da dietro, altre due cominciano a pestarlo.
Calci, pugni, schiaffi. Sono slavi, forse romeni: Busatto se ne accorge
sentendoli parlare."

I Rumeni non sono slavi, sono latini.  Forse  Rossi voleva dire che gli aggressori  sono dell’Europa centro-orientale. Benissimo. Si ricordi solo che in quella parte d’Europa ci sono vari popoli (Ungheresi, Rumeni, Moldavi, Albanesi e Baltici) che slavi non sono.  Forse non ci fa tanto piacere dire che dei latini,  sono dei delinquenti, perche’ anche noi apparteniamo a quel gruppo. Ma questa e` un’altra storia.