Ora il nuovo Presidente del Piemonte Cota dovra' mostrare un pizzico di gratitudine e ringraziare il suo grande elettore Beppe Grillo, il vero Nader italiano. Nader, per chi non se lo ricordasse, e` colui che nel 2001, pur di non fare eleggere Al Gore come presidente, regalo' agli USA la grande presidenza di George W. Bush, con la sua saggia politica economico finanziaria, la sua spiccata sensibilita' ambientale, la sua capacita' internazionale, il suo profondo rispetto per i diritti umani e sopratutto la sua innata intelligenza.
Parcheggi deserti: il fallimento di un’utopia piccola, piccola.
Circa venti anni
fa inizio` la massiccia costruzione di parcheggi in varie parti di Torino.
Si sosteneva che il traffico non fosse scorrevole e l’inquinamento fosse tanto perche' il 30%
delle macchine in circolazione erano in cerca di un parcheggio. Creando i parcheggi si
sarebbe quindi potuto ridurre del 30% le macchine in in circolazione, l’inquinamento ed i
tempi di percorrenza.
Non si teneva in
molta in considerazione due elementi:
- per ogni macchina in circolazione ce
n’era almeno un’altra che veniva tenuta in garage a causa della lentezza della
circolazione automobilistica. - C’era richiesta di parcheggi, ma non sempre c’era una
vera domanda pagante. I parcheggi erano si’ desiderati da molti, ma gratis,
quasi si trattasse di un bene con forte ricadute positive (“esternalita`” e` il
termine tecnico) su chi non li utilizza, un po’ come i mezzi pubblici,
l’istruzione o la sanita` pubblica. Si trattava di un’utopia piccola,
piccola. “Io non solo ho diritto a muovermi in auto, ma ho anche diritto a
trovare un parcheggio, gratis”. Varie carriere politiche sono state costruite
su un assunto del genere. Praticamente quando io vado in macchina, lo faccio per fare un favore a te.Si trattava di una specie di 68 in salsa automobilistica.
Su questa base,
parecchi alberi sono stati abbattuti (si pensi a Piazzale Valdo Fusi) ed i parcheggi sono stati costruiti,
spesso con notevoli oneri a carico della collettivita`.
Peccato che
almeno in parte questi soldi andrebbero ricuperati, ed un comune gia` ampiamente
indebitato non si possa permettere di non ricuperarli. Ecco cosi’ che i
parcheggi hanno un prezzo, che, spesso gli automobilisti non sono disposti a
pagare.
Sono pochi i
politici ad uscire bene da questa vicenda; non ricordo di avere mai sentito il
principale raggruppamento di opposizione chiedere meno parcheggi, al contrario.
Il parcheggio deve esserci, ma gratis. Come dicevano alcuni vati del 68:
“Vogliamo tutto e subito”.
Il parcheggio lo
hanno avuto ed e` vuoto.
Gustavo Rinaldi
Arabi e Musulmani
Nelle nostre conversazioni e nei media e' frequente trovare i due termini, arabo e musulmano, usati quasi fossero sinonimi.
Energia dal Sahara
Vi segnalo questo articolo che mi sembra molto importante:
http://www.guardian.co.uk/business/2009/nov/01/solar-power-sahara-europe-desertec#
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Un lettore scrive:
carissimo,
Ho letto con interesse ed ho avuto impressione dalla cartina che puntualizza il progetto.
Osservo l'ulteriore dipendenza da Paesi instabili e conflittuali; ancorchè si tratti del solo 15% ( che al 15% si possa arrivare con il risparmio intelligente non centra nulla).
io resto dell'idea che l'energia più pulita sia la nucleare; se solo si fossero investiti nella ricerca avanzata tutte le risorse che si sono destinate alle guerre che il bisogno di energia ha già bruciato e continuerà a distruggere; considerando a valore zero il sottoprodotto delle guerre: le tragedie umane e ambientali – ci siamo dimenticati dei prozzi incendiati in Arabia?
Ma queste sono le mie idee che esprimo a Te perchè ti so aperto al pensiero altrui.
cari saluti a tutti.
Lettera Firmata
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Risposta:
Carissimo,
Io credo che la parte piu' interessante di quel progetto riguarda la riva nord del mediterraneo, sud Italia, Isole e Andalusia in testa. Certo anche la riva sud va considerata, con intelligenza.
Hai paura dello speciale comportamento di Geddafi?
Come fa a comportarsi male se un bel pezzetto del suo patrimonio e` in azioni Unicredit?
Ci blocca la linea elettrica dal deserto alla Sicilia? Gli congeliamo le azioni Unicredit.
Meccanismi del genere vanno moltiplicati con tutti i paesi coinvolti.
Non vanno pagati in denaro ma con mix che includano opere pubbliche, titoli azionari e titoli di stato.
La teoria economica ci insegna che quando il rischio e` ben distribuito nessuno ha interesse a sgarrare. Bisogna evitare le asimmetrie, tutto li'.
Anch'io sono convinto che il nucleare sia una fonte di energia interessante, perche' non produce CO2.
Come tu sai oggi nelle economie avanzate esso copre quote importanti del fabbisogno (14% del fabbisogno elettrico mondiale, 19% negli USA e 78% in Francia, e 2.1% del totale energetico mondiale). Questo rispecchia scelte prese 50, 30 talvolta 20 anni fa. Se invece studiamo la tendenza dobbiamo osservare che oggi in Europa e negli USA si sta investendo assai poco. Vedi questa immagine per farti un'idea dei tassi di crescita negli ultimi anni. La curva di crescita sta diventando piatta.
"The World Nuclear Industry Status Report 2009 states that "even if Finland and France each builds a reactor or two, China goes for an additional 20 plants and Japan, Korea or Eastern Europe add a few units, the overall worldwide trend will most likely be downwards over the next two decades".[42" Nel giro di vent'anni la produzione totale dovrebbe diminuire, se si guarda ai progetti al telaio.
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Si riduce la liberta’?
Un lettore ci segnala:
Con la fiducia al Senato sul Ddl 733 B, la maggioranza che sostiene il
Governo Berlusconi, ha volutamente cancellato una norma che garantiva al
cittadino di tutelarsi nei casi di sopruso perpetrato da autorità pubbliche. E’
stato abrogato infatti l’art. 4 del decreto legislativo luogotenenziale n. 288 /
1944 che prevedeva che i cittadini sono esenti da sanzioni «quando il
pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio o pubblico impiegato»
abbia causato la reazione dei cittadini «eccedendo con atti arbitrari i limiti
delle sue attribuzioni».
Nel codice penale, infatti, alcuni
articoli puniscono la resistenza, violenza e minaccia a pubblico ufficiale con
pene che possono arrivare fino a 5 anni di carcere, ma l’articolo 4 del decreto
legislativo luogotenenziale n. 288 / 1944 concedeva un’eccezione al cittadino che
si fosse trovato nelle condizioni di doversi difendere da eventuali abusi da
parte di pubblico ufficiale, dandogli la possibilità di difendersi senza per questo
incorrere in sanzioni.
Una norma tutt’altro che desueta, e anzi
applicata spessissimo.
In pratica, adesso il pubblico ufficiale
potrà “eccedere con atti arbitrari i limiti delle sue attribuzioni” ed il
cittadino vittima di ciò non potrà più difendersi, pena finire in galera.
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Commento: cercheremo di vederci chiaro.
Se e` vero quanto scrive il lettore, fa molta impressione che si cancelli una norma creata agli albori della democrazia italiana, quando si cercava di porre rimedio ai danni creati negli anni precedenti.
GR
Terremoto: la scelta
Michelle Obama ha
pianto e Angela Merkel ha promesso che dara` una mano ad Onna. Carla Bruni
Sarkozi ha detto che gli aquilani son tosti e Clooney ha addirittura promesso
di girare un film. Tutte ottime cose.
Tutte queste
lodevoli iniziative vanno messe in relazione con i bisogni dei terremotati che
sembrano pero’ di gran lunga piu’ grandi.
I bisogni dei
terremotati sembrano essere quello di vivere presto in case solide econfortevoli,
quello di poter riprendere a lavorare e quello di non perdere il senso di
identita` e di comunita`.
In parte questi
obiettivi possono essere in conflitto tra loro.
Se si da la
priorita` alla rapida costruzione di case confortevoli, probabilmente si deve
investire massicciamente sulla costruzione di nuove aree residenziali al di
fuori dalle vecchie citta`. Cio’ puo’ condurre con relativa velocita`
all’edificazione di vere e proprie case dotate di isolamento termico e dei
principali comforts cui siamo tutti abituati.Questa scelta ha come
controindicazione che, dovendo investire massicciamente per la costruzione di
queste case, sara’ poi difficile spendere anche per la ristrutturazione dei
vecchi edifici.In certi casi i vecchi edifici erano delle semplici palazzine
fatte dal locale geometra, ma in molti altri casi si tratta dei vecchi centri
storici di cittadine e paesi.
Praticamente per
avere presto delle vere e proprie case, probabilmente si deve condannare le
vecchie alla malora, forse un po’ come e` successo a Salemi, in Sicilia. La
malora delle vecchie case significa una perdita di patrimonio paesaggistico, la
distruzione di numerose zone agricole e forestali per l’edificazione delle
nuove case e, piu’ grave, l’indebolimento del senso di comunita` e la perdita`
d’identita` da parte di numerose persone. A cio’ si aggiunga che in aree dove
il turismo e` una risorsa attuale o potenziale abbandonare al loro destino i
centri storici significa indebolire di molto l’attrattivita` del territorio e
quindi indebolire la possibilita` di rilanciare quella parte dell’economia
locale che dal turismo dipende.
Qualcuno mi fara`
notare che restaurare le vecchie case significa tempi molto piu’ lunghi ed
implica la necessita` di sistemare le persone in baracche e case temporanee e
la rinuncia alle nuove case antisismiche. Mentre devo accettare la prima
critica (restaurare le vecchie case significa vivere piu’ scomodamente per un
periodo piu’ lungo) posso tranquillamente respingere la seconda. Oggi e`
infatti possibile restaurare vecchie case rendendole antisismiche.
Si tratta di
scegliere tra la ricostruzione dei centri storici ed una rapida sistemazione in
vere case.
Volete voi case
tra sei mesi o baracche ora e centri storici ricostruiti entro un anno e mezzo
o due?
Io credo che gli
unici che hanno il diritto di scegliere siano gli interessati. In uno stato
liberale la scelta sarebbe demandata alle comunita` locali, ai comuni.
Sembra che
cosi’non sia stato, sembra che il governo abbia deciso al posto degli
interessati.
Concludo con un
racconto.
Anni fa in
Kazakistan incontrai un russo che era stato tra i primi colonozzatori sovietici
sulle isole Curili appena sottratte al
Giappone alla fine della seconda guerra mondiale. I sovietici comunicarono ai
residenti giapponesi che avrebbero avuto poche ore per andarsene. Dovevano abbandonare
la terra in cui erano nati, le loro case ed ogni loro avere. Magnanimamente le
autorita` sovietiche permettevano loro di portarsi via qualcosa come venti
chilo di bagaglio. I Russi la’ presenti, e tra loro il mio conoscente, furono
stupiti dal vedere che tutte le famiglie giapponesi avevano scelto di portare
con loro pochi vestiti, monili e cibo, ma tutte, avevano scelto di portar via
le urne con le ceneri degli antenati. Vennero poi a sapere che quando l’armata
rossa consegno’ gli espulsi all’esercito americano, quest’ultimo aveva imposto
regole ancor piu’ strette, riducendo i chili di bagaglio che ogni profugo
poteva portare con se’. I profughi giapponesi dalle Curili, abbandonarono
vestiti, cibo e monili e tennero con loro soltanto le urne delle ceneri degli
antenati.
Il russo mi
spiego’: sapevano che cibo, vestiti e monili son tutte cose che si possono
comperare; le ceneri degli antenati, pero’, rappresentavano la loro identita`,
e quella sul mercato non si trova.
Droga: cosi’ non si puo’ continuare.
A fronte di un
impegno delle forze dell’ordine piu’ che encomiabile, non possiamo non valutare
la lotta alla droga con gli strumenti piu’ semplici ed efficaci a nostra
disposizione: i prezzi e le quantita` consumate.
Il prezzo del
“fumo” (hashish) e’ piu’ o meno rimasto invariato negli ultimi 30 anni, quasi
che tutti gli sforzi fatti non siano serviti a nulla. Peggio e` andato per l’eroina
con prezzi tendenzialmente al ribasso. La vera disfatta della lotta alla droga pero’
si misura sul fronte della cocaina: prezzi in tracollo e diffusione del prodotto in larghe fasce
della popolazione (in alcune aree urbane come Londra e Torino 5% di essa probabilmente
ne fa consumo).
Questa e’ la
cronaca di un fallimento. E` la Caporetto degli stati di fronte alle droghe.
E` difficile
immaginare come si potessero ottenere risultati peggiori.
Non
confondiamoci: questo fallimento appartiene a quase tutte le forze politiche,
perche` quasi tutte hanno condiviso le strategie finora attuate. Metterlo solo
sul conto del governo, dei governi, che governano oggi sarebbe ingiusto e
fazioso.
Ovviamente qualunque
politico che accetti la responsabilita’
per le prevedibili conseguenze delle sue scelte non puo’ essere fiero di questi
risultati.
La droga e`
libera: a Torino, in Italia, negli USA, in gran parte (sostanzialmente tutto)
il mondo occidentale, quello su cui abbiamo dati piu’ attendibili. Spesso e`
piu’ facile trovare un rivenditore di polvere bianca che una latteria aperta.
Andare avanti con
questa strategia significa semplicemente essere disinteressati al destino dei
tanti individui e delle tante comunita` che oggi vivono sommersi dalla droga.
Continuare sulla
strada percorsa fino ad ora difendendosi con il paraventodella fedelta` a
principi astratti, significa semplicemente ignorare il grido di dolore che
viene da tante famiglie e quartieri.
Non possiamo
continuare a nasconderci dietro affermazioni inutili quanto lapalissiane, quali
“drogarsi e` illecito”, mentre la droga continua tranquillamente a fluire a
fiumi, distruggendo la vita di tante persone. Comportamenti violenti ed
“inspiegabili”, “strani” incidenti stradali con conseguenze mortali, violenze
efferate effettuate sotto l’influenza di stupefacenti, distorsione del mercato
del lavoro dove chi lavora onestamente e` surclassato da chi vive di spaccio,
ricchezze improvvise ed inspiegabili, enorme potere economico della
criminalita’: questi sono alcuni degli effetti dell’onda di droga che ci
sommerge.
Non sappiamo se
strategie alternative possano funzionare, sappiamo che la strategia attuata
finora e` un fallimento totale.
Tutti gli uomini
di buona volonta` devono seriamente pensare a qualche forte cambiamento di
rotta. Una possibile strategia da considerare e` quella di passare dall’attuale
regime dove la droga e` di fatto libera per strada a quello in cui la vendita
della droga venga regolamentata.
E` sciocco
parlare di liberalizzazione, perche` e` difficile immaginare un sistema in cui
la droga sia piu’ libera di quanto lo e` oggi. Forse possiamo passare da un
sistema in cui la droga e` venduta liberamente e senza regole ad un sistema in
cui la vendita di droga sia soggetta ad alcune regole. L’unica cosa che non si
puo’ fare e` far finta di nulla e dimenticarsi delle migliaia di persone che
stiamo quotidianamente abbandonando al loro destino.
Gustavo Rinaldi
Gradita sorpresa
Mercoledi' 3 giugno. Fine dell'autostrada Savona- Torino. Tutti in coda per rientrare a lavorare. Tutti preoccupati per il ritardo che si accumula e per il capo al lavoro che inizia a spazientirsi, i clienti che non ti trovano, gli appuntamenti mancati.
Sulla destra esiste una corsia vuota che pero' dopo 500 metri confluira' nella corsia in cui ci troviamo ora.
Grande e' la tentazione di trasferirsi li' per poi andare a chiedere, 500 metri dopo, a quelli, che ora sono davanti a noi, di farci rientrare nella corsia da cui proveniamo, dopo aver opportunamente tagliato la coda. Cosa lecita, ma disdicevole. Tanti lo fanno.
Ancora piu' a destra la corsia d'emergenza, assolutamente vuota. Quella non finisce dopo 500 metri, arriva ben oltre. Qualche tentazione ci viene. C'e` gente che mi aspetta la'. Io svolgo un servizio per il pubblico e fare aspettare la gente non e' giusto… Poi ci penso e dico no. Le leggi sono quelle che mi han permesso di arrivare fino a qui sano e salvo, perche' ora buttarle a mare?
Alcuni non hanno gli stessi scrupoli e si lanciano sulla corsia di emergenza. E` in piccolo quello che vediamo tutti i giorni in mille settori. Parecchi acquisiscono vantaggi e si fanno strada grazie al fatto che gli altri rispettino le leggi e loro no. Si', se gli altri facessero come loro e non rispettassero le leggi, il loro vantaggio sparirebbe. E` un po' fastidioso vederli passare indifferenti al destino di chi pazientemente resta in coda sotto il sole, ormai caldo, magari con dei bambini piccoli o degli anziani a bordo. Ma e` la vita oggi, in Italia.
Dietro la curva la Polizia Stradale aveva occupato la corsia di emergenza, aspettava e bloccava gli abusivi, notificando loro gli opportuni verbali di multa.
Talvolta la legge non solo esiste, ma e` anche applicata.
Gustavo Rinaldi
Noi senza rappresentanza in Europa
In questa campagna elettorale non si trattano i seguenti argomenti:
- come l'Europa dovra' proteggere i nostri risparmi?
- si dovra' o no permettere una maggiore concorrenza nel settore dei servizi?
- che tipo di relazioni dovremo stabilire con i paesi vicini all'Unione Europea e con quelli da cui provengono gli immigrati in Italia?
- in che modo si deve proteggere l'ambiente?
- che diritti e doveri e` giusto dare ai lavoratori?
- e` giusto che i paesi piu' forti diano aiuti alle loro industrie fino a portare alla bancarotta le aziende dei paesi piu' deboli?
- e` giusto finanziare aziende agricole grandi e forti anche quando si limitano a perseguire i loro obiettivi d'impresa?
- che diritti dobbiamo avere come consumatori?
- come debbono essere dati i finanziamenti alla ricerca?
- come devono essere costruite le nostre case, un po' piu' care con piccole bollette o piu' economiche con grandi bollette?
- come devono essere organizzati i trasporti?
- ci vuole un nuovo protocollo di Kyoto o il cambio climatico e' una favola?
- e' giusto fermare la pesca dei merluzzi o e` meglio continuare a pescali sapendo che presto non ce ne saranno piu'?
- i bambini, che non trovano genitori adottivi eterosessuali idonei, e' meglio metterli in orfanatrofi e comunita` o farli adottare da idonee copie omosessuali?
- quando e` giusto vietare la formazione di mega gruppi industriali europei?
- gli europei devono pensare alla loro difesa o e' bene lasciare fare gli USA, salvo poi fare le marce di protesta per dire che fan male?
- che senso ha avere 27 ambasciatori diversi in quasi ogni capitale del mondo, quando uno solo costerebbe meno e conterebbe di piu'?
Qualcuno alla fine decidera', ma noi non ci saremo. Chi verra' eletto avra' un voto.
Non avendoci detto cosa ne pensa su questi temi, fara' come vuole.
Noi ci lamenteremo del destino cinico e baro.
Gustavo Rinaldi
Dove buttare l’olio della frittura
Ho ricevuto da un amico questo messaggio e dopo qualche verifica ritengo sia bene diffonderlo ulteriormente
Sapete dove buttare l'olio della
padella dopo una frittura fatta in casa?
Sebbene non si facciano molte fritture,
quando le facciamo, siamo soliti buttare l'olio usato nel lavandino della
cucina
o in qualche scarico, vero ?
Questo è uno dei maggiori errori che
possiamo commettere.
Perché lo facciamo?
Semplicemente perché non c'è nessuno che ci spieghi come
farlo in forma adeguata.
Il meglio che possiamo fare è ASPETTARE CHE SI RAFFREDDI e
collocare
l'olio usato in bottiglie di plastica,
o barattoli di vetro, chiuderli e metterli nella spazzatura.
UN LITRO DI OLIO rende non potabile CIRCA UN MILIONE DI LITRI
D'ACQUA, quantità sufficiente
per il consumo di acqua di una persona
per 14 anni.