Piu` chiarezza con i biglietti

Riceviamo e volentieri publichiamo:
-------------------------------------------
Oggi ho comprato l'abbonamento mensile personale GTT.
Ieri lo avevo cercato, ma il mio giornalaio aveva
solo quelli vecchi (considera che dal 4 febbraio
sarà attiva la metro), che non danno accesso alla
metropolitana. Ci ho quasi litigato perché lui ha
detto che quelli del GTT gli avevano imposto di
vendere prima i vecchi tagliandi e poi di vendere
i nuovi (compresi i mensili). Ti risparmio il
senso di fregatura che questo episodio mi aveva lasciato.
Oggi la mia ragazza va da un giornalaio 500 metri
più in là e si verifica la stessa scena, solo che
la giornalaia in questo caso se ne frega dei
dettami della GTT e le vende il nuovo mensile personale.
Finito qua? No. Il nuovo tagliando ha una banda
magnetica, e davanti delle immagine della città,
ma manca il prezzo... che PER ORA è quello dei
vecchi tagliandi. Non dovrebbe essere
obbligatorio che su ogni tagliando di viaggio in Italia ci sia il
prezzo?
Alessandro

La vittoria di Hamas

L’ex presidente americano
Jmmy Carter ha commentato: “Sono abbastanza vecchio per ricordarmi del tempo
in cui l’Hotel King David di Gerusalemme saltava per aria e piu’ di 90 persone
morivano per causa di una bomba messa dall’organizzazione di  Menachem Begin.

Le persone
cambiano ed anni dopo fui lieto di sedermi al tavolo della pace con lo stesso
Begin.
Da Hamas possiamo aspettarci un cambiamento simile. Oggi le loro
affermazioni sono inaccettabili, magari domani potremo sederci a trattare con
loro”

King_david_hotel_bombing

Le piazze sono preziose


Le piazze sono una delle caratteristiche forti dell’ Italia. Addirittura in Inghilterra le persone  piu’ istruite conoscono  la  parola  "piazza"  e considerano le nostre piazze qualcosa di speciale, un segno distintivo dell’ Italia.

Dscn0284_2

Dobbiamo difenderle,  cosi’ come dobbiamo difendere gli spazi aperti ancora esistenti nelle citta’.
Lo spazio e’ un valore, non a caso le persone piu’ ricche spesso finiscono col comprarsi case con giardino ed ampie terrazze. I poveri normalmente devono accontentarsi di piccoli spazi.
Purtroppo a volte le piazze vengono attaccate, in certe amministrazioni sembra che ci sia una specie di aristotelico o medievale "horror vacui". Ogni spazio, secondo loro, va riempito, con un edificio, con un gazebo, un tendone, un cioccolatino, una baita, un palcoscenico o qualcos’altro ancora.
Se qualche turista verra’ per le olimpiadi, non potra’ vedere Piazza Solferino, Piazza Castello, Piazza Vittorio… Che idea si potra’ fare di Torino?
Io credo che le piazze siano un valore.

Banche: che farne?

Cosa bisogna
chiedere alle banche nate sul nostro territorio e delle quali siamo, in qualche modo, azionisti?

Esse sono in parte di proprieta’
di fondazioni caritative come la Fondazione CRT o la Compagnia di San Paolo e
queste fondazioni hanno legami con
i poteri locali che ci rappresentano.
Forse e’ davvero
giusto riflettere su quali sono le nostre priorita’ e quali dovrebbero essere
le priorita’ delle fondazioni bancarie torinesi, nelle scelte sui destini delle banche.

 Tutte le banche
dovrebbero essere efficienti e costare poco. Questa pero’ e` una
(importante) caratteristica  che dovrebbe avere
qualunque banca, indipendentemente da dove abbia la sua sede centrale, sia essa a
Torino , a Padova o a Madrid.

 Si puo’ pensare
ad esempio che le banche debbano intervenire in ogni modo possible per sostenere
l’economia locale, sostenendo aziende in crisi e grandi progetti che si realizzano su lterritorio, come ad esempio le
olimpiadi.
Si puo’ pensare
che le banche debbano evitare in ogni modo di ridurre il numero dei loro
dipendenti. Queste azioni portano certamente molti vantaggi nel breve termine,
ma possono esporre le banche a troppi costi, riducendone la loro
profittabilita’, l’attenzione verso la crescita e possono compromettere nel lungo periodo la sopravvivenza e l’indipendenza delle banche stesse.

 Si puo’ chiedere
alle banche di fare profitti in proprio o tramite dei buoni matrimoni con altre banche. Una banca nata a Torino puo’ unirsi con banche
di altre regioni, cosi’ come e’ successo per la Banca CRT, confluita
nell’Unicredit. Cio’ potra’ condurre alla creazione di una banca probabilmente solida
e capace di fare profitti. La fondazione torinese, che resta azionista, puo’
incassare degli utili, poi spendibili in varie iniziative sociali e culturali.
Il cuore della banca pero’ va a battere altrove. La
citta’ e la regione restano sedi di sportelli, ma i servizi bancari piu’
complessi ed i servizi (informatici, giuridici, di consulenza, di studi
economici e quantitativi, le attivita’ formative, ecc.) ad essi collegati vengono via via  spostati altrove. Si perdono cosi’ opportunita` di lavoro qualificato.

Infine si puo’
chiedere ad una banca locale che faccia di tutto per divenire un protagonista
europeo e mondiale. Si puo’ chiederle che acquisisca le dimensioni, le risorse
manageriali ed organizzative per divenire un protagonista europeo e magari
mondiale nel campo del credito e della finanza. Perche’?
In questo
modo una banca locale non solo puo’ garantirsi la
sopravvivenza  nel medio-lungo periodo,
ma anche puo’ mantenere a Torino una sostanziale quantita’ e qualita’ di
attivita’ finanziarie di livello superiore.

Il settore
bancario non e’ un settore “nuovo”, ma non e` neanche un settore condannato a prossima
morte, come le manifatture ad uso intensivo di mano d`opera. Il settore bancario e’ uno di quei settori dove una partita, giocata
bene, puo’ anche portare dei risultati.

Il Sanpaolo IMI
non ha ancora sostanzialmente deciso cosa fara’ da grande. Se non riuscira’ al
piu’ presto a fare delle alleanze, non avra’ probabilmente le dimensioni minime
per operare efficacemente sullo scacchiere europeo. Il fatto che costruisca un’importante
sede centrale a Torino (un grande palazzo) , non e’ di per se’ una garanzia. La
garanzia verrebbe da un piano industriale, da delle dimensioni  e da dei conti tali da permettergli di essere
nel medio lungo termine un attore chiave nel settore bancario europeo.

Certamente il
Sanpaolo e’ impegnatissimo in mille attivita’ a favore dell’economia locale e
di questo gli va dato merito. Da esso pero’ ci aspettiamo prima di tutto che
faccia la banca , che cresce e si espande sul mercato mondiale. Solo cosi’ Torino
potra’ restare (o forse apparire) sulla carta geografica
della finanza mondiale.

Allora, abbiamo una banca?

Senza troppo
timore che questo blog venga intercettato, credo sia legittimo che ci (torinesi
e piemontesi) poniamo questa domanda. Consideriamo infatti questi dati.
  Il Consiglio Generale della Compagnia di San
Paolo
http://www.compagnia.torino.it   ) è
composto da ventuno Consiglieri, dei quali:

a) due designati  dal Comune di Torino;

b) uno designato  dalla Regione Piemonte;

c) uno designato  dall’Amministrazione Provinciale di Torino;

d) due dalla
Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Torino;

e) uno dalla
Unione Regionale delle Camere di Commercio del Piemonte;

f) uno dal
Consiglio Regionale del Volontariato del Piemonte;

g) uno
dall’Accademia delle Scienze di Torino;

h) altri  dieci nominati da comuni e camere di commercio
di Milano, Genova e Roma, Accademia dei Lincei ed enti europei.

h) quattro sono
cooptati dagli altri 17

Sembra quindi che
la componente piemontese nella Compagnia sia piuttosto importante (7
consiglieri sugli iniziali 17).  Non e` un caso che il presidente della banca
Sanpaolo, sia stato per molti anni presidente della Camera di Commercio di Torino e
che l`attuale presidente della CCIA di
Torino sia un ex vice-presidente della stessa banca.

 Secondo la
relazione del terzo trimestre 2005 della banca Sanpaoloimi (http://www.grupposanpaoloimi.com/scriptIr/investor/investor_relation/relazioni_inv.jsp
)  i piu’ grandi azionisti ordinari (quelle che votano) di quella banca sono:

Banco Santander
Central Hispano 10.66%
Compagnia di San
Paolo                 7.33%
Giovanni Agnelli
& C.                     6.28%
Fondazione Cassa
di Risp. PD e RV  4.29%

Quindi la
Compagnia di Sanpaolo e` un azionista piuttosto importante della banca Sanpaolo e gli
enti torinesi possono esercitare una certa influenza sulla Compagnia. Quindi in
un certo senso  e` vero che “abbiamo una
banca”.

Hirschman e la cura medica

Un  economista statunitense di origine tedesca,  Albert O. Hirschman, suggerisce che quando quella parte della societa’ che ha piu’ potere ed e’ tendenzialmente piu’ critica puo’ fare a meno di un certo servizio pubblico, allora la qualita’ di quel servizio tendera’ facilmente a scendere. Egli spiega che i servizi pubblici si possono mantenere ad un certo livello solo se hanno degli utenti esigenti ed influenti, nonche’ desiderosi e capaci di protestare.
E` facile immaginare  gli effetti che hanno ad esempio sul nostro sistema sanitario il fatto che alcune categorie possano di fatto ottenere cure al di fuori delle strutture convenzionate con esso. Tutti ricorderanno il caso di un ex ministro della sanita’ morto in una clinica di Montecarlo o di un presidente di Regione attualmente in carica (non in Piemonte) che si fece operare in Germania,poi giustificando la sua azione dicendo che non voleva pesare sulle strutture pubbliche della sua regione…
Sarebbe il caso di pensare ad una norma che imponga almeno ai presidenti, agli assessori e ai consiglieri regionali che fannno parte della maggioranza che governa una certa regione di firmare prima dellle elezioni  un’ impegno a dimettersi, qualora per qualsiasi ragioni utilizzino servizi medici non normalmente gestiti o non rimborsabili dalla regione.

Per saperne di piu’:
Albert O. Hirschman
, 1970, Exit, Voice and Loyalty

Anche l’ICI salga sul Metro’

E`giusto fare sconti sulle imposte locali agli abitanti di certe zone, quando dei cantieri per opere pubbliche rendono molto meno gradevole la vita in quelle aree. In certi casi sarebbe anche giusto dare dei veri e propri sussidi a chi subisce gravi danni. Al contempo e` anche giusto prendere atto che quando il cantiere e` finito e l’opera funziona, il valore degli immobili nell’area circostante normalmente si rivaluta. Bisognera’ tenerne conto al momento di mandare la bolletta dell’ ICI. C’e` gente che vede il valore del proprio immobile rivalutato per il semplice fatto che la collettivita’ ha sborsato enormi somme per fare un’opera pubblica. Il denaro incassato potra’ servire a fornire qualche servizio a zone che hanno pagato, senza ricevere alcun beneficio.
E` semplicemente giusto che chi piu’ ha benefici dalla presenza della metropolitana o di un’altra opera pubblica paghi qualcosa. Sarebbe bello poter dire lo stesso per il passante ferroviario, ma per vedere i suoi benefici bisognera’ ancora aspettare.

Forse per un pensionato un aumento improvviso dell’ICI potra’ essere difficile da gestire. Bisognera’ permettere di posticipare il pagamento della maggiorazione fino al momento della morte, quando l’ente pubblico potra’ esigere il suo credito con gli interessi. 

Quanti aeroporti in Piemonte?

Bene hanno fatto la Regione Piemonte, la Provincia di Cuneo e vari comuni cunesi ad occuparsi di migliorare i collegamenti aerei della Provincia Granda. Sembra pero’ che abbiano usato lo strumento sbagliato quando hanno speso il denaro ( piu’ di 400 milioni di euro) per trasformare un rispettabile aeroporto turistico in un fallimentare aeroporto di linea.

Se un privato o un aereoclub desiderano dotarsi di un aeroporto e’ solo un problema di pianificazione urbanistica. Se pero’ ci sono di mezzo denari pubblici e` il caso di chiedersi: quanti aeroporti ci possono essere in Piemonte?
Per le provincie del VCO, di Biella , di Novara e di Vercelli l’attrazione di Malpensa e’ forte e logica.
Malpensa e’ un aeroporto con  quasi tutti i collegamenti che si possano desiderare, da li’ si puo’ direttamente volare nei cinque continenti senza necessita’ di aeroporti di transito.

L’aeroporto di Nizza presenta simili vantaggi per Cuneo . E` molto ben servito e non troppo lontano (2 ore in macchina, 3 e qualcosa in treno).

Ecco cosi’ che dei 4.3 milioni di abitanti di Piemonte e Valle d’Aosta restano la valle d’Aosta (legittimamente tentata da Ginevra,  1 ora e 50 minuti di viaggio), e le provincie di Torino, Asti, Alessandria ed in parte Cuneo. Si tratta di circa 3 milioni di persone o poco piu’.

Esiste un aeroporto di Torino Caselle di cui sono anche azionisti il Comune e la Provincia di Torino e la Regione Piemonte.  Caselle ha pochi voli,  raramente piu’ di sessanta  in una giornata. Questo e’ meno del numero dei voli  in un ora in partenza da Londra Heathrow. Cio’ lo rende scarsamente efficiente e caro.

Non ha nessun senso che la Regione ed altri enti pubblici spendano denaro per sovvenzionare Levaldigi. Se si vuole migliorare i collegamenti aerei della provincia di Cuneo si spenda denaro per migliorare la ferrovia Cuneo- Torino – Caselle   e Cuneo-Nizza.
Mi rendo conto che chiudendo i voli di linea a Levaldigici ci sarebbero piu’ di 40 dipendenti  che andrebbero a  spasso: eventualmente li si trasferisca a Trenitalia, garantendo il loro salario.

I soldi disponibili sono pochi, non possiamo permetterci di spenderli in progetti senza speranza.

Piazza d’Armi, parco o accampamento?

Ci potranno essere diverse opinioni a proposito dei lavori effettuati in Piazza D`Armi a Torino.
Una maggior protezione di chi sta nel parco dai rumori e l’inquinamento delle strade circostanti sarebbe auspicabile ed ottenibile con siepi e cespugli.
Certo suscita molte perplessita’ il fatto che tanti cambiamenti non abbiano incluso una ricollocazione altrove dell’accampamento di caravan e case mobili nella zona dell` ex eliporto.
Esiste un diritto all’abitazione, ma non esiste un diritto ad accampare nei parchi delle zone relativemente centrali della citta’, che sono tra l’altro oggetto di esposizione al mondo durante le olimpiadi.
Chi e` accampato in Piazza d’Armi va trattato come tutti coloro che fanno domanda di casa al Comune, senza discriminazioni o privilegi.