Non vedo perche` noi dobbiamo perdere tempo con le liti di coppia del ex Presidente del Consiglio. Affari di sua moglie e suoi.
Noi abbiamo altro a cui pensare.
Autore: Gustavo Rinaldi
Il verde se ne va e le rottamazioni non servono
Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
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Buongiorno sig. Gustavo le esprimo il mio
punto di vista in merito a
quanto da lei espresso in merito
alle ultime norme in materia di
circolazione del comune di Torino.
Chiamo in causa gli amministratori
locali che permettono per interesse
o, peggio ancora, per disinteresse,
l’avanzamento e la sostituzione
delle aree verdi ancora esistenti
con costruzioni in cemento. Mi
riferisco alla cementazione della
prima cintura di Rivoli, Rosta, Moncalieri.
Le manifestazioni di entropia climatica
colpiscono in modo più o meno
incisivo le sensibilità degli individui.
Chi più, chi meno, ha un
sussulto dettato dall’istinto di
conservazione o un senso di spaurimento
dettato dal verificarsi di previsioni,
forse veritiere, di esperti che da
un decennio hanno generato la stesura
di protocolli tanto blasonati
quanto distanti dalla vita comune degli abitanti.
In seguito a tali eventi il senso di
sbigottimento aumenta quando si è
costretti a sottostare a normative
‘eco-incentivanti’.
Io risiedo nella prima cintura di
Torino e da 10 anni ad oggi noto ciò
che mai si era verificato nei 30 anni
precedenti. Tutte le regole di
concessione edilizia, di concessione
delle licenze commerciali, di
costruzione di strade e infrastrutture
sono sparite. Non modificate. Sparite.
La liberalizzazione è deleteria perché
è un’alibi per non legiferare e
quindi impoverire il livello di regole
sociali e della cosa comune. I
criteri in base ai quali era concessa una
licenza erano dettati da
ponderazioni di merito, effettuate
con cognizione di causa ed effetto.
Oggi gli amministratori locali
sono i primi a permettere la
devastazione delle aree verdi ancora esistenti
tramite concessioni edilizie. Zone
della prima cintura torinese che sono
considerate più vivibili rispetto
ad altre proprio per la assenza di cemento.
Tutto ciò si aggrava se si considera che
le normative che verranno
introdotte in materia di limitazioni alla
circolazione si riferiscono solo
ad auto considerate ‘inquinanti’ . Non esiste
un’auto a combustibile meno
inquinante di un’altra auto a combustione.
Il motivo di questa affermazione è lampante:
basta considerare che rottamando un’auto
dichiarata ‘inquinante’ si crea un
inquinamento diverso, in discarica, ma che è pur
sempre un inquinamento. Quest’ultimo è sicuramente
superiore alla differenza di inquinamento
tra una auto ‘euro 5-6-7’ e una ‘euro 1’.
Inoltre per produrre una auto ‘euro 5-6-7’
si inquina comunque .
Questo tipo di provvedimenti hanno un unico
effetto: istigare alla
disobbedienza civile, che di fatto sarebbe
solo una recriminazione di buon
senso.
Non si può gridare al disastro collettivo
se non si parte dalle
politiche locali e quindi dall’uso del
buon senso anche in delega a dettami
normativi di gerarchia superiore se questi
non rispecchiano la verità
espressa del volere collettivo.
Saluti
Lettera Firmata
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Certamente cio' che succede in campo urbanistico
va spesso nella direzione sbagliata.
Si costruisce molto e male.
C'era un'alleanza tra amministratori
pubblici deboli o in mala fede,
palazzinari con forti legami con
la politica, agenzie immobiliari
con pochi scrupoli e banche ansiose di
dare mutui, pur di investire in qualche
modo il denaro.
In una citta` che perde abitanti
negli ultimi anni i metri cubi residenziali sono cresciuti
del 15%. Il tutto nel contesto di un paese
dove il mercato dei capitali e' piccolo,
debole, con poche regole e dominato da quattro
droganti.
L'innovazione tecnologica e' poca e
pochi sono i veri imprenditori-innovatori.
Quei pochi che ci sono spesso vanno a cercare fortuna
all'estero.
In queste condizioni tanti italiani vedono
nel mattone l'unica salvezza dei loro risparmi
e l'effetto e' una cementificazione
selvaggia di Torino e cintura. Nascono i "parchi",
come in corso Mediterraneo, ed altro non sono
che insiemi di casermoni.
Per quanto riguarda le rottamazioni,
credo anch'io che siano un palliativo
modesto, ma non credo, come lei invece crede,
che esse siano un rimedio peggiore del male.Che le macchine moderne inquinino meno
delle vecchie e` spesso vero.
Inoltre ora i produttori sono tenuti
ad organizzare, a loro spese, lo smontaggio
ed il riciclaggio delle macchine da loro
costruite, quando queste raggiungono il fine corsa.
Quindi, non credo che si possa dire che
esse vanno in discarica. Questo succede solo a volteper macchina molto vecchie.Quando parlando di rottamazioni dico
"palliativo modesto" mi riferisco
al fatto che bisognerebbe
invece puntare molto piu' massicciamente
sul trasporto pubblico, tassando fortemente
l'uso dell'auto in citta'.
Si puo' permetterne l'uso a chi ne ha
davvero bisogno ed e' disposto a comprare
un "diritto ad inquinare".
I proventi di questa vendita devono poi
essere usati dall'amministrazione pubblica
per comprare autobus non inquinanti.
A Londra e` stato fatto ed ha dato ottimi risultati.Cordiali Saluti,
GR
Evitiamo la strage
Per ogni 10 microgrammi per metro cubo in piu’ di particolato si registra nei malati di cuore, un aumento del rischio di infarto pari al 4,5 per cento. * E a Torino di malati di cuore ce ne sono tanti…
Tenuto conto degli alti livelli di inquinanti presenti a Torino, ogni giorno assistiamo ad una strage.
Persone, che potevano vivere, muoiono. Le ammazziamo noi e chi ci rappresenta.
Cio’, perche’ poco si fa per ridurre la presenza di inquinanti nell’aria.
La scelta di eliminare dalla circolazione le macchine piu’ inquinanti e’ obbligata, per quanto possa essere dolorosa per tanta gente, che non potra’ piu’ usare la propria auto in certe zone ed orari.
L’alternativa pero’ e quella di permettere un’inutile strage.
L’assurdita’ del provvedimento e’ semmai un ‘altra. Esso segue, e` contemporaneo e, purtroppo, precede milioni di euro di investimenti per costruire parcheggi, strade, raccordi e sottopassi.
E` chiara l’idiozia di una politica che da un lato favorisce la circolazione in auto e dall’altro la proibisce.
Infine non possiamo dimenticarci del modo dissennato in cui sono state costruite molte delle nuove case a Torino, con nessuna attenzione alla loro capacita` di non inquinare. Una negligenza grave.
L’amministrazione comunale di Chiamparino, in campo ambientale, ha un curriculum sporco come i nostri polmoni. Ora che fa qualcosa nella giusta direzione, mettendo fuori di circolazione le auto piu’ inquinanti, bisogna appoggiarla .
Gustavo Rinaldi
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*Fonte: rivista "Circulation" citata da Il Corriere della Sera del 26 Novembre 2006, p.55.
Per gli effetti degli altri inquinanti si veda:
L’IMPATTO DELL’INQUINAMENTO
ATMOSFERICO SULLA SALUTE DELL’UOMO
Rumeni slavi?
Il giornalista Andrea Rossi su La Stampa di oggi cosi’ racconta un’aggressione:
"Accelera, s’infila svelto nel portone, ma gli
inseguitori lo raggiungono e lo spingono dentro l’androne del palazzo.
Due braccia lo placcano da dietro, altre due cominciano a pestarlo.
Calci, pugni, schiaffi. Sono slavi, forse romeni: Busatto se ne accorge
sentendoli parlare."
I Rumeni non sono slavi, sono latini. Forse Rossi voleva dire che gli aggressori sono dell’Europa centro-orientale. Benissimo. Si ricordi solo che in quella parte d’Europa ci sono vari popoli (Ungheresi, Rumeni, Moldavi, Albanesi e Baltici) che slavi non sono. Forse non ci fa tanto piacere dire che dei latini, sono dei delinquenti, perche’ anche noi apparteniamo a quel gruppo. Ma questa e` un’altra storia.
Ci piace uno stato che redistribuisce il reddito?
La legge finanziaria per il 2007 ha
parecchi difetti, ad esempio fa ben poco per lo sviluppo tecnologico del paese e quindi fa ben poco perche` i salari medi degli italiani possano crescere. La finanziaria pero’
mira a ridurre le diseguaglianze di reddito, tassando di meno i poveri e
tassando di piu’ chi sta meglio. Praticamente ha un effetto redistributivo e
percio’ e` stata qualificata come "la finanziaria di Rifondazione Comunista",
piu’ che di Padoa Schioppa. Per decidere se questo ci piace dobbiamo
domandarci: vogliamo una societa` dove le differenze tra il piu’ ricco ed il
piu’ povero sono modeste o preferiamo una societa’ dove le differenze di
reddito sono piu’ marcate? In fondo la disuguaglianza tra i redditi e` un segno che siamo in una societa` libera dove lo stato non si immischia troppo con le scelte dei cittadini .
Quei paesi che accettano piu’ forti
disuguaglianze probabilmente crescono di piu’ di altri, questo ad esempio e` il
risultato dello studio della studiosa Forbes (2000). In fondo i piu’ poveri possono trarre
beneficio da un po’ di disuaglianza oggi in cambio di maggior crescita
economica domani. Questo e` un modello di tipo liberistico: lasciamo
che gli individui piu’ portati a far soldi si muovano liberamente, senza
tassarli troppo, e loro ci renderanno tutti piu’ ricchi. Questa e` la
giustificazione per i tagli delle tasse generalizzati o particolarmente a beneficio dei piu’ ricchi. "Tagliamo le tasse ai ricchi ed essi
investiranno ancora di piu’ " abbiamo sentito dire talvolta. In parte forse e’ anche vero. Diminuire
le tasse ai ricchi ed aumentare la disuguaglianza e` allora una scelta
obbligata? No. Dipende dai nostri gusti. Quali sono gli obbiettivi a cui
teniamo maggiormente? Desideriamo un paese in cui tutti vivono molto a lungo?
Desideriamo un paese con poca criminalita` violenta? Se questi due scopi ci interessano,
la nostra scelta diviene piu’ difficile. Quella stessa disuguaglianza che
probabilmente favorisce una piu’ veloce crescita economica molto probabilmente
conduce a piu’ numerosi crimini violenti (Fajnzylber et al., 2002). Per far diminuire i furti ed i crimini non
violenti basta un aumento
dell’occupazione: chi e` disoccupato puo’ essere indotto a rubare (RAPHAEL e WINTER-EBMER, 2001), ma normalmente
non ad ammazzare. La disuguaglianza conduce anche ad una vita media piu’ breve
come mostra una bella rassegna del 5 gennaio
2002 del
British Medical Journal.
Questo e` quanto ci dicono alcuni autorevoli studi.
Qualcuno potra` dire che in fondo non e` cosi’ importante che tutti vivano a
lungo o che ci sia poco crimine. Cio’ che non si puo’ fare e` predicare la
botte piena e la moglie ubriaca: non ci si puo’ lamentare se viviamo in uno
stato che fa troppi trasferimenti dai ricchi ai poveri e poi pure lamentarsi
perche’ c`e` troppa criminalita` violenta. Bisogna onestamente scegliere.
Gustavo Rinaldi
PABLO
FAJNZYLBER, DANIEL LEDERMAN, NORMAN LOAYZA, 2002, INEQUALITY AND VIOLENT CRIME,
Journal of Law and Economics, Vol.
45, No. 1, Part 1
Kristin J. Forbes, 2000, A Reassessment of the
Relationship between Inequality and Growth, The
American Economic Review, Vol. 90, No. 4, pp. 869-887
STEVEN
RAPHAEL, RUDOLF WINTER-EBMER, 2001, IDENTIFYING THE EFFECT OF UNEMPLOYMENT ON
CRIME, The Journal of Law and Economics, Vol. 44, pp 259–283
Torino Film Festival
E’ difficile cercare di fare ordine nel pasticcio che ora circonda il festival del cinema di Torino.
Questo nacque per una benemerita iniziativa del professor Rondolino e venne poi sostenuto da amministrazioni di destra e di sinistra. Si tratta di una cosa un po’ strana: un’iniziativa privata largamente sponsorizzata dagli enti pubblici. Della qualità del festival nessuno ha mai discusso; si è sempre trattato di un festival di ottimo livello. Ciò non esclude che si possa fare ancora meglio.
Innanzitutto non sarebbe male chiarire la natura del festival: se si tratta di un’iniziativa privata, dovrebbe davvero comportarsi da tale, preservando la propria indipendenza, rifiutando finanziamenti pubblici. Se si tratta di un ‘iniziativa pubblica, andrebbero definiti i modi di intervento dell’ente pubblico nella conduzione del festival.
Da un lato fa un po’ specie il comportamento degli organizzatori che escludono ogni diritto degli enti pubblici a mettere becco negli affari del festival e peraltro chiedono i denari pubblici.
Gli amministratori pubblici, l’assessore Oliva in testa, devono fare attenzione a non rompere il giocattolo. Ottima è l’idea di portare un regista vincitore di grandi premi internazionali (Moretti) a Torino, ma sembra un po’ azzardato farlo, senza avere prima chiarito a chi appartiene il Torino Film Festival.
Le parti dovranno saper scendere a patti. La Città e la Regione dovranno saper riconoscere il contributo fin qui dato dal professor Rondolino e dai suoi collaboratori. Loro dovranno rendersi conto che hanno potuto realizzare certe cose solo grazie al sostegno della città e degli enti pubblici.
Una soluzione definitiva dovrebbe prevedere che il festival appartenga solo ed esclusivamente alla città, e che a Rondolino ed ai suoi collaboratori venga riconosciuto per i prossimi cinque anni un ruolo importante nella gestione del festival.
La città ha bisogno di un accordo non di beghe da paese.
I tre moschettieri
Cosa hanno in comune Carlo Donat Cattin, Antonio Bassolino e Silvio Berlusconi ?
Nulla si direbbe. E invece no.
Tutti e tre hanno avuuto grandi responsabilità legate alla salute (Ministro della sanità, Presidente del Consiglio e Presidente di Regione) e tutti e tre, quando hanno avuto qualche serio problema di salute, sono andati all’estero a farsi curare, dimostrando quanto poco credessero nella loro capacità di lavorare per la salute dei loro concittadini.
Finché non porremo una regola che chi cerca incarichi politici rinuncia a farsi curare all’estero, la farsa continuerà: i politici diranno agli elettori di lavorare per la loro salute e alla prima necessità andranno a farsi curare altrove (Monte Carlo, Cleveland, Germania, ecc.).
Ma non è una cosa seria.
P.S.
Merita una menzione anche Fausto Bertinotti, da sempre sostenitore, a parole, della sanita’ pubblica: appena ne ha avuto bisogno si e` fatto curare in una clinica privata.
Il ritorno di Biagi
Quando i politici possono decidere chi appare e chi non in televisione non e` un bel segno per la democrazia. Cosi’ quando Berlusconi decise che Biagi doveva sparire non fu un bel giorno per l’Italia.
Detto cio’, ci sara` da riflettere sulla gerontofilia (passione o mania per gli anziani, di successo) di questo paese: presidente di anni 81, pesidenti delle due camere e capi di governo ed opposizione settantenni, professori, magistrati ed altri alti funzionari in servizio fino a dopo i 70; ed alla RAI si preparano a dare un consistente spazio ad un ottuagenario, bravo ed illustre per carita`, ma sempre ottuagenario. Allo stesso tempo tanti giornalisti giovani e bravi faticano enormemente a trovare uno spazio.
Il problema e` che l’Italia premia eccessivamente coloro che sono gia` arrivati e purtroppo i loro amici e parenti. La contestabilita` delle posizioni (possibilita` di perderle) una volta che le si e` acquisite e` pressoche` nulla. Per i giovani bravi, senza parenti illustri, spesso non resta che emigrare.
Casa Gramsci
La buona notizia: Casa Gramsci in Piazza Carlina diverra` un hotel a 4 o 5 stelle. Un buon passo nella diversificazione produttiva di Torino
La cattiva notizia: un palazzo dal valore catastale di 11 milioni e` stato venduto a 7.150.000 euro
La pessima notizia: la gara e` stata vinta con un cavillo. I concorrenti del gruppo svedese Radisson hanno presentato un assegno bancario invece di uno circolare.
E` strano pensare che quelli di Radisson siano degli sprovveduti. Noi non mettiamo in dubbio la buona fede dei vincitori della gara, i fratelli De Giuli, ma mettiamo in dubbio il loro amore per un mercato corretto e trasparente. Avrebbero probabilmente potuto disertare la gara piuttosto di accettare di vincerne una dove gara vera e propria non c’e’ stata.
8 lezioni da Vienna
Sono dovuto andare alcuni giorni a Vienna e cio’ mi ha dato la possibilita` di imparare qualcosa.
FATTO 1 )Vienna era piena di turisti, specialmente italiani e spagnoli
LEZIONE IMPARATA A nord del 45′ parallelo puo’ esistere un turismo invernale urbano di successo, e’ solo questione di offrire un servizio di qualita’ al giusto prezzo.
FATTO 2) I Viennesi stanno benissimo con le loro numerose metropolitane a cielo aperto che bene si integrano con quelle in sotterranea.
LEZIONE IMPARATA Noi siamo sciocchi nell’ostinarci a sprecare tanti soldi per fare in sotterranea la metropolitana tra Porta Nuova e Lingotto, quando si potrebbe comodamente utilizzare i soldi per fare arrivare la metropolitana a Nichelino e verso la Val Susa o si potrebbe iniziare a lavorare alla linea 2.
Schoenbrunn e’ una Stupinigi un po’ piu’ grande, architettonicamente forse un po’ meno fantasiosa ma molto meglio gestita.
FATTO 3 Gli Austriaci sanno distinguere tra una reggia ed una rotonda della strada statale
LEZIONE IMPARATA Ma quando lo toglieremo il traffico stradale attorno alla palazzina di caccia?
FATTO 4 Schoenbrunn e` raggiungibile in tram ed in metropolitana e cio’ facilita la vita dei turisti
LEZIONE IMPARATA: bisogna far arrivare il tram 4 a Stupinigi
FATTO 5 Attorno a Schoenbrunn non vi e’ un deserto: vi sono negozi di souvenir, libri, vita di Francesco Giuseppe, copie delle porcellane imperiali, vita di Sissi + ottimo caffe` ristorante dove per €3.5 si puo’ assistere ad una lezione dove ti insegnano a fare lo struedel.
LEZIONE IMPARATA: Imitiamoli!
FATTO 6 Il parco di Schoenbrunn era pieno di Viennesi e di turisti che passeggiavano o correvano
LEZIONE IMPARATA: Dobbiamo poter usufruire del giardino e del parco di Stupinigi
FATTO 7 In qualunque giorno della settimana in una delle residenze imperiali ed annessi c’e’ un concertino di musica classica ad uso e consumo dei turisti. Non si tratta forse di alta ricerca musicologica, ma ai turisti piace e pagano profumatamente per assistervi.
LEZIONE IMPARATA:
Introduciamo anche noi dei concerti quotidiani con un repertorio di musica lirica e non; una rassegna di pezzi tipicamente italiani a cominciare da qualche aria della Boheme, passando per Vivaldi, Paganinin, Verdi senza escludere O Sole Mio e Volare. Sia gli studenti del Conservatorio che le nostre orchestre in perenne crisi finanziaria potrebbero rimpinguare le loro casse, con questa attivita`, forse ripetitiva, ma probabilmente remunerativa
FATTO 8
Vienna e` piena di piste ciclabili e di biciclette.
LEZIONE IMPARATA Una vecchia citta’ dal clima freddo puo’ ben essere vissuta viaggiando in bicicletta
FATTO 9 A Vienna hanno creato parecchi posti di lavoro con carrozze a cavalli a disposizione dei turisti. Paghi e viaggi per il centro della citta’ con un cocchiere in abito sette-ottocentesco. Tutto cio’ aumenta il fascino della citta` e costringe i turisti piu’ ricchi ad alleggerire il loro portafoglio.
LEZIONE IMPARATA: creiamo un servizio di vetture a cavallo nel centro di Torino: tir da dui, tir da quat, tir da cicculate’ (6 e + cavalli).
Introduciamo anche dei vigili urbani a cavallo, con divise della cavalleria del Regno di Sardegna; basiamoli pure alla Cavallerizza Reale. Il posto dove i cavalli son sempre stati e dove devono continuare ad essere.
Offriamo ai turisti la possibilita` di passeggiare a cavallo per il centro della citta` + giardini reali + lungo Po’ /Murazzi + Valentino+ zona ex zoo.
CONCLUSIONE
Creiamo una "Slow City" a maggiore valore aggiunto, dove si va a piedi, in bicicletta, coi mezzi pubblici, in carrozza o a cavallo. Offriamo nuove opportunita’ di lavoro a tanti.