A Torino c`e` posto per l’Hockey?

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Le scrivo per esprimere la mia amarezza e la mia proccupazione. Sono un
tifoso di Hockey in particolare dell’Hcvalpellice squadra di A2.
L’ultima stagione si era creato una nuova positiva realtà il "derby" con
l’allstar piemonte squadra torinese sita al Palatazzoli. I derby erano
seguiti da 2000 persone allo stadio più altre alla radio Rbe di Torre
pellice in streaming in tutta l’Italia hockeistica. Arrivo al punto,
quest’anno l’AllStar non avrà una squadra di A2 perchè in una città come
Torino non hanno trovato appoggi e sponsor. La fine delle attività di La
Presse e la mancata iscrizione dell’All Star mi fa pensare a come fa
Torino ad avere solo due squadre di calcio, per il resto deserto. Gli
altri sport sono sostenuti da privati cittadini guidati da passione e
istituzioni come la Regione.
A mio avviso è un grave problema culturale, si parla di costruire
grattacieli e non si sponsorizza lo Sport a Torino perchè non ha
visibilità. Le aziende che operano in Torino hanno come tutte le aziende
il dovere di essere di aiuto alla società in cui operano. Una sociaetà
senza sport manca di un grande momento di educazione per i propri
giovani dei valori dello sport quali il gioco di squadra, il ripetto di
regole, l’amicizia etc. Non ci si può lamentare che i ragazzi vadano a
distruggere edifici pubblici alle porte di Torino o si arrampicano sui
treni rimanendo folgorati, per rompere la noia, se non c’è alternativa.
Ripeto che a Torino non ci siano squadre di Hockey, pallavolo, basket,
nuoto di discreto livello come in TUTTE le città europee e preoccupante.
Quanti ragazzi si appassionerebbero ad uno sport passando i pomeriggi a
copiare le gesta dei propri beniamini evitando di rovinarsi la vita
facendo stupidaggini se ci fosse varietà di offerte sportive nella città?
Buon lavoro

Simone Bertalot.

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Certamente   l’assenza dell’hockey e` un segno di poverta`. Siamo sovraccarichi di palazzetti dello sport e non riusciamo a mantenere una squadra di hockey.  Si e` pensato tanto agli edifici (spesso brutti ed inefficienti) e poco agli uomini.
I torinesi con le olimpiadi si sono presi una gran sborgna ed ora stanno arrivando i problemi del giorno dopo. La citta` e` carica di debiti  e non sta a guardare tanto cio’ che serve o cio’ che non serve. Risparmia dove puo’. Dove non ci sono gruppi organizzati in grado di protestare troppo.
Molta colpa e` dell’amministrazione comunale, nel sostanziale silenzio connivente dell’opposizione.
La colpa piu’ grande e` pero’ quella dei Torinesi che han preso la droga olimpica (soldi, soldi, soldi) senza stare a pensarci troppo su’, semplicemente ubriacati dalla pioggia di denaro che si riversava sulla citta’.
C`e` un grande cambiamento che dobbiamo fare tutti per diventare piu’ coscienti e responsabili ed e` un cammino tutto in salita. Anche io e lei probabilmente dobbiamo cambiare.

Cordiali saluti
Gustavo Rinaldi

Un errato concetto di privacy

La legge sulla privacy e` da rivedere.
In mille occasioni  controlli indispensabili ed il  diritto alla trasparenza sono bloccati per un errato concetto di privacy.
L’ultimo esempio e` quello delle dichiarazioni dei redditi, che da sempre sono disponibili  presso i comuni, ma che ieri sono state messe su internet, aumentandone di molto l’accessibilita` al vasto pubblico.
La pubblicazione e` stata bloccata dal garante della privacy. Non dubito che il professor Pizzetti applichi la legge. La legge pero’ e` da rivedere. Cosi’ non va.

Assurda l’idea che mettendo su internet un informazione comunque disponibile presso il comune si favorisca la mafia e la criminalita`. Come se quelle gia` non sapessero…

Nei paesi civili si dice nome, cognome e quanto si guadagna. Non c’e` nulla di cui vergognarsi.
Al contrario, guadagnare molto e pagare molte tasse sono cose di cui andare fieri.
Gustavo Rinaldi

P.S.
Un noto comico genovese  s’e`  molto arrabiato perche’ hanno pubblicato che guadagna piu’ di 4 milioni di euro l’anno. Non capisco perche strilli tanto.

“Anche i comunisti piangono”

Secondo Luca Cordero di Montezemolo le urne hanno sancito «la pesantissima sconfitta politica di quelle forze che negli ultimi due anni, dentro il governo, sono state portatrici di una cultura anti-impresa e anti-mercato, che ha consapevolmente costituito un freno alla crescita economica e alla modernizzazione".

Il recente intervento di Montezemolo non contribuisce alle necessita` di un mercato del lavoro piu’ efficiente, meno centralizzato, capace di rispecchiare le differenze di produttivita` in diverse aziende e le differenze del costo della vita in diverse regioni.

Questo intervento non contribuisce ad un cambiamento dei contratti di lavoro per andare verso un modello in cui i lavoratori  non siano piu’ divisi tra un gruppo che gode di numerosi diritti  ed una casta di figli di nessuno, paria senza nessuna tutela. Mi riferisco allo sviluppo di un contratto di lavoro unificato, dove lavoratori con le stesse qualifiche ed esperienze che svolgono lo stesso lavoro, possano godere degli stessi diritti.

Questo intervento non aiuta a rinforzare il nostro sistema pensionistico, rendendolo capace di garantire un po’ di pensione anche a chi andra` in pensione tra venti o quaranta anni.

Questo intervento ha il solo effetto di umiliare l’avversario in un momento in cui quello gia` si sente debole, perche` espulso dal parlamento dal voto popolare .

Si tratta  di un modo efficace per gettare benzina sul fuoco.

L’ intervento in questione ricorda per molti aspetti quei cartelli fatti affiggere da Rifondazione Comunista con sopra scritto "Anche i ricchi piangono". In quel caso  si trattava di un inutile affondo contro la classe media da parte di un partito di sinistra al potere. Quell’intervento non contribuiva in nessun modo alla sacrosanta causa dell’equita` fiscale e della lotta all’evasione, ma semplicemente, con vero e proprio spirito da stadio, faceva uno sberleffo ad una parte della societa`che in quel momento era richiesta di contribuire maggiormente alle spese comuni e si sentiva tartassata.

Non credo che Montezemolo abbia  reso un servizio a Emma Marcegaglia, garantendole nel prossimo futuro un piu’ elevato livello di conflittualita` sociale .

Con questo spirito da stadio non si va da nessuna parte. Per fare le riforme, di cui questo paese ha bisogno, bisogna costruire consenso, non cercare vendetta.

Proprio quando si e` piu’ forti e sostenuti da un voto popolare, che ci e` favorevole, bisogna andare incontro all’altra parte, offrendole un accordo dignitoso che risolva almeno parte dei molti problemi che affliggono questo paese malandato.

Gustavo Rinaldi

Grattacieli, si’ in periferia e riuniti

A Torino stanno sorgendo come funghi i progetti di grattacielo, Intesa , Regione Piemonte, Finmeccanica ed altri.
Ai progetti dovrebbero poi seguire le torri.
Cio’ che brilla maggiormente e` l’assenza di un piano.
Uno qui, uno li’, un po’ dove capita.

I grattacieli se costruiti in periferia, come ad esempio quello Finmeccanica in corso Marche, possono rappresentare un valore aggiunto. Se sono costruiti non lontano dal centro della citta’, come nel caso Intesa, invece no, sono delle passivita’.

C’e` di piu’. Bisogna puntare a costruire un gruppo di grattaceli. Essi vengono a costituire non isolate entita`, ma un pezzo di citta` costruito in altezza. Un centro direzionale, potenzialmente in grado di attrarre altro business, come la storia di Canary Warf insegna. Evidentemente bisogna pensare ad un posto dove ci sia spazio e che sia ben servito da metropolitana e ferrovia.

L’attuale progetto cittadino  e` un po’ qua ed un po’ la’.Metti un grattacielo dove capita.

Ultima nota. L`efficienza energetica. Oggi si puo’ costruire edifici che non richiedono energia da fonti non rinnovabili. Questi grattaceli siano edifici a zero consumo di energia non rinnovabile.

Molinette 2

La posizione del
Rettore e della Facolta` di Medicina contrari alle Molinette 2 a Collegno o
Grugliasco e` tutt`altro che assurda. E` evidente che finendo laggiu` sarebbero
troppo lontane da molti importanti istituti, dipartimenti e cliniche, ubicati
nel sud –est di Torino.

Questo non vuol
dire che che l’idea di distruggere quel poco di verde che ancora rimane ad
Italia 61 e dintorni per far posto al nuovo ospedale sia accettabile.

I Torinesi hanno
bisogno di un nuovo ospedale di punta, ma hanno anche bisogno di un ambiente
vivibile e non e` distruggendo quel poco che resta che lo si ottiene.Sarebbe forse
meglio cercare attorno al Lingotto, che e` li vicino, ad esempio nella zona
dell’ex Avio. Il nuovo ospedale sorgerebbe anche non lontano da un importante
stazione ferroviaria (Lingotto) e sarebbe facilmente accessibile da tutto il Piemonte.E il grattacielo
della Regione che dovrebbe finire su quella stessa area?
Quello puo’
finire senza problemi in tanti altri posti, ad esempio a Torino Stura o a
Collegno.

In ogni caso quel grattacielo dovrebbe nascere insieme ad alcuni altri grattacieli per formare
una zona di edifici alti destinati ad uffici.

Pro e contro Turigliatto e Rossi

I senatori  Franco  Turigliatto e Fernando Rossi si sono astenuti in
una votazione su di una risoluzione concernente la politica estera e la missione
italiana in Afganistan, di fatto votandole contro. Cio’ ha portato alle dimissioni del Presidente del Consiglio
ed alla crisi di governo.

La missione in
Afganistan ha senza dubbio poco senso. Non perche’ non si possa e debba fare
missioni militari all’estero, ma perche` questa missione in Afganistan manca di un progetto organico per poter vincere ( vedi
sul tema: Afganistan:
mission impossible
).  In questi
termini i voti di Franco  Turigliatto e Fernando
Rossi non sono stati cosi’ assurdi, anzi e’ assurdo che per vedere delle
opinioni di tanto buon senso ci si debba affidare a due senatori della sinistra
estrema, quando tanti padri di famiglia con un mutuo da pagare e tanta
moderazione pensano giustamente lo stesso.

Ma non e` tutto.
Quel voto al Senato non e` solo stato un conflitto tra quella parte della
sinistra, che ormai si affezionata alla poltrona ministeriale  e quella che sa che prende piu’ voti facendosi
vedere pura e dura. C’e` di piu’. Questo e` un conflitto tra etica dei valori
ed etica della responsabilita`.

L’etica dei
valori e` una morale secondo la quale la cosa piu’ giusta e’ non fare nessuna
azione contraria ai valori in cui si crede. Essa e` professata da molte persone
religiose o di estrema sinistra. “Il preservativo induce ad una riduzione del
significato del sesso, quindi mi  oppongo”
(visione di certi cattolici). “La Guerra in Afganistan e` male, quindi mi  oppongo” (visione di certa sinistra).

Contrapposta a
questa morale ce n’e` un’altra. Essa e` l’etica della responsabilita`: io sono
responsabile degli effetti delle mie azione fin dove ne posso prevedere le
conseguenze.

“L’assenza di preservativi fa aumentare la
diffusione di AIDS ed aborto, che sono mali piu’ grandi anche di una potenziale
visione sbagliata o mercificata  del
sesso, quindi  sostengo la diffusione del preservativo”.

“Se voto contro la missione in Afganistan,
Prodi va a casa e lo sostituisce Berlusconi, che quando ha potuto, non ha fatto
solo la guerra in Afganistan ma anche quella in Irak. Quindi voto a favore.”.

 La colpa di Franco
Turigliatto e Fernando Rossi non e`
quella di avere espresso dubbi (condivisibili) sulla guerra in Afganistan,  e` quella di essersi disinteressati delle
conseguenze della loro azione. Hanno forse seguito un’etica dei valori, non
certo un’etica della responsabilita`.

 Questo che
significa? Bisogna quindi accettare tutto? No. Bisogna pero’ rendersi conto che
i goal della bandiera, non servono a nessuno. Bisogna capire che finche’ non ci
daremo da fare per creare un nucleo di paesi europei con una politica estera e
di difesa comuni, tutte le nostre azioni in politica estera avranno ben poco
senso.

Fa specie che il
ministro italiano  piu’ popolare sia
quello degli esteri, Dalema, che tanto poco sta facendo per realizzare una
politica estera e di difesa comune, come sarebbe suo dovere.

La gente forse apprezza i suoi baffi.

Torino puo’ farcela

Torino puo’ farcela ad essere un posto che attrae invece di cacciare molti giovani capaci.

Torino puo’ farcela a divenire un luogo dove non c’e` troppa gente che guadagna salari bassi, perche’ la produttivita’ e’ bassa.

Torino puo’ farcela a divenire un posto dove c’e’ vera ed equa concorrenza e competizione, con la dovuta protezione dei piu’ deboli.

Torino puo’ farcela a divenire un posto dove davvero vengono date alle persone le opportunita` che si meritano, indipendentemente dal fatto che i loro genitori siano qualcuno o nessuno.

Torino puo’ farcela a dare meno importanza a settori decotti e ad aprirsi ai settori in crescita.

Torino puo’ farcela a divenire un posto dove i bambini nascono e crescono davvero e non solo nelle pubblicita’.

Torino puo’ farcela a  far si’ che l’immigrazione non sia una bomba ad orologeria, ma uno strumento di crescita.

Torino puo’ farcela ad avere un’aria che non sia fuori legge e causa di morte per troppe persone.

Torino puo’ farcela a rinunciare all’ assurda religione del parcheggio, iniziando a capire che affidare la circolazione urbana  principalmente all’ auto e` tipico delle metropoli del terzo mondo.

Torino puo’ farcela ad essere una destinazione turistica di prim’ordine dove anche ad agosto i baristi, i tassisti, gli albergatori  e le guide turistiche possano lavorare a pieno regime.

Torino puo’ farcela ad attirare non solo quelli che non hanno un altro posto in cui andare e sono disperati, ma anche quelli che possono scegliere tra molti posti diversi.

Torino puo’ farcela a diventare un posto dove si faccia piu’ sport e se ne parli di meno.

Torino puo’ farcela ad essere un luogo dove si produce ricerca avanzata come ai tempi di Lagrange e di Avogadro.

Torino puo’ farcela a diventare un posto dove tutti desiderano farsi curare.

Torino puo’ farcela ad essere un posto dove le case sono costruite con le tecnologie del terzo millennio e non con quelle di terz’ordine.

Torino puo’ farcela a contribuire ad un’Italia  dove la pubblica amministrazione e` una ricchezza e non un problema.

Torino puo’ farcela a divenire un posto che fa trend.

Torino puo’ farcela a contribuire ad un Europa pacifica ed in grado di difendere se’ ed i propri alleati.

Torino puo’ farcela` a divenire un esempio positivo da seguire in Italia ed all’estero.

Sentenze Brigatiste

Premessa: gli arrestati di questi giorni con l’accusa  appartenere alle nuove Brigate Rosse, di organizzare attentati e detenere armi hanno diritto alla presunzione di innocenza, finche` non dichiarati colpevoli dal giudice.

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Se peraltro  in giro ci fosse qualcuno che ritenga il professor Ichino   colpevole perche’ vorrebbe istituire un’agenzia per misurare la produttivita` dei pubblici dipendenti e degno di gambizzazione o di morte

S A P P I A

che sono colpevole anche io.
Trovo l’idea di misurare la produttivita’ dei pubblici dipendenti ottima. Perche’ essa permetterebbe
di premiare chi davvero lavora al servizio della collettivita` e di cacciare chi ruba i soldi ai lavoratori che pagano le tasse.
Chi vuole difendere la spesa pubblica, vuole che essa sia efficiente e produttiva.
Chi non vuole che si misuri la produttivita` dei pubblici dipendenti, lascia il campo libero a coloro che dicono che tasse e spesa pubblica sono solo uno spreco. Cio’ che io non credo.

Non e` il livello della pressione fiscale cio’ che fa la differenza

Il Governatore
della Banca d’Italia al Forex ha
affermato che in Italia il livello delle tasse e’ alto ed andrebbe ridotto.
Facendo cio’ si e’ messo in un campo strettamente politico. Le tasse sono
un’indicatore della presenza dello stato negli affari economici di un paese. A
qualcuno piace una grande presenza dello stato nell’economia ed a qualcun altro
no.

Non esistono pero’
ragioni teoriche per prediligere l’una o l’altra soluzione. La spesa pubblica
va in servizi (esercito, polizia, sanita’, istruzione, trasporti, ecc.) e
trasferimenti.  I trasferimenti non
aumentano e non diminuiscono la dimensione totale del prodotto. Si limitano a
trasferire reddito da Tizio a Caio.

Per quanto
riguarda i servizi, la loro dimensione ottimale dipende dalla produttivita`
della macchina pubblica. Se la macchina pubblica e` meno efficiente del settore
privato, allora darle delle risorse, sottraendole al privato, vuol dire ridurre
l’efficienza del sistema. Se la macchina pubblica e’ piu’ efficiente del
settore privato, spostare delle risorse dall’uno all’altro settore, vuol dire
aumentare la produttivita’ totale della nazione.

Oggi e` vero che
le nostre amministrazioni pubbliche hanno una bassa produttivita`, ma cio’ non
e` una necessita’ assoluta, tipo la forza di gravita’, e` il risultato di tanta
cattiva politica, non interessata ad una pubblica amministrazione forte ed
autonoma e non desiderosa e capace di controllare la produttivita` dei pubblici
dipendenti.

Allo stesso tempo e` vero che il nostro
settore privato ha fatto e spesso  sta
ancora facendo delle scelte miopi: si concentra su imprese troppo piccole, non
accede al mercato dei capitali, non accede al mercato dei managers e pone la
famiglia davanti a tutto, anche quando non e’ il caso; e` tecnologicamente
arretrato e non e` predisposto ad assorbire piu’ tecnologia ne’ a fare ricerca e
sviluppo. Se ci si affida semplicemente alle scelte di questo settore privato, non si va lontano. I fatti mostrano che il risultato e` un concentrarsi su
settori in declino ed una progressiva perdita di quote di mercato a livello
mondiale. Perdiamo quote non solo nei beni, si pensi alle calzature ed
all’abbigliamento, ma anche nei servizi si veda ad esempio il turismo.

In Italia sono problematici sia il settore
pubblico che quello privato. Pensare che lasciare piu’ risorse al settore
privato possa risolvere i problemi del paese e` un illusione.