Il non-rigore, la luce e l’ironia di Ventura

La Storia del Toro non è fatta di episodi tutti separati fra loro, non lo è mai stata. Nel bene e nel male c’è sempre stato un filo rosso, o meglio granata, che ha legato tutto creando una trama che ci fa sentire sempre, costantemente, diversi.

Questa volta la storia ci parla di un rigore inesistente assegnato da una figura nuova, il giudice di porta. E fin qui è solo cronaca, la solita cronaca degli errori arbitrali che però con l’aggiungersi di elementi giudicanti si moltiplicano invece di ridursi (stavolta l’arbitro aveva fatto il suo dovere e aveva verificato l’inesistenza del rigore).

Ma poi vai a cercare il nome del famigerato giudice di porta e si apre la scatola dei brutti ricordi: Calvarese. Lui, proprio lui, quello del blackout di Padova-Toro dello scorso anno. Brutti ricordi e un pochetto di sospetti.

Niente abbiamo perso di nuovo (ieri avremmo pareggiato con un bel catenaccio) grazie ad un arbitro al quale proprio non andiamo a genio, evidentemente.

Poi è arrivato ai microfoni Ventura e ha deciso di ironizzare:

”Stavo dicendo ai miei che è una vergogna, nel senso che non dovevano fare un fallo del genere. E’ clamoroso, sono incavolato con i miei”.

E ancora Mister Libidine su Calvarese:

 “Si vede che stasera c’era troppa luce”.

Una risata li seppellirà?

Segui Toreando anche su facebook