Lo Spiffero racconta uno sprazzo del Sistema Torino : la nomina di un membro consorte del consiglio di gestione del Museo del Cinema
A bramare per un posto in prima fila è il noto avvocato Alberto Mittone, consorte di Elda Tessore, ex assessore alle Olimpiadi e consigliera della Fondazione Crt. E’ lei stessa a rivelarlo in una telefonata del 12 ottobre 2010 al suo storico factotum Roberto Giachino (oggi principale collaboratore dell’assessore allo Sport Stefano Gallo ndr): «gli confida che il marito è incazzato con lei» perché «è interessato ad andare al Museo del Cinema… Elda gli spiega che sono scaduti i termini in Regione e in Comune […] e continua dicendo che tanto i termini di scadenza non servono a niente e che le domande si accolgono anche dopo» si legge nei brogliacci delle intercettazioni.
E in effetti è vero, nell’avviso si precisa che anche le domande pervenute dopo la scadenza del bando, il 28 maggio 2010, “potranno essere prese in considerazione”. Nella telefonata con Giachino l’ex assessora dice «di sentire in Comune se sono scaduti i termini e chi ha presentato domanda…Giachino spiega che è tale Carlo che segue la vicenda… Elda gli conferma che ha cercato Carlo (ndr Bongiovanni, capo di Gabinetto di Chiamparino) ma che era occupato e gli dice che deve sapere da Bongio se sono scaduti i termini e chi ha presentato domanda, poi lei chiamerà il sindaco e se non hanno un impregno preso molto pesante con qualcuno lei chiederà di nominare Alberto (ndr Mittone)». E altri impegni evidentemente non dovevano esserci, almeno non “molto pesanti”, perché l’operazione va in porto e ancora oggi l’avvocato Mittone siede nel consiglio di gestione del Museo del Cinema. Nella telefonata con Carlo Bongiovanni la Tessore torna all’attacco e spiega che «su questa questione il marito le ha fatto il culo e che non ha mai chiesto niente a lei da quando è entrata in politica». Come potrebbe ora dirgli di no? Insomma, c’è da salvare un matrimonio e la macchina di Palazzo Civico si mette subito al servizio.
Nelle conclusioni il pubblico ministero sottolinea come la scelta dell’avvocato Mittone sia avvenuta su base squisitamente discrezionale e senza alcuna “forzatura” procedurale. Insomma, nulla di penalmente rilevante. «Pare altrettanto certo – scrive Parodi – che nella procedura sia intervenuto il coniuge di Mittone, l’ex assessore Elda Tessore, per facilitare la formale presentazione della domanda del marito e per segnalare a chi di dovere l’opportunità che lo stesso venisse nominato al posto di altri candidati». E ancora: «Ogni ulteriore valutazione […] sul piano etico, politico o in relazione al merito della scelta non certamente compete a questo ufficio». Giuridicamente è tutto lecito. Giuridicamente.