Un viaggio allucinante in treno da Milano a Vittuone, Novara, Torino

Da anni si parla e si legge dei disservizi dei pendolari sulla Torino Milano sia sui treni regionali, diventati nel frattempo “veloci”, sia sui Freccia Rossa. Se pare che sui treni ad alta velocità, ed ad alto costo, le cose pare stiamo migliorando sulle tratte da pendolari “poveri” le cose non sembrano cambiare. Per circa un anno e mezzo ho fatto il pendolare da Torino a Genova. Un viaggio lungo e tortuoso. Un pendolarismo pacioso su una linea non troppo moderna ma paradossalmente abbastanza regolare: Torino, Asti, Alessandria, Appennino, Genova … e ritorno.

Ma sulla TO-MI e MI-TO le cose sono da ben diverse. Un esempio ? Il racconto di un viaggio allucinante da Milano a Torino nella giornata di mercoledì 8 giugno 2011.
Andiamo con ordine: viaggio d’andata regolare su un treno regionale veloce Vivalto. Per i pendolari “professionisti” il Vivalto è considerato un lusso. Carrozze a due piani di fattura recente, non troppo spaziose, ma con prese di corrente e tavolini utili per lavorare, ricaricare cellulare e computer. Leggi tutto “Un viaggio allucinante in treno da Milano a Vittuone, Novara, Torino”

Indebitarsi non fa notizia se a farlo è Fiat

Come ricorda Dagospia

E’ Possibile che la stampa italiana batta la gran-cassa con la notizia che la Fiat ha restituito 7,5 miliardi di dollari al governo Usa e a quello canadese, dimenticandosi di dire che per trovare i soldi ha dovuto emettere obbligazioni per 1,5 miliardi di dollari al tasso dell’8% per otto anni di durata e una seconda tranche da 1,7 miliardi di dollari , durata decennale, al tasso dell’8,25%?

Le scorie radioattive a Saluggia e i cittadini che non si fidano della Regione

A Saluggia si trova l’85 per cento delle scorie radioattive italiane. Da 30 anni stanno a due passi dalla Dora Baltea e a 1,5 km dal più grande acquedotto del Piemonte. I rischi di contaminazione sono enormi, ma l’unico piano di emergenza disponibile è tenuto segreto. Ecco perché le associazioni Legambiente e Pro Natura hanno diffidato gli enti locali. All’argomento il Fatto Quotidiano ha dedicato un importante documento video.

Secondo Mario Borghezio se vince Pisapia Al Queda e Al Zawahiri sono contenti

Mario Borghezio non finisce di “stupire”. In un’intervista a Klaus Davi per KlausCondicio, il programma tv in onda su YouTube il deputato europeo torinese della Lega ha raccontato: “Non ci sono dubbi che i fondamentalisti islamici, in primis Al Quaeda e lo stesso Al Zawahiri, sarebbero felicissimi se a Milano la Lega dovesse perdere e Pisapia diventasse sindaco. La vittoria della sinistra spalancherebbe le porte all’islam radicale. E’ come se sul Duomo sventolasse una bandiera islamica”. E ancora: ”Al Qaeda, come dimostrano le indagini della procura, si è radicata a Milano, forse l’unica grande metropoli europea che manca al grande progetto di islamizzazione dell’Europa promosso da Bruxelles. E Pisapia, che non e’ islamico e neppure islamista, rischia di essere l’utile idiota”.

Le profezie di un pensionato torinese

Dei torinesi possono apprezzare al meglio e tradurre certi passi di questo post sul Fatto Quotidiano

“Se Fassino non vince, mi eviro!” In effetti Luigi Pautasso (il nome è ovviamente inventato), politologo piemontese in pectore ed opinionista da fermata del tram, aveva utilizzato una forma espressiva più colorita ed in stretto dialetto piemontese. Era l’inizio delle sue previsioni elettorali mercoledì scorso sotto la pensilina della fermata dei tram a Porta Susa. Stava parlottando con un pari età pensionato di politica e di città e ci siamo fatti coinvolgere dai suoi discorsi dando il meglio del nostro dialetto simil Camillo Benso Conte di Cavour.

“Monsù” Pautasso continuava la sua profezia elettorale: “Come fa Fassino a perdere? A Torino il suo predecessore Sergio Chiamparino piace a tutti soprattutto agli anziani. Poi Fassino è molto conosciuto da tutti. E quel Coppola chi sa chi è? E anche Musy io non so mica chi sia? L’ho visto sui manifesti e in televisione, ma ne so poco. Come faccio a fidarmi?”

E poi ancora: “Fassino non mi entusiasma ma è uno di quelli della vecchia guardia, grossi danni non li farà. Me ne ha parlato bene una signora che abita nell’alloggio di fronte, l’ha visto in giro per Torino. E’ tanto educato”. Ad una domanda diretta su chi avrebbe votato, il fantomatico Pautasso rispondeva in forma interrogativo – depistatoria per poi confessarsi: “Io non vengo mica a diglielo… Ma sì, voterò anche io Fassino. Mio nipote vota invece Beppe Grillo e le sue liste del Movimento 5 Stelle. E’ molto entusiasta, sta facendo anche propaganza per loro. L’altra mia nipote stava con Rifondazione, ma ora penso voti anche lei Fassino. I miei figli non votano più da tempo, mia moglie penso voti anche lei per Fassino, ma a volte non la seguo più dato che sembra apprezzare Berlusconi e la Lega. Io non ci capisco piu niente”.

Le Elezioni a Torino: Fassino favorito e agli altri

Quotidiano Piemontese ha dato spazio a tutti i candidati sindaco di Torino.
Abbiamo preparato 15 domande che abbiamo proposto a tutti i candidati sindaco di Torino. Non è stato semplice riuscire a trovarli tutti, ma è stato un importante sforzo civico per dare informazione ai cittadini torinesi. E’ stato un percorso non semplice perchè abbiamo dovuto seguire molti candidati: in partenza 15, qualcuno è poi stato eliminato dalla commissione elettorale.
E’ stata una bella esperienza umana oltre che professionale. Abbiamo conosciuto “privatamente” i diversi candidati. Ne è venuto fuori un quadro di una città in cui c’è molta voglia di fare politica e di cambiare le cose
Ci è stato impossibile contattare Varlado, con Debetto abbiamo fallito un paio di appuntamenti. I referenti di Fassino ci hanno comunicato che “è impossibile riuscire a fermare il candidato per l’intervista video” e quidi “di inviare le domande in modo da realizzare l’intervista testuale”. Tutti gli altri candidati si sono resi disponibili.
Qui trovate tutte le interviste. Se avete molto tempo potete guardarle direttamente in questo post.

 


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La Cina è vicina: appello italiano per l’artista cinese Ai Weiwei

Per aderire all’appello

Al Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano
Al Presidente della Repubblica Popolare Cinese Hu Jintao
All’Ambasciatore della Repubblica Popolare Cinese in Italia Ding Wei
PremessaAi Weiwei è un artista e attivista cinese molto conosciuto nel mondo per le sue performance artistiche, che fra l’altro è stato architetto e consulente nella progettazione del National Stadium di Pechino per le olimpiadi del 2008.
È un artista che ha sostenuto con le sue opere, in tutto il mondo, un’idea irrinunciabile di anticonformismo e libertà. Ai Weiwei è perciò un personaggio di rilievo e un punto di riferimento ormai imprescindibile per tutta la cultura internazionale, non solo per quella cinese. Ai Weiwei è stato arrestato a Pechino il 3 aprile scorso, e da allora non se ne hanno più notizie. È per questo che il Tate Modern Museum di Londra ha esposto sulla facciata del suo edificio la scritta a caratteri cubitali “Release Ai Weiwei” e che i direttori di alcuni delle principali istituzioni museali mondiali hanno espresso in un proprio appello la richiesta di liberazione per l’artista. In Italia questo appello non ha avuto sinora seguito nel mondo artistico e culturale, e ha ottenuto scarsa attenzione da parte dei media.
Appello
Noi sottoscrittori di questo appello, nel pieno rispetto per la sovranità e autonomia dello Stato Cinese, ma convinti che la cultura, l’arte e la libertà di espressione del pensiero siano valori irrinunciabili per la dignità e sopravvivenza stessa dell’umanità,
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Guardare l’Italia e il Parlamento senza paraocchi

Mario Calabresi sostiene in un editoriale su La Stampa che

Il Parlamento e le classi dirigenti sono lo specchio del Paese? I politologi, i sociologi e gli storici ne dibattono da sempre evidenziando come chi ci rappresenta in fin dei conti finisca per riprodurre i nostri vizi e i nostri difetti. Potremmo anche ricordare che le risse ci sono sempre state, ma dovremmo avere l’onestà di aggiungere che c’erano anche le classi dirigenti che ne prendevano immediatamente le distanze.

Ma siamo sicuri che oggi la classe politica somigli ai cittadini che governa? Questa volta spero proprio di no, e penso che siano rimaste solo piccole minoranze a tifare e a scaldarsi di fronte a chi grida e minaccia in Aula. Così come mi pare simbolica la risicata presenza di cittadini fuori da Montecitorio nella giornata di ieri. Si potrebbe interpretare questa assenza come il segno di una totale assuefazione, io penso invece che sia il risultato del disincanto, che sia un fastidio arrivato a tale livello da spingere la maggioranza dei cittadini a tenersi lontana. Le persone dotate di senso sanno anche che da questa paralisi non si esce andando a lanciare monetine fuori dal Parlamento.

Ora come noto il Parlamento è espressione del suffragio popolare. Quindi quei parlamentari che si sono esibiti in scene patetiche sono frutto del voto di una parte del paese. Non sono frutto di un attacco di marziani.
Una grande splendida parte parte degli italiani cerca di cambiare le cose, di superare le corruzioni, di combattere la prevaricazione, le vergogne e tutto quello che è illegale.
Un’altra parte sta a guardare, tira a camapre, segue l’onda del “che mi ocnviene fare”. In fondo avalla con il voto e con le azioni e con le omissioni lo stato delle cose.
E’ ora di guardare il paese Italia senza paraocchi evitando di dare sempre le colpe ai politici.

Il 4 aprile si presenta Torino Digitale

Il 4 aprile alle ore 11.30 al Circolo dei Lettori di Via Bogino 9 a Torino sarà presentata ai cittadini e ai mezzi di informazione Torino Digitale. Torino Digitale nasce da una ottima idea di Fabio Malagnino intorno a cui si sono aggregati un gruppo di esperti di cultura e tecnologia digitale torinese.
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