Navigando in Rete ho trovato per caso questo articolo dettagliato e completo che in controtendenza delle elegie che da sempre hanno contraddistinto il racconto dell’opera di Sergio Chiamparino analizzano quanto ha combinato il Chiampa a Torino. Per dimostrate che l’ex sindaco di Torino oltre ad essere un vero “sindaco per caso” è stato uno dei politici più sopravvalutati d’Italia e che ora sverna nella posizione di grosso potere economico di presidente della Compagnia di San Paolo.
Sotto la sua guida, secondo Legambiente, Torino ha raggiunto il bel primato di città più inquinata d’Italia (e seconda in Europa). Lo ha raggiunto e se lo tiene bello stretto ancora oggi. Io vado molto spesso in montagna e Torino si riconosce da distante, non già per la sua architettura, ma perché la sovrasta una perenne cappa di fumo nero. Per le sole polveri sottili si calcola che a Torino muoiano più di 800 persone all’anno. Del resto, non è stata forse un’idea di Chiamparino quella di costruire i parcheggi non già alla periferia della città, ma nel suo pieno centro? Le più belle piazze di Torino sono ormai sospese nel vuoto: sotto ci sono i parcheggi. Più parcheggi in centro, più auto in centro. “Elementare, Watson” (nota: sapete che in realtà Sherlock Holmes non l’ha mai detto?).
Il piano regolatore di Torino fu varato nel 1995. Da allora esso ha subito circa 200 varianti (il che significa che il piano è diventato poco più che carta straccia), la stragrande maggioranza delle quali varate dalle giunte Chiamparino. Non credo che ci sia stata una variante che abbia previsto la creazione di un’area verde. In compenso la Torino paleoindustriale è stata completamente cancellata, per fare posto a edificazione residenziale e centri commerciali. Potete stare certi che se a Torino oggi si discute una variante, questa sicuramente prevederà un tot di cemento per palazzi e un tot di cemento per non luoghi. E, notate bene, a Torino nell’aprile 2011 c’erano la bellezza di 144.894 abitazioni sfitte! E sempre Torino detiene altresì il triste record della più alta percentuale in Italia diespropriazioni immobiliari.
Il “Chiampa” (come viene talvolta scherzosamente chiamato) si è poi aggiudicato le Olimpiadi del 2006. Si dice che le Olimpiadi sono state un formidabile volano per il turismo e che grazie ad esse oggi Torino è meta di tour operator, dimodoché anche noi oggi abbiamo in centro i nostri bei giapponesi con la Nikon, di cui si sentiva tanto la mancanza. Sarà, resta il fatto che oggi, anche grazie alle Olimpiadi, Torino è oberata di debiti, ha edifici, tipo il Palaisozaki di cui poteva fare a meno, ma soprattutto le sue valli hanno strutture perfettamente inutili e in perdita secca perché inutilizzate, come i trampolini di Pragelato e la pista da bob di Cesana.
A Torino con la nuova sinistra gli architetti fanno fortuna. Prima Castellani che officiò l’eterno compagno Fuksas per rivisitare (a mio modo di vedere “rovinare”) Porta Palazzo, poi il Chiampa cheapprova il megagrattacielo di Renzo Piano, a poca distanza da Porta Susa e un po’ più basso della Mole Antonelliana, per non ledere la sua maestà. E non sarà l’unico grattacielo, perché anche la Regione vuole il suo, e un altro chiede di sorgere al posto dell’Alenia Aeronautica. C’è da scommettere che “Globulo” (Fassino, secondo Grillo), seguendo l’esempio del suo illustre predecessore, li accontenterà.
Poi al servizio di Torino, Chiamparino consenziente, e nell’immediata periferia, ecco un bell’inceneritore, attualmente in fase di costruzione, quasi che l’inquinamento non fosse già sufficiente e quasi che non insegnasse nulla il fatto che Novara, a poca distanza, abbia una raccolta differenziata più che doppia rispetto a Torino…
Ma non finisce qui. Il Chiampa infatti è uno dei più accaniti sostenitori della Tav. Ma proprio accaniti, signori miei. Se godesse di superpoteri, ci scommetto che la farebbe lui. E dire che dalla Tav Torino non ricaverebbe (puta caso che la realizzassero davvero, Dio ce ne scampi) un bel nulla se non uno stravolgimento della città e dell’hinterland.
E non finisce qui, infatti il nostro, da buon esponente della nuova sinistra, plaudeva apertamente alla proposta Ronchi (Pdl) di privatizzare la gestione dell’acqua: “Chi è contrario alla privatizzazione dell’acqua parte da un pregiudizio ideologico”. Per fortuna che poi ci sono stati i referendum che hanno messo le cose a posto, altrimenti chissà che cosa combinava.