Un anno fa più o meno la fusione fra Secolo XIX e La Stampa, che nel concreto è stata un’incorporazione del Secolo nel giornale della famiglia Agnelli. L’evento era stato descritto come la nascita di un potente gruppo editoriale del nord ovest. In effetti le cose non devono essere andate così bene come la comunicazione indicava se oggi il sempre ben informato direttore di Lettera 43 Paolo Madron comincia a parlare di un conferimento della Stampa al gruppo editoriale L’Espresso – Repubblica per diventare il quotidiano del Nordovest del gruppo Finegil. Del destino del Secolo XIX per ora non si parla …
Ma la società deve affrontare anche un altro problema: la disaffezione del suo azionista di riferimento, la Fiat, che da settimane non perde occasione per far trapelare la sua volontà di uscire. Complice una capitalizzazione ai minimi, l’addio dei torinesi può fornire il destro per rimescolare, o meglio semplificare, un azionariato folto e bizantino, facendo finalmente emergere una figura forte che incarni con pienezza il ruolo di editore.
Come perCorriere-Sole, anche sulla direttrice Torino-Roma corrono ipotesi di fusione.
Il progetto prevederebbe un conferimento della Stampa da parte degli Agnelli-Elkann e la formazione di un unico gruppo dove il quotidiano torinese figurerebbe come la propaggine del Nord, ovvero il più prestigioso gioiello della catena di giornali locali che Espresso-Repubblica controlla attraverso Finegil.
Un’integrazione complementare, alla cui giustificazione non serve, se non ad aggiungere un tocco di aneddotica, ricordare il legame tra Gianni Agnelli e suo cognato Carlo Caracciolo, che darebbe storicità e blasone alle nozze (anche se, a onor del vero, quando il Principe bussò alla porta dell’Avvocato per avere soldi per L’Espresso, questi non si mostrò per nulla generoso). Queste le ipotesi sul tappeto, oggetto di incontri, abboccamenti, passi indietro e indomite ripartenze.