È morto a 76 anni Mario Cotelli, storico commissario tecnico della nazionale di sci che con lui divenne la Valanga Azzurra quella di Gustavo Thöni, Piero Gros, Herbert Plank, Paolo De Chiesa, Fausto Radici, Helmuth Schmalzl, Rolando Thöni, Marcello Varallo, Stefano Anzi, Franco Bieler, Erwin Stricker, Tino Pietrogiovanna.
Mario Cotelli soffriva da tempo di insufficienza renale e la sua situazione si era aggravata nell’ultimo periodo.
Grazie a lui e ai suoi atleti lo sci è diventato un fenomeno sociale, turistico e commerciale.
Entrò nel mondo dello sci Azzurro dalla squadra B come vice di Jean Vuarnet per poi creare con l’allenatore francese il team che aveva in Gustavo Thoeni e Pierino Gros i suoi due migliori atleti vincendo 5 Coppe del Mondo assolute e 12 medaglie tra Mondiali e Olimpiadi, dominando le discipline tecniche.
L’espressione valanga azzurra fu usata per la prima volta dopo la gara di slalom gigante di Berchtesgaden, in Germania Ovest, del 7 gennaio 1974 in cui la nazionale italiana ottenne i primi 5 posti con Piero Gros, Gustav Thöni, Erwin Stricker, Helmuth Schmalzl e Tino Pietrogiovanna.
Lo ricorda Gustavo Thöni: “Era il mio allenatore e poi direttore tecnico, quello che ha seguito tutta la nostra bella avventura della Valanga Azzurra, con tutti i grandi risultati raggiunti – Ho tanti bei ricordi legati a Mario, che conoscevo da quando ero ragazzo e faceva il maestro di sci sullo Stelvio. Provo un grande dispiacere, anche se sapevo che non stava bene di salute. Me lo ha detto lui questa estate quando è venuto a trovarmi nel mio albergo”.
Per Piero Gros Cotelli è stato come un padre: “Devo tanto a Mario perché è stato lui a portami in Coppa del Mondo e alla prima gara riuscì subito a vincere Con Mario siamo stati assieme fino al 1978, sono stati gli anni belli della mia carriera. Io ero arrivato da ragazzino in squadra e Mario assieme all’amico Oreste Peccedi ha saputo gestire il gruppo molto bene. Il ricordo più bello è senza dubbio la mia prima vittoria in Coppa che è coincisa con l’esordio. Era l’8 dicembre del 1972 in Val d’Isère quando è venuto verso di me gridando che avevo vinto e poi mi ha abbracciato”.