Il 24 novembre è morto all’ospedale Martini di Torino Rodolfo Spagone, 60 anni, un senza dimora usurato fisicamente dal freddo, dal diabete non curato e dallo scompenso cardiaco. Rodolfo era stato il protagonista del pluri premiato docu film Al di qua del regista torinese Corrado Franco in cui nella finzione moriva e nell’ultima scena saliva in cielo nell’abbraccio del Padre.
Gian Paolo Pauletto, cappellano dell’Ospedale Martini e Corrado Franco il regista del film e i suoi amici lo hanno ricordato al suo funerale, ricordando le ragioni della povertà e le dimensioni del fenomeno a Torino, in Italia e nel mondo.
Rodolfo aveva avuto come molti una prima vita normale: un matrimonio e un divorzio, un figlio, un lavoro da ambulante, una casa popolare, un affitto da pagare e poi non pagato, il freddo intorno all’ospedale Martini, la zona che era diventata il suo territorio.
Corrado Franco dopo la sua morte lo aveva ricordato : “È purtroppo successo nella realtà quello che accade nel film, e che nella realtà accade sempre più spesso. Questa volta però Rodolfo è salito al Cielo veramente. Le autorità, i politici si devono occupare finalmente dei poveri del mondo, abbandonati a se stessi. Rodolfo faceva una vita di stenti, era una delle 4,8 milioni di persone che vivono e muoiono in condizioni di povertà assoluta in Italia.
Ora ci vorrebbe un Oscar speciale perRodolfo Spagone perchè diventi un simbolo della lotta alla povertà.