Giorgio Bona ha scritto un libro di controinformazione narrativa: Sangue di tutti noi. L’11 luglio 1945, alle ore 18.10, in una strada di Casale Monferrato, viene barbaramente assassinato Mario Acquaviva, alto dirigente del Partito Comunista Internazionalista. Dopo aver scaricato cinque colpi d’arma da fuoco, i due attentatori si danno alla fuga, urlando di aver giustiziato una spia fascista. Subito dopo il fatto, s’innalza un muro di omertà e di silenzio. Nasce immediatamente la sensazione che questo omicidio nasconda una forte valenza politica.
Attraverso una narrazione che si muove tra fiction e avvenimenti reali, basata su fonti storiche e documentali, Sangue di noi tutti ripercorre gli ultimi due anni di vita di un personaggio che la Storia ha tentato in qualche modo di cancellare.
Una pagina accantonata della storia recente.