Muoviamoci: a difesa del trasporto pubblico

Muoviamoci.org è una campagna del comunicazione del Partito Democratico per i trasporti pubblici.

Ogni giorno 15 milioni gli italiani si muovono sul territorio nazionale. Per loro il trasporto pubblico locale rappresenta un diritto da garantire prima che un servizio da erogare. Treni, autobus, pullman, metropolitane fanno girare lavoro e sviluppo, fanno incontrare affetti e intelligenze, muovono idee e competenze, migliorano la mobilità fisica, realizzano la mobilità sociale. E fanno respirare l’Italia, perchè rispetto all’utilizzo dei mezzi privati consentono di ridurre l’inquinamento e i costi per le famiglie. Ma mentre il Paese si muove in avanti, il governo Berlusconi ha deciso di tirare il freno.

I consulenti accompagnati nell’attraversamento

Dal blog di Vittorio Bertola

Lunedì scorso, i dirigenti del centro Intesa Sanpaolo di Moncalieri – situato nel bel mezzo di uno svincolo della tangenziale – hanno deciso di vietare l’uso del parcheggio interno alle centinaia di consulenti che esso ospita, costringendoli a parcheggiare l’auto a qualche centinaio di metri e poi a rischiare la vita attraversando un tratto di svincolo a due corsie dove le auto sfrecciano a cento all’ora, senza che vi siano strisce o semafori pedonali. Nonostante il problema sia noto da mesi, sia la banca che il Comune di Moncalieri se ne sono lavati le mani; queste persone ci hanno contattato e noi abbiamo deciso di fare un’altra azione dimostrativa come quella di via San Donato, aiutandoli ad attraversare e soprattutto facendo in modo che i giornali parlassero del loro piccolo grande problema.

Dove si trova l’attraversamento
http://maps.google.it/maps?f=q&source=s_q&hl=it&q=Corso+Moncalieri,+Torino,+Piemonte&aq=&sll=41.442726,12.392578&sspn=23.809124,39.506836&ie=UTF8&geocode=FbxErwIdQTx1AA&split=0&hq=&hnear=Corso+Moncalieri,+Torino,+Piemonte&ll=44.989418,7.703497&spn=0.010987,0.01929&t=h&z=16

Fassino dato per vincente nei sondaggi

Lo Spiffero analizza i risultati di un sondaggio sulle comunali torinesi

Facce sorridenti e volti distesi nel quartier generale di Piero Fassino, in via Pietro Micca, dove sono stati resi noti i risultati di un sondaggio commissionato dalla direzione nazionale del Pd a Game Managers diretta da Marco Marturano sulle intenzioni di voto in vista delle prossime amministrative. Il 57% degli intervistati ha, infatti, dichiarato che voterà per l’ultimo segretario dei Ds, mentre Michele Coppola, candidato del centrodestra, si assesta al 31,5%. Più indietro il candidato del Nuovo Polo, Alberto Musy, con il 6,5%, che sconta un tasso di notorietà fra gli elettori decisamente più basso rispetto agli altri due competitor e quindi potrebbe, almeno sulla carta, contare su una performance potenziale di recupero.

Tra gli altri candidati, Vittorio Bertola, del Movimento 5 stelle registra il 3,5%, Jury Bossuto, della Federazione della Sinistra, lo 0,6%, Giacinto Marra, di Azzurri Italiani, lo 0,2% e Daniele De Betto, Partito Comunista dei Lavoratori lo 0,1%. Ancora alta la percentuale degli indecisi, al 27,7%, mentre il 5,4% degli intervistati ha dichiarato che non andrà a votare.

I Signori Rossi gridano Stop alla Corruzione

Raphael Rossi sta lavorando con molti cittadini a realizzare un movimento per diffondere una cultura etica e per la tutela della legalità.
Domenica 3 aprile alle 16.00 in piazza San Carlo a Torino, è in programma una Flash Mob con tutti vestiti di rosso e immobili per qualche secondo, come l’omino rosso del semaforo, per poi gridare uniti “Stop alla corruzione”.

M’impegno, dunque, a rendere la mia vicenda esemplare, nel bene e nel male, per far sì che siano sempre più numerosi coloro che denunciano la corruzione (il prossimo anno aumenterà ancora del 30%?) e siano protetti e aiutati i collaboratori di giustizia (non come capitato a me). Per questo, ora che il movimento dei Signori Rossi si è costituito sul gruppo di Facebook, vi informerò passo dopo passo dei risultati che insieme riusciremo a raggiungere. Leggi tutto “I Signori Rossi gridano Stop alla Corruzione”

Beffati ancora una volta i lavoratori di Eutelia

Il racconto delle vicende scritto da Beatrice Borromeo sul Fatto Quotidiano

Condannati. Solo che gli ultimi a sporcarsi la fedina penale non sono i manager che hanno spolpato Eutelia, lasciato senza lavoro migliaia di persone e che si sono intascati milioni di euro di commesse. Ma i dipendenti che, nei mesi in cui venivano ignorati dai loro datori di lavoro (distratti da quella che i magistrati romani hanno definito una frode “colossale”), hanno protestato occupando la sede romana dell’azienda. A dodici di loro è stata appena notificata la sentenza del Tribunale penale di Roma: tre mesi di reclusione convertiti in una pena pecuniaria di 7.600 euro a testa. Cioè quanto ognuno di loro prende di cassa integrazione in un anno. Il delitto? Aver “invaso arbitrariamente, al fine di occuparlo, l’immobile di proprietà della società Eutelia”. E visto che erano in gruppo, scatta automaticamente anche il concorso di persone.
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Torino digitale: per digitalizzare la Torino del futuro

Si è costituito a Torino il Comitato Torino Città Digitale a cui hanno aderito esponenti del mondo delle professioni, dell’accademia, dell’informazione accomunati da un obiettivo comune: fare di Torino la prima città interamente digitalizzata in Italia.

A maggio andranno al voto circa 1300 comuni in tutta Italia e 4 grandi città. Vogliamo proporre una serie di azioni concrete per fare uscire le nostre realtà locali dal Medioevo digitale in cui sono relegate.
Le azioni saranno elaborate in queste settimane in maniera aperta, collaborativa e condivisa su questo sito.
Ogni persona potrà liberamente commentare, apportare modifiche, integrare le proposte contenute.
Al termine di questo percorso sottoporremo le nostre proposte ai candidati Sindaco di Torino di tutti gli schieramenti e su queste chiederemo la loro condivisione.
Da Torino vogliamo proporre un modello di partecipazione a tutti i Comuni italiani che potranno adattare le proposte al loro contesto locale.

Per iniziare Torino Digitale ha proposto 3 azioni

  • Internet diritto di cittadinanza e neutralità della rete
  • Wifi libero? Sì, ma razionalizzato.
  • Open Data
  • Utili pubblici in progetti di innovazione
  • Alfabetizzazione e competenze per l’inclusione nel mondo digitale

3411 torinesi vogliono una Sagat diversa

Il magazine dell’associazione FlyTorino offre un resoconto della raccolta firme che ha portato a depositare presso il Comune di Torino una proposta di delibera di iniziativa popolare avente come oggetto le linee guida per la stesura dei patti parasociali di Sagat, società di gestione dell’aeroporto di Torino.

Tremilaquattrocentoundici volte grazie! I torinesi hanno risposto in maniera entusiasta all’iniziativa di FlyTorino volta a presentare una delibera d’iniziativa popolare per lo sviluppo dell’aeroporto di Caselle: Torino vuole volare e deve poter volare! Nei mesi che ci aspettano sappiamo che la politica dovrà ascoltare i cittadini.

Sono state sei settimane impegnative ma molto appaganti: stare fra la gente ci ha fatto tastare la voglia di volare dei torinesi. E’ bastato pronunciare la frase “sviluppo dell’aeroporto” perché le persone si fiondassero a firmare, in alcuni momenti anche sobbarcandosi 10 minuti di fila. Abbiamo ascoltato migliaia di cittadini, tutti stanchi
e delusi dalla pessima gestione Sagat. Le critiche verso chi gestisce l’aeroporto sono state sempre dure ed aspre.

Diamo qualche numero per spiegare la portata del risultato e perché la politica non potrà restare indifferente. Se avessimo avuto le risorse umane per presidiare la piazza per tutte le 16 settimane messe a disposizione dalla normativa e per aprire più punti in città avremmo superato le diecimila firme. Se avessero potuto firmare anche i non residenti a Torino la cifra sarebbe almeno raddoppiata. Tanto per fare un paragone con le ultime elezioni regionali se FlyTorino fosse stata una lista civica e le firme raccolte fossero stati voti avremmo eletto un consigliere regionale!

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I mobili mai consegnati e i dipendenti senza stipendio di Aiazzone

Su QP abbiamo parlato dell’indagine per truffa contro i titolari di Aiazzone e di Emmelunga e sulla situazione delle centinaia di dipendenti dei mobilifici da mesi senza stipendio. Su richiesta dei nostri lettori, facciamo un aggiornamento della situazione, utilizzando anche informazioni prese dalla Rete.

La Procura di Torino chiedera’ al Tribunale Fallimentare di occuparsi della situazione finanziaria di Panmedia, societa’ di comunicazione di Torino alla quale e’ stata ceduta la holding B/S, titolare del marchio Aiazzone.

Il Codacons del Piemonte ha ottenuto l’apertura di un tavolo di concertazione con Fiditalia per definire le posizioni dei singoli utenti. La Finanziaria ha assicurato il blocco delle rate sugli acquisti fatti con Aiazzone  e ora si sta esplorando un modo per cercare di ottenere, almeno in parte, la restituzione del finanziamento.

Da tempo si parlava della situazione difficile di Aiazzone e dei suoi dipendenti. Poi un reportage delle Iene ha fatto esplodere il caso
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