Edoardo Raspelli: vi spiego come si giudica un ristorante

Incontro oggi in una affollata sala al Centro Congressi dell’Unione Industriale di Torino per un conferenza dal titolo “Informazione Gastronomica e Critica Alberghiera”. Presente come relatore il più celebre critico gastronomico italiano, Edoardo Raspelli, il vice direttore della Stampa Luca Ubaldeschi, il giornalista e amministratore delegato del Centro Congressi dell’unione Industriale di Torino Giancarlo Bonzo, il giornalista della Stampa Rocco Molterni  e il presidente Odg Piemonte Alberto Sinigaglia.

Perché critica alberghiera parlando di Edoardo Raspelli? Perché quando iniziò la sua avventura di critico non esistevano le centinaia di rubriche televisive dedicate ai cuochi, oggi celebrati ed esaltati manco fossero star cinematografiche, tra cui alcune apparizioni  alquanto imbarazzanti. Anzi: non esisteva una cultura della critica gastronomica. Il nostro Raspelli inizia dunque come critico alberghiero.

A ventidue anni  (nel 1971), ci spiega,  viene assunto al Corriere d’Informazione. Il 10 ottobre 1975, su ordine del direttore di allora, Cesare Lanza, dà vita sul quotidiano milanese alle pagine settimanali dedicate ai ristoranti, con la rubrica di stroncature “Il faccino nero”. Questa valse diverse minacce a Raspelli, fino alla consegna di una corona di fiori recante il messaggio «Al nostro caro Edoardo»; Raspelli rispose sull’edizione successiva della rubrica con «Volevo ringraziare chi mi ha mandato la corona di fiori ma anche rassicurarlo: la sua cucina è sicuramente fetente ma non mortale»

Ci racconta di come si occupò di cronaca nera negli anni più cupi del terrorismo (è il primo giornalista ad accorrere sul luogo dell’assassinio del commissario Luigi Calabresi, il cui ricordo lo turba ancora). Suoi colleghi sono, fra gli altri, Walter Tobagi, Vittorio Feltri, Ferruccio De Bortoli, Massimo Donelli, Gigi Moncalvo, Gian Antonio Stella, Paolo Mereghetti e Gianni Mura.

Nel 1986 (l’anno di fondazione) e per qualche tempo a seguire è stato responsabile del Gambero Rosso, ai tempi supplemento del quotidiano il manifesto, uno dei dirigenti di Guida d’Italia dell’Espresso e della rubrica “Il Goloso”, pubblicata sul settimanale L’Espresso.

Oggi  invece Edoardo Raspelli conduce ogni domenica mattina su Rete 4 il programma Melaverde, che ora va in onda su Canale 5.

Prosegue il suo racconto affermando che in Italia esistono solo due critici di ristoranti (lui stesso e Valerio Massimo Visintin) e nessun critico vinicolo. Il problema è questo enorme florilegio di rubriche, ma anche blog che si sperticano lodando qua e là lo chef di turno senza mai una critica sul cibo. Lui, Raspelli, ci informa che non racconta mai di cuochi ma solo di cibo e accoglienza. Del resto quando uno sceglie un ristorante (e lui si pone come facevano grandi giornalisti come Enzo Biagi al servizio del lettore), nella maggioranza dei casi non lo sceglie per il cuoco, ma perché intende fare bella figura in una cena di lavoro, per una ricorrenza, perché vuole una serata lieta con i propri bambini che possono così scorrazzare in un ampio giardino, o anche solo per l’accoglienza. Ed è proprio su questo che punta Raspelli criticando alcuni ristoranti: alcuni li boccia perché non sanno comunicare e non rispettano il cliente, che è lì per loro e paga un servizio e non viceversa. Non sanno neppure rispondere al telefono. E veniamo alla classifica:

COME SI GIUDICA, PER RASPELLI, UN RISTORANTE

  1. Si parte dall’approccio nel momento in cui si prenota. Normalmente Raspelli non comunica mai il suo nome, sfrutta l’effetto sorpresa. Si presenta con il nome di un amico che poi avverte e poi piomba nel ristorante dove al limite possono riconoscerlo (purtroppo dice sono un personaggio pubblico). Ma badiamo bene: se un ristorante non è preparato, non può farlo all’ultimo momento. C’è purtroppo una celebre guida molto sopravvalutata i cui ispettori (erano 10 e ora sono solo 7)  si fa annunciare ben prima di presentarsi. Non lo trova corretto.
    Per venire al dunque è già dalla prima telefonata che uno dovrebbe accorgersi che c’è qualcosa che non va.
    Driiin:
    “Mmm! Chi è” (con voce assonnata)
    “Pronto, ristorante Pinco Pallo”?
    “Si perché?”
    … come perché, sono un vostro potenziale cliente!
  2. All’ingresso del ristorante: gli odori, i profumi. Raspelli odia quei ristoranti in cui si sentono effluvi di deodoranti chimici. Ci sono invece luoghi dove il solo profumo si trasforma in una stimolazione di piacere del palato.
  3. Arrivi un quarto d’ora prima dell’apertura del Ristorante e ti senti dire “apriamo tra un quarto d’ora, può attendere?” – e tu rimani all’addiaccio, sotto la pioggia con il freddo ecc. ad aspettare fuori. È intollerabile. Ok, sono in anticipo ma sono tuo ospite: non mi fai entrare e aspettare al caldo all’interno?
  4. Sempre l’accoglienza: “il cappotto? Lo può posare lì”. Ok lo sapevo da solo senza che me lo dicesse. I gesti semplici fanno la differenza soprattutto in presenza di signore.
  5. Raspelli non sopporta i locali che si danno delle arie: che ti fanno capire che sei fortunato a essere stato accolto da loro. Ehi! In fondo sono un tuo cliente, alla fine ti pago, datti una calmata!
  6. E poi viene la critica culinaria vera e propria, che secondo Raspelli è molto soggettiva, certo. Ma l’importante è essere sinceri: quando qualcosa non va bisogna dirlo. Raspelli ha collezionato 20 querele per avere espresso un giudizio, vinte tutte. Il diritto di cronaca è un diritto. Raspelli prende le distanze invece in chi critica attraverso alcuni portali web diffamando. Dire ad esempio: “il cibo faceva schifo e ho vomitato per tre giorni” è un reato. Come puoi sapere se hai vomitato per quello che hai mangiato o perché Hai preso freddo, ingurgitato com un pazzo, ecc. se non hai fatto fare una analisi chimica del tuo vomito? Insomma: un critico è corretto, esprime un giudizio ma non agisce mai per ripicca.
  7. E poi un accenno all’abitudine dei ristoranti di preparare anche una settimana prima i prodotti e poi congelarli per essere pronti all’uso. Secondo Raspelli non è una tragedia: l’importante è che si preservi qualità e sapore. Certo, quando era giovane e si recava con la famiglia al ristorante, gli agnolotti venivano sapientemente preparati dalla cuoca uno a uno pochi minuti prima di essere bolliti, dalla pasta  con cui erano stati preparati la mattina. Non si può pensare a un ritmo simile oggi e dunque ben venga la surgelazione che tra l’altro non è l’unico modo di preservare degli ottimi prodotti.

E qui Raspelli fa una piccola digressione: prendiamo ad esempio la Esselunga (non teme di fare nomi e cognomi): le Zuppe di Zerbinati di Acquiterme. La moglie  di Raspelli le compra proprio al celebre supermercato  che ha da anni ha puntato proprio sulla qualità dei suoi prodotti. Beh, queste zuppe  sono così buone e genuine che non si stupirebbe se qualche ristorante ne facesse  uso. E non  farebbe torto secondo lui. Sono zuppe conservate sotto vuoto, senza conservanti. E Raspelli, come molti italiani, è un maniaco della lettura dell’etichetta. Anche la grande distribuzione ha puntato dunque sulla qualità, pensiamo poi a marchi come Slowfood ed  Eataly.

Insomma oggi gli italiani preferiscono puntare meno sulla quantità e puntare più sulla qualità.  C’è molta più attenzione che in passato sulla qualità del prodotto e sulla propria salute.

Per finire noi del pubblico poniamo una domanda a Raspelli: siamo a Torino: ci può consigliare due ristoranti che recentemente l’hanno colpita e che consiglierebbe, uno “Top” e uno “Pop”?

Tra i Top sicuramente Del Cambio, anche se può migliorare l’accoglienza (ci sono tavoli da serie B per intenderci e questo non piace). Tra i Pop  un locale giovane che è l’Emporio Gastronomico. Una vera rivelazione.

Identità Golose 2016Ritorna Col Suo Carico di Gusto

Scabin 3 (2)E’ questa la cosa più importante , la libertà di espressione, lontana da tutto quello che può creare asservimento.

La dodicesima edizione di Identità Golose 2016 elabora in tutta la sua forma massima, “ La forza della libertà”, dunque una questione che tocca i tratti distintivi del genio creativo che c’è in ognuno dei grandi chef di straordinaria maestria.

Il 6 marzo si sono accesi i riflettori su una kermesse davvero speciale: chef celebrities, produttori, giornalisti, fotografi, hanno affollato le sale dello spazio congressi Mi.Co , in via Gattamelata , Gate 14 Milano, il filo conduttore di Paolo Marchi giornalista e critico enogastronomico, fondatore del congresso con la prima edizione nel 2004, è sempre quello: valorizzare la tradizione delle eccellenze del territorio attraverso la cucina d’autore.

Siamo in rassegna in sala Auditorium, sul palco chef italiani e stranieri che ci hanno documentato la loro libertà di espressione. Presenti, Davide Scabin, Enrico Crippa, Massimiliano Alajmo, Ricard Camarena, Carlos Garcia, Josean Alija e Matias Perdomo e molti altri. Lo studio che c’è dietro un apparente semplicità è molto complesso, questo lo dico rivolgendomi ad  Enrico Crippa, lui si abbandona ragionando,  ed è questa la chiave del suo grande successo, non ha gabbie mentali, ci illustra e racconta a colpo d’occhio cos’è la sua libertà in cucina.

Le novità di quest’anno alla prima giornata sono potenziate da, identità di gelato, identità di formaggio  e alla prima di identità di Champagne, mentre in sala blu si concentra il mondo e le novità di identità naturali, a raccontarvi quello che mi ha catturato complice un grande personaggio, Simone Salvini, chef di natura generosa e di spiccata spiritualità, ha dato forma alla sua maniera di trasmettere la sua di filosofia in cucina.

salvini

Classe 1969,dottorato in Psicologia, chef Ambassador di Alce Nero, un legame indissolubile per la cucina vegetariana, un passato che gli permette di espandere i suoi concetti, le sue idee, lavora per molte realtà nel 2005 è capo chef della cucina del ristorante Joia di Pietro Leemann, nel 2008 è docente in alcuni istituti alberghieri di Milano e collabora più volte alla formazione dei cuochi interni alla Camera dei Deputati a Roma, dal 2009 è chef docente dell’Associazione Vegetariani Italiana, e dell’Istituto Europeo di Oncologia di Umberto Veronesi, dal 2010 svolge corsi di cucina naturale vegetariana per la Scuola di Cucina di Alma. Dal 2011 è executive chef di Organic Academy. Chiaro, pulito, essenziale, Simone Salvini è un punto fermo del congresso, quest’anno mette in atto due creazioni uniti da un contenuto comune, l’incontro, una globalizzazione tra Europa e due continenti come Africa e Sud America, abbondanti  di materie prime e influenze di vita che segnano il quotidiano di persone di diverse identità culturali.

L’espressione delle sue ricette  sono spesso valorizzate dai legumi, prodotto dell’anno per la FAO e fonte di sostanze nutrienti e salutari. Salvini, ci conduce nella creazione delle meringhe senza uova e addensanti, utilizza l’acqua di cottura dei legumi, con dosi specifiche di solo zucchero di canna, grazie a proteine e saponine contenute naturalmente nei legumi. Nella seconda ricetta è invece la tapioca il soggetto, un tubero dai  molteplici derivati, il risultato è molto interessante  corrisponde alla realizzazione di una morbida crema aromatizzata al limone cotta nel latte di cocco, ( la tapioca ha delle note proprietà regolatrici del sistema gastrico), in un dolce epilogo nel piatto finito abbiamo due ingredienti principali, che valorizzano il tema natura e gusto,  meringhe croccanti e leggerissime e caviale di tapioca, almeno così Salvini l’ha apostrofato, sensuali, l’ho trovato un dessert  intuitivo e raffinato nella sua semplicità.

 

merinhe e tapioca

Mia ultima battuta di chiusura rivolgendomi al parterre di tutti i presenti:

Se il cibo è un arte, Identità Golose è la bottega dove gli artisti in cucina danno oltre la loro fama, perche il bello di questo congresso mi risulta evidente, come in ogni edition, rende omaggio alla tradizione e al futuro del cibo.

IL PREMIO NONINO “QUARANTUNESIMO ANNO”: ALTA CULTURA, SOSTENIBILITA’ E ARTIGIANATO CHE SARA’ ETERNO

Ronchi di Percoto, 30 Gennaio 2016

L'arrivo

Già da molti anni il Premio Nonino è diventato un punto di riferimento obbligato per il mondo della cultura: cio’ non solo perchè la scelta dei premiati va a individuare ogni anno personaggi di prima grandezza a livello internazionale, ma soprattutto perche’ in ogni sua edizione va a toccare temi di estrema importanza in un mondo nel quale sembrano sgretolarsi i valori tradizionali, in cui la stessa etica e’ messa pesantemente in discussione dalle ragioni della politica, dell’economia e della finanza, in cui un’informazione ansiosa e superficiale finisce per mettere in ombra, con la cronaca del momento, la riflessione sui problemi reali della nostra società. Quest’anno la Giuria del Premio Nonino, presieduta da V.S. Naipaul, premio Nobel per la Letteratura 2001, e composta da Adonis, John Banville, Ulderico Bernardi, Peter Brook, Luca Cendali, Antonio R. Damasio, Fabiola Gianotti, Emmanuel Le Roy Ladurie, James Lovelock, Claudio Magris, Norman Manea, Edgar Morin ed Ermanno Olmi ha così assegnato i Premi Nonino Quarantunesimo Anno.

Premio Nonino Risit d’Aur – Barbatella d’Oro 2016 a SIMONIT&SIRCh PREPARATORI D’UVA

Il loro operare è magistrale ed è un grande esempio per le nuove generazioni: riscoprire l’antica tradizione della potatura manuale della vite, rispettando gli equilibri naturali, ricercando la qualità assoluta, sfidando il futuro senza dimenticare la parte migliore del passato. In questo modo hanno preservato e innovato la potatura della vite, un’eccellenza che si era perduta. un’intuizione straordinaria che li ha portati ad essere i referenti dei più prestigiosi vignaioli del mondo. Ha consegnato il premio Ulderico Bernardi.

 

Premio Internazionale Nonino 2016 a LARS GUSTAFSSON

Il suo narrare (anche in versi) è unico, sempre ironico con se stesso, immerso fra la fantasia e l’erudizione che diventano improvvisamente un gioco profondo nel tempo che scandisce il nostro trascorrere.

una scrittura che trova il vero nella natura, dove vita e morte si affratellano e i colori diventano uno come le sensazioni, perdendosi nell’assoluto. Ha consegnato il premio Claudio Magris.

 

Massimo e Pamela Gelati

 

Premio Nonino 2016 a NATI PER LEGGERE

Arricchire la mente di un bambino raccontando storie è una tradizione che si sta perdendo nel mondo moderno con la sua comunicazione elettronica istantanea. Dobbiamo far proseguire quella tradizione e caratterizzare la vita dei giovani con la sapiente narrativa del passato. Ha consegnato il premio Antonio R. Damasio.

 

 

 

 

Premio Nonino 2016 a ‘un Maestro del nostro tempo’ ad ALAIN TOURAINE

Nel suo pensare ha coniato uno dei termini più usati ed abusati dei nostri tempi: “società post-industriale”. La sua analisi sociologica, lucida e attenta, spazia dalla politica all’etica individuale sino all’azione sociale, mantenendo sempre il suo cardine sui dinamismi sociali e sulla loro coesione. L’individuo, privato di un antico mondo sacro, diviene soggetto umano che, capace di trasformarsi, nel suo agire diventa creatore e arbitro del suo destino. Ha consegnato il premio Edgar Morin.

La consegna dei premi e’ avvenuta presso le Distillerie Nonino a Ronchi di Percoto, Sabato 30 Gennaio, dove, dopo l’arrivo alle distillerie di Cristina, Antonella, Elisabetta, Benito e Giannola Nonino, con Chiara, Davide, Francesca, Sofia, Gaia, Caterina, Costanza e Beatrice , ed il brindisi di benvenuto con Grappa UE ed Amaro Nonino in fantastici cocktail, e’ avvenuta, in anteprima assoluta, la distillazione di una piccola riserva di monovitigni del Friuli. La distillazione delle vinacce di singolo vitigno e’ la rivoluzione Nonino nel modo di produrre e proporre la Grappa in Italia e nel mondo.

Prima della cerimonia e’ stato festeggiato il grande maestro Ermanno Olmi, presente in sala.

Dopo la toccante performance del Coro Manos Blancas del Friuli, sostenuto sin dalla nascita da Giannola Nonino, che si pone l’obiettivo di emancipare bambini e ragazzi dal disagio, offrendo loro un’opportunità di riscatto sociale tramite l’accesso gratuito allo studio della musica, lo spettacolo e’ proseguito con il coro “Artemisia” di Torviscosa ed il coro del Friuli Venezia Giulia, per concludersi con il gruppo folkloristico “Chino Ermacora” di Tarcento, diretto da Massimo Boldi.

Le tre sorelle NonninoAl termine dell’assegnazione dei Premi, ballo e brindisi in distilleria. Si inizia con una sinfonia di aperitivi, serviti da eleganti cameriere in tipico costume “furlan”: uno strepitoso Prosciutto di San Daniele DOP, e i tipici Luanie e Polente, Salam e Soprésse di Rino Lestuzzi, oltre all’immancabile formaggio Frico e varie golosita’ friulane; il tutto accompagnato da una Ribolla Gialla 2011 spumantizzata da Collavini e dalle performance dei mixologist Nonino, che hanno servito agli eleganti ospiti i piu’ svariati cocktail a base di Grappa Nonino.

Una volta seduti, lo chef Romeo Sturma “Viroca” ha deliziato i presenti con specialissimi Uàrdi, puar e luianie, accompagnati da un Broy Bianco Collio 2013 di Collavini. Si prosegue con cuesse di raze in umid e cren e polente di sorture, e ancora musetto con la brovada, accompagnati da un Merlot Ravost riserva 2013 di Angoris. Al termine del pranzo, la tradizionale rottura del torrone Canelin di Visone da parte del paròn Benito, dolcetti tipici di carnevale, marron glaces alla Grappa Nonino Riserva, praline Lindt alla Grappa Nonino Monovitigno Moscato e crepes alla Grappa Nonino Riserva, preparate dai Maitres A.M.I.R.A. Friuli Venezia Giulia.

Durante il pranzo, emozionante la distillazione in diretta di Grappa Nonino Riserva Antica Cuvee 5 Years in barriques di quercia Limousine, Nevers, Gresigne ed ex-Cherry.

Moltissime le personalita’ presenti, tra i quali si notavano il Conte Marzotto, l’Avvocato Cesare Rimini, Rosita Missoni, Debora Serracchiani, numerosi giornalisti televisivi e della carta stampata, autorita’ civili e militari e rappresentanti dell’industria e della finanza internazionale.

Il segreto di questo successo risiede sicuramente nella capacita’ di pensare in grande, ma anche nel coraggio di saper decidere di modificare continuamente la propria creatura, anche quando sembra essere gia’ baciata dal successo internazionale. Giannola Nonino questa manifestazione l’ha fatta nascere e crescere, e continua ancora a emozionarsi come nelle prime edizioni, garantendo l’eternita’ al Premio Nonino.

 

Massimo Gelati e Gianni Mura

 

Gianni Mura e Ing. Massimo Gelati

Presidente Gruppo Gelati

Membro dell’Accademia Italiana della Cucina

 

 

 

Speciale 5 Edizione Olio Officina Food Festival

olio

Milano dal 21 al 23 gennaio ritorna la nuova edizione di Olio Officina Food Festival, la sfilata dedicata all’olio e ai condimenti ideata dall’oleologo e giornalista Luigi Caricato.

Siamo alla quinta edizione al Palazzo delle Stelline, in Corso Magenta 61, sono molti i partner e i sostenitori della manifestazione, che ha come main sponsor Pantaleo, Esselunga, Monini, Bertolli, Consorzio Extravergine di Qualità, Regione Puglia Assessorato Risorse Agroalimentari.
Degustazioni guidate di oli, finger food oliocentrici e acetocentrici, dimostrazioni di cucina per capire e gustare le diverse possibilità di abbinamento, un’area approfondimento (conferenze e tavole rotonde sull’olio di oliva, presentazioni libri, con nutrizionisti, chef, medici, economisti, filosofi).Una visione completa sul mondo dell’olio, e sulle difficoltà che la filiera affronta, e dunque tema caldo che Universofood tiene sempre in evidenza.

 

Dalla cantine d’autore ai frantoi d’autore. Presente il Consorzio dell’olio Dop Umbria, molte sono le novità nel grande happening milanese un incontro su un concetto singolare, che coinvolge l’Accademia Belle Arti di Perugia, un docente di restauro architettonico e due agronomi e degustatori. Non si tralasciano i cinque sensi, coinvolti una degustazione guidata dallo stile insolito. L’assaggio sarà infatti effettuato rigorosamente fuori dal bicchiere, su cinque differenti pani, un approccio che non può chiedere di meglio.

Il tema di quest’anno è l’olio del futuro, che crea e individua nuove tendenze, quindi pensato, essenziale, tradizionale, moderno, gusto e conoscenza, uno sviluppo pensato non solo per continuare ad apprezzare un condimento porta bandiera dell’Italia, ma con la differenza di comunicare oltre il gusto, cioè col quell’approccio che fa capo alla cultura dell’olio in maniera più variegata, spiegandone qualità, potenzialità, e misure, insomma l’informazione a 360°.

L’olio a stretto contatto con l’arte, l‘olivo è sempre stato rappresentato nell’arte come frutto di lavoro e storia, quindi non si tratta solo di comunicare il valore di produrre l’oro verde oliva, ma con l’audacia di sperimentare attraverso interpretazioni di alcuni artisti di, “Noi Brera” appunto Accademia delle belle arti di Brera, l ‘ebrezza di espressione che crea singolari opere d’arte con l’utilizzo del packaging come filo comunicatore oltre la vera sostanza dell’olio d’oliva.

Ritorna Misteri, Dario Nuzzo svela le leggende della Chiesa.

I segreti hanno sempre quel ritmo occulto, e Roma spesso ne diviene protagonista, non si smentisce di fronte ai misteri della fede.Miracoli, leggende, e la chiesa di Santa Maria, ove si trova il pozzo dei miracoli. Nel lontano 1256  al posto della chiesa vi era una semplice stalla comunicante al palazzo del cardinale Pietro Capocci, dove esisteva un normalissimo pozzo per attingere l’acqua. Si narra che in una notte di settembre, un servo del cardinale, per errore fece cadere nel pozzo un’immagine della Madonna dipinta su una pesante tegola di terracotta, da quel momento improvvisamente le acque  rigurgitarono abbondantemente, tutti  gli inservienti si recarono sul posto per arginare i danni, quando si accorsero  che dalle acque galleggiava la tegola con su dipinta l’immagine della Madonna, cercarono di afferrarla, ma inutilmente, la tegola sfuggiva  dalle loro mani, allorché il cardinale giunto al pozzo incominciò a pregare insieme a tutti i presenti, poco appena le acque del pozzo spontaneamente cominciarono a ritirarsi, e la tegola fu recuperata.

A seguito di questo evento al posto della stalla fu costruita la chiesa, nella quale ancora oggi l’immagine – della cosiddetta Madonna del Pozzo – è culto di grande devozione.

Questa sera, lunedì 21 dicembre, ritorna in onda Mistero Adventure, si riveleranno avvenimenti nell’ambito del paranormale, misticismo e fatti speciali legati alla fede, la nuova rubrica condotta da Dario Nuzzo sui Misteri della Chiesa di Roma, sarà la prima prova che questa speciale rubrica ha su Roma ed il Vaticano, luogo di esplorazione di enigmi celati. La prima puntata sarà dedicata allo storico mistero del Pozzo di Santa Maria a Roma.

Dario Nuzzo, new entry del programma, su questa nuova rubrica racconta: “i miti e le leggende legati alla storia Vaticana, sintomi dai poteri suggestivi, che si perdono nella tradizione e nel credo religioso. Aspetti che caratterizzano intrecci soprannaturali stretti ad eloquenti  fatti storici.

Al centro degli interessi misteriosi l’autore e conduttore tv, ci condurrà dentro i meandri delle storie che saranno soltanto l’inizio di incredibili segreti e misteri, che Dario Nuzzo racconterà ai telespettatori nelle puntate di Mistero Adventure, in onda stasera su Italia 1.

E come tutti i misteri l’importante è saper dare una costruzione originale.

 

GRANDI CHEF DI MILANO SI RIUNISCONO PER REGALARE UNA SERATA SPECIALE AI SENZATETTO E DONARE LORO UN VERO CENONE DI NATALE.

Un cenone dal valore tutto solidale per i senza tetto di Milano.
Che valore ha una cena di Natale per chi, come tante persone meno fortunate, e forse ancor meno, non hanno la possibilità
di garantirsi un pasto caldo. A regalare loro un privilegio di Natale come ogni anno è l’Associazione MIA di Milano col
supporto dell’Associazione del Maestro Martino, capitanata dallo chef Carlo Cracco, insieme a tanti colleghi dal grande
intento caritatevole, si sono uniti per cucinare il menù più profondo che mai hanno potuto dedicare.

Il 20 dicembre in Piazza Affari, avrà luogo la cena offerta dai volontari di Mia. L’armonia di essere guardati
con occhi diversi, riuniti al caldo, si condivide una tavola e il segno che questi piccoli grandi gesti danno un significato più umano nella condivisione del cibo.

Il tepore di quel piatto accogliente, la cena sarà una zuppa di ceci e polpo all’olio d’oliva preparata
da Claudio Sadler, a cui seguirà un risotto cucinato direttamente in piazza da Gaetano Simonato, chef del
ristorante “Tano Passami l’olio”. Tra i secondi compaiono una panzanella offerta dagli chef de “Il luogo di Aimo e Nadia”Fabio Pisani e Alessandro Negrini e polpette alla veneta con polenta preparate dallo chef del Ristorante “Il Liberty”, Andrea Provenzani.

Per finire verrà servita, come da tradizione, una fetta di panettone guarnita con crema al limone offerta da Viviana Varese, chef del ristorante “Alice”. L’appuntamento è alle ore 20.00 nella centralissima piazza milanese che verrà riscaldata dai funghi di Ricci Milano allestita con tavoli e panche offerti dalla Protezione Civile e ovviamente decorata con addobbi natalizi. L’associazione MIA Milano In Azione, nata nel 2012 grazie alla volontà di cittadini con e senza dimora, porta avanti progetti a sostegno delle fasce più deboli della società www.milanoinazione.org

L’Associazione Maestro Martino nasce con lo scopo di valorizzare la figura storica del Maestro Martino grande cuoco del Rinascimento e padre della Cucina d’Autore italiana. E così è di scena una lezione autentica, dove le stelle quelle che brillano non sono i titoli di uno chef, ma il buon cuore di uomini che portano la gioia di un Santo Natale.

Tenzone Del Panettone 2015: Lo Scontro Armato Natalizio tra i Vip Pasticceri

Il Natale è ricco di appuntamenti da tenere sott’occhio, e, Parma ha il suo immancabile evento: Il Tenzone del Panettone 2015.Nel mondo della pasticceria dicembre è il mese che rappresenta al meglio l’arte del dolce tradizionale, e sul tema abbiamo onorato tutti l’atmosfera, il panettone e le sue declinazioni, tradotto? c’è chi ama il soffice classico, e chi l’eccezione della creatività che sfida la tradizione.

Come ogni anno l’abilità dei Mastri Pasticceri viene chiamata in causa con una gara agonistica a circuito chiuso, 20 fra i migliori pasticceri selezionati ad hoc, dalla giuria formata da accademici della cucina, giornalisti, e critici gastronomici e storici della pasticceria. I Maestri si sfideranno da tutta Italia senza esclusioni di abilità, 3 le categorie: “Panettone dell’anno 2015”, e “Junior Pastry Award, e Pastry Queen, e qui 8 giovani pasticceri under 30 mettono le mani in pasta.

Ecco perché l’Ingegnere Massimo Gelati ideatore e Presidente del Comitato Organizzatore, e figura di riguardo nell’ambito gastronomico internazionale, ha voluto lanciare, le ricette ed i valori sono quelli di una volta, ma creare un panettone può anche significare il piacere di uno stile diverso. Canditi, cioccolato, pistacchi, al caramello salato, al limoncello, caffe, mandarino con mandorla, al te earl grey abbiamo anche questo come variante e tante altre … si cerca l’innovazione accattivante, perche è forse questo quello che cerchiamo nella nostra epoca, un profumo,una forma,  un sapore diverso.

Veniamo a noi la gara, gusto, forma, colore, qualità ingredienti, profumo, fragranza, taglio, cottura,sono queste le proprietà che contraddistinguono il prodotto davanti alla giuria, che valuterà chi, a colpi di maestria ha realizzato il panettone vincitore, come si suol dire che vinca il migliore.

Tra i Maestri Pasticceri presenti quest’anno fanno gli onori: Denis Dianin, Maurizio Bonanomi, Raffaele Vignola, Vincenzo Tiri, Silvio Bessone, Fabio Bardelli, Valter Tagliazucchi, Dario Loison, Sal De Riso,Carmen Vecchione, Armando Palmieri, Pietro Macellaro, Attilio Servi, Claudio Gatti, Matteo Berti, Stefano Gatti, Massimo Adami, Micol Pisa ed Eleonora Franco, Roberto e Francesco Rigacci.

Categoria Junior Pastry Award: Luca Rubicondo, Alessandro Petito, Giuseppe Lombardo, Alessandro Gaido, Laura Coletti, Giuseppe Scaffardi e P. Battistini, Associazione Cometa

Il Tenzone è una grande opportunità per far conoscere ai consumatori il meglio delle produzioni artigianali provenienti da diversi territori Italiani e la loro realtà dolciaria, oltre le migliori idee referenziate dalla qualità di essere un Maestro pasticcere.

Tutto afferma un gara natalizia diversa dal solito match. L’apertura del concorso è stata data al via ufficialmente il 15 novembre con le spedizioni dei panettoni, e il game over 11 dicembre. Così il 13 dicembre è stato tempo di verdetti, Vittorio Brandonisio storico e accademico della cucina e della pasticceria coordinerà insieme al resto della giuria di esperti il punteggio massimo da assegnare, da 0 a 20, per un totale massimo di 100 centesimi.

Tutti pazzi per quel pezzetto di panettone, una corsa del gusto che ci dice in tempo reale quale campione annunciarvi, quale sarà il panettone più buono dell’anno? Da parte della giuria i consensi sono stati più che favorevoli, ma ovviamente i finalisti e la concorrenza debbono avere dei nomi, in sequenza: per i big, Matteo Berti, Valter Tagliacuzzi, Attilio Servi.

Ci concentriamo ad elencarvi la top Categorie:

PANETTONE DELL’ANNO 2015:

Matteo Berti responsabile della pasticceria di Alma colleziona un punteggio di 83,18/100.

Vincitore per distinzione, quindi “Panettone dell’anno” il suo orgoglio è la passione che è legata direttamente alla sua fama. In una sola parola si aggiudica il titolo.

Al Tenzone i parametri di riconoscimenti sono tanti, nuove scoperte e giudizi per creazione, il senso delle misure si ripiega in una attenzione che vuole premiare l’impegno di ognuno dei partecipanti, quindi gli elenchiamo:

PANETTONE TRADIZIONALE 83,18 Matteo Berti Panettone Tradizionale
PANETTONE INNOVATIVO 78,56 Denis Dianin Cioccolato bianco, fava tonka e albiicocca IN VASOCOTTURA
JUNIOR PASTRY AWARD 76,52 Giuseppe Lombardo Ciauro di Sicilia 2.0

 

PASTRY QUEEN

1 62,68 Paola Ziliani Panettone al passito di Pantelleria
2 58,76 M. Pisa – Eleonora Franco Panettone senza glutine
3 56,62 Stella Ricci Panettone tradizionale

 

Spendiamo qualche parola per i giovanissimi, meno noti ma faranno strada fra i big:

Giuseppe Lombardo Bar Tiffany di Trapani, ha già sbaragliato la concorrenza nel Tenzone del panettone 2014, presenta ancora il suo classico rivisitato, “Ciauru di Sicilia”, panettone classico preparato con prodotti rigorosamente biologici, quest’anno si aggiudica Junior Pasrty Award.

Alessandro Gaido, 24 anni, lavora nell’azienda di famiglia, bar gelateria Ivrea,si è diplomato in Alma, per poi fare un lungo tirocinio a Brescia dal Iginio Massari. guadagna un bel 75,74/100, panettone al moscato, considerato una bella innovazione.

Alessandro Petito classe 1991, pasticceria Sala Lissone, capo pasticcere. Lui ha una personalità forte, e lo dimostra la sua creazione: panettone mango papaya e cocco l’effetto sorpresa arriva dritto al gusto. Bravo 69,32/100.

Come spesso sottolineo le donne hanno quella marcia in più, che quando viene fuori non lascia dubbi, per la categoria “Pastry Queen”:

Paola Ziliani regina, la sua attività pasticceria Lady la vede ogni giorno con le mani in pasta nel suo laboratorio, cuore, idee,risultati, al banco della giuria lei ha ottenuto 62,68/100 col suo panettone al passito di Pantelleria.

Micol Pisa ed Eleonora Franco, una coppia che vince, secondo scalino, il bello e il buono di queste pasticciere donne si professa costantemente nelle sfide di ogni giorno, e nel desiderio di trovare quel motivo in più per stupirvi 58,76/100 panettone senza glutine.

Stella Ricci, la sua filosofia sono i sapori della nonna, eleganza e attenzione sono dettagli che non gli sfuggono 56,72/100 presenta il suo panettone tradizionale.

Inoltre direi che non dimentichiamo la solidarietà e la Charity, facendo partecipare i pasticceri dell’associazione Cometa, una fondazione che si occupa dell’inserimento nel mondo del lavoro di ragazzi con problemi familiari alle spalle. www.puntocometa.org

Lo scenario del premio è un manifesto di alta pasticceria, che difficilmente si incontra in una sola tavola, e di fronte a queste prime eccellenti possiamo così raccontarvi quale panettone natalizio potete mettere sotto il vostro albero di Natale.

 

Premio Santa Chiara 2015 ad Antonio Ricci iconico produttore e autore Italiano

Premio Santa Chiara 2015 ad Antonio Ricci iconico produttore e autore Italiano

Milano, 16 Dicembre 2015 Il Presidente del Club Santa ChiaraMarco Palmisano, ha annunciato l’assegnazione del Premio Santa Chiara edizione 2015 al Maestro Antonio Ricci.

Come accade ogni anno il riconoscimento della preziosa icona raffigurante la Santa Patrona della tv, è stata consegnata dalle mani di  Paolo Palmisano, Presidente del club.

La serata si è svolta presso l’NH Hotel di Milano due, celebrando così la cerimonia di premiazione  all’interno della tradizionale cena natalizia del Club Santa Chiara.

Il significativo riconoscimento, tradizionalmente assegnato ogni anno dall’omonima associazione intitolata alla patrona della televisione, è stato  assegnato negli anni scorsi a personaggi del calibro di Mike Buongiorno, Alessandro Baricco, Alessandro Banfi,  Paolo Mieli, Jerry Scotti, Enzo Jacchetti, Paolo Del Debbio e Massimo Bernardini .

Come accade ogni anno il riconoscimento della preziosa icona raffigurante la Santa Patrona della tv, è stata consegnata dalle mani di  Paolo Palmisano la sera di Mercoledì 16 Dicembre presso l’NH Hotel di Milano due. Durante la cerimonia di premiazione che si svolgerà all’interno della tradizionale cena natalizia del Club Santa Chiara, saranno illustrati gli sviluppi dei progetti più importanti svolti dal Club nel 2015.

Nelle motivazione del Premio di quest’anno si trasmette una forte ammirazione.

“Siamo davvero felici di assegnare quest’anno il premio ad Antonio Ricci perché in tutta la sua carriera ha creato e comunicato una tv che parla al popolo, sottolineando sempre l’attenzione alle famiglie Italiane, ironia, satira, politica di costume, fin dalla prima edizione di fantastico dell’ontano 1979 si è distinto cambiando volto al varietà, firmando oltre 10mila ore di intrattenimento.

Ricci tra tutti gli insigniti del premio  incarna una comunicazione senza freni, una mente sempre in movimento, direi che  dietro al suo successo c’è sempre la consapevolezza mista a quell’azzardo che è elemento che lui ha sempre seguito.