La nuova istituzione nella quale confluirà tutta la filiera italiana del settore, con Smi-Sistema moda Italia, Aimpes (associazione italiana manifatturieri pellettieri e succedanei) insieme a Aip (associazione italiana pellicceria), Anfao, Assocalzaturifici e Federorafi si chiamerà ‘Confindustria moda’ e rappresenterà oltre 67mila aziende del made in Italy che generano un fatturato di 88 miliardi di euro. Alla guida della nuova associazione ci sarà Claudio Marenzi, già presidente di Smi dal 2013 (ma che aggiunge la nuova carica a quella di presidente di Emi-ente moda Italia e di presidente di Pitti immagine). Cirillo Marcolin, presidente di Fiamp edi Anfao sarà il nuovo vicepresidente della federazione. La governance di Confindustria moda sarà duplice. Per mantenere in sostanza la visibilità delle due anime dell’associazione (moda e accessori), è prevista l’alternanza alla presidenza tra Smi e Fiamp con mandati biennali. Secondo quanto risulta a Pambianconews, per il secondo biennio i ruoli si invertiranno e Cirillo Marcolin assumerà la carica di presidente mentre Marenzi quella di vice. Anche i due direttori generali seguono la stessa filosofia: saranno Gianfranco Di Natale, attuale direttore generale di Smi e Astrid Galimberti che ricopre lo stesso ruolo im Anfao. Le associazioni confederate manterranno la loro autonomia operativa in alcuni ambiti come la gestione di eventi e fiere. Resteranno poi in carica i presidenti delle singole associazioni. In questo ambito è poi prevista a luglio la nomina del successore di Marenzi, in scadenza di mandato.
La federazione, presentata oggi a Milano alla presenza del presidente di Confidustria Vincenzo Boccia e al sottosegretario allo Sviluppo economico Ivan Scalfarotto, sarà operativa dal 2018, quando è previsto anche il trasferimento nella nuova maxi sede di corso Sempione. “Con questo nome, Confindustria moda – ha sottolineato il neo presidente Marenzi – vogliamo sottolineare la nostra anima industriale. Ogni associazione ha fatto un passo imdietro per dare vita a questo progetto, importante per rafforzare l’immagine del sistema moda italiano”. “Siamo riusciti a superare l’individualismo che ha contraddistitnto il sistema per molto tempo”, ha aggiunto Marcolin.
Il nucleo originario di Confindustria moda è destinato a crescere. A breve, infatti, è prevista l’adesione anche di Unic-unione nazionale industria conciaria.
Il progetto è frutto della riforma Pesenti che prevede la semplificazione delle sigle confindustirali e del tavolo della moda istituito dal ministero dello Sviluppo economico.