Prende forma, dopo due anni di intenso lavoro, il libro “La Nostra Storia in Piazza” di Vitaliano Alessio Stefanoni, giornalista e dirigente della CNA Torino che nel luglio del 2013 ha raccolto le interviste di 22 cittadini lanzesi per testimoniare altrettante storie di vita vissuta.
Sollecitato dalle celebrazioni dei 35 anni del Comitato Ponte del Diavolo che oggi edita questa pubblicazione di 176 pagine con un ricco corredo fotografico di immagini d’epoca minuziosamente raccolte e digitalizzate, Stefanoni ha condotto per cinque mesi, tra luglio e novembre 2013, un ciclo di interviste in piazza Gallenga, presso il bar Chaplin e in alcuni casi direttamente a casa di alcuni testimoni che per la loro veneranda età rappresentano dei veri e propri giacimenti di storia locale. Interviste alle quali sono seguite scrupolose ricerche presso l’Archivio di Stato di Torino e l’Archivio Storico delle Valli di Lanzo e dalle quali sono emerse inedite scoperte storiche sulla città di Lanzo, come la presenza di un forno comunale per il pane in piazza Gallenga e la prima sede del Municipio di Lanzo Torinese.
Le famiglie coinvolte nella pubblicazione sono le seguenti: Famiglia Tosatto, Famiglia Gastaldello, Famiglia Geninatti-Stefanoni, Giulio Petrino, Famiglia Bellezza, Luisa Bonaudo, Maria Rosa Canova, Paola Peracchione, Anna Maria Vietti, Irma Aiola, Famiglia Cabodi’ Valeria Rolando, Famiglia Borla-Fornara, Famiglia Acuto, Famiglia Rapelli, Alma Bosio, Luisa Peroglio, Famiglia Albert, Pia Beltramo, Mario Tassetti, Adriano Spandre, Famiglia Balbo.
Ciascuno, con il proprio racconto, ha contribuito a ricostruire un pezzo della storia recente della comunità di Lanzo, spingendosi in alcuni casi a ricostruire vicende risalenti fino alla metà dell’Ottocento. Storie legate al mercato di Lanzo che fino alla metà degli anni Ottanta del Novecento si svolgeva proprio in piazza Gallenga, ma anche storie di lavoro, racconti di operai che da piazza Gallenga transitavano ogni giorno per recarsi al Cotonificio oppure al vecchio l’Ospedale Mauriziano e storie di artigiani e commercianti che spesso per generazioni hanno avuto una bottega o un pubblico esercizio con affaccio sulla piazza.
Grazie alla volontà del Presidente Giovanni Rapelli e di tutto il direttivo del Comitato Ponte del Diavolo queste testimonianze di vita vissuta vengono ora consegnate ai posteri, contribuendo in modo concreto a difendere un patrimonio di oralità popolare che avrebbe altrimenti quasi certamente rischiato di andare perduto.
Come ricorda Giovanni Rapelli, “il volume è stato dedicato alla memoria di Ester Borla-Fornara, indimenticabile promotrice dell’Arte popolana lanzese, deceduta prima di poterlo vedere stampato, a cui verrà presto anche dedicato il Museo del tessile di Lanzo in via San Giovanni Bosco per la cui creazione tanto si era spesa durante la sua vita”. Il volume è anche dedicato alla memoria di altri due lanzesi intervistati nel libro, il ragionier Enrico Tosatto e Romana Gastaldello.
“Considero questo volume non un punto di arrivo ma un punto di partenza e in tal senso mi rendo da subito disponibile a raccogliere altre testimonianze rilevanti di cittadini lanzesi che ritengono di conoscere aneddoti e storie interessanti sul nostro recente passato” dichiara Stefanoni.
NOTE STORICHE DEGNE DI RILIEVO
In piazza Gallenga aprì la prima farmacia di Lanzo (dal 1699, famiglia Barberis – è la stessa farmacia che oggi è in via Cibrario), ma anche la prima sede del mercato (dal 1219, per volontà del Vescovo di Torino) e la prima sede del Municipio (1780). Scoperta anche la costruzione nel 1776 di un forno della comunità di cui rimangono alcune tracce nello storico pastificio Bellezza-Rapelli di piazza Gallenga
Senza troppo svelare i contenuti del volume che verrà presentato in anteprima assoluta il prossimo 14 novembre a Lanzo, si anticipano alcune piccole scoperte storiche compiute dall’autore a seguito delle interviste a 22 famiglie lanzesi e alle ricerche in archivio che sono seguite.
La costruzione di un forno comunale per la produzione del pane è documentata in un faldone impolverato nell’Archivio Valli di Lanzo sito nel Municipio di Lanzo Torinese. Sono contenute le viste in pianta del progetto e un documento in cui la gestione del forno viene assegnata (con diritto di trasmissione agli eredi) a quattro panatari. Il forno aveva sede al piano primo dell’edificio dell’attuale pastificio Bellezza-Rapelli. Lo si è desunto dalla posizione di un antico pozzo ed in particolare dalla botola in pietra che dal primo piano consentiva tramite un argano di captare l’acqua dalla bozza del posso sita al piano sottostante.
Da una nota della celebre storia di Lanzo di Leopoldo Usseglio emerge infine che quella che oggi è la sede del Comitato Ponte del diavolo e che per svariate generazioni è stata usata come macelleria con annessa abitazione è stata la prima sede del Municipio di Lanzo (la scoperta è da attribuirsi al compianto ragionier Enrico Tosatto che mi indusse con una sua dichiarazione ad indagare in questa direzione). Secondo l’Usseglio, il 18 aprile 1780 il comune acquista due camere e una bottega da un certo Pietro Gaccio per dotarsi della sua prima sede).
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