Il Rettore dell’Università di Torino, prof. Gianmaria Ajani, nel corso della conferenza nazionale AICI che si svolge oggi e domani al Campus Luigi Einaudi, ha annunciato grandi novità dell’Ateneo per la produzione e la gestione della cultura nel territorio locale e nazionale.
Si tratta dell’apertura, nel 2015, di una ”Incubatrice” per l’impresa culturale, la cui sede sarà negli spazi della centralissima via Po, e la proposta, condivisa col ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, di lanciare un Hackathon del patrimonio culturale in Italia, che potrà essere gestito dall’Università di Torino, con lo scopo e il compito di investire le scuole del progetto di reperire sul territorio non soltanto i beni, ma il patrimonio culturale diffuso, raccontarlo nel web, costruire così una mappatura nazionale e portare i ragazzi verso quella comprensione di tutto quello che è cultura nel loro territorio in un contesto che sarà esposto a livello nazionale.
Qui l’intervista video http://youtu.be/jE_P7M-y-Z8
“Col ministro Franceschini – ha dichiarato il Rettore – ci ritroveremo a Roma a breve per iniziare a programmare i lavori, chiaramente sia il MIUR che il Ministero dei Beni culturali saranno coinvolti in questo rapporto con l’Ateneo e partiremo dal nostro territorio per costruire una rete con il mondo della scuola. Il web e i nuovi media devono diventare il racconto della storia così come è percepita, il racconto del problema. Attraverso questa rete noi portiamo i ragazzi a dire alla comunità paese: ‘guardate che qui ci sono delle ricchezze che stiamo perdendo’. L’idea dell’Incubatrice nasce per aiutare chi ritiene di avere una vocazione nelle scienze umanistiche a costruire un progetto, che potrebbe diventare un lavoro, un’impresa culturale, mettendo sul campo il proprio sapere accanto a quello di persone che dell’impresa e dell’attività di servizi culturali hanno fatto una professione e quindi rappresentare – ha concluso il Rettore Ajani – quell’aspetto della produzione dei servizi culturali che è una delle chiavi, non di soluzione, ma di uscita, dall’attuale grande problema che è la collocazione del lavoro dei nostri ragazzi”.