È di poche ore fa la notizia che a Novara, una fuga di monossido di carbonio proveniente dalle cantine del palazzo ha costretto all’evacuazione 35 famiglie ed al ricovero in ospedale di due persone.
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Che cosa è
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Il monossido di carbonio assume particolare rilevanza tra gli inquinanti prodotti dalla combustione. E’ un gas tossico, incolore, inodore, insapore e non irritante che, senza ventilazione adeguata, può raggiungere concentrazioni elevate. Si produce per combustione incompleta di qualsiasi materiale organico, in presenza di scarso contenuto di ossigeno nell’ambiente. Per le sue caratteristiche può essere inalato in modo subdolo ed impercettibile, fino a raggiungere nell’organismo concentrazioni letali. Il CO presente nell’aria degli ambienti confinati proviene principalmente dal fumo di tabacco e da fonti di combustione non dotate di idonea aspirazione (radiatori portatili a kerosene e a gas, caldaie, scaldabagni, caminetti e stufe a legna o a gas). Il monossido di carbonio può anche prove- nire dall’esterno quando il locale si trova annesso ad un garage o ad un’autofficina o in prossimità di strade con intenso traffico veicolare. Nelle abitazioni, in condizioni normali, i livelli sono com- presi tra 1,5 e 4,5 mg/m3. In presenza di processi di combustione, quali sistemi di riscaldamento e di cottura o di fumo di tabacco, e inadeguata ventilazione, le concentrazioni interne possono supe- rare quelle esterne e raggiungere livelli sino a 60 mg/m3. Durante l’inverno nelle abitazioni posso- no verificarsi concentrazioni superiori a quelle esterne e livelli di inquinamento elevati si riscontra- no più frequentemente in edifici vecchi, specie se abitati da famiglie a basso reddito.
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Effetti sulla salute
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Il monossido di carbonio (CO) inalato si lega con l’emoglobina, una proteina presente a livello dei globuli rossi e deputata al trasporto dell’ossigeno, formando la carbossiemoglobina (COHb). Tale legame è molto più stabile (circa 200-300 volte) di quello formato tra emoglobina ed ossigeno, in questo modo il CO impedisce il normale trasporto dell’ossigeno ai tessuti periferici, determinando effetti tossicologici di diversa entità. Per concentrazioni ambientali di CO inferiori a 5 mg/m3, corri- spondenti a concentrazioni di COHb inferiori al 3%, non si hanno effetti apprezzabili sulla salute, negli individui sani, mentre in pazienti con affezioni cardiache, anche basse concentrazioni possono provocare una crisi anginosa. A concentrazioni maggiori si verificano cefalea, confusione, disorien- tamento, capogiri, visione alterata e nausea. Concentrazioni particolarmente elevate possono cau- sare coma e morte per asfissia. La severità delle manifestazioni cliniche da intossicazione da CO dipende dalla sua concentrazione nell’aria inspirata, dalla durata dell’esposizione e dalle condizioni di salute delle persone coinvolte. Particolarmente suscettibili sono gli anziani, le persone con affe- zioni dell’apparato cardiovascolare e respiratorio, le donne in stato di gravidanza, i neonati ed i bambini in genere. Circa l’80% dei casi di avvelenamento da CO rilevati dai Pronto Soccorso, si veri- fica tra le mura domestiche. In Italia le statistiche ufficiali più recenti riportano 500-600 morti l’an- no, di cui circa i 2/3 per intossicazione volontaria. Tali cifre sicuramente sottostimano la vera entità del fenomeno poichè molti casi di intossicazione, soprattutto quelli accidentali o i casi non mortali, non vengono correttamente diagnosticati e registrati. Molto si è discusso sull’esistenza di un qua- dro di intossicazione cronica da CO. In alcuni soggetti esposti per lungo tempo all’assorbimento di piccole quantità dell’inquinante, è stata descritta una sintomatologia caratterizzata da astenia, ce- falea, vertigini, nevriti, sindromi parkinsoniane ed epilettiche, aritmie, crisi anginose.
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Misure per ridurre l’esposizione
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La corretta informazione della popolazione generale sulla pericolosità del monossido di carbonio rappresenta il punto centrale nella prevenzione degli effetti dannosi causati da questo pericoloso agente tossico, soprattutto nei periodi a maggiore rischio, come durante i mesi invernali.
Gli impianti di riscaldamento devono essere sottoposti ad una regolare manutenzione da parte di personale specializzato. I motori degli autoveicoli vanno tenuti spenti negli spazi chiusi. I sistemi di cottura, progettati per l’utilizzo all’aria aperta non devono essere usati all’interno di spazi chiusi.
L’uso di apparecchiature rivelatrici della presenza di CO può essere incoraggiato, ma non deve essere considerato una alternativa ad una appropriata manutenzione degli impianti.
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Normativa
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La progettazione, la installazione, la manutenzione ed il collaudo del sistema di combustione devono rispettare quanto previsto dalle disposizioni legislative e regolamentari vigenti in materia di sicurezza degli impianti ed in particolare il Decreto 22 gennaio 2008, n. 37, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici. (GU Serie Generale n.61 del 12-3-2008), come pure le norme tecniche di sicurezza dell’Ente Italiano di Unificazione (UNI) e del Comitato Elettrotecnico Italiano (CEI). I soggetti abilitati rilasciano al committente idonea dichiarazione della messa in opera, secondo “le regole dell’arte” e di conformità degli impianti alla normativa vigente.
Fonte: salute.gov.it