Mi è capitato nei giorni scorsi tra le mani un’interessante pubblicazione di Gianfranco Quaglia, noto giornalista del quotidiano “La Stampa”, dal titolo significativo “ L’ ingegnere” . Questo libro mi ha fatto ricordare Gaudenzio Cattaneo, perché l’ingegnere del volume è proprio lui, e soprattutto, rivedendo la presentazione della sua attività politica, mi ha fatto emergere tratti molto significativi della sua personalità. Parlare di lui, dopo qualche anno dalla sua morte, permette di ricordare il personaggio, in modo particolare il suo pensiero sociale, perché nella sua attività ha sempre avuto davanti lo sviluppo sociale della comunità nella quale ha operato, in particolare in quella novarese e piemontese. Il tempo del resto cancella tutti gli aspetti marginali, per lasciare solo ed esclusivamente i tratti più significativi di un personaggio. Devo dire che, nonostante che il tempo cancelli impietoso gli eventi umani ciò che resta dell’ing. Cattaneo non è poco, né di scarsa importanza.
La sua biografia di amministratore: cenni
Non ritengo opportuno parlare in questa sede del Cattaneo imprenditore molto conosciuto nel suo settore,perché richiederebbe troppo spazio. Desidero parlare qui del Cattaneo amministratore pubblico e desidero mettere in evidenza le linee fondamentali del suo servizio pubblico. Egli, amministratore profondamente cattolico, vive, negli anni che vanno dal quaranta al novanta del 900, il suo impegno sociale nelle fila della Democrazia Cristiana, di quella Democrazia Cristiana, che tanto ha dato, e questo è un giudizio condiviso dagli storici, per la ricostruzione dell’ Italia dopo la seconda guerra mondiale.
Molte sono le tracce dell’attività di Gaudenzio Cattaneo a cominciare dal suo incarico di assessore ai lavori pubblici nel 1951 al comune di Novara.Un impegno che ci permette di scoprire la sua visione urbanistica e territoriale: Novara non deve essere isolata dal contesto, magari bloccata dalla ferrovia, che la attraversa proprio nel centro storico. Per questo è necessario progettare e costruire sottopassi e cavalcavia. Grazie a questa impostazione oggi la città non è divisa né isolata. L’intuizione di Cattaneo mette in evidenza una sua idea chiave: una comunità urbana deve potersi sviluppare senza particolari limitazioni, che possono derivare da infrastrutture certamente importanti, ma che nello stesso tempo corrono il rischio di creare vincoli e disagi per gli abitanti.
Cattaneo Ha però altre intuizioni: come sindaco di Stresa (ricopre questo incarico ininterrottamente dal 1956 al 1970) coglie l’importanza del turismo legato alla cultura, in particolare con la cultura musicale. Stresa, durante il suo mandato di sindaco diventa certamente un significativo centro culturale, perché Cattaneo fa di Stresa una località a dimensione non solo europea, ma anche internazionale. Le settimane musicali della città del Lago Maggiore, con l’impulso anche imprenditoriale del suo sindaco, sono da allora giudicate evento d’eccellenza a livello mondiale. Tra l’altro Stresa si attrezza per essere anche una comunità organizzata da un punto di vista delle infrastrutture. Con il nuovo Palazzo dei congressi è in grado infatti di mettere a disposizione delle istituzioni l’ambiente per convegni ad alto livello.
Presidente della provincia di Novara: università ed autostrada Voltri-Sempione
L’attività di Cattaneo come amministratore non si chiude a Stresa. L’ingegnere lascia infatti la carica di sindaco, perché destinato dal suo partito a ricoprire la carica di presidente della Provincia di Novara, quando questa andava da Trecate nella bassa novarese fino alle valli dell’Ossola, con una lunghezza di circa centotrenta chilometri. Il suo impegno come presidente, che comunque crede nella integrità del territorio provinciale e difende questa integrità contro i sostenitori della divisione nelle attuali due province, è concentrato su due obiettivi: la creazione dell’università a Novara e la realizzazione sul territorio novarese di un tratto dell’autostrada Voltri-Sempione. Raggiunge tutti e due gli obiettivi, anche se per lui questo è un periodo (1970- 1975) delicato per problemi di salute non da poco.
L’università
L’ing. Cattaneo, guardando la realtà novarese, avverte l’esigenza che questo territorio sia dotato di un’università, con almeno due facoltà: ingegneria e medicina. Arriva a questa conclusione, partendo da un postulato: l’ università ha un particolare valore se è legata al territorio, nella quale viene insediata ed opera. Il presidente della provincia vede due strutture, che possono legarsi all’università, l’ istituto tecnico industriale Omar e l’ Ospedale Maggiore della Carità. Il primo, che prepara certamente molto bene gli studenti come periti pronti ad entrare nell’ambito delle strutture industriali meccaniche con invidiate competenze, può essere il bacino, dal quale prendere gli allievi per ingegneria. L’altra istituzione, che è in Piemonte ospedale di quadrante, ha bisogno di nuovi laureati in medicina e nello stesso tempo può offrire ampi spazi per le esercitazioni di laboratorio. Di tutto questo suo modo di vedere le questioni ho un ricordo anche molto personale. Nel luglio del 1972 siamo insieme a Roma per una vertenza al Ministero del Lavoro una serie di valutazioni e condividiamo, che riguarda la Rossari e Varzi, industria tessile presente anche nella zona novarese in grave crisi. Dopo l’incontro di mezzogiorno con il neo titolare del ministero, il sen. Coppo, andiamo a pranzo insieme. In questa circostanza parliamo di università a lungo, condividendo una serie di valutazioni, che rafforzano le sue convinzioni.
Tra l’altro lo incoraggio a perseverare e gli garantisco anche il mio appoggio, perché all’epoca non solo sono assessore al comune di Trecate, ma sono anche vice-segretario provinciale della DC, quindi nello stesso partito, anche se in correnti diverse. Riconoscendo il valore delle sue idee e delle sue convinzioni, appoggerò da questo momento in tutte le sedi le sue tesi. In questa occasione nasce un rapporto di stima, che durerà tutta la vita.
Cattaneo sa superare tutte le difficoltà e oggi l’università di Novara in lui ha un padre, che deve essere riconosciuto e ringraziato come tale. E’ opportuno aggiungere qualcosa in più: la tenacia di Cattaneo per l’insediamento universitario a Novara produce effetti anche più ampi. Se esiste infatti l’università del Piemonte Orientale e quindi se esistono le sedi di Alessandria e Vercelli, il merito di favorire questi sviluppi è da collegarsi all’impegno di Cattaneo, che lottando per Novara, produce vantaggi anche alle altre città.
Novara e l’autostrada Voltri Sempione.
La presidenza Cattaneo va ricordata anche per un altro grande risultato, che rappresenta la realizzazione di un suo sogno. Egli parte infatti dalla convinzione che per Novara è garantita una significativa presenza geografica solo se la provincia è coinvolta da una serie di collegamenti internazionali. L’occasione viene per la provincia di Novara nel momento in cui si incomincia a discutere di un asse autostradale idoneo a collegare Voltri, quindi il porto di Genova, con il mare del Nord, quindi il porto di Amburgo in Germania.In questo momento una serie di istituzioni piemontesi e lombarde tentano di modificare le ipotesi di tracciato per recuperare a proprio favore i vantaggi del tracciato. Solo l’ostinata intelligenza di Gaudenzio Cattaneo riesce a garantire un risultato, che assicura alla provincia di Novara e del VCO un percorso autostradale di grande valenza europea. Quando oggi un novarese percorre questa autostrada e raggiunge in fretta l’ossola deve rivolgere un pensiero di gratitudine a Cattaneo, che pone con il suo lavoro di presidente della Provincia le premesse per dare ad un altro novarese, Franco Nicolazzi, ministro dei Lavori Pubblici la possibilità di realizzare l’opera con le caratteristiche, quelle volute dal Cattaneo, che oggi presenta.
Considerazione finale
Quanto resta oggi di Gaudenzio Cattaneo, come politico ed amministratore pubblico, è molto importante. Per lui parlano le sue opere. E’ infatti per tanti aspetti un fulgido esempio di impegno, basato su una solida preparazione culturale e professionale. Modello dunque da prendere come esempio in un mondo dove preparazione e competenza diventano sempre di più caratteristiche e valori non prioritari.
Franco Peretti
Docente Università Popolare degli Studi di Milano