Un Atlante del Cibo per Torino con Università, Politecnico e Scienze Gastronomiche

Oggi, lunedì 29 maggio, alle ore 11.00 nell’Aula 29 maggio, alle ore 11.00 nell’Aula Magna della Cavallerizza Reale (Via Verdi 8, Torino) è stato presentato l’Atlante del Cibo di Torino Metropolitana, il progetto interateneo, promosso da Università, PolitecnicAtlante del cibo torinoo e Scienze Gastronomiche in collaborazione con la Camera di Commercio di Torino, che rappresenta una ricerca transdisciplinare ad oggi unica nel suo genere poiché raccoglie un repertorio di rappresentazioni, info-grafiche, video, testi, ricerche, articoli, a disposizione del cittadino e funzionali ad un’analisi e rappresentazione del “sistema cibo” di Torino e Provincia.

L’obiettivo, è produrre nuova conoscenza sul sistema alimentare metropolitano, aggregando e sistematizzando le informazioni già esistenti e proponendo una visione di crescita che avvalori le potenzialità del territorio.

A tal fine è necessario individuare e definire gli attori, le risorse, i flussi di materia, energia e conoscenza, gli spazi e le relazioni che costituiscono il sistema stesso e di cui si ha, attualmente, poca consapevolezza. Come sottolinea il coordinatore del progetto prof. Egidio Dansero dell’Università degli Studi di Torino: rifacendosi a una delle eredità di Luigi Einaudi, è necessario “conoscere per deliberare” e dunque su può partire dal cibo per rileggere una molteplicità di politiche, azioni, progettualità, grandi e piccole, istituzionali e non che agiscono nel torinese e possono concorrere nel definire l’orizzonte delle politiche locali.

Dunque la ricerca, dal respiro pluriennale e che aspira a diventare un modello replicabile in altri contesti, vuole rispondere al bisogno conoscitivo (che emerge non solo a livello locale, ma anche internazionale) e di messa in rete di attori, sotteso alla volontà di supportare la progettazione di politiche alimentari della città metropolitana e di migliorarne la gestione ordinaria del sistema produttivo e distributivo.

L’Atlante, è uno strumento di narrazione, di analisi, di monitoraggio, attraverso processi di mappatura e funzioni che consentono la connessione d’informazioni esistenti, con la possibilità di effettuare approfondimenti tematici, geografici e culturali, per riflettere sul sistema territoriale del cibo. Ambisce ad accrescere la consapevolezza tra la cittadinanza e i decision-makers, creando nuove occasioni di dialogo, confronto e condivisione degli obiettivi per un benessere diffuso.

Durante la mattinata di lavori è stato presentato il Primo Rapporto sullo stato del sistema del cibo di Torino prima edizione di uno strumento che diventerà un vero e proprio osservatorio per le dinamiche territoriali legate al cibo a Torino, con rapporti periodici e approfondimenti tematici.

La prima edizione del Rapporto contiene riflessioni su diversi temi raccolti in 37 schede specifiche (corredate da cartografia e infografiche), dalle produzioni agricole all’allevamento, dalle mense scolastiche ai prodotti tipici ed eccellenze enogastronomiche, finalizzate a descrivere e interpretare gli elementi più rilevanti dello stato attuale del sistema del cibo di Torino a scala variabile, da quella di quartiere a quella regionale.

La banca dati conoscitiva che costituisce l’Atlante ci restituisce un quadro ricco d’informazioni sui flussi e le dinamiche del sistema alimentare locale, una visione di sistema rispetto all’analisi delle singole componenti che ci può portare a progettare relazioni di valore che narrano di una qualità di sistema, osserva il prof. Franco Fassio dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche e Consigliere Nazionale di Slow Food Italia.

Una sezione del sito offre inoltre la possibilità di accedere ad un processo di mappatura partecipata che utilizza il social network civico “First Life” sviluppato dal Dipartimento di Informatica dell’Università di Torino.

L’Atlante del Cibo dunque può essere utile a chi interviene nella regolamentazione e valorizzazione del sistema alimentare territoriale, a chi indaga la sua sostenibilità, a chi opera nelle diverse fasi che vanno dalla produzione alla gestione dei rifiuti e dello spreco, a chi semplicemente è curioso di conoscere meglio il sistema del cibo torinese.

Mette a disposizione una prima serie d’informazioni, verificate, trasparenti e aggiornate, che possono aiutare a progettare nuovi prodotti e servizi, e più in generale, ad attivare sul territorio un processo d’innovazione culturale: un terreno nel quale possono crescere nuove idee, modelli di business, orientati ad una sostenibilità di sistema, evidenzia il prof. Paolo Tamborrini, di Design Politecnico di Torino.

Sull’area metropolitana di Torino (considerando una popolazione di circa 1,5 milioni di abitanti, relativa all’area metropolitana ristretta) vengono consumati quotidianamente circa 1.600 tonnellate di cibo all’anno, delle quali 600 di prodotti ortofrutticoli, 400 di cereali e derivati, 300 di prodotti lattieri caseari, 200 di carne e 65 di pesce. Nonostante una richiesta crescente di prodotti biologici, specie in riferimento alla domanda costituita dalla ristorazione scolastica con i suoi 8 milioni di pasti annuali, la percentuale di superficie agricola dedicata al biologico attualmente è pari a 1.839,31 ha, corrispondenti allo 0,88 % della superficie agricola utilizzata (SAU) complessiva. La distribuzione del biologico è decisamente eterogenea: nella coltivazione di riso il modello produttivo del biologico riguarda il 23,6% della SAU, in altre produzioni, quali ad esempio quella cerealicola è limitato ad uno 0,5%. E’ comunque interessante notare come l’attuale superficie in conversione, 1591 ha, sia quasi pari al totale della superficie coltivata con metodi biologici già esistente.

Altro dato particolarmente rilevante riguarda il ruolo dell’agricoltura periurbana e di quella dei territori immediatamente circostanti all’area metropolitana nei canali di vendita alternativi alla grande distribuzione organizzata fondati sulla vendita diretta (mercati dei contadini, gas, etc.).

Le aziende dell’area metropolitana che vendono direttamente i propri prodotti sono infatti il 36 % del totale, percentuale decisamente più alta del dato regionale (12 %) e che raggiunge il 58 % se si considerano solo le aziende situate nel comune di Torino (dati Censimento dell’Agricoltura 2010).

Dal punto di vista della distribuzione, il sistema del cibo di Torino è caratterizzata dalla compresenza di canali tipici del sistema convenzionale industrializzato (Gdo, mercati all’ingrosso) e di un numero di mercati alimentari (ben 42 circa, ogni giorno), caratterizzati anche dalla vendita diretta da parte dei produttori, senza pari in Italia, in rapporto alla popolazione.

A Torino ogni giorno vengono organizzati oltre 40 mercati comunali, nella maggior parte dei quali sono presenti banchi di produttori agricoli (oltre 300 ogni giorno), provenienti in gran parte da territori compresi in un raggio di 50-70 km dalla città, che vendono direttamente i propri prodotti

Nel solo comune di Torino, sono inoltre presenti circa 70 Gruppi di Acquisto Solidale (GAS) e 15 farmers’ market, oltre a una decina di botteghe specializzate nella vendita di prodotti di filiera corta.

All’altro capo del sistema urbano del cibo si collocano gli scarti: si può stimare che ciascun torinese produca circa 110 kg/anno di rifiuti organici, (dei quali entra nel circuito della raccolta differenziata il 50%) derivanti dal consumo alimentare, ai quali bisogna aggiungere i rifiuti da imballaggio (dati Provincia di Torino, 2012).

A Torino e in Piemonte il tema del cibo riveste storicamente un ruolo di primo piano: il settore dell’enogastronomia e della ristorazione di eccellenza rappresenta, infatti, un asset maturo della città, soprattutto in termini di valorizzazione del territorio e sviluppo turistico. Basti pensare alla rete di produzioni di qualità (vino, cioccolato, prodotti da forno), alla presenza di grandi mercati (fra tutti Porta Palazzo) e alle relative competenze e saperi che costituiscono un capitale materiale e immateriale di grande rilievo.

Il processo di auto-riconoscimento di queste dotazioni, può contribuire alla definizione delle specificità del sistema alimentare di Torino Metropolitana, allo sviluppo delle sue componenti urbane e rurali, all’individuazione di percorsi ad hoc di valorizzazione, ad attivare processi di visibilità anche internazionale se pensiamo ad eventi gastronomici e allo stesso tempo culturali come Terra Madre Salone del Gusto.

Il cibo è infatti una delle risorse strategiche sulle quali si sta ridefinendo il ruolo della Torino post-industriale, tanto verso l’interno quanto nelle reti urbane internazionali, sia da un punto di vista materiale (attività economiche, trasformazioni urbane, flussi, etc.), sia sotto l’aspetto simbolico e di costruzione di una nuova immagine della città.

 

MATH 2017: uno stage di matematica per le scuole a Bardonecchia

Una vera full immersion tra scuole di Torino e provincia che si terrà a Bardonecchia (ex Villaggio Olimpico) in provincia di Torino, in quattro turni, il primo dei quali tra il 22 e 24 maggio, che metterà a confronto studenti appassionati di numeri, formule ed equazioni a Bardonecchia. Saranno 1.685 gli studenti che parteciperanno e che si metteranno a confronto nello stage 2017 che si terrà in alta Val di Susa. Si supera quindi il record di presenze delle edizioni precedenti.
Lo stage di Bardonecchia conferma il successo delle edizioni precedenti, anche sulla scia del successo ottenuto negli ultimi 17 anni con la “Festa della Matematica”, che si tiene ogni anno ad inizio marzo al Lingotto di Torino; lo stage è ideato e organizzato dall’Associazione Subalpina “Mathesis” (sezione Bettazzi) da tempo impegnata, alla guida del professor Franco Pastrone, nella divulgazione della matematica e nel conferire il Premio Peano in importanti eventi di divulgazione scientifica.
L’iniziativa, realizzata con il supporto della Compagnia di San Paolo, coinvolge anche quest’anno le scuole di Torino e provincia e del Piemonte, e di altre città italiane, operando con gli studenti più interessati e motivati nello studio della matematica. Obiettivo principale è di far vivere ai ragazzi momenti di approfondimento su temi di matematica al di fuori di schemi scolastici sia per i contenuti che per le modalità di lavoro, cercando di sviluppare la creatività e lo scambio di esperienze tra le verie scuole, favorendo altresì i contatti fra scuola ed università.
“Gli studenti vengono coinvolti in altre attività di vario tipo” – spiega il professor Franco Pastrone – “oltre alle gare di matematica, exibit o mostre progettati dalle scuole e presentati dagli studenti al grande pubblico, rendendo così gli studenti protagonisti di un’operazione di diffusione della matematica a più largo raggio in grado tra l’altro di offrire all’intero progetto maggiore visibilità”.
Per MATH 2017 è prevista la presenza di più di 1.700 partecipanti tra studenti, docenti e corsisti, più alcuni relatori che terranno conferenze divulgative su tematiche scientifiche correlate alla matematica, che paraltro sta alla base della maggior parte delle discipline scientifiche. Alcuni docenti provengono da altre nazioni: due insegnanti e un preside da Vught, in Olanda, e due docenti da Kongsberg, in Norvegia. E’ inoltre interessata allo stage uno scuola di Granada, per comprendere come si svolge lo stage per poterne realizzare una versione in lingua inglese per il prossimo anno.

“L’obiettivo fondamentale, come sempre, è quello di far vivere ai ragazzi un’esperienza di approfondimento su temi di matematica” – spiega il professor Pier Luigi Pezzini, dell’Associazione Subalpina Mathesis tra i docenti organizzatori degli stage – “Tutto questo al di fuori di schemi scolastici sia per i contenuti che per le modalità di lavoro, cercando di sviluppare la creatività e lo scambio di esperienze tra scuole differenti di Torino e Provincia favorendo altresì i contatti fra scuola ed università”. 

I ragazzi lavorano in gruppi di 6 studenti con gli insegnanti, come coordinatori sul materiale predisposto nei fascicoli preparati per ogni classe. Dopo una breve presentazione dell’argomento i ragazzi entrano nel vivo e costruiscono da soli il loro sapere utilizzando “mani e testa”. Durante tutto lo stage si favorisce un approccio ai concetti attraverso la costruzione e manipolazione di materiale concreto. Sollecitati dalle richieste del fascicolo gli studenti formulano congetture che confrontate all’interno del gruppo e riviste in un momento comune a fine giornata con la presenza dei docenti, conducono ad una comprensione e approfondimento delle tematiche proposte.
Ogni giorno si propongono inoltre problemi e giochi matematici di una certa difficoltà in modo da sollecitare i ragazzi a presentare impostazioni e strategie risolutive particolari e originali in un clima di giocosa competizione. Per questa attività ci si avvale in particolare del contributo di alcuni studenti universitari già precedentemente coinvolti nelle attività di allenamento finalizzate alle olimpiadi della matematica.

Al termine dei lavori si propone una “Caccia al tesoro” sulle tematiche affrontate, con il duplice scopo di verificare le attività svolte e di concludere in modo divertente, valorizzando anche con una premiazione di tutti coloro (singoli o gruppi) che si sono particolarmente distinti nelle varie fasi dello Stage.

“Nell’edizione 2016” – aggiunge Pezzini – “i risultati sono stati lusinghieri in termini di impegno, interesse, partecipazione sia per quanto riguarda gli allievi che per quanto riguarda i docenti. In alcune situazioni, come ad esempio nella gara dei problemi, per alcuni quesiti, gli allievi hanno saputo far meglio dei docenti. Caratteristica di molti docenti è di lavorare in classe fiduciosi di collaborare a costruire un futuro migliore. Allo stage i docenti possono subito verificare che molti ragazzi e ragazze delle nuove generazioni hanno un tocco in più rispetto alle precedenti”. 

Lo Stage di Matematica è rivolto a studenti e professori delle classi I , II , III , IV di scuola media superiore, e si svolgerà in quattro turni a Bardonecchia (Torino) presso il Villaggio Olimpico (Via della Vittoria 46) nei giorni dal 22 al 24 maggio (primo turno), dal 25 al 27 maggio (secondo turno), dal 29 al 31 maggio (terzo turno) e dal 5 al 7 giugno.

Ulteriori info all’email [email protected]
Tel: 339.6259952

A due imprenditrici di Api Torino il Premio Bogianen 2017

Prima dobbiamo spiegare ai “non torinesi” il significato del termine “bogia nen“. Letteralmente “non ti muovere“, è un soprannome popolare che si riferisce ai piemontesi e che rimanda a un temperamento caparbio, capace di affrontare le difficoltà con fermezza e determinazione. L’espressione viene però spesso confusa con una traduzione letterale che rimanderebbe invece a una presunta passività troppo succube e prudente. Non è così! L’espressione ebbe origine dalle gesta dei soldati sabaudi durante la battaglia dell’Assietta, un significativo episodio della Guerra di successione austriaca che ebbe luogo il 19 luglio 1747. In quell’occasione, 4.800 soldati austro-piemontesi si trincerarono dietro muri a secco per fermare l’avanzata di 40.000 francesi. Vista la situazione disperata, lo stato maggiore inviò un messaggio al comandante piemontese, conte Giovanni Battista Cacherano di Bricherasio, con l’autorizzazione a ritirarsi su posizioni più favorevoli. Secondo l’aneddotica dell’epoca, Bricherasio rispose in piemontese con la frase: «Dite a Turin che da sì nojàutri i bogioma nen» (“Dite a Torino che noi da qui non ci muoviamo”). Il risolversi dell’impari battaglia a favore degli austro-piemontesi fece in modo che quella frase diventasse un motto popolare molto diffuso e la parola “bogianen” usata per indicare i piemontesi, con riferimento alla loro testardaggine e risolutezza.

Dunque il Premio Bogianen 2016 è di altissimo valore e  quest’anno verrà assegnato a Giovanna Politano Boschis e Giuseppina Donda Alemani a Torino Incontra, il Centro Congressi della Camera di commercio di Torino, che festeggia quest’anno la ventunesima edizione del premio  Lunedì 8 maggio, alle ore 18.00 (via Nino Costa, 8 Torino), annuale riconoscimento che premia i piemontesi, di nascita o di adozione, che si sono distinti nel corso della propria vita o della propria carriera.

Passione, dedizione al lavoro, rilancio del territorio e del tessuto sociale: sono queste le motivazioni che hanno condotto alla scelta dei premiati. La cerimonia sarà condotta da Bruno Graglia, Presidente di Torino Incontra, alla presenza delle autorità locali.

Si tratta del riconoscimento della maestria e della passione di cui le imprenditrici di APID – API Torino sono validi esempi per tutti. Il Premio Bogianen è infatti l’annuale riconoscimento per i piemontesi, di nascita o di adozione, che si sono distinti nel corso della propria vita o della propria carriera.  Passione, dedizione al lavoro, rilancio del territorio e del tessuto sociale: sono queste le motivazioni che hanno condotto alla scelta dei premiati.

In particolare, la motivazione del riconoscimento per Giovanna Politano Boschis recita: “Per aver compreso l’importanza della formazione aziendale, aver valorizzato la cultura del “fare impresa” al femminile contribuendo allo sviluppo delle pari opportunità e per il suo ruolo di donna imprenditrice nell’azienda di famiglia”.

Mentre Giuseppina Donda Alemani vince il Premio “per aver ‘inventato’ negli anni ’70 la Grande Distribuzione Specializzata nel settore della cancelleria e forniture per ufficio e per averla trasformata, anticipando le mode e i cambiamenti, in una raffinata multi boutique di grandi firme”.

La partecipazione è libera sino ad esaurimento dei posti in sala.