E’ passata anche la prima domenica di primavera e pioveva come fosse novembre. Nonostante alcuni improvvisi sprazzi di sole e l’arrivo della Pasqua il mio sentire sociale è ancora in stato letargico e non ho affatto superato l’impasse invernale vergognoso del ‘limite di zona’ per le uscite serali e mattutine. Approfittando di questo piccolo handicap che mi possiede dal mese di ottobre sino agli albori di aprile, fino a quando non sono certa che tutte le forsythie del torinese siano regolarmente fiorite (per me unico ed inequivocabile segno dell’arrivo della primavera quella vera, fuor di calendario, oltre che le rondini) elargirò qualche tips per chi si lascia avvolgere dalla pigrizia dei gatti ma non vuole rinunciare a vivere la città in modo piacevole.
Tip #1 svegliarsi e fare colazione. Io amo prepararmi la mia colazione, che deve durare almeno un’ora: una teutonica fruhstuck con cereali, muesli, yogurt, miele, frutta fresca-secca e quant’altro possa esistere in grado di creare un magnifico pastone con effetti sedativi sui neuroni. Ma quando invece capita ch’io abbia voglia di fare la persona di mondo, mi concedo il rito del brunch. Un sempreverde dove godere piacevoli dolcezze è il Bicerin di piazza della Consolata: odore voluttuoso di cioccolata, marmi, legni e velluti rossi. Con un po’ di fortuna si trova posto sulle antiche sedute e ci si sente come Madame de Stael inebriata di cioccolata che chiacchiera con les amis intellettuali impegnati. Invitate gli amici in trasferta: ne saranno conquistati…oltre ai dolci buonissimi, è impagabile in ogni stagione la vista sulla piazzetta. Un salottino per eletti.
Gira voce che sia da provare anche la Società Anonima sotto i portici di via Pietro Micca,alcuni ne parlano bene – a parte il design – e pare abbia un favoloso angolo buffet dove abbuffarsi.
Tip#2 Acquisti al mercato di Porta Palazzo. Se è sabato o un giorno feriale, andate a perdervi tra i colori e gli odori del mercato all’aperto più grande d’Europa. Con le sue bancarelle dai tendoni a strisce, l’enorme offerta di cibi e quant’altro, inclusi casalinghi, abbigliamento, articoli leciti ed illeciti di ogni genere e provenienza (parlo ovviamente della menta e del pane arabo!), il chiacchiericcio e le urla, le scenette teatrali e le vecchine incazzose con gli enormi trasportini a rotelle, è una gita che non si può mancare. Spezie, yogurt, vini, oli, papaye, montagne di arance, carne, pesce fresco, ottimi affari, pesce marcio, bidoni galattici, fiori e piante lussureggianti…il top è, dopo essersi perduti in questo marasma, attraversare corso Regina Margherita – fregandosene del tram 3 che cerca di passare – ed arrivare sotto la tettoia dei contadini. Qui la confusione da casbah lascia il posto allo Spirito del Tempo: sotto l’arzigogolato padiglione di ferro battuto ci si trova davvero in un bignami del Ventre de Paris di Zola: contadini senza denti, contadini con i denti, ortaggi genuinamente sporchi di terra, rami di pesco in fiore raccolti in grossi vasi, passerotti annidati tra gli archi, cumuli di mele che sanno di montagna, mieli, barattoli, formaggi favolosi…e un grosso cartellone che segnala la stagione per ogni frutto della terra… Da morire. Qui si trovano vecchine meno incazzose e giovani bo-bo alla ricerca di prodotti sani per fare la bagna cauda agli amici.
Tip#3 Un Pranzo Sano. Dopo tutto questo folle movimento a portare borse e borsoni, lo stomaco reclama nuovamente. Allora le opzioni sono innumerevoli, ma per me e le mie compagnie di vagabondaggi felini la tappa numero uno per un pranzo veloce eppure leggero (soprattutto se la sera prima era venerdì ed avete sgavazzato allegramente) è senza dubbio il Soup&Go. Ottimo anche Mezzaluna per pranzare vegano, il Pastis ed il FreeVolo per qualcosa di più tradizionale…ma il Soup&Go di Fausto è, ça va sans dire, il posto migliore dove pranzare leggero (ed anche cenare, certo!).
Bisogna camminare lungo via delle Orfane fino al fondo di via Stampatori, ma la camminatina vale la pena; se poi decidete di andare in bicicletta, al Soup vi offriranno anche sconti ed offerte per incentivare il movimento sulle due ruote.
Al Soup c’è un piccolo giardinetto interno con un acero, tante piantine, le lanterne ed un piacevole dehors. Dentro ci sono libri da leggere, giornali da sfogliare, giochi per i bambini e persino ciotole per gli amici a quattrozampe. E’ come essere in una propaggine di casa propria: dopo due volte che ci andate, le ragazze del bancone vi salutano calorosamente e vi consigliano qual è la zuppa migliore del giorno, Fausto vi presterà dvd e libri, imparerete a dosare la santabarbara di verdure che potete caricare nella vostra ciotolona, apprezzerete i piccoli vini, i centrifugati, i semini e i crostini che potete accompagnare al vostro pasto. A pranzo si riempie di giovani professionisti dei dintorni ed è totalmente impossibile che prima o poi non incontriate qualcuno che già conoscete…
Tip#4 Passeggiare lungo via Barbaroux. Partendo da via Sant’Agostino, attraversate via delle Orfane, guardatevi mollemente in giro e fatevi conquistare dagli atelier di abiti in queste stradine, fermatevi a bere qualcosa di corroborante nel piccolissimo bar di via Bonelli che ha tre tavoli piccini ma ottimi the e caffè, perdetevi nelle vetrine di colori ammalianti dei laboratori, dei fumoir di narghilè e venditori di prodotti etnici, fino ad arrivare in via Barbaroux. Questa via stretta e contorta è un piccolo spettacolo d’arte: una volta era una sorta di via del Campo, con le signorine (in realtà signorone alquanto agées) sedute sulle seggiole di legno davanti alla porta in attesa dei clienti. Oggi le case sono state tutte ristrutturate e si susseguono gastronomie chic, negozietti tra il brocante e la boutique, atelier di restauro e fotografia, bistrot e ristorantini come il Santa Polenta, piccole galupperie e librerie sorprendenti.
E voi continuate a camminare…