Se per caso passaste in una sera tiepida di maggio a Torino in via Santa Giulia a Torino, allora entrate nel Bar dei Musicisti.
Potete fare un aperitivo e il vino è buono, i prezzi sono contenuti, le pizzette sono fatte da loro nella cucina sul retro e ci mettono l’acciughina sopra. E, soprattutto, c’è lei, la piccola pianista figlia del proprietario, che, seduta al suo pianoforte, sotto una parete ricoperta di chitarre e sax, suona con una dolcezza straordinaria, una passione travolgente. Accanto a lei c’è un tavolo di habitué tra i quaranta e i cinquantanni che bevono il vino rosso parlano, ridono e cantano e quasi la nascondono, tanto è minuscola e noncurante.
Te ne accorgi perchè mentre stai seguendo l’uomo con i capelli lunghi che suona De Gregori con la chitarra Alice guarda i gatti e i gatti guardano nel sole mentre il sole fa all’amore con la luna senti che si inseriscono delle note intense, straziantemente potenti e dapprima neppure noti la sua presenza. Ci va qualcuno che osservi in silenzio e te lo faccia notare. E’ necessario saper osservare con attenzione, come per tutte le cose belle e notevoli della vita.
Lei suona e non vede nè sente nulla intorno. Poi si fa bendare con una foulard rosso scuro. Attacca Yann Tiersen, Comptine d’un Autre été. Indimenticabile. E il resto non esiste più. Rimane dentro di te per sempre. Leggi tutto “La piccola pianista di via Santa Giulia”
Autore: Erika Savio
Invasioni digitali anche a Torino dal 20 al 28 aprile
Arrivano le invasioni digitali in tutta Italia ed anche a Torino: nella settimana tra il 20 e il 28 aprile 2013 verranno organizzate per tutta la città queste singolari invasioni, ideate dal blogger Fabrizio Todisco (in collaborazione con la rete di Travel blogger italiani, @IoFaccioRete, Officina turistica e l’Associazione nazionale dei piccoli musei). Tanti e differenti piccoli eventi – appunto, invasioni- in giro per i più suggestivi musei e luoghi d’arte della Penisola per tutti i blogger, igers e chiunque voglia essere attivo sui social. Il messaggio è quello di diffondere la cultura attraverso il web, promuovendo e mostrando il grandioso patrimonio culturale italiano. Anche quello più nascosto.
Perchè un’invasione digitale? Perchè lo Stato taglia ed è stata tagliata la Settimana della Cultura, manifestazione che ogni anno ad aprile si ripeteva permettendo l’ingresso gratuito a più di 400 tra musei statali e siti archeologici. Leggi tutto “Invasioni digitali anche a Torino dal 20 al 28 aprile”
#springalive: una rondine fa primavera a Torino
Stamattina è ufficialmente primavera: sono tornate le rondini a Torino. Mi hanno avvisato le micie: guardavano su concentratissime emettendo un versetto tra l’affaticato e il goduto. Ho guardato in alto: le piccole rondini nere garrivano volteggiando contro un cielo grigio, tutt’altro che primaverile.
E intanto ecco le prime foglioline verde tenero della rosa rampicante giapponese; un delicatissimo profumo dai petali del ciliegio nano; i germogli appuntiti e delicati del glicine con i suoi rami contorti.
Come ogni anno l’ho segnalato su Spring Alive! Infatti, il sito www.springalive.net – un progetto della LIPU – permette l’inserimento dei dati dell’avvistamento di tutti i pennuti ‘portatori di primavera’ ed è un rito che ogni anno coinvolge migliaia di utenti del web in tutta Europa: nel 2012 furono 173mila segnalazioni in Europa, di cui 50 mila in Italia.
Mi raccomando, guardate anche voi in su e siate i prossimi a postare la primavera!
Vinum vita est – da Torino arriva a Vinitaly il rosso doc della Regina
Amo il vino in tutte le sue declinazioni. Il mio favorito rimane il rosso piemontese, ma non disdegno il bianco (anche di altre regioni) quando si tratta di un sapore che sa narrare un territorio, un’emanazione della terra, dell’acqua e dell’aria racchiuso in un dato perimetro. Non è un’adesione alla politica della denominazione ‘al centimetro’, ma semplicemente l’ammettere che ogni terra è diversa e può esprimersi attraverso bouquet e gusti necessariamente differenti.
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La pigrizia dei gatti: tips per piccole escursioni in Torino centro – prima parte
E’ passata anche la prima domenica di primavera e pioveva come fosse novembre. Nonostante alcuni improvvisi sprazzi di sole e l’arrivo della Pasqua il mio sentire sociale è ancora in stato letargico e non ho affatto superato l’impasse invernale vergognoso del ‘limite di zona’ per le uscite serali e mattutine. Approfittando di questo piccolo handicap che mi possiede dal mese di ottobre sino agli albori di aprile, fino a quando non sono certa che tutte le forsythie del torinese siano regolarmente fiorite (per me unico ed inequivocabile segno dell’arrivo della primavera quella vera, fuor di calendario, oltre che le rondini) elargirò qualche tips per chi si lascia avvolgere dalla pigrizia dei gatti ma non vuole rinunciare a vivere la città in modo piacevole.
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Stazioni, treni e uccelli giardinieri: la nuova Porta Susa
Avete mai preso Italo? Ed ancora, vi siete addentrati nella nuova Porta Susa ancora in fieri? Per me, che ero abituata al sapore d’antan della vecchia stazione un po’ scrostata al fondo di via Cernaia, è stato uno strano effetto. Io amo le stazioni dei treni, il viaggiare lento nei paesaggi che permette di intravedere posti dove normalmente non si andrebbe, dove puoi leggere e scrivere senza avere la nausea o annoiarti del continuum di nuvole o acqua. Mi piace attraversare sui binari periferie di casermoni, giardini spelacchiati, campi infiniti delimitati dalle file dei gelsi, poi le colline, il mare con i cespugli di agavi, le montagne rosa e le finestre illuminate dove s’indovina la vita imperscrutabile – per esempio – dei borghi della Val Bormida. Che ne sappiamo noi della Val Bormida, ecco? Delle esistenze di lampade accese sulle cene di sconosciuti. (Ricordate Battiato? Segnali di vita nei cortili e nelle case all’imbrunire/le luci fanno ricordare /le meccaniche celesti…)
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Al Jazz Club con l’abito rosso
Prendi un sabato sera, un abito rosso, un rossetto rosso e del vino rigorosamente rosso e piemontese. Prendi delle amiche di cui una con i capelli rossi, l’altra con le calze a pois rossi e l’ultima – infine – con il cappotto rosso. Mescola gli ingredienti e vai a ballare il sabato sera al Jazz Club. E vedrai che succede!
Profumo di cedri tra brecce di luce
Scendere nel laboratorio di Marco Stefanelli è compiere un viaggio nei sensi, nella luce e nel buio, nelle emozioni e negli intenti. Un percorso che si potrebbe dire metaforico, se si tiene conto che io sono entrata un pomeriggio in cui era già sceso un buio blu e The Boxer Design – questo il nome della fucina creativa – era vuoto.
Una casa antica su Via Maria Vittoria, scendere le scale buie, aprire porte pesanti. L’emozione era quella di aver accesso al laboratorio di Efesto, ovvero penetrare in un luogo dove nasce qualcosa, il miracolo della vita si ripete ad libitum, si costruisce la luce e si lavora la materia. Che strana sensazione, quella del luogo sacro. Si rimane in attesa, ci si guarda intorno per capire. L’arte è una cosa strana. Si può anche non riuscirne a comprendere certe esternazioni e in quel caso si crea il disagio, quindi quando si incontrano cose nuove è sempre curioso scoprire l’effetto che ci faranno. Sono come degli appuntamenti al buio, per me.
Tre è un numero magico: geometrie e cut-up a NOPX
Una segnalazione per gli amanti dell’arte e della reinvenzione delle tecniche più interessanti che ci ha presentato il passato. Domani, 10 gennaio, alla galleria NOPX (e fino al 27 gennaio) saranno ospiti le opere dell’artista argentina Carla Bertone raccolte nella mostra ‘Tre è un numero magico’.
L’artista presenta una sequenza ‘naturale’ di forme geometriche cariche di energia, di pattern che si generano e rigenerano mutandosi come in un caleidoscopio, colori ricchi di significati nascosti, che si richiamano alla mistica, all’alchimia ed alla natura, così come avveniva nell’Art Nouveau e nelle architetture Liberty. Carla Bertone è un’appassionata di modernismo, è palese, ma fa sue le tecniche della suddetta tradizione mescolandole con teorie filosofiche e concetti che chiamano in causa mondi ancora più lontani: numerosi i riferimenti ai solidi platonici, ai poliedri di Archimede e ad alcuni concetti di Pitagora sulla spiegazione numerica della natura.
Un viaggio fantastico, nelle forme, nel tempo e nello spazio per procedere verso un proprio concetto di astrazione. Interessante, oltre a questi richiami antichi a luce, calore, moto e perfezione, miti e filosofie, la scrittura da parte della pittrice di testi di presentazione prodotti attraverso il cut-up, tecnica letteraria utilizzata nel dadaismo da Tristan Tzara, che consiste nel tagliare un testo scritto, lasciando intatte solo parole o frasi, mischiandone in seguito i vari frammenti e ricomponendo così un nuovo testo.
Carla narra del Tre, numero magico, attraverso queste parole:
O meglio, quasi che io fossi senza corpo, circondato da macchie indefinite di un colore rosa chiaro. Il punto di vista Pitagorico dell’Universo riposava esattamente sulla convinzione che il numero naturale fosse la chiave delle diverse qualità del genero umano e della materia. Le nuvole andavano e venivano. Successe qualcosa al suo luxmetro ed egli si innervosì un poco. Fece qualche fotografia. Lasciò il luxmetro. Passò una nuvola e il triangolo sparì,
sospese in un elemento.
Luce, calore, moto, armonia dei moti sono la perfezione del mondo e hanno un analogo nelle facoltà dell’anima. Tante cose, sia dove sia e faccia quello che faccia, succedono alla stessa volta.
Ardimento e originalità! Rifiuta tutto quello che sia convenzionale, senza ragione suprema.
Che questa ricerca sia fondata sulla corrispondenza tra i tre “corpi” immobili dell’Universo (Sole, Stelle fisse, spazio intermedio). Visto che nella loro visione tutto era composto di numeri, la spiegazione della esistenza degli oggetti poteva soltanto essere trovata nei numeri, in una proporzione aritmetica oppure geometrica anteriore, di solito invisibile. E aspetti del tempo che non si sono ancora messi in pratica.
Lì scoprirete il silenzio, un mezzo per cambiare le nostre idee. Non credo che neanche su un fiocco di neve questo modello di ordinamento esista in modo casuale.
Il cubo, il tetraedro, il dodecaedro, l’icosaedro, l’ottaedro, che il lavoro sia minuzioso, elaborato.
Un maschio e una femmina hanno un piccolo bambino, tutto il corpo rivestito di una sostanza, immobile, informe, per essere sicuro tale che
Three is a magic number,
Yes it is, it’s a magic number.
Somewhere in the ancient, mystic trinity
You get three as a magic number
Ma piuttosto quello di dimostrare che per la creazione stavo come acciambelato o imprigionato in una materia estranea.
No more, no less.
You don’t have to guess.
When it’s three you can see
La causa del fiocco di neve di sei lati è un lento collegamento di successi molecolari.
NB.Come di consueto, accanto alle opere esposte, verrà presentato un libro d’artista in edizione numerata realizzato da Carla Bertone e prodotto da NOPX per l’occasione.
Inaugurazione GIOVEDÌ 10 GENNAIO 2013
Tre è un numero magico
h. 18.30 NOPX|limitededitionpics, via Saluzzo 30, Torino
Info: [email protected] – www.nopx.it
Di corsa in mezzo ai saldi torinesi e stramberie varie
Conquistata dalle salutari usanze teutoniche di fare sport con qualsiasi tempo e clima – anche in mezzo alla città – mi sono convinta a uscire vestita da corsa verso l’ora di pranzo e percorrere il centro di Torino attraverso le sue isole pedonali, in mezzo al primo fermento dei saldi di inizio anno.
Senza fare i conti con la sorpresa di curiose vetrine che improvvisamente hanno rallentato la mia audacia salutista.
Davvero. Dopo il viaggio tra Germania ed Austria in cui ho visto ogni genere di persona sfidare tempeste di neve per praticare lo sci nordico, correre in mezzo alla pioggia che veniva giù a secchiate, fare jogging e tai-chi chuan stile yang in mezzo al centro cittadino di Monaco di Baviera (e molti anche in veneranda età!), mi sono ritrovata a rimuginare sul fatto che questa tendenza dello sport a qualsiasi meteo è comune ovunque Oltralpe: lungo ogni fiume, nei parchi, sui marciapiedi, nessuna condizione atmosferica può fermare queste igieniche abitudini – cito deliberatamente Céline: ricordate Bardamu costretto alle passeggiate igieniche dalla sua amichetta infermiera già nel secolo scorso? …Il più delle volte adesso andavamo a fare passeggiate igieniche in lungo e in largo, per colpa delle frittelle, sui viali…– Allora metto le scarpe e mi butto per strada approfittando del pallido sole.
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