CONVEGNO EUSALP 18 DICEMBRE 2015

CONVEGNO EUSALPRecentemente sono stata nominata relatrice per il Parlamento europeo per la Strategia macroregionale alpina.
La Strategia macroregionale alpina è un’occasione importante per lo sviluppo del nostro territorio.

Venerdì 18 dicembre 2015 dalle ore 9.30 presso il Salone centrale del Circolo dei Lettori in via Bogino 9 a Torino parleremo di coesione, di politiche comunitarie per la montagna e per le zone interne, di opportunità di sviluppo sociale ed economico nelle Alpi, di organizzazione dei servizi e della riduzione del divario digitale, delle necessarie interazioni tra aree urbane e Terre Alte.

Interverranno:

Mercedes BRESSO: Relatrice per il Parlamento europeo per la Strategia EUSALP

Enrico BORGHI: Presidente UNCEM e Presidente Intergruppo parlamentare per lo sviluppo della montagna

Giorgio FERRARIS: Sindaco di Ormea e Assessore Unione Montana Alta Val Tanaro

Raffaele GALLO: Presidente Commissione Montagna, Consiglio Regione Piemonte

Davide GARIGLIO: Presidente Gruppo PD, Consiglio Regione Piemonte

Luca MATTIOTTI, Funzionario Commissione Affari Regionali Parlamento europeo

Lorenzo MULLER: Esperto di politiche comunitarie

Alberto VALMAGGIA: Assessore alla Montagna, Regione Piemonte

Gianclaudio BRESSA: Sottosegretario Ministero per gli Affari Regionali e le autonomie *in attesa di conferma

Strategia Macroregionale alpina: un’opportunità per il Piemonte, l’Italia e l’intera Europa

 Lo scorso giugno la Commissione europea ha approvato l’ultima delle strategie macroregionali, quella alpina, che verrà definitivamente ratificata dal Consiglio in questi giorni. Recentemente sono stata nominata responsabile per il Rapporto che il Parlamento europeo dovrà scrivere nelle prossime settimane su queste tema. La Strategia Macroregionale Alpina è nata inizialmente su impulso delle regioni coinvolte, con il supporto dei governi interessati, al fine di coordinare gli sforzi su temi di interesse comune, e successivamente ha ricevuto il supporto delle istituzioni europee. Il suo Piano di azione prevede tre principali assi d’interesse: crescita economica e innovazione, mobilità e connettività, ambiente ed energia. La zona alpina interessata è definita in termini ampi, ovviamente con le montagne al centro, ma senza dimenticare le aree circostanti con caratteristiche diverse, come le pianure circostanti, i centri industriali, alcune tra le più importanti città europee, e comprende cinque paesi UE (Italia, Francia, Austria, Germania, Slovenia) e due extra UE (Svizzera e Liechtenstein).

Molte delle sfide che l’Unione europea dovrà affrontare negli anni a venire, in campo economico, sociale e ambientale, non possono più essere affrontate isolatamente, rinchiudendoci nei confini nazionali. Pensiamo alla tutela dell’ambiente e del territorio, alla lotta contro il cambiamento climatico, alle nuove reti dei trasporti intelligenti, alle infrastrutture per le telecomunicazioni e possiamo facilmente capire come una collaborazione più coordinata tra autorità di diversi paesi possa essere un’enorme opportunità. La Strategia dovrà quindi funzionare da cornice istituzionale per consentire un miglior coordinamento delle iniziative e delle politiche, garantendo al tempo stesso un uso coerente tra i diversi soggetti dei fondi europei.

Con il Rapporto del Parlamento europeo cercherò di rafforzare l’attenzione per il ruolo che le regioni e gli enti locali dovranno giocare in questa partita, come istituzioni più vicine ai cittadini. Questa è la prima delle strategie macroregionali che nasce su pressione delle regioni,  interessando una zona senza capitali. Anche per questo motivo le responsabilità per gli enti locali e regionali dovranno essere adeguate, anche considerando il ruolo che esse giocano nella gestione dei fondi strutturali e della politica di coesione. Inoltre, la Strategia consentirà di rilanciare una cooperazione storicamente intensa nell’area alpina: rinnovare i legami storici presenti nelle Alpi e renderli più efficaci per lo sviluppo dei nostri territori potrà segnare un passaggio decisivo per rafforzarli e renderli più competitivi per il futuro.

Per maggiori informazioni:

http://ec.europa.eu/regional_policy/it/policy/cooperation/macro-regional-strategies/alpine/

La montagna e l’Europa

10405447_10204244979393735_1546375853753744910_nLe zone di montagna sono caratterizzate da enormi sfide, ma al contempo credo che si debba riconoscere anche che esse portano con loro enormi opportunità.

Nell’ambito della conservazione e protezione del territorio, nel campo dello sviluppo sostenibile e dell’uso efficiente delle risorse, nel campo del turismo e della crescita economica, della cultura, della promozione delle nostre eccellenze eno-gastronomiche e dell’agricoltura, è utile ricordare che le montagne, soprattutto in Piemonte, ma anche per l’Europa intera, possono offrire un contributo decisivo per il raggiungimento degli obiettivi della Strategia Europa 2020.

Anche per questi motivi mi sono messa al lavoro nel Parlamento europeo, fin dalle prime settimane della nuova legislatura, proponendo di creare un Intergruppo sulle zone rurali, di montagna e remote: è stato un lavoro difficile, ma insieme ad altri colleghi provenienti da altri paesi e diversi gruppi politici, siamo riusciti ad ottenere un primo, importante risultato con la costituzione ufficiale dell’Intergruppo. Abbiamo già lanciato le sue attività, pensandolo da un lato come forum di discussione sulle tematiche di interesse e, dall’altro, come strumento per influenzare le scelte politiche del Parlamento e in generale delle istituzioni europee al fine di consentire alle comunità montane e rurali di essere protagoniste e di offrire il proprio contributo per il rilancio della crescita sostenibile in Europa.

Come voi saprete, al momento è in fase di discussione la creazione di una Strategia Macroregionale Alpina. Sarebbe la prima strategia macroregionale non basata sull’acqua, ma sulla terra e le montagne: fino ad ora infatti si è trattato di strategie che vedevano come punto unificante fiumi o mari, mentre oggi finalmente parliamo di una strategia che nasce e si sviluppa attorno alle montagne, in questo caso dell’arco alpino. Diventa quindi fondamentale riuscire a svilupparla nel modo migliore possibile proprio per dimostrare il valore aggiunto che la montagna può apportare allo sviluppo sostenibile dell’intera Unione europea.

Proprio il nostro Intergruppo si occuperà di tematiche legate anche alla strategia macroregionale alpina, come sviluppo rurale, energia e cambiamento climatico, trasporti, turismo e cultura, agroalimentare e enogastronomia. Sono qui anche in qualità di Presidente di questo Intergruppo, per offrire questo luogo come luogo di discussione e confronto tra le realtà locali e territoriali e le istituzioni europee su temi estremamente delicati, ma chiave per il nostro futuro.

Le strategie macroregionali in generale sono un’opportunità unica per superare sfide comuni, in particolare per la Macroregione Alpina esistono sfide enormi tra le quali: protezione dell’ambiente e lotta al cambiamento climatico (pensiamo ai ghiacciai, le zone naturali e protette, le specie animali e vegetali protette), infrastrutture (in particolare quelle dei trasporti), energia con il potenziale per la produzione di energie rinnovabili delle zone di montagna, turismo con il patrimonio naturale e culturale di quest’area e in generale lo sviluppo economico che potrebbe beneficiare di una maggiore e migliore interconnessione tra le diverse regioni coinvolte. Queste sfide possono essere meglio affrontate insieme, in collaborazione, con l’obiettivo di rafforzare la coesione sociale, economica e territoriale della macroregione.

Nella Strategia Alpina, una volta terminata la fase di consultazione, sarà importante continuare a coinvolgere adeguatamente le autorità regionali e locali, nell’ottica di un processo che porti ad una vera ed efficace governance multilivello dove sia assicurata la partecipazione di tutti i livelli di governo, a seconda delle rispettive competenze. Resto sempre fortemente convinta che le autorità regionali e locali, insieme alle comunità montane, debbano essere adeguatamente coinvolte in tutte le fasi dell’elaborazione politica in questi settori.

Ricordiamo che questa iniziativa non prevede nessuna nuova istituzione, nessuna nuova spesa per i cittadini europei, ma solo nuove opportunità: per esempio, potrebbe garantire un migliore coordinamento verso i fondi europei, sia in termini di partecipazione – più competenze, più dialogo, più partenership significa più chance di ottenere fondi diretti – sia in termini di spesa, particolarmente dei fondi indiretti, evitando duplicazioni e sprechi.

Nella nuova Strategia sarà importante considerare la diversità dei territori della macroregione alpina: la catena alpina e le zone di montagna saranno ovviamente al centro della strategia, ma non dimentichiamo che in queste regioni vi sono anche zone periferiche, pianeggianti, caratterizzate da urbanità di diverso tipo tra cui anche importanti città metropolitane (Milano, Torino in Italia), grandi centri produttivi, competenze di alto livello, centri universitari e di ricerca… per questi motivi la strategia dovrà tenere conto delle diverse realtà coinvolte. Non si tratta di una strategia che dovrà essere solamente concentrata sulla montagna e le alpi, che ovviamente saranno al centro…. ma per essere uno strumento che rilanci lo sviluppo sostenibile e rafforzi le regioni nel contesto europeo ed internazionale, questa strategia dovrà tenere conto di tutte le opportunità che essa possiede e sfruttarle al meglio.

Considerando anche la partecipazione di due stati terzi (Svizzera e Liechtenstein), questa strategia macroregionale può essere utile ad approfondire ulteriormente i rapporti e i legami di questi paesi con l’Unione europea, nell’ottica di spingere ad una maggiore integrazione dell’intero continente europeo. Tenuto conto che le sfide di cui abbiamo parlato sopra superano i confini dell’UE e possono essere affrontate solo con un approccio comune, è evidente quanto sia importante coinvolgere adeguatamente anche paesi terzi della macroregione.

Nel nostro paese negli ultimi anni ci sono state delle evoluzioni sul piano della rappresentanza delle comunità montane che in alcuni casi non hanno considerato le particolari condizioni di queste realtà, penso ad esempio al dibattito sul ridimensionamento delle comunità montane: se è vero da un lato che in tempi di crisi tutti siamo chiamati a fare sacrifici, dall’altro non si può dimenticare che questi territori hanno bisogni differenti dal resto del Paese e per questo necessitano di forme di rappresentanza specifiche. A seguito del taglio alle comunità montane è venuto a mancare un sistema di autogoverno della montagna. Potrebbe essere opportuno studiare soluzioni che non comportino spese eccessive per le casse pubbliche, ma che consentano comunque alle comunità montane di avere un ruolo nel governo della montagna.

Credo che il Piemonte sia stato in grado, in passato ma anche recentemente, di ritagliarsi un ruolo da protagonista in Europa, in molti settori: innovazione, turismo, cultura, agroalimentare. Sappiamo che la strada di fronte a noi non sarà facile, perché la competizione è sempre più forte e anche la nostra Regione deve fare i conti con attori diversi, europei e non. Sono convinta tuttavia che ci presentiamo di fronte alle sfide pronti e che, anche grazie al ruolo decisivo delle montagne e delle sue comunità, potremo continuare ad essere motori del cambiamento, dello sviluppo sostenibile e della crescita per il nostro Paese e per l’Europa intera.