Una giostra non praticabile con animali di legno molto usurati dal tempo, labirinti sotterranei composti da fili luminosi, piccoli minatori che salgono su un palco come fosse uno spettacolo di fine anno scolastico. La Fondazione Merz ospita fino al 22 maggio la mostra «Mineur Mineur», prima personale in Italia dell’artista francese Bertille Bak (1983, vive e lavora a Parigi), già allieva di Christian Boltanski e vincitrice della terza edizione del “Mario Merz Prize”. Leggi tutto “Piccoli minatori in giostra: Bertille Bak alla Fondazione Merz”
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Casa Merz: il “tempo presente infinito” di Marisa e Mario
Un centinaio di opere dalla impressionante attualità e straordinaria forza espressiva, quasi totalmente inedite e provenienti dalla casa studio milanese, esposte senza titoli né date, ci portano dentro la dimensione privata e quotidiana della coppia più celebre dell’arte della seconda metà del XX secolo Leggi tutto “Casa Merz: il “tempo presente infinito” di Marisa e Mario”
Spostare i limiti: 17 artiste alla Fondazione Merz
Un cubo sembra fluttuare leggero nello spazio ma avvicinandosi si scopre che è fatto con fini tubi di acciaio, simili a filo spinato, che lo rendono respingente, anzi “Impenetrable”, come recita il titolo dell’installazione della libanese Mona Hatoun (1952), una delle 17 artiste protagoniste di «PUSH THE LIMITS», progetto espositivo corale tutto al femminile che la Fondazione Merz ospita fino al 31 gennaio. Leggi tutto “Spostare i limiti: 17 artiste alla Fondazione Merz”
L’Arte come Vuoto: l’enigmatico Emilio Prini alla Fondazione Merz
Il 27 settembre del 1967, a Genova, alla Galleria La Bertesca, “nasceva” l’Arte povera. Quella sera si inaugurava la mostra Arte povera Im-Spazio, curata da Germano Celant. Tra gli artisti selezionati, Giulio Paolini, Piero Gilardi, Michelangelo Pistoletto Luciano Fabro, Pino Pascali…ed Emilio Prini, presente con l’opera Perimetro d’aria. Originario di Stresa (dove nacque nel 1943), Prini è stato il più concettuale tra gli esponenti dell’Arte povera, “un artista che si muove nel vuoto” (la definizione è di Celant), geniale, sfuggente, enigmatico, ironico, provocatore. Fino al 9 febbraio la Fondazione Merz omaggia Emilio Prini con una mostra che raccoglie oltre quaranta opere dal 1966 al 2016 (l’anno della morte, a Roma). Leggi tutto “L’Arte come Vuoto: l’enigmatico Emilio Prini alla Fondazione Merz”
Petrit Halilaj: “Scintille” balcaniche alla Fondazione Merz
Ad accogliere il visitatore è un letto intorno al quale sono sospese in aria tegole, mattoni, pietre, frammenti di legno e altre macerie, che paiono il frutto di un’esplosione bellica. Come quella che ha lacerato il Kosovo, Paese natale di Petrit Halilaj (1986), vincitore della seconda edizione del Mario Merz Prize e ora ospite fino al 3 febbraio alla Fondazione Merz con la personale intitolata «Shkrepëtima». Petrit Halilaj vive e lavora tra Germania, Kosovo e Italia, si è formato all’Accademia di Belle Arti di Brera, e nel 2013 ha rappresentato il suo Paese alla Biennale di Venezia. Nelle sue opere si intrecciano la storia e la memoria personale a quelle della sua comunità, come nell’installazione «Abetare», una scuola elementare kosovara ricostruita con tanto di banchi e graffiti, con cui l’artista ha vinto il Mario Merz Price. Leggi tutto “Petrit Halilaj: “Scintille” balcaniche alla Fondazione Merz”
Da Cuba a Torino: “El Palacio de las Tres Historias” di Carlos Garaicoa
«Carlos Garaicoa guarda le città, le architetture e i sogni sottesi, quelli dismessi e quelli ancora realizzabili; ne legge le trame, le offese e i ricordi incancellabili e poi con instancabile creatività traccia altre prospettive, innesta vecchio e futuro, disegna nuove linee di fuga e cerca il comune e la moltitudine quali soggetti di un incessante divenire altro.» Fino al 4 febbraio la Fondazione Merz ospita “El Palacio de las Tres Historias”, la mostra personale dell’artista cubano Carlos Garaicoa (nato a L’Avana nel 1967, vive e lavora tra Madrid e Cuba). Leggi tutto “Da Cuba a Torino: “El Palacio de las Tres Historias” di Carlos Garaicoa”