“Dai nodi del legno si vede da che parte l’albero svettava nel cielo, da che parte assorbiva la luce del sud, se nato in un bosco affollato, in un prato o ai bordi del bosco”: così scriveva Giuseppe Penone nel 1970, Leggi tutto “Arte Povera e Natura. Capolavori “ecologisti” alle OGR”
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Giulio Paolini, il miracolo della visione
Un viaggio nello spazio e nel tempo per celebrare il miracolo della visione. Fino al 29 gennaio Tucci Russo Studio per l’Arte Contemporanea ospita nella sede torinese la mostra «QUI (DA LONTANO», un corpus di opere inedite di Giulio Paolini. Tre sculture, un arazzo e una serie di collage in cui riflette sulla figura dell’artista, la vertigine del tempo, prossimità e distanza, familiare e straniero, consueto ed esotico. Leggi tutto “Giulio Paolini, il miracolo della visione”
Casa Merz: il “tempo presente infinito” di Marisa e Mario
Un centinaio di opere dalla impressionante attualità e straordinaria forza espressiva, quasi totalmente inedite e provenienti dalla casa studio milanese, esposte senza titoli né date, ci portano dentro la dimensione privata e quotidiana della coppia più celebre dell’arte della seconda metà del XX secolo Leggi tutto “Casa Merz: il “tempo presente infinito” di Marisa e Mario”
L’Arte come Vuoto: l’enigmatico Emilio Prini alla Fondazione Merz
Il 27 settembre del 1967, a Genova, alla Galleria La Bertesca, “nasceva” l’Arte povera. Quella sera si inaugurava la mostra Arte povera Im-Spazio, curata da Germano Celant. Tra gli artisti selezionati, Giulio Paolini, Piero Gilardi, Michelangelo Pistoletto Luciano Fabro, Pino Pascali…ed Emilio Prini, presente con l’opera Perimetro d’aria. Originario di Stresa (dove nacque nel 1943), Prini è stato il più concettuale tra gli esponenti dell’Arte povera, “un artista che si muove nel vuoto” (la definizione è di Celant), geniale, sfuggente, enigmatico, ironico, provocatore. Fino al 9 febbraio la Fondazione Merz omaggia Emilio Prini con una mostra che raccoglie oltre quaranta opere dal 1966 al 2016 (l’anno della morte, a Roma). Leggi tutto “L’Arte come Vuoto: l’enigmatico Emilio Prini alla Fondazione Merz”
Le sculture alchemiche di Gilberto Zorio al Castello di Rivoli
«Il filo conduttore è l’energia intesa in senso fisico e in senso mentale. I miei lavori pretendono di essere essi stessi energia perché sono sempre lavori viventi, o sono lavori in azione o lavori futuribili (…). Energia è la possibilità di riempire un vuoto, la possibilità di vuotare un pieno, è la possibilità di pianificare passato, presente, futuro, è la possibilità di rendere operative le funzioni consce ed inconsce del linguaggio». Tra i principali protagonisti dell’Arte Povera, Gilberto Zorio (1944), a partire dalla metà degli anni Sessanta, con il suo linguaggio rivoluzionario e la sua forza sperimentale ha contribuito a cambiare la storia dell’arte. Leggi tutto “Le sculture alchemiche di Gilberto Zorio al Castello di Rivoli”